Autore Topic: Nostalgia Chinaglia  (Letto 7230 volte)

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Panzabianca

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #20 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:20:04 »
...
Ben si comprendono, alla luce della mia fugace ricostruzione, le ragioni che inducono più d'uno a provare sentimenti di sincera nostalgia per quella età felice. A maggior ragione se compariamo quella fortunata stagione laziale all'attuale presente, avaro di prospettive e parco di soddisfazioni.
ah ah ah. No, per carità, a me la Lazio di ora va sufficientemente bene. Il mio disappunto è più verso il sistema. Un sistema che ci ha certamente trasformato, in peggio, dico io. Ora come ora piazze come Verona, Cagliari e la stessa Lazio considerano lo scudetto come una chimera. Un tempo, invece, era possibile che il Verona con un gruppo di scarti pure di qualità (i Fanna, i Galderisi , i Fontolan, i Marangon), un decatleta tedesco e un'alce danese potesse sbaragliare tutti.

aggiungo Garella. ops

Panzabianca

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #21 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:22:30 »
Uno dei due aveva aperto un ristorante, in Puglia.
Sono li comunque ad illuminare una domenica di maggio. Insieme a Di Chiara.
me pare insieme a Pazzini e a Cassano che invece illuminarono un 25 aprile, festa non casuale

Offline Jim Bowie

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #22 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:22:36 »
Ero giovane ma gli anni evocati da Panzabianca li ho vissuti anche io, sebbene con una consapevolezza limitata (appunto dalla giovane età).
La Lazio di metà anni Ottanta stabiliva il suo record negativo di punti in Serie A, veniva dal primo infamante Calcioscommesse e si apprestava a viverne la riedizione 1986.
Tra 1980 e 1988 disputammo sei anni in B su otto stagioni sportive, in due casi rischiando concretamente di retrocedere in C-1.
La Società Lazio era un sodalizio meno che fragile, con basi economiche risibili e ben incamminata verso il fallimento dopo la nefasta Presidenza di GIORGIO CHINAGLIA (che - lo scrivo a scanso di equivoci - per me è senza alcun dubbio il più enorme calciatore che abbia mai vestito i tifosi della Nostra: Chinaglia È, a tutti gli effetti, la Lazio).

Ben si comprendono, alla luce della mia fugace ricostruzione, le ragioni che inducono più d'uno a provare sentimenti di sincera nostalgia per quella età felice. A maggior ragione se compariamo quella fortunata stagione laziale all'attuale presente, avaro di prospettive e parco di soddisfazioni.
Mi dispiace ma la tua voglia di gigioneggiare ti ha portato fuori strada. Tu riduci l'orizzonte alla sola Lazio, mentre Panzabianca fa un discorso del calcio in generale e in molti cerchiamo di capire e discuterne, le ragioni che hanno portato il calcio a questo.
Ci sono ragioni anagrafiche, sociali e di mentalita'.
Per me cresciuto negli anni 60 il calcio era forse l'unica fonte di divertimento, sia quando lo praticavo per le strada o quando, dopo aver sognato per una settimana, la domenica me ne andavo allo stadio per vedere trasformare i meii sogni quotidiani in realta', ecco perche non esistevano partite "insignificanti", ma sarebbe lo stesso oggi, alla mia veneranda eta', se il calcio fosse lo sport di allora e non l'industria di oggi
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geddy

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #23 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:24:48 »
Breizh devi specificare che i due gol subiti da Sbagliano sono senza colpa. Come titolava il corriere dello sport il giorno dopo.
Quel giorno pretesi di essere portato allo stadio,malgrado piovesse. Appunto per vedere Sbagliano e le maglie dell'Atalanta.

Offline Breizh

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #24 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:27:49 »
Breizh devi specificare che i due gol subiti da Sbagliano sono senza colpa. Come titolava il corriere dello sport il giorno dopo.
Quel giorno pretesi di essere portato allo stadio,malgrado piovesse. Appunto per vedere Sbagliano e le maglie dell'Atalanta.
Non ricordo i gol, francamente.
Ma baffoneAvagliano fece un'uscita allucinante su un corner avversario coi pugni... girato verso la porta. E infatti centrò un clamoroso autopalo.
Sarebbe stata l'autorete più fantozziana della storia della serie A.

