Autore Topic: E' morto Polentes  (Letto 5224 volte)

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RobCouto

Re:E' morto Polentes
« Risposta #40 : Giovedì 21 Aprile 2011, 17:38:40 »
Vi ricordate? "Io sono Polentes"
Stiamo tramontando tutti, noi di quel periodo.

Vecchissima guardia, eh?


Offline Breizh

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Re:E' morto Polentes
« Risposta #41 : Giovedì 21 Aprile 2011, 18:48:16 »
:(

Faber67

Re:E' morto Polentes
« Risposta #42 : Giovedì 21 Aprile 2011, 19:06:25 »
ciao giggi campione d'Italia

POMATA

Re:E' morto Polentes
« Risposta #43 : Giovedì 21 Aprile 2011, 19:09:11 »
Ciao baffo, riposa in pace :(

Offline DinoRaggio

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Re:E' morto Polentes
« Risposta #44 : Giovedì 21 Aprile 2011, 19:44:59 »
Ciao Grande Baffo!!

Nel cielo biancazzurro brilla un'altra stella.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Trippanera

Re:E' morto Polentes
« Risposta #45 : Giovedì 21 Aprile 2011, 19:57:19 »
Vecchissima guardia, eh?

Ebbè... Rob, sono quasi 59... Splendido sessantenne, ma purtroppo mi ricordo tutto dal lazio-napoli di rigato in poi...   :-X

Mazzola

Re:E' morto Polentes
« Risposta #46 : Giovedì 21 Aprile 2011, 21:16:55 »


Pronto a subentrare.

Offline MagoMerlino

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Re:E' morto Polentes
« Risposta #47 : Giovedì 21 Aprile 2011, 23:06:40 »
Ho ancora la tessera del Lazio Club Polentes

Per conoscenza di quanti, forse, non conoscono la storia:

 
Citazione
"C'è chi ultras, noi siamo Polentes". Fu questo lo slogan, da qui ebbe inizio una piccola storia tra il calcio e la passione. Oggi è necessario raccontarla perché Luigi Polentes se n'è andato, a 66 anni. All'improvviso, così com'era arrivato nella Lazio di Tommaso Maestrelli. Aveva due baffi da cosacco, Polentes, "roccioso difensore" nato a Vittorio Veneto. A Roma, nella città del derby eterno, erano frizzi e lazzi per quel cognome. "Magnate polenta", dicevano sghignazzando i "cugini" giallorossi. Era il 1969. Veniva dal Perugia, Gigi Polentes, a sostituire l'amatissimo Carletto Soldo. Fu accolto con diffidenza, all'inizio. Non se ne curò. Era un uomo di terra, Pola: concreto, serio, cresciuto tra i filari e le zolle.

Fu in quell'anno che segnò il suo unico gol, di naso, contro il Verona. Arrivava per allenarsi al campo di Tor di Quinto con una Mercedes smarmittata, i pantaloni a zampa di elefante e la faccia allegra. "Magnate polenta". Eppure Gigi con la Lazio giocò otto campionati e con nove presenze entrò nella sporca dozzina del primo scudetto, quello mitico, leggendario del '73-74.  Polentes magnava polenta ma era campione d'Italia. Per questo noi laziali dell'Unità lo scegliemmo come simbolo per il nostro club. Un eroe marginale, fuori dagli schemi, dai clamori, eppure cruciale. La nostra figurina preferita nell'album delle memorie e della nostalgia.

L'idea venne ad  Antonio Cipriani, giornalista eccellente e penna mirabolante. Un club surreale, il nostro, che sulle tesserine aveva l'aquila di Magritte su uno sfondo avorio, screziato di blu. C'è chi ultras e chi è Polentes. Il club si diffuse in Rete, creammo Lazio.net, sito dedicato a  chi aveva "il cielo per bandiera". E il 9 gennaio del 2000, per la festa del centenario della Lazio, Pola tornò a Roma. Non riusciva a credere che ci fosse un club in suo onore. Gli regalammo una piccola targa: fu una notte di brindisi e di abbracci, di bruschette e fotografie, di cori e sciarpette biancocelesti. Ci raccontò che con i primi stipendi della Lazio si era comprato una bella camera da letto, di quelle in legno vero, che aveva ancora. Ci raccontò che era tornato a curare la terra e che il suo prosecco era tra i migliori della zona. Un uomo semplice, che si emozionò a fare il giro di campo con un'altra Lazio, quella stellare di Eriksson e Cragnotti.

