Autore Topic: Grazie Tare  (Letto 5981 volte)

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Offline Matita

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Re:Grazie Tare
« Risposta #20 : Venerdì 2 Marzo 2018, 10:35:04 »
Tare «CON ME E LOTITO ORA LA LAZIO È PUNTO D’ARRIVO COSÌ HO CONVINTO MILINKOVIC» (Gazzetta dello Sport)

«UN BUON D.S. INTUISCE PRIMA LO SCONOSCIUTO CHE SARÀ FORTE. PER IL LAVORO HO
RISCHIATO LA VITA, MA ORA BASTA. LA SFIDA CON LAJUVE? NE AVVERTI IL POTERE,MA A
OTTOBRE CI FECERO DECOLLARE. INZAGHI DA LORO? DEVONO PASSARE UN PAIO DI ANNI»

9 VERTICALE - SCOMMESSA «È UNA GRANDE PORTA...» FU COSÌ CHE DIVENTAI D.S.
«Entrai nell’ufficio di Lotito per firmare un rinnovo “1+1” e ne uscii d.s. della Lazio. O meglio: potevo esserlo, dipendeva da me. Aspettai 5-6 ore prima di entrare, capii subito che c’era qualcosa nell’aria: mi guardava strano. Poi mi diede un foglio, c’era disegnata la Lazio 2008-2009: “Che ne pensi?”. “Io faccio il calciatore, perché lo chiede a me?”. “Perché mi daranno del pazzo, ma ti voglio d.s.: penso a questa scommessa da due anni. Esci da una grande porta, entri in una grande porta: ti do due giorni per pensarci”. Una voce dentro mi diceva già che avrei accettato: nella vita ho sempre scelto di fare la cosa più difficile».

7 VERTICALE - LOTITO CAPISCE AL VOLO LA GENTE ENONOLTREPASSA I LIMITI
«Mesi dopo, Lotito mi spiegò perché mi aveva scelto: “Parli sei lingue, conosci il calcio estero, sei fuori dall’ambiente romano e dalle malizie del calcio italiano”. È in questo che siamo simili: capisce al volo le persone. E le dico che all’inizio abbiamo avuto scontri durissimi su una comune linea di comunicazione: costruivamo, e lui con un’intervista distruggeva. Ma se mi chiedono come faccio ad andare d’accordo con uno come lui, io rido. Guardate che di Lotito si ha un’immagine distorta, per d.s. e allenatore è il presidente ideale: conosce il limite dove si può arrivare, e non lo oltrepassa mai».

13 ORIZZONTALE - TRE IN POCHI NEL MIO GRUPPO E TANTI AMICI NEL MONDO
«Metodo Tare? Non c’è, e non ci sono – unico club in Italia – osservatori: non amo lavorare in tanti. Ho un collaboratore per i dati, uno che mi prepara clip dei giocatori, uno per l’analisi degli avversari. E poi i report di tanti amici in giro per il mondo. Ma la cosa che fa davvero bravo un d.s. è capire prima come può diventare un giocatore sconosciuto. E vederlo non basta: ci devi parlare».

14ORIZZONTALE-MILINKOVIC FEDELE AL NOSTROPATTO AFIRENZE SOLOPER IL PAPÀ
«Milinkovic era al Vojvodina, lo seguii grazie a un amico. Alto comeme, e quelle doti tecniche: un crack, ma non potevo garantirgli di giocare quanto gli serviva. Lo monitorai al Genk per mesi, poi andai a prenderlo. La Fiorentina aveva contattato suo padre e fu per rispetto a lui che Sergej andò a Firenze quel giorno, poi rispettò me e il rapporto creato con i suoi agenti. Funziona così».

16 ORIZZONTALE - PAGELLE UNAMALATTIA DEL CALCIO È L’OSSESSIONE DEI VOTI
«Lo dice uno che dopo un Chievo- Brescia si ritagliò una pagella tremenda per rileggerla ogni tanto e caricarsi: i calciatori oggi sono ossessionati dai voti, è una malattia. Glielo dico sempre: vivete male il bello del calcio, ovvero che ogni tre giorni si può dimostrare qualcosa. Se sei forte di testa, però: è forte un calciatore che “vive” per le pagelle?».