Panzabianca

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #25 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:30:29 »
Breizh devi specificare che i due gol subiti da Sbagliano sono senza colpa. Come titolava il corriere dello sport il giorno dopo.
Quel giorno pretesi di essere portato allo stadio,malgrado piovesse. Appunto per vedere Sbagliano e le maglie dell'Atalanta.
sta cosa dell'Atalanta "bestia nera" mi fa fare anche altre considerazioni: io chiamo spesso in ballo l'attuale gestione Atalanta, un capolavoro che è specchio del calcio attuale Ed è capolavoro basato su un eccesso del calcio attuale che io considero patologico. Un tempo, a meno di casi eccezionali, il giocatore era preso in considerazione dalla squadra competitiva appena arrivato ai 27/28 anni, oggi, al contrario, c'è la corsa al prospetto con un occhio alla rivendita.
Oggi la rivendita è un spettro che aleggia su tutte le squadre e ne mina la competitività. In europa lo vediamo più evidente.

Offline fish_mark

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #26 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:33:51 »
nostalgia del passato? Nostalgia Chinaglia?
Boh, sarà pure così, ma se puoi vai a vedere le dichiarazioni degli addetti ai lavori ti accorgi che non è proprio così.

Un campionato a 16 squadre e una sola retrocessione. E quindi? Più entrate per tutti e una maggiore competitività per l'Europa. Eccola l'idea che De Laurentiis ha esposto ai microfoni di BeIN Sports. Le polemiche nate nelle ultime settimane attorno alla questione dei diritti tv avrebbero sollecitato lo spirito d'iniziativa del presidente del Napoli: "Mediaset e Sky dicono che gli diamo partite che nessuno vuole vedere, io mi domando perché?". Che sia anche un po' di nostalgia del passato? L'ultimo campionato di massima serie a 16 squadre risale infatti al 1986. Poi nella stagione 2004/2005 arrivò la decisione di aumentare il numero a 20. Ma De Laurentiis potrebbe accontentarsi anche di meno: "Vanno bene anche 18 squadre, ma le dobbiamo scegliere noi sette chi sono le 18".


questa è di Dela. Lotito l'ho sentito parlare di 18 squadre. Tuttie e due concordano sulla sola unica retrocessione che io considero - dal basso della mia autorevolezza - una autentica sciocchezza.

Questo campionato a 20 squadre è un brodo diluito, molto diluito al punto che non si senti più il sapore.
Non è soltanto una questione di due, tre suqadre che svettano sulle altre: quello succedeva anche ai tempi delle 16 squadre. E' che le altre stazionano in serie A senza chiedere né rischiare niente in un torneo troppo allargato.
Questo incide su una serie di aspetti.
Il livello tecnico dei giocatori abbassato; basterebbe considerare le rose a disposizione: nel campionato a 16 c'erano 18 giocatori (dovevi fare 30 partite, più - se andava bene - un'altra decina; erano sufficienti); in questo campionato a 20 squadre ne hanno 25. Insomma, 288 giocatori contro 500. Vedete se la qualità generale non sia intaccata.
Ma poi le partite che si giocano all'interno del torneo - lo scudetto, la qualificazione alle coppe (molto allargata rispetto al passato), la salvezza sono questioni che si risolvono abbastanza in fretta.
Lo scudetto riguarda un paio di squadre, ma la contesa si chiude con largo anticipo (un mese di solito).
La qualificazione in champions riguarda 6 squadre, oltre alla scudettata; all'epoca c'erano 4 UEFA, una coppa Ilitaa e la coppa campioni.
La salvezza in un campinoato a 20 con 3 retrocessioni è un affare su cui non rischia nessuno. Nelle 16 squadre invece rischiavano tutti e fino all'ultima giornata.


Chiudo con una battuta su cui chiedo la vostra riflessione.
La Lazio del 1984-85 ando in B clamorosamente: aveva una squadra da UEFA e riuscì ad andare in B (penultima). La Lazio di lotito del 2009-10 si salvò quando a un paio di mesi dalla fine era ancora in acque malmostose.
La Lazio di Lorenzo si sarebbe salvata in un campionato a 20 squadre; la Lazio di Ballardini e Reja in un campionato a 16 sarebbe finita in B.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

geddy

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #27 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:36:02 »
Non ricordo i gol, francamente.
Ma baffoneAvagliano fece un'uscita allucinante su un corner avversario coi pugni... girato verso la porta. E infatti centrò un clamoroso autopalo.
Sarebbe stata l'autorete più fantozziana della storia della serie A.
Un tiro da fuori area centrale sotto la traversa.
Io ero piccolino ed ero contento di veder giocare il portiere di riserva.
A Franz manca il goal di Badiani e urgente, urgente Chinaglia Presidente. Altrimenti non parlerebbe cosi.

Offline franz_kappa

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #28 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:36:21 »
Lapsus?
I "colori". Volevo scrivere i colori. O colpa del correttore o colpa mia.