Altri tempi. Altro calcio, anche. C'è chi ultras e chi è Polentes, chi ha il cielo per bandiera e chi oggi è un po' più solo. Ciao Gigi.
21 aprile 2011 

Da http://www.unita.it/sport/
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Andre

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Re:E' morto Polentes
« Risposta #48 : Giovedì 21 Aprile 2011, 23:13:53 »
(la grandissima) Daniela Amenta su L'Unità

"C'è chi ultras, noi siamo Polentes". Fu questo lo slogan, da qui ebbe inizio una piccola storia tra il calcio e la passione. Oggi è necessario raccontarla perché Luigi Polentes se n'è andato, a 66 anni. All'improvviso, così com'era arrivato nella Lazio di Tommaso Maestrelli. Aveva due baffi da cosacco, Polentes, "roccioso difensore" nato a Vittorio Veneto. A Roma, nella città del derby eterno, erano frizzi e lazzi per quel cognome. "Magnate polenta", dicevano sghignazzando i "cugini" giallorossi. Era il 1969. Veniva dal Perugia, Gigi Polentes, a sostituire l'amatissimo Carletto Soldo. Fu accolto con diffidenza, all'inizio. Non se ne curò. Era un uomo di terra, Pola: concreto, serio, cresciuto tra i filari e le zolle.

Fu in quell'anno che segnò il suo unico gol, di naso, contro il Verona. Arrivava per allenarsi al campo di Tor di Quinto con una Mercedes smarmittata, i pantaloni a zampa di elefante e la faccia allegra. "Magnate polenta". Eppure Gigi con la Lazio giocò otto campionati e con nove presenze entrò nella sporca dozzina del primo scudetto, quello mitico, leggendario del '73-74.  Polentes magnava polenta ma era campione d'Italia. Per questo noi laziali dell'Unità lo scegliemmo come simbolo per il nostro club. Un eroe marginale, fuori dagli schemi, dai clamori, eppure cruciale. La nostra figurina preferita nell'album delle memorie e della nostalgia.

L'idea venne ad  Antonio Cipriani, giornalista eccellente e penna mirabolante. Un club surreale, il nostro, che sulle tesserine aveva l'aquila di Magritte su uno sfondo avorio, screziato di blu. C'è chi ultras e chi è Polentes. Il club si diffuse in Rete, creammo Lazio.net, sito dedicato a  chi aveva "il cielo per bandiera". E il 9 gennaio del 2000, per la festa del centenario della Lazio, Pola tornò a Roma. Non riusciva a credere che ci fosse un club in suo onore. Gli regalammo una piccola targa: fu una notte di brindisi e di abbracci, di bruschette e fotografie, di cori e sciarpette biancocelesti. Ci raccontò che con i primi stipendi della Lazio si era comprato una bella camera da letto, di quelle in legno vero, che aveva ancora. Ci raccontò che era tornato a curare la terra e che il suo prosecco era tra i migliori della zona. Un uomo semplice, che si emozionò a fare il giro di campo con un'altra Lazio, quella stellare di Eriksson e Cragnotti.

Altri tempi. Altro calcio, anche. C'è chi ultras e chi è Polentes, chi ha il cielo per bandiera e chi oggi è un po' più solo. Ciao Gigi.

21 aprile 2011
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

jumpingjackflash

Re:E' morto Polentes
« Risposta #49 : Giovedì 21 Aprile 2011, 23:14:56 »
un applauso sentito a Daniela.

TD

Re:E' morto Polentes
« Risposta #50 : Giovedì 21 Aprile 2011, 23:41:02 »
Era una sera particolare, fu la sera in cui conobbi quelli del forum che frequentavo da un paio di mesi. Polentes era lì, un po' sorpreso dall'ambiente informale del pub. Me la ricordo come fosse ieri, quella sera. Trovai Alfa che aspettava sulla porta della birreria. Gli dissi chi ero, mi rispose che non pensava che mi sarei fatto veramente vivo. Quella sera conobbi tanta gente con cui ho diviso cose importanti. Quando ho sentito la notizia, oggi, sono rimasto male, un po' stonato. Perché Polentes è legato a quel ricordo, perché lo vidi arrivare con la moglie, persona squisita, insieme a Daniela e a Claudio e a Gianni. E poi arrivò Antonio, e a cena c'erano Claudio, Enrico, Alexis, Piersi, forse anche Tarallo, e tutti gli altri (non mi ricordo se c'era Roberto, mi sembra di no). Così, curiosamente, mi si confonde il baffone di Polentes con le ghigne dei lazionettici, quasi fosse uno di loro. E un po' lo era. Del club ho da qualche parte custodite le tessere avanzate e la mia, di unico socio onorario. Onorato. Altri tempi. Altre storie. Altre Lazio. Polentes me lo ricordo sulle figurine con la maglia del Perugia che aveva il laccetto al collo. Una volta si usava. Con la Lazio, come alcuni altri, retrocesse con Lorenzo per risorgere e diventare campione d'Italia con Maestrelli. Se Chinaglia avesse avuto il suo buon senso di contadino veneto ci avrebbe pensato mille volte prima di richiamare Lorenzo e di dissipare il suo mito in quel modo. Ci sopportò con garbo, era felice che ci fosse gente che non lo aveva dimenticato e che gli dedicava addirittura un club, sia pure surreale. Io fui felice di essere Polentes, con tutto quello che ne seguì.
E per citare un bel laziale come Morrissey, I'm not sorry for the things I've done. Citazione che all'Amenta di quel giorno piacerebbe assai. Grazie a Polentes, o meglio, a chi lo scelse per fondare un club. Se lo meritava: un'altra aquila nel cielo.

TD

Re:E' morto Polentes
« Risposta #51 : Venerdì 22 Aprile 2011, 00:59:00 »
Un ultimo omaggio al nostro amico Polentes: ho recuperato il racconto di Antonio Cipriani, uscito sul libro che pubblicammo dopo lo scudetto (www.laziocampione.it), eccolo qui in versione appena leggibile. Mi scuso per la qualità, se riesco a ricordarmi dov'è, nei prossimi giorni lo recupero in originale...








Boks XV

Re:E' morto Polentes
« Risposta #52 : Venerdì 22 Aprile 2011, 08:55:25 »
(la grandissima) Daniela Amenta su L'Unità
...L'idea venne ad  Antonio Cipriani, giornalista eccellente e penna mirabolante. Un club surreale, il nostro, che sulle tesserine aveva l'aquila di Magritte su uno sfondo avorio, screziato di blu. C'è chi ultras e chi è Polentes. Il club si diffuse in Rete, creammo Lazio.net, sito dedicato a  chi aveva "il cielo per bandiera"...

ammazza, poi sarebbero gli ultras quelli autoreferenziali...
mancano giusto le marmotte che incartano la cioccolata.


(la grandissima) Daniela Amenta su L'Unità

"C'è chi ultras, noi siamo Polentes". Fu questo lo slogan, da qui ebbe inizio una piccola storia tra il calcio e la passione. Oggi è necessario raccontarla perché Luigi Polentes se n'è andato, a 66 anni. All'improvviso, così com'era arrivato nella Lazio di Tommaso Maestrelli. Aveva due baffi da cosacco, Polentes, "roccioso difensore" nato a Vittorio Veneto. A Roma, nella città del derby eterno, erano frizzi e lazzi per quel cognome. "Magnate polenta", dicevano sghignazzando i "cugini" giallorossi. Era il 1969. Veniva dal Perugia, Gigi Polentes, a sostituire l'amatissimo Carletto Soldo. Fu accolto con diffidenza, all'inizio. Non se ne curò. Era un uomo di terra, Pola: concreto, serio, cresciuto tra i filari e le zolle.

Fu in quell'anno che segnò il suo unico gol, di naso, contro il Verona. Arrivava per allenarsi al campo di Tor di Quinto con una Mercedes smarmittata, i pantaloni a zampa di elefante e la faccia allegra. "Magnate polenta". Eppure Gigi con la Lazio giocò otto campionati e con nove presenze entrò nella sporca dozzina del primo scudetto, quello mitico, leggendario del '73-74.  Polentes magnava polenta ma era campione d'Italia. Per questo noi laziali dell'Unità lo scegliemmo come simbolo per il nostro club. Un eroe marginale, fuori dagli schemi, dai clamori, eppure cruciale. La nostra figurina preferita nell'album delle memorie e della nostalgia.

E il 9 gennaio del 2000, per la festa del centenario della Lazio, Pola tornò a Roma. Non riusciva a credere che ci fosse un club in suo onore. Gli regalammo una piccola targa: fu una notte di brindisi e di abbracci, di bruschette e fotografie, di cori e sciarpette biancocelesti. Ci raccontò che con i primi stipendi della Lazio si era comprato una bella camera da letto, di quelle in legno vero, che aveva ancora. Ci raccontò che era tornato a curare la terra e che il suo prosecco era tra i migliori della zona. Un uomo semplice, che si emozionò a fare il giro di campo con un'altra Lazio, quella stellare di Eriksson e Cragnotti.

Altri tempi. Altro calcio, anche. C'è chi ultras e chi è Polentes, chi ha il cielo per bandiera e chi oggi è un po' più solo. Ciao Gigi.

21 aprile 2011


geddy

Re:E' morto Polentes
« Risposta #53 : Venerdì 22 Aprile 2011, 09:04:51 »
Gran bel personaggio con quei baffoni. Faccia cordiale e simpatica. Ciao Luigi.  :band1: :band3:

TD

Re:E' morto Polentes
« Risposta #54 : Venerdì 22 Aprile 2011, 10:40:29 »
Passacela, l'autoreferenzialità, Boks: per quelli che hanno fatto Lazionet Polentes era come una parola d'ordine, il fatto che sia venuto a mancare scoperchia il cofano dei ricordi. Se Lazionet è stata importante per qualcuno o per qualcosa, la morte di Polentes riporta in luce quei giorni, che hanno portato cose importanti e nuove non solo nel mondo laziale. Oggi il web è pieno di community di tifosi di tutte le squadre, ma Lazionet è stata la prima. Al giocatore sarebbe andato un saluto affettuoso, come capita a tutti i nostri ex che se ne vanno, ma certo meno sentito. Gli avevamo dedicato il nostro club virtuale, è giusto parlare anche di noi mentre si ricordano i suoi baffoni.

POMATA

Re:E' morto Polentes
« Risposta #55 : Venerdì 22 Aprile 2011, 14:15:22 »
Che poi é meglio autoreferenziarsi con Polentes che con la tigre arkan...scusate.

Faber67

Re:E' morto Polentes
« Risposta #56 : Lunedì 25 Aprile 2011, 00:19:09 »


Ciao Pola, e Grazie Campione d'Italia

bak

Re:E' morto Polentes
« Risposta #57 : Lunedì 25 Aprile 2011, 09:24:27 »
Faber, sai se la Lazio era rappresentata e da chi ?

schwitters

Re:E' morto Polentes
« Risposta #58 : Lunedì 25 Aprile 2011, 12:29:08 »
Rocco, ti rispondo io. Siamo in contatto con gente del posto e presto lo chiederemo a costoro.

Faber67

Re:E' morto Polentes
« Risposta #59 : Lunedì 25 Aprile 2011, 14:06:08 »
Secondo i giornali locali: La Lazio ha inviato solo un mazzo di fiori. Sicuramente c'erano alcuni ex giocatori residenti al nord.

La cosa che mi ha fatto male è non vedere il lutto al braccio sulle nostre maglie.
Mi auguro che Lunedi contro la Juventus, Polentes sia onorato.