Autore Topic: Lazio, il segreto del nuovo Zarate è un mese con un preparatore argentino  (Letto 769 volte)

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di Gabriele De Bari
ROMA - La promessa di Zarate. Un mese e mezzo fa, quando qualcuno metteva in forse il suo futuro con la Lazio, e le prestazioni non collimavano con le aspettative di tifosi e critica, l’argentino ha preso un impegno preciso con Edy Reja. «Voglio chiudere il campionato alla grande». Non erano parole al vento, ma supportate da fatti concreti e dal fermo desiderio di ritrovarsi, di riscattarsi, di tornare a essere un protagonista della squadra.

Animato da questo spirito nuovo, Maurito ha fatto arrivare dall’Argentina il professor Diego Giacchino, amico del preparatore personale Pablo Dolce, con il compito di seguirlo direttamente in allenamenti paralleli a quelli svolti a Formello, d’accordo con il responsabile della preparazione fisica della Lazio, Febbrari. Il professor Giacchino dirige un centro famoso di Buenos Aires, che ha ospitato anche Pastore e Lavezzi, dove si preparò Maradona per tornare competitivo ai Mondiali del 1994 e che ora segue il River Plate.

Da metà febbraio a metà marzo: un mese a contatto con Zarate. Un periodo di tempo sufficiente per studiarne il fisico, anche grazie al supporto di alcuni test, poi gli ha preparato uno specifico programma di lavoro atletico e tecnico. Una tabella che avrebbe dovuto riportarlo in condizioni smaglianti proprio nel mese di aprile. L’attaccante ha seguito con cura ogni consiglio e ogni dettaglio del professor Giacchino e i risultati sembrano davvero tener fede alle premesse perché Maurito, oltre a aver perso quel peso in eccesso, appare anche più veloce, determinato, sicuro nelle giocate. Come poche volte si era visto in questa stagione.

Zarate tirato a lucido nel fisico e rilassato a livello mentale. Non più il calciatore ostinato e ansioso nel cercare giocate che non gli riuscivano e che lo rendevano nervoso e insoddisfatto. Quello ammirato in questi ultimi tempi è un attaccante rapido, che ha ritrovato passo e dribbling, lucido e disposto a giocare anche per gli altri. Comunque in grado di assicurare un consistente apporto alla squadra nella corsa verso un piazzamento Champions. In questa metamorfosi, oltre alla volontà del calciatore e al supplemento di lavoro svolto, ha sicuramente inciso la definitiva scelta del tecnico friulano di restituirlo al suo naturale ruolo di attaccante.

Nel girone d’andata, infatti, si è spesso visto Zarate relegato e sacrificato a fare il centrocampista, persino il terzino aggiunto. Situazioni che facevano malinconia perché il ragazzo, pur di scendere in campo, s’impegnava a rispettare le consegne tattiche del tecnico che apparivano evidentemente sbagliate in quanto gli impedivano di esprimere tutto il potenziale. Da qualche tempo, però, rivedendo alcune convinzioni, Reja ha riportato l’argentino in attacco e il cambiamento di ruolo, insieme alla ritrovata fiducia dell’ambiente e in se stesso, hanno fatto lievitare il rendimento dell’argentino, tornato su buoni livelli e decisivo. Scintillante e straripante quello di Catania.

Se poi il paragone viene fatto con la passata stagione, la differenza è decisamente abissale perché, quello grassottello e lento, ha lasciato il posto a un calciatore che ha cambiato vita, tirato e tonico, che ha persino ritrovato il sorriso dopo un lungo periodo buio. A Zarate restano altre 5 partite per mantenere la promessa, 5 partite per far capire a tutti che il suo futuro sarà ancora biancoceleste e per pilotare la Lazio verso quel piazzamento che darebbe un senso concreto a una stagione decisamente importante. Intanto, dai microfoni di Lazio Style Radio, ha meritato il consenso di Edy Reja. «Credo che Mauro manterrà la promessa. Da un po’ di tempo sta facendo molto bene. Al Cibali è entrato in campo con il piglio giusto e la voglia di essere protagonista, si è sacrificandosi anche troppo e ha regalato spunti decisivi soprattutto sulla fascia destra. Ora sono davvero contento di lui».

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