Autore Topic: Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista  (Letto 4919 volte)

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BobCouto

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #20 : Sabato 21 Maggio 2011, 02:10:25 »
Comunque, chinaglia, Massimo Izzi è persona serissima, che parla solo sulla base di documenti e assai onesta: molte delle chicche negative sui bovari - la coppa sparita e ritrovata nel negozio dello stracciarolo,  per dirne una - le ha raccontate lui e solo lui. Uno storico vero.

La prima parte di quello che hai scritto è sostanzialmente vera.

La faccenda di Scialoja e della lettera del 1895 invece è delirio puro, e infatti non è roba di Izzi. Per lui, la storia dell'asroma comincia dal 6 giugno 1927, con queste parole: "Drammatica riunione nella sede della SS Lazio".

Tutta la pappardella del Foot Ball Club Roma, delle partite ante-1900, dei ginnasti, sono soltanto il prodotto delle "ricerche" di Impiglia, che avendo la fortuna di lavorare al Coni ha recuperato la storia del "calcio" ginnastico, del tutto insignificante, e ha cercato di sovrapporla a quella del calcio vero, soprattutto perché gli permetteva da romanista di tentare di riscrivere la storia del calcio romano. Ma le forzature sono così palesi che Impiglia... s'impiglia da solo, offrendo lui stesso gli elementi per sputtanare le sue elucubrazioni.

Izzi invece è bravissimo, quasi impossibile muovergli appunti. Sta all'altro come Margherita Hack sta al Mago Otelma.

Offline cartesio

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #21 : Sabato 21 Maggio 2011, 02:12:14 »

 il bel bianco-verde dell'Alba
...
giallo-rosso ... due colori che mal si accostano

Ho gli stessi gusti, in fatto di colori.

Certe volte penso che sarebbe bello se a Roma ci fossero ancora le squadre de na vorta, e ricordare le origini di ognuna. Ogni squadra con le sue tradizioni, i suoi colori, il suo carattere.
Peccato.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline chemist

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #22 : Sabato 21 Maggio 2011, 02:16:56 »
Complimenti come al solito a Rob e Giangoverni. Quando si hanno due protagonosti del genere che scrivono su questo spazio mi sento premiato del lavoro svolto.

In sostanza, tornando in topic, l'articolo pubblicato da Chinaglia e' abbastanza corretto nelle informazioni date. L'unica cosa che non va e' il tono discreditante la Lazio e il fatto che Vaccaro viene fatto passare per uno a cui dispiacque non essere stato incluso nella fusione. Un rosicone insomma.

Nonostante sia irrilevante poiche' non esiste atto costitutivo, esistono copie di articoli o giornali che parlano della fondazione dell'asdinamo l'8 giugno 1927?

Infine l'ultima frase sul football giocato gia' nel 1895  e' assolutamente assurda. Primo perche' non era calcio, come gia' spiegato abbondantemente da BobCouto. Secondo perche' era un'esibizione, con nulla di ufficiale. Tipo giocolieri al circo insomma. Terzo, anche fosse, e' del tutto irrilevante poiche' si chiamava Roman, non as merda.


Offline WombyZoof

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #23 : Sabato 21 Maggio 2011, 07:58:41 »
una volta assodato che l'a.s roma nasce nel 1927, tutti i discorsi sulla primogenitura cittadina vannoa farsi fottere.  non esiste per loro stessa ammissione una as roma prima di quella data. mentre esisteva la Lazio che giocava campionati nazionali.

a me piacerebbe che si dichiarasse sciolta (!) l'As, con atto ufficiale di pubblica vergogna per i misfatti dal 27 ad oggi, e venisse ridata vita alle 7 squadre che c'erano prima.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

CiPpi

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #24 : Sabato 21 Maggio 2011, 08:05:56 »
se riuscite a farvi daltonici e' possibile consultare le 'pagine' di diversi giornali dell'epoca e farsi un idea personale, invece delle interpretazioni che spesso vengono preferite dagli eredi del Regime, di come andarono realmente le cose.