Panzabianca e Jim Bowie, io gigioneggio ma il senso del post mi era chiaro. Solo che mi sconcerta, letteralmente.
Azzardo una metafora: voi ricordate una stagione aurea, nella quale tutti - più o meno - potevano sperare, una volta o l'altra, di trombarsi le donne più belle. Ovviamente gli obiettivi alti erano di solito a portata di chi aveva più risorse. Ma anche chi era più modesto, anche alcuni francamente implausibili, qualche volta portavano a casa delle ottime conquiste.
Mica era come oggi, con le modelle e le supergnocche ad appannaggio dei superricchi, senza che questo scenario possa essere modificato (né ora né mai).

Tutto chiaro, dunque: oggi prevale un assetto statico, allora c'era un contesto molto più dinamico, che offriva opportunità quasi a tutti.
C'è un 'ma', tuttavia, grande come una casa: negli anni Ottanta, quando nella grande orgia dell'italico pallone ognuno poteva godere un pochino, alla Lazio non è che le cose andassero proprio bene. Qualche amplesso, invero assai episodico, non poche pugnette e reiterate situazioni in cui abbiamo rischiato che ce lo 'appizzassero', qualche volta riuscendoci pure.

Come si può, mi chiedo, avere nostalgia di una stagione felice alla quale la Lazio non partecipò, a meno di non risalire - secondo me forzando un po' troppo - sino al meraviglioso triennio 1972-75?
Buon viaggio, caro Piero.

Offline AlenBoksic

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #29 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:37:12 »
Le partite allora non si vedevano
MAI.
Ricordo la fine degli anni '70 - ma anche i primi '80 - in cui le gare delle squadre italiane nelle coppe europee si vedevano (quando si vedevano) in differita a mercoledì sport.
Chiaro quindi che il pathos fosse totalmente differente ovunque per vedere qualsiasi partita: o la vedevi allo stadio o non la vedevi.
Voglio 11 Scaloni

Offline MagoMerlino

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #30 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:56:02 »
E' ancora 11 contro 11, un pallone e un arbitro (quelli sicuri), il prodotto è sempre quello, è la confezione che cambia, è l'offerta che cambia.
I giovani fruitori di oggi sono cresciuti con queste offerte, non conoscono alternative. Del resto oggi sembra non si possa fare a meno dei telefoni portatili, tanto che molti si domandano, come si faceva senza.
Si faceva.
Certi aggiornamenti migliorano le cose, altri migliorano solo i bilanci di chi offre determinati prodotti da consumare, possibilmente in fretta, per sostituirli.
Il calcio "moderno" risponde a queste regole, il calcio che esisteva fino a 25 anni fa, è ormai da considerare alla stregua del calcio pionieristico, Giordano, come Chinaglia, come Piola. Oggi Immobile, negli anni della trasformazione Signori.
La Lazio è ancora la Lazio, per i suoi tifosi, tutto quello che gli gira intorno è cambiato completamente. Quasi impossibile, per quanto inutile, fare paragoni.
Nostalgia? Può essere un altro prodotto "vintage" da offrire ai tifosi. O un sentimento assolutamente personale, intimo.


Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline giamma

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #31 : Martedì 26 Settembre 2017, 12:56:52 »
Più che la Tv potè la Bosman, fosse stata applicata nel 1970 col cavolo che te tenevi Chinaglia e Wilson e in seguito i D'Amico e i Giordano, e forse neanche il bimbo fenomeno Nesta, le merde dopo aver mostrato al mondo Conti, Di Bartolomei, Falcao e Pruzzo, qualcosa avrebbero perso e addio scudetto.
Il mondo poi è molto cambiato, dove sono gli artisti della mia gioventù, dove sono i nuovi Picasso, Mirò, Klee, Warhol, Fontana, Pollock, Kandinski e molti altri che dimentico, dove sono i fenomenali jazzisti, Igor Stravinsky, il rock and roll, il rock degli anni 70, dove sono gli Hemingway, i Capote, gli Steinbeck, i Buzzati, i Garcia Marquez direi perfino i Gianni Brera d'oggi ? Non ci sono, non c'è più nulla o quasi, è un mondo che cambia, in peggio, e il calcio segue a ruota.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Panzabianca

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #32 : Martedì 26 Settembre 2017, 13:00:35 »
I "colori". Volevo scrivere i colori. O colpa del correttore o colpa mia.


Panzabianca e Jim Bowie, io gigioneggio ma il senso del post mi era chiaro. Solo che mi sconcerta, letteralmente.
Azzardo una metafora: voi ricordate una stagione aurea, nella quale tutti - più o meno - potