www.ilmessaggero.itUna telefonata Pirani-Tuccella accusa i bergamaschi e il Padova. Nuove partite nel mirino, sospetti sui pugliesidal nostro inviato Claudia Guasco
CREMONA - Un accordo tra Atalanta e Padova per fare il biscotto. «E’ un discorso tra società», dice in una conversazione telefonica del 25 marzo, il giorno prima dell’incontro, Marco Pirani al giocatore di calcio a cinque Gianluca Tuccella. E l’accordo, secondo il gip Guido Salvini, sarebbe passato attraverso il capitano della squadra bergamasca Cristiano Doni. Afferma Tuccella: «C’ho un amico che dice che ha parlato con un grande amico ehhh...di uno dei due capitani». La partita, un anticipo del sabato sera, finisce uno a uno, la combine che sospettano gli investigatori va a buon fine. Sui siti asiatici vennero puntati 23 milioni di euro e a scommettere, oltre alla maggior parte della cricca, ci sono anche l’ex calciatore Stefano Bettarini e il centrocampista dell’Atalanta. Il proprietario di ricevitorie Massimo Erodiani riferisce infatti che Doni avrebbe detto a un amico di giocare per suo conto 10 mila euro. In effetti su questa sfida l’organizzazione sembra andare sul velluto. «Ho avuto il cento per cento di quello lì di domani sera», annuncia Tuccella. Pirani conferma, ma il giocatore è ansioso, «se non mi dici tu di bombardare mi faccio i ... miei». A rassicurare entrambi però è il fatto che un amico abbia parlato con «un grande amico dei due capitani»: quest’ultimo, secondo il gip, è Nicola Santoni, preparatore dei portieri del Ravenna e amico fraterno di Cristiano Doni. «Mai vai tranquillo Gianlù che quello pure lo so - interviene Pirani - ho le conferme dirette...tranquilla tranquilla». Tuccella insiste: «Si può bombardà?». Pirani ne è convinto: «E’ un discorso tra società». Nell’inchiesta della Procura di Cremona sulle scommesse truccate il coinvolgimento delle società di calcio si fa più pesante e aumenta anche il numero degli atleti coinvolti. «Probabilmente ascolteremo altri giocatori - dice il pm Roberto Di Martino - Stiamo valutando se iscriverli al registro degli indagati».
Molto dipenderà da ciò che gli investigatori troveranno nei pc sequestrati agli indagati e chi si accingono ad aprire, dall’analisi dei loro movimenti bancari confrontati con i flussi anomali delle scommesse e dai tabulati telefonici. Ieri sul tavolo del capo della Mobile Sergio Lo Presti sono arrivati i rapporti del traffico telefonico di Pirani, Bellavista, Parlato e Bettarini, dai quali gli inquirenti contano di ricavare elementi utili alla ricostruzione della circolazione di informazioni sulle dritte da giocare. Dieci sono le partite di serie A sotto osservazione e tra queste compaiono le inedite Chievo-Bologna (2-0) e Lecce-Lazio (2-4). Adesso, ottenuta dagli stessi arrestati la conferma che le partite venivano manipolate, i magistrati concludono la prima fase dell’inchiesta e mirano al secondo livello. Insomma, altre iscrizioni al registro degli indagati sono in arrivo e potrebbero scattare proprio nelle prossime ore dopo l’odierno interrogatorio del portiere del Benevento Marco Paoloni, che davanti al gip dovrà spiegare se i personaggi finiti nelle intercettazioni siano veri contatti per truccare le partite o soltanto vanterie dell’atleta. Uno dei primi nomi potrebbe essere quello di Gigi Sartor, l’ex giocatore indicato dal commercialista Manlio Bruni come l’«intermediario» tra Signori e gli asiatici. Le scommesse della cricca non confluivano solo verso il far east ma anche in Albania tramite Ismet Mehemeti, che ieri davanti al gip ha negato ogni coinvolgimento con il gruppo sostenendo di essere soltanto un «piccolo scommettitore» e di esser finito nei guai soltanto per aver fatto da intermediario nella vendita del Ravenna. In realtà, spiega il suo avvocato, Mehemeti è una figura di prestigio nel mondo politico albanese, fondatore del Polo della libertà, partito di centro destra attualmente al governo. Nell’ordinanza di custodia cautelare c’è una telefonata del 16 marzo in cui l’albanese parla con Buffone e dice di esser stato ricevuto dal ministro Franco Frattini. Che smentisce. Ma il suo legale Luca Donelli afferma il contrario: «Frattini non è il solo politico italiano con cui parla. E questo perchè riveste cariche importanti nell’ambito della comunità albanese in Italia». E a metterlo in contatto con il ministro degli Esteri sarebbe stata la parlamentare del Pdl Daniela Santanchè.
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