http://www.asromaultras.org/fondazioneasroma.html

molti dei passaggi sono stati poi ripresi da Laziowiki

PS: stiamo comunque parlando di un quotidiano che ha pianto per ritornare nelle edicole a spese dei contribuenti, che vende una schifezza di copie (ci arriva a 15? ;) ), e che persa la battaglia con la cupola dei sensi cerca ora disperatamente di ritornare al centro dell'informazione monnezzara con articoli che colpiscano nel cuore del bobolo piu' bobolo der monno.

Offline chinaglia

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #25 : Sabato 21 Maggio 2011, 08:53:45 »
Comunque, chinaglia, Massimo Izzi è persona serissima, che parla solo sulla base di documenti e assai onesta: molte delle chicche negative sui bovari - la coppa sparita e ritrovata nel negozio dello stracciarolo,  per dirne una - le ha raccontate lui e solo lui. Uno storico vero.

La prima parte di quello che hai scritto è sostanzialmente vera.

La faccenda di Scialoja e della lettera del 1895 invece è delirio puro, e infatti non è roba di Izzi. Per lui, la storia dell'asroma comincia dal 6 giugno 1927, con queste parole: "Drammatica riunione nella sede della SS Lazio".

Di Izzi so, ma a leggere questo articolo sembra abbia cambiato idea. Ecco il pezzo incriminato di ieri cui mi riferivo.

Chi ha portato il calcio a Roma. Veramente
Antonio Scialoja fu presidente della Roma nel ’35: «Io e mio fratello fondammo la prima squadra della capitale, nel 1895». Il fratello Vittorio nel ’27 presiedeva il Roman, la società dai colori giallorossi


Non capita spesso di firmare un articolo che aggiunga dei
frammenti di conoscenza sulle origini della storia romanista.
Ebbene, questa ghiotta opportunità mi è stata resa
ieri da Massimo Germani, cultore benemerito di cose giallorosse,
nonché ricercatore scrupoloso e meticoloso.
Alzo il telefono e ascolto Massimo che mi dice: «Sono
in Biblioteca, ho trovato un’intervista realizzata da Eugenio
Danese ad Antonio Scialoja, pubblicata dal Littoriale
il 4 giugno 1935, in occasione dell’ investitura dello stesso
Scialoja a Presidente dell’AS Roma. In un passo dell’articolo,
Scialoja dice: “Sono stato con mio fratello Vittorio
tra i fondatori della prima squadra calcistica della capitale,
fu nel 1895”».
Faccio un salto dalla sedia, il settembre del 1895, ha visto
la prima esibizione calcistica romana della storia (a Villa
Dora Pamphili), Scialoja fa riferimento a una squadra
calcistica fondata in quell’anno, particolare inedito ed
estremamente significativo.
Significativo non tanto per confutare le pretese primogeniture
della Lazio (a questo ha già pensato, definitivamente,
il bellissimo libro “Pionieri del calcio romano” di
Marco Impiglia nel 2003), quanto per gettare nuova luce
sulle radici romaniste.
Cerchiamo innanzitutto di presentare adeguatamente
i fratelli Scialoja. Antonio Scialoja, che rilevò alla presidenza
della Roma Renato Sacerdoti nel giugno 1935, dopo
essersi laureato in giurisprudenza, divenne docente ordinario
insegnando alle Università di Siena e Napoli (in seguito
avrebbe avuto una cattedra anche all’Università La
Sapienza di Roma) e presiedendo una sezione della Corte
dei Conti. Dopo aver fatto parte, per tre legislature della
Camera dei Deputati, venne nominato senatore del Regno.
Un esperto di diritto insomma, prestato, per pochi mesi
(sino a novembre) all’AS Roma. Suo fratello Vittorio
(che come scritto da Danese assistette all’intervista realizzata
nella casa di Via Avezzana, una traversa di Viale delle
Milizie), nella primavera del 1927 presiedeva il Roman
Football Club, società che avrebbe contribuito alla fondazione
della Roma e che aveva avuto tra i propri massimi dirigenti
Renato Sacerdoti e il Conte Luigi Millo.
Il Roman lega dunque gli Scialoja alla Roma …. Roma,
ed è questo l’ elemento di conoscenza (inedito) che aggiungo
alle rivelazioni di Massimo Germani, che al Roman
deve anche la prima maglia della sua storia. Ebbene la maglia
dei “dark red” del Roman, venne ideata da Luigi Millo
nel 1913 e in seguito venne adottata dalla Roma (come dimostrato
da numerose fotografie) al momento della fusione.
Il particolare (a dire il vero mica tanto particolare visto
che si tratta del DNA più profondo dei nostri colori), è contenuto
nel testo di una lettera autografa (da me consultata
grazie a Fabrizio Grassetti, presidente dell’UTR) spedita
dallo stesso Luigi Millo alla sede della Roma di Via del
Tritone nel giugno 1942. In un passo di questa lettera si
legge: «La maglia da me creata nel lontano 1913 si fregia
oggi dello scudetto simbolo di campioni d’Italia».
Ricapitolando, mi va di sottolineare che da quanto detto
emergono alcune questioni su cui gli storici devono lavorare.
Scialoja parla di una squadra romana attiva nel
1895. Bene, a quale sodalizio si riferiva? Se i ricordi di Scialoja
sono corretti (e questo “se” lo sottolineiamo tre volte),
quel sodalizio ha buone probabilità di essere la “squadra
che ha portato il calcio a Roma” (Ohibò!).
Secondo, corrisponde al vero che il Roman debuttò con
la maglia rossa a risvolti gialli nel 1913? In quale partita?
Se i ricordi di Millo sono corretti, trovare quella data significa
individuare la data di nascita della nostra casacca.

BobCouto

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #26 : Sabato 21 Maggio 2011, 09:11:49 »
Mi pare che Izzi mantenga il dubbio sulle presunte vicende del 1895. Mentre conferma quello che si sapeva riguardo i colori: non quelli cittadini, ma quelli del Roman. Che metteva i soldi - e non pochi - e quindi impose anche i colori. Anche il nome della nuova società può essere visto come una versione autarchica di quello originale, visto che "Roman" è di evidente ispirazione britannica.

Si gioca, ripeto, sul significato del termine "Football". Quello importato dagli inglesi, o da italiani che avevano vissuto in Inghilterra o in Francia - Spensley, Kilpin, Edwards, Bosio, lo stesso Seghettini anche se figura di secondo piano rispetto ai primi - si diffuse via Genova, Milano, Torino, soprattutto: e poi Napoli, Livorno, Roma, Palermo.

Il "Football" ibridato di Gabrielli invece passò per Udine, Rovigo, Treviso, Padova. Vi fanno venire in mente il calcio, questi nomi, o qualce altra cosa?

CiPpi

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #27 : Sabato 21 Maggio 2011, 09:13:55 »
stavo a scrive tanto.

Citazione
s'e' scordato di aggiungere che prima ancora del colore delle maglie, il Roman porto' soprattutto il colore dei soldi, e da li forse il motivo dell'acquisizione dei colori un po' come oggi gli sponsor 'impongono' il nome degli stadi, visto che i colori delle altre due erano rossoblu' e rosso-verde. (lasciando comunque ai piu' esperti BobbeRob e Giango l'ardua sentenza sulla veridicita' di tale 'colorito' assunto)

fino a che c'era la Lazio nella possibile fusione, che Foschi si aspettava pagasse tutti i buffi della Fortitudo e dell'Alba (sulle origini del detto 'la Lupa perde il pelo ma non il vizio' di far pagare i propri buffi ad altri ;) ), del Roman non si trova traccia in nessun documento.

e con essa di Scajola, Sacerdoti e di. Millo.

poi e' arrivato Bob :D

Mazzola

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #28 : Sabato 21 Maggio 2011, 09:40:09 »
Comunque, chinaglia, Massimo Izzi è persona serissima, che parla solo sulla base di documenti e assai onesta: molte delle chicche negative sui bovari - la coppa sparita e ritrovata nel negozio dello stracciarolo,  per dirne una - le ha raccontate lui e solo lui. Uno storico vero.
...