8 ORIZZONTALE - JUVENTUS LOTITO-AGNELLI IN LOTTA? CON PARATICI NO PROBLEM
«Contro la Juve ho segnato e vinto una volta sola: 2-0 Brescia nel 2002, 7’ di recupero, mai visto. Mazzone urlò: “Che è ‘sta robba?” e il quarto uomo: “Mi vergogno, ma scrivo i minuti che mi dicono”. Il potere Juve lo avvertivi, come oggi avverti che hanno i mezzi per controllare il mercato italiano, la loro politica aggressiva sui giovani di prospettiva. Il contrasto politico Lotito- Agnelli è lampante, ma con Paratici zero problemi: neanche per Keita, Milinkovic o De Vrji, che non andrà alla Juve anche se il suo nome è passato sul loro tavolo. Li considero un esempio per mentalità, metodi di lavoro: il meglio del calcio italiano, sì».

2 VERTICALE - ALLENATORE SE UN GIORNO ALLENERÒ SARÀ SOLO PER L’ALBANIA
«Già da giocatore vedevo un bivio: dirigente o allenatore. La strada fu subito chiara, ma un uomo senza sogni è morto e il mio non l’ho mai nascosto: allenare, un giorno. Se mai sarà, solo l’Albania: non un club. Ma in fondo “alleno” già: mi piace vivere lo spogliatoio, parlare con il mio allenatore, aiutarlo senza intralciarlo nel suo lavoro. E non mi viene facile pensarmi non più d.s., e neppure non più d.s. della Lazio: mi hanno avvicinato diversi club, ma il mio legame con questa società è nato e maturato fra le difficoltà, è una creatura che ho cresciuto e dopo 13 anni ce l’ho proprio dentro il cuore».

6 VERTICALE - ANNA FRANK NON È CON UNA MAGLIA CHESI DICE NO AI RAZZISTI
«Una foto di Anna Frank con la maglia della Roma è da condannare, ovvio. Meno ovvio è limitarsi a dirlo senza pensare a come far sì che un gesto razzista non sia considerato semplice sfottò: tipo il coro dei miei ex compagni – “Sei venuto col gommone” – e io non ci vedevo razzismo, ma solo una presa in giro. Non basta mettersi magliette dedicate a una causa: Figc e Lega imparino dallo sport Usa, che coinvolge gli atleti in iniziative sociali. Educazione è questo e pure continuare ad andare allo stadio, come un mio amico tifoso laziale ed ebreo dopo l’episodio Anna Frank: “Igli, vado all’Olimpico: a quelli non la do vinta”».

5 VERTICALE - BUFFON ORASI GODE OGNI GIORNO PIÙ DI VENT’ANNI FA
«Io ho smesso 10 anni fa e Buffon è sempre lì, ma non mi fa effetto: se arrivi a quell’età con certi obiettivi e ambizioni è perché li vivi meglio, e ogni giorno te lo godi più di vent’anni fa perché te lo sei meritato. Da suo dirigente non gli darei consigli: sa da solo che è meglio lasciare in un momento ancora alto della carriera, ricordato come un campione, ma anche che i propri desideri devono essere compatibili con la programmazione di un club. Secondo me un altro annetto ce l’ha dentro, ma molto dipenderà dalla Champions: provare a vincerla con la Juve dev’essere una specie di ossessione...».

