www.gazzetta.itLa squadra di Reja vince, segna e diverte contro un avversario deciso a ben figurare davanti al proprio pubblico in festa per la salvezza. Sblocca un ritrovato Rocchi, risponde Coppola. Lazio ancora avanti con Zarate ma c'è la replica di Piatti. Poi nella ripresa l'espulsione di Benassi e i laziali che dilagano ancora con l'argentino e con un'autorete di VivesMILANO, 22 maggio 2011 - Quello che doveva fare, la Lazio l'ha fatto. Ha attaccato, ha segnato ha vinto. E ha anche divertito, perché di fronte aveva un Lecce per nulla disposto a fare da sparring partner, visto che ricopriva a casa sua il ruolo di festeggiato. Alla fine per i laziali è solo Europa League (a parità di punti è in vantaggio l'Udinese grazie a scontri diretti e differenza reti) ma c'è comunque una bella vittoria che corona una stagione positiva.
FUOCHI D'ARTIFICIO — Si parte, e sono subito fuochi d'artificio. La Lazio cerca il gol della speranza Champions, e lo trova dopo pochi minuti. Spetta ovviamente a Rocchi il ruolo del trascinatore, ed è proprio il centravanti a mettere dentro il diagonale giusto. Dall'altra parte però il Lecce deve salutare il suo pubblico come si deve, e a perdere non ci sta. Così la partita si fa appassionante, perché i giallorossi attaccano a testa bassa creando affanno in area laziale, ma aprendo contemporaneamente spazi per il contropiede a gente che si chiama Zarate, Mauri, Rocchi... Fioccano inevitabilmente le occasioni e i gol. La Lazio prende un palo con Zarate, ma poi Vives imbecca Coppola che inventa un pallonetto al volo da destra che beffa Muslera: 1-1. Zarate si rifà poco dopo, perché Rocchi, sul filo del fuorigioco (ma in posizione regolare) gli fa da sponda e lo manda in gol. Ma nel finale di tempo c'è una respinat corta della difesa laziale che non fa i conti con Piatti, in agguato sulla sinistra, diagonale preciso sul secondo palo: 2-2.
SPEEDY GONZALEZ — Si riparte con Reja che toglie un Hernanes in difficoltà a tenere il passo degli altri: entra Gonzalez. Poi si riparte con la girandola delle occasioni: Zarate dribbla il portiere ma mette sull'esterno della rete, e dall'altra parte Corvia e Munari in rapidissima successione si ritrovano la palla buona a pochi metri dalla porta ma graziano Muslera. Poi al 7' arriva la svolta, perché nell'anarchia tattica che ormaii regna nella partita rendendola divertente, tocca a Rocchi presentarsi solo davanti a Benassi (cosa fa Giuliatto?) che può solo placcarlo: rigore e rosso. Entra Rosati, se ne va Di Michele e siccome De Canio si è già giocato gli altri due cambi (inserendo Chevanton e Corvia) il Lecce si deve arrangiare: lo farà con generosità, sfiorando anche il gol, ma ormai la piega della gara è un'altra. Zarate si fa perdonare l'errore precedente trasformando il rigore, poi è ancora l'argentino a battere il corner su cui Vives tocca al volo malamente deviando nella sua porta. E' lì che finisce il divertimento: la Lazio sa che quanto doveva fare l'ha fatto, non resta che aspettare il risultato di Udine. E lo fa palleggiando come in un torello sul campo di allenamento. Ma dal Friuli nessuna buona nuova.
p.l.t.
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