Non so se si tratta della stessa Coppa.
Su RaiSport ogni tanto mandano in onda delle puntate sulla roma, realizzate dal professore nel 1983.
In una di queste il compianto Adino Viola, mostra la Coppa dello Scudetto 1942 e racconta che fu "smarrita", entrata in possesso di un robivecchi e da lui, personalmente, ricomprata.

Grazie a questo salto mortale di 32 anni, la roma diventa la seconda squadra d'Italia dopo il Genoa 1893.
Non ci si riesce a trovare un documento di Scialoja (magari quello di Romanzo Criminale...) del 1892 ?

mrmoto

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #29 : Sabato 21 Maggio 2011, 10:46:58 »
Da "Lazialità" di aprile 2011



Quando la Lazio cominciò a giocare al calcio, a Roma non trovò avversari, tanto che la prima partita fu giocata contro i frati irlandesi, al Parco dei Daini a Villa Borghese.
 

Giancarlo Governi

Irish Pride  O0 O0 O0

Offline aaronwinter

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #30 : Sabato 21 Maggio 2011, 11:01:56 »
 Rimanevano però sul piatto alcuni problemi. Il Roman, la Fortitudo e l’Alba erano tutte reduci da un campionato che le aveva viste retrocedere, la Roma rischiava di non vedere riconosciuta la propria richiesta di essere ammessa alla massima serie. [...] Affrontando queste spinose questioni Foschi realizzerà il suo secondo capolavoro.

La cifra principale, più che il negazionismo, mi sembra l'auto-delazione.
E la rivendicazione che - sin dall'inizio - hanno sempre modificato i regolamenti pro domo loro.

Rimane solo da verificare se 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)' all'epoca fosse già nato.

 :)
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Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline lollapalooza

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #31 : Sabato 21 Maggio 2011, 11:30:04 »
Bentornato a Giango e grazie a Rob, spettacolari al solito.


Offline BobLovati

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #32 : Sabato 21 Maggio 2011, 11:43:39 »
Pur dando alle parole di BobCouto il giusto peso, mi sembra che il sig. Izzi dia un colpo di qua ed uno di là; magari è solo un´impressione, per carità. Però   ::)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline MagoMerlino

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #33 : Sabato 21 Maggio 2011, 12:00:41 »
Izzi? Nuovi impiglia farneticano.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Aquila Maremmana

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #34 : Sabato 21 Maggio 2011, 12:36:31 »
 ^-^
Izzi? Nuovi impiglia farneticano.

Oh mio caro Izzi, sia che tattacchiarca' occhetelapijndercu' me sembra che t'attizzi...
Noi potevamo essere loro. Non abbiamo voluto.
Loro non avrebbero mai potuto essere noi.

BobCouto

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #35 : Sabato 21 Maggio 2011, 12:57:01 »
Non so se si tratta della stessa Coppa.
Su RaiSport ogni tanto mandano in onda delle puntate sulla roma, realizzate dal professore nel 1983.
In una di queste il compianto Adino Viola, mostra la Coppa dello Scudetto 1942 e racconta che fu "smarrita", entrata in possesso di un robivecchi e da lui, personalmente, ricomprata.

E' la stessa. La coppa fu "riconsegnata" all'as, non rivenduta. E il fatto avvenne nel '71, non so che ruolo avesse all'epoca Dino Viola (nato nel 1915 e divenuto "romanista fin dall'età di 8 anni", cioè nel 1923, questo dice Wikipedia) nella Dinamo.

Offline WombyZoof

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #36 : Sabato 21 Maggio 2011, 13:26:22 »
Mi pare che Izzi mantenga il dubbio sulle presunte vicende del 1895. Mentre conferma quello che si sapeva riguardo i colori: non quelli cittadini, ma quelli del Roman. Che metteva i soldi - e non pochi - e quindi impose anche i colori. Anche il nome della nuova società può essere visto come una versione autarchica di quello originale, visto che "Roman" è di evidente ispirazione britannica.

Si gioca, ripeto, sul significato del termine "Football". Quello importato dagli inglesi, o da italiani che avevano vissuto in Inghilterra o in Francia - Spensley, Kilpin, Edwards, Bosio, lo stesso Seghettini anche se figura di secondo piano rispetto ai primi - si diffuse via Genova, Milano, Torino, soprattutto: e poi Napoli, Livorno, Roma, Palermo.

Il "Football" ibridato di Gabrielli invece passò per Udine, Rovigo, Treviso, Padova. Vi fanno venire in mente il calcio, questi nomi, o qualce altra cosa?

sono argomenti di una evidenza quasi imbarazzante, che uniti alla semplice domanda, a che tornei ufficiali avrebbero partecipato codesta squadra?, dovrebbero ammazzare sul nascere qualsiasi tentativo di ricostruzione storica falsa e tendenziosa.

chiedere la pubblicazione di queste osservazioni sul romanista, no?   in ogni caso, diffondere, diffondere e diffondere.

anzi, dico di più, la S.S. Lazio dovrebbe farsi carico di promuovere una pubblicazione che ricostruisca in modo onesto e con criteri storiografici la storia della calcio  a Roma e dunque della Lazio, chiamando come autori persone che hanno studiato con rigore  la materia come Couto e scrittori di primo rango come governi.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline giangoverni

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Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #37 : Sabato 21 Maggio 2011, 13:56:21 »
Mi pare che nessuno degli intervenuto in questo topic si sia soffermato su un aspetto della vicenda: la questione dello stadio. Foschi teneva tanto all'adesione della Lazio alla fusione soltanto perché la Lazio aveva uno stadio vero (la Rondinella) dove avrebbe dovuto giocare la neonata società. Dopo il rifiuto della Lazio la Roma dovette giocare al motovelodromo Appio prima di costruirsi uno stadio di legno (il campo Testaccio) alcuni anni dopo. Uno stadio posticcio con le tribune soggette a crolli con morti e feriti fra gli spettatori.

Nel 1927, in previsione dell’introduzione di un girone unico nazionale, il federale fascista di Roma, abruzzese, Italo Foschi, decise che a Roma doveva esserci una sola squadra, che doveva chiamarsi Roma e portare i colori della città (porpora e oro, per l’esattezza). La Lazio, doveva riunciare ai suoi 27 anni di vita, alla sua tradizione, alla sua storia e … al suo stadio (la Rondinella)

Offline aaronwinter

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Mazzola

Re:Il calcio a Roma e il negazionismo de Il riomanista
« Risposta #39 : Sabato 21 Maggio 2011, 16:48:10 »
E' la stessa. La coppa fu "riconsegnata" all'as, non rivenduta. E il fatto avvenne nel '71, non so che ruolo avesse all'epoca Dino Viola (nato nel 1915 e divenuto "romanista fin dall'età di 8 anni", cioè nel 1923, questo dice Wikipedia) nella Dinamo.

Da come "racconta" l'allora presidente, sembra che abbia pagato di tasca propria per tornare in possesso della coppa.
Questo nel 1983. La trasmissione viene ripetuta spesso. Sarò più preciso.

Appurato che il Roman nacque nel 1895, la prossima tappa sarà scoprire che la Lazio nacque da una sua "costola" e che Bigiarelli e gli altri "dissidenti" per ripicca fondarono la Lazio.
Attendiamo nuove scoperte di Scialoja (antenato del commissario di Romanzo Criminale).