4 VERTICALE - MORTE SUL FILO PER NOVE GIORNI ME L’ERO VOLUTA,ORA LO SO
«Si disse che avevo avuto un malore, ma era molto di più. Finché non me l’hanno detto non ci credevo: “Per una cosa come la sua ci sono rimasti in tanti”. Si figuri che prima di entrare in sala operatoria chiesi: “Ma devo lasciare il telefono?”. Nove giorni in terapia intensiva, più di là che di qua, ma me l’ero cercata: chiari sintomi di stress a livelli di guardia e andai con la squadra a Napoli fregandomene del fatto che me l’avessero vietato. La Lazio si giocava i preliminari di Champions, io qualcosa di più: c’era poco da sentirsi eroi, il giorno dopo ero sotto i ferri. Se hai l’ossessione del lavoro a volte ti serve un segnale: “Mortale, hai dei limiti: la vita va avanti senza di te”. Da allora c’è qualcosa di più importante di una cosa importante come il calcio: lavoro anche più ore ma gestendo lo stress, e così lavoro meglio. E lo scorso dicembre, dopo dieci anni, ho fatto la prima vacanza con la famiglia, che non poteva rimetterci sempre. Otto giorni a Dubai, non ci credeva nessuno».

3 ORIZZONTALE - BMW PENSAI: NON GIOCHERÒ PIÙ E INVECE MI VOLEVA CUPER
«Ero mezzo svenuto. Sentivo Sereni urlare con l’anca spostata, vedevo il sangue di un amico in auto con noi e la faccia di Roberto Guana: sentito il botto, era uscito di casa. Quella sera non dovevo neanche andarci, in discoteca e mi telefonò mio fratello: “[...], in tv fanno vedere un’auto che non è la tua”. Era la mia, ma così distrutta che non poteva credere che non fossimo tutti morti. Pensai di aver toccato il fondo: “Non giocherò più”, mi dissi. Invece sei mesi dopo mi voleva Cuper all’Inter, Corioni mi raccontò la telefonata di Moratti: “Lo so che mi servirebbe Tare, ma devo prendere un grande nome”. E prese Batistuta».

10 ORIZZONTALE - PASTORE SBAGLIAI COL SUO AGENTE E MI SCAPPÒ L’AFFARE
«Il primo anno di lavoro feci poco per scelta: volevo capire come funzionava e il mancato acquisto di Pastore è il mio più classico passo falso da gavetta. Ero d.s. da due settimane e Simonian mi mandò un suo dvd. “Top”, mi dissi: ma feci l’errore di parlarne con due agenti, mi fecero credere che Simonian non c’entrasse nulla con il ragazzo. C’entrava eccome: convinsi Lotito a proporre 2,8 milioni per metà cartellino, ma se l’era già preso lui, visto che non gli avevo fatto sapere più nulla, e da allora diffido di certi agenti. Anche quelli di De Vrji? No, la percentuale della sua agenzia non c’entra nulla. All’inizio diffidavano di me i miei ex compagni: gelosie e retropensieri rallentavano la mia crescita da dirigente ma dovevo essere paziente, anche se non è nella mia natura. Mi ha salvato il mio approccio: o bianco o nero, sempre. All’inizio può essere dannoso, alla fine paga».

12 VERT. - SIMONE INZAGHI GLIHOVISTO UNA LACRIMA CI TENEVA DA MORIRE...
«Inzaghi alla Juve? Non mi dà fastidio sentirlo: si cresce, ma devono ancora succedere cose e passare un paio di anni. Dissero che lo sponsorizzai per far giocare chi volevo io – e ora tutti saliti sul carro – ma la scelta finale fu di Lotito. Simone doveva andare a Salerno, vedemmo Mazzarri, Sampaoli, Prandelli, Ventura: più parlavamo con altri, più capivamo che nessuno come lui poteva incarnare e trasmettere lazialità, e senza bisogno di una sciarpa addosso. Lotito era teso come un padre con un figlio: è la cosa giusta?Maproprio nei giorni della decisione, a Simone ho visto in faccia una lacrima da tensione: ci teneva da morire».

1 ORIZZONTALE - MINACCE LETTERE, TELEFONATE, SMS MA NON MI DO PER VINTO
«Sì, tante: anche di morte. Lettere, telefonate, sms, e tre schede del cellulare cambiate: il mio numero finiva in rete, e so chi ce lo metteva. In questi dieci anni qualcosa di me è morto ma io sono così, non mi do per vinto, e ora è la mia sfida: non smettere di far contestare Lotito, quella è una conseguenza, ma far crescere questa piazza. Non per cambiare il sistema ultrà, ma per trovare un modo di andare avanti insieme, con gli ultrà: convincendoli che la Lazio è un club da 35-40 mila spettatori a partita, non 22-25 mila. E a credere nel nostro progetto: perché il calcio senza tifosi non ha senso».

11 ORIZZONTALE - GENIO BAGGIO, GUARDIOLA, PIRLO L’UMILTÀ COME ESEMPIO
«Baggio, Guardiola, il mio compagno di camera (e di risate: altro che silenzioso...) Pirlo: ho giocato con tre geni e la loro umiltà e semplicità me le porto dentro come esempio, che oggi cerco di trasmettere ai giovani. Mai sentiti dire mezza cosa negativa su un compagno: mai a Robi, che aveva avuto il mondo ai suoi piedi; mai a Pep, che già da giocatore era il più esigente e a cena a casa di Giunti ci faceva una testa così con il tiqui-taca. Il suo calcio di oggi e pure di allora è l’opposto di quello di Mazzone masi sentiva parte di quella realtà, dunque accettava il ruolo del tecnico. Per questo oggi può pretenderlo dai suoi giocatori».

15 ORIZZONTALE - STADIUM QUEL 2-1, PIÙ IMPORTANTE CHE BELLO: «SIAMO FORTI»
Vada alla 15 orizzontale. «La vittoria per 2-1 lì non è stata la nostra partita più bella di quest’anno, ma la più importante. Quella della definitiva convinzione di essere una squadra forte e ce lo dicemmo fra primo e secondo tempo, perdevamo ancora 1-0: “Oggi vinciamo: hanno paura di noi”. La Supercoppa italiana poteva essere stata un caso, ma quel giorno ne fummo sicuri: non era stato un caso. Non lo è stato neanche la minicrisi di fine gennaio-inizio febbraio: dati alla mano il periodo della stagione in cui abbiamo corso di più, dunque si è trattato più che altro di un calo di tensione. Sì, quello che la Juve non ha quasi mai».

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DA SINISTRA A DESTRA E DALL’ALTO IN BASSO CON IL D.S. BIANCOCELESTE
Per «colpa» della Lazio gli hanno minacciato la vita e l’ha rischiata (1 orizzontale e 4 verticale), ma Igli Tare e la Lazio oggi sono una cosa sola. Il d.s. che parla sei lingue («albanese, italiano, inglese, tedesco, spagnolo e greco») e non vuole che i giocatori gli diano del lei chiamandolo «direttore»; il ReMida di Lotito che con pochi milioni scopre campioni da rivendere a prezzi stramoltiplicati («Ma più ricevi complimenti, più senti la responsabilità di dare qualcosa in più»), al decimo anno da dirigente Lazio e alla vigilia della sfida alla Juve ci racconta l’idea di plusvalenza più straordinaria della sua carriera: «Convincere i tifosi del progetto Lazio: la società è la testa, l’allenatore il cuore, i giocatori le gambe. Fare della Lazio un punto d’arrivo, non di partenza. Vincere qualcosa di importante che ancora ci manca». Poi forse se ne andrà. Forse.

NATO A VALONA (ALBANIA) IL 25 LUGLIO 1973 RUOLO DIRETTORE SPORTIVO LAZIO (EX ATTACCANTE)
Igli Tare è direttore sportivo della Lazio dall’estate 2008 (anche se si diplomò con il massimo dei voti nell’aprile 2009), subito dopo la sua ultima stagione da calciatore in maglia biancoceleste. Aveva iniziato la carriera nel Partizani Tirana, ma il collasso economico parallelo alla caduta del comunismo in Albania lo convinse a cercare una squadra in Germania. Il legame con il suo Paese restò comunque forte: con la maglia della nazionale, di cui è stato anche capitano, ha giocato 68 partite e segnato 10 gol.

BRESCIA, BOLOGNA E LAZIO
La prima svolta della carriera quando giocava nel Südwest Ludwigshafen, club di una lega regionale: lo chiese in prova per tre settimane il Karlsruhe, a quei tempi fra le prime sei squadre della Bundesliga. Trasferimento inatteso, tanto che un compagno lo salutò così: «Un brindisi per il nostro capitano che fra due mesi torna fra noi». E Tare: «Alla tua, e ricordati questa faccia, la rivedrai in tv. E potrai dire di aver giocato con me». Tare giocò anche con Fortuna Dusseldorf e Kaiserslautern, prima di arrivare in Italia: due stagioni e mezza a Brescia (dal gennaio 2001 al 2003) dove fu compagno di Baggio, Pirlo e Guardiola vincendo anche la concorrenza di Luca Toni, e due stagioni a Bologna (2003-2005), diventando idolo di entrambe le tifoserie. Quindi la Lazio dall’estate 2005 al 2008. Anzi, ad oggi.
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Karmilla

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Re:Grazie Tare
« Risposta #21 : Venerdì 2 Marzo 2018, 10:44:39 »
Bella intervista, grazie per averla postata.
Citazione da: franz_kappa
Karmilla non è donna di cultura, ahinoi ;-)

Offline AlenBoksic

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Re:Grazie Tare
« Risposta #22 : Venerdì 2 Marzo 2018, 12:06:45 »
Bella intervista, grazie per averla postata.
Voglio 11 Scaloni

Panzabianca

Re:Grazie Tare
« Risposta #23 : Venerdì 2 Marzo 2018, 14:16:49 »

Offline franz_kappa

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Re:Grazie Tare
« Risposta #24 : Venerdì 2 Marzo 2018, 14:27:31 »
Il miglior Direttore Sportivo della storia della Lazio.
Scelto dal miglior Presidente della storia della Lazio.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Davide

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Re:Grazie Tare
« Risposta #25 : Venerdì 2 Marzo 2018, 14:33:29 »
Il miglior Direttore Sportivo della storia della Lazio.
Scelto dal miglior Presidente della storia della Lazio.

Non esageriamo....chi porto' Riedle e Doll alla Lazio, quella Lazio, merita onori illimitati..... 8)

Offline Jim Bowie

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Re:Grazie Tare
« Risposta #26 : Venerdì 2 Marzo 2018, 14:39:57 »
Il miglior Direttore Sportivo della storia della Lazio.
Scelto dal miglior Presidente della storia della Lazio.
L'aria e' fresca un fresco che sa di nuovo, quando il nostro caro amico F_K e' in vena di celiare, perche' non posso credere che il nostro caro amico F_K sia nato dopo la Lazio del 1972-73-74 o perlomeno di non ricordarla, quindi celia!
Per quanto riguarda il miglior Presidente, se il mio caro amico F_K mi consente, la tengo per quelle uggiose giornate invernali, quando un gocchio di cognac permette, senza destare sussulti alcuni, dire certe battute, che come la legna che arde nel camino, rallegrano l'ambiente.
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Offline franz_kappa

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Re:Grazie Tare
« Risposta #27 : Venerdì 2 Marzo 2018, 15:02:50 »
L'aria e' fresca un fresco che sa di nuovo, quando il nostro caro amico F_K e' in vena di celiare, perche' non posso credere che il nostro caro amico F_K sia nato dopo la Lazio del 1972-73-74 o perlomeno di non ricordarla, quindi celia!
Per quanto riguarda il miglior Presidente, se il mio caro amico F_K mi consente, la tengo per quelle uggiose giornate invernali, quando un gocchio di cognac permette, senza destare sussulti alcuni, dire certe battute, che come la legna che arde nel camino, rallegrano l'ambiente.
Nessuna celia, amico JB. Ho espresso sinceramente il mio personale sentire. Considero Claudio Lotito e Igli Tare, ognuno nella propria sfera di competenze, quanto di meglio abbia avuto la Lazio in oltre 118 anni di storia.

Nel mio piccolo cerco solo di agire, nel quotidiano, da buon laziale, onde non incorrere negli strali di alcuno. E ogni buon laziale, per definizione, apprezza in sommo grado la propria Dirigenza.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Jim Bowie

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Re:Grazie Tare
« Risposta #28 : Venerdì 2 Marzo 2018, 16:33:45 »
se dovessi fare una classifica fra i presidenti Lotito sarebbe terzo questo il mio podio
Sergio Cragnotti - Imperatore perche' io sono un amante di Faust
Umberto Lenzini - Perche' e' il Presidente del primo scudetto che trasformo' la lazietta in Lazio.
Claudo Lotito - evidenti meriti gestionali

Tra i DS
Antonio Sbardella - perche costrui' in una notte con miserrime risorse la Lazio del primo scudetto.
Igli Tare - perche' ha portato a Roma ottimi giocatori (Klose) e miglior prospetti (SMS) anche se come ammette anche qualche sola clamorosa.
Carlo Regalia - dovette ricostruire la Lazio dalle ceneri del calcioscommesse sotto la gestione Calleri.
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Offline giamma

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Re:Grazie Tare
« Risposta #29 : Venerdì 2 Marzo 2018, 16:41:09 »
Lenzini costruì un bel niente, è noto che nel '72 Maestrelli restò solo perché a quelle cifre non c'era niente di meglio sul mercato allenatori inoltre se Inter o Juve avessero pareggiato la sua richiesta per Chinaglia, addio scudetto, senza contare che il più importante artefice di quella squadra fu Frustalupi il cui acquisto l'Inter ci impose nell'affare Massa.
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Panzabianca

Re:Grazie Tare
« Risposta #30 : Venerdì 2 Marzo 2018, 16:45:44 »
Nessuna celia, amico JB. Ho espresso sinceramente il mio personale sentire. Considero Claudio Lotito e Igli Tare, ognuno nella propria sfera di competenze, quanto di meglio abbia avuto la Lazio in oltre 118 anni di storia.

Nel mio piccolo cerco solo di agire, nel quotidiano, da buon laziale, onde non incorrere negli strali di alcuno. E ogni buon laziale, per definizione, apprezza in sommo grado la propria Dirigenza.

per definizione,  il "quanto di meglio abbia avuto la Lazio in oltre 118 anni di storia" sono altre persone i cui nomi son scritti a lettere di fuoco nel cuore e nella fantasia di ogni buon Laziale, Bond Cirio inclusi.
Mi spiace per i negazionisti o per i timorati di Lotito.

Sta Lazio è bella, apprezzabile e ben costruita ma quella li, al netto dei rischi finanziari, era la squadra dei sogni con la quale siamo tornati a vincere il massimo provando a vincere anche qualcosa di più; era la squadra che ci faceva permettere di affrontare i derby come delle amichevoli con la Nocerina. La squadra di Nesta, di Nedved, di Mihajlovic e compagnia cantando...

Va'bbè, smetto perché ...

Tanta salute a sta Lazio e a sti dirigenti ma, quella Lazio la... All together now... sospiro!
 

Offline Jim Bowie

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Re:Grazie Tare
« Risposta #31 : Venerdì 2 Marzo 2018, 16:45:55 »
Lenzini costruì un bel niente, è noto che nel '72 Maestrelli restò solo perché a quelle cifre non c'era niente di meglio sul mercato allenatori inoltre se Inter o Juve avessero pareggiato la sua richiesta per Chinaglia, addio scudetto, senza contare che il più importante artefice di quella squadra fu Frustalupi il cui acquisto l'Inter ci impose nell'affare Massa.
Ho detto che quella Lazio la costrui Sbardella e che Lenzini e' stato il Presidente del primo scudetto che fece diventare la lazietta, seconda squadra di Roma dopo la cessione di Raggio di Luna, in Lazio.
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Offline giamma

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Re:Grazie Tare
« Risposta #32 : Venerdì 2 Marzo 2018, 18:34:39 »
Ho detto che quella Lazio la costrui Sbardella e che Lenzini e' stato il Presidente del primo scudetto che fece diventare la lazietta, seconda squadra di Roma dopo la cessione di Raggio di Luna, in Lazio.
Si, apparentemente vero, ma Lenzini prese la Lazio perché come socio della polisportiva era l'unico in grado di farlo, retrocesse subito sul campo, Sbardella arrivò nel maggio del '71 come DS di una Lazio appena retrocessa, Wilson, Chinaglia e Massa erano già nostri da due anni, deferì Chinaglia che voleva essere ceduto (fu Maestrelli a convincerlo a sposare il progetto Lazio in B) fece un mercato di prestiti in entrata e uscita e il buon colpo lo fece a novembre con lo scambio Manservisi/Abbondanza con quest'ultimo che in B con noi fece benissimo. Fece indubbiamente benissimo l'anno dopo ma tutto è legato alla mancata cessione di Chinaglia sulla quale girano due storie diametralmente opposte. L'anno dopo ancora suo ultimo anno praticamente comprò solo Inselvini come prima riserva di una squadra favorita per lo scudetto.
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Re:Grazie Tare
« Risposta #33 : Venerdì 2 Marzo 2018, 19:19:18 »
Si, apparentemente vero, ma Lenzini prese la Lazio perché come socio della polisportiva era l'unico in grado di farlo, retrocesse subito sul campo, Sbardella arrivò nel maggio del '71 come DS di una Lazio appena retrocessa, Wilson, Chinaglia e Massa erano già nostri da due anni, deferì Chinaglia che voleva essere ceduto (fu Maestrelli a convincerlo a sposare il progetto Lazio in B) fece un mercato di prestiti in entrata e uscita e il buon colpo lo fece a novembre con lo scambio Manservisi/Abbondanza con quest'ultimo che in B con noi fece benissimo. Fece indubbiamente benissimo l'anno dopo ma tutto è legato alla mancata cessione di Chinaglia sulla quale girano due storie diametralmente opposte. L'anno dopo ancora suo ultimo anno praticamente comprò solo Inselvini come prima riserva di una squadra favorita per lo scudetto.
Aveva comprato anche Beatrice che poi visto i rapporti usurati con i Lenzini, invece di scendere a Roma Termini prosegui per Firenze Santa Maria Novella.
L'anno 1974-75 lo derubricherei visto quello che successe!
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« Risposta #34 : Venerdì 2 Marzo 2018, 20:10:48 »
La cosa di Beatrice non la ricordo, ma può benissimo essere, il punto è un altro, quando il 12 maggio vincemmo lo scudetto Sbardella non era già da un po' il DS Laziale, aveva infatti capeggiato la cordata di Riva (un socio della Polisportiva) che aveva tentato di togliere la Lazio a Lenzini.
Beatrice eventualmente sarà stato trattato da Maestrelli e Lenzini che fecero da soli la campagna acquisti.
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Pomata

Re:Grazie Tare
« Risposta #35 : Sabato 3 Marzo 2018, 08:03:18 »
Concordo con Franz, Lotito ha reso la Lazio una società che non viene più presa per il collo, adesso se vuoi comprarti SMS devi sborsare dai 100 in su. Prima ci toglievano i giocatori buoni prendendoci per il collo...(Nesta docet).

È per questo che anche io possa dire: Lotito è il miglior presidente che abbia avuto questa società.

Ps: Tare, dice nell’intervista, che la Lazio deve essere una società da 40-45 mila tifosi e non da 20/25 mila...

Ps: Io so’ tifoso e me rode er chicchero avere una società debole.


Offline Jim Bowie

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Re:Grazie Tare
« Risposta #36 : Sabato 3 Marzo 2018, 08:35:13 »
Quindi abbiamo appreso che nel calcio non conta vincere ma vendere bene. Ma che e' er mercato coperto da Garbatella?
Che Lotito e' bancarolo lo dici tu eh!
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Offline MagoMerlino

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Re:Grazie Tare
« Risposta #37 : Sabato 3 Marzo 2018, 11:42:12 »
Sacrilegio!
Dovremmo pretendere rispetto per Lenzini e la Lazio del '74, certe cose non si possono leggere.
Lotito potrà scalare qualche posizione solo quando vincerà lo scudetto o in alternativa la Champions League.
Oggi il calcio moderno gli consentirebbe di farlo, se capisse come.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

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Offline Davide

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Re:Grazie Tare
« Risposta #38 : Sabato 3 Marzo 2018, 13:14:24 »
Sacrilegio!
Dovremmo pretendere rispetto per Lenzini e la Lazio del '74, certe cose non si possono leggere.
Lotito potrà scalare qualche posizione solo quando vincerà lo scudetto o in alternativa la Champions League.
Oggi il calcio moderno gli consentirebbe di farlo, se capisse come.
Mmmmm dubbi...calcio moderno o no sono sempre le stesse che vincono lo scudetto o la Champions...sempre...ci sarà un motivo o sono tutti deficienti come lotito?

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Offline Frank 73

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Re:Grazie Tare
« Risposta #39 : Sabato 3 Marzo 2018, 13:21:41 »
Sacrilegio!
Dovremmo pretendere rispetto per Lenzini e la Lazio del '74, certe cose non si possono leggere.
Lotito potrà scalare qualche posizione solo quando vincerà lo scudetto o in alternativa la Champions League.
Oggi il calcio moderno gli consentirebbe di farlo, se capisse come.

Se il calcio moderno è quello del periodo della presidenza Lotito, durante lo stesso lo scudetto è stato vinto da appena tre squadre (quelle) e lo stesso triangolino si è spostato di maglia appena in due occasioni, a cavallo (2011 e 2012) dell'episodico tricolore della meno in palla delle tre strisciate.
Nel periodo lenziniano, lo scudetto lo vincevano il Cagliari, il Torino, appena prima Bologna e Fiorentina, appena dopo cacche, Napoli, Verona e Sampdoria.
Mi sa che non è esattamente il calcio moderno ad offrire le maggiori opportunità per chi voglia tentare l'impresa...

Detto ciò, Lenzini rappresenta una figura storica, indimenticabile e decisiva nella Storia della Lazio. Le tre retrocessioni che, nel suo curriculum di Presidente, accompagnano quel fantastico Tricolore nulla tolgono.
Gli anni che stiamo vivendo, invece, pur nella loro oggettiva valenza, considerato il contesto di cui sopra, non assumono quel significato di epopea, svolta, leggenda. Per cui, dal punto di vista di quanto conta e quanto incide in una Storia un determinato personaggio, Lotito viene decisamente dopo Cragnotti, Ballerini, Lenzini e, secondo me, anche Calleri.

Se invece estrapoliamo il personaggio dal contesto e lo giudichiamo al netto del "risvolto storico" della sua azione, sempre secondo me dal punto di vista della gestione societaria e del migliore sfruttamento possibile delle potenzialità del club nel contesto in cui opera (tenendo conto anche del contesto calcistico sopra analizzato), secondo me Lotito, intesa come l'attività dirigenziale degli ultimi quindici anni della Lazio, è stata ed è tra le migliori e, non è mancare di rispetto ad una figura straordinaria e meravigliosa della nostra Storia, decisamente superiore a quella di Lenzini.

Lenzini rappresenta molto di più di Lotito nella nostra Storia, secondo me Lotito è più bravo.
Lotito, potenzialmente, avrebbe potuto negli anni settanta costruire ciò che ha costruito Lenzini, Lenzini difficilmente avrebbe gestito meglio di Lotito la Lazio attuale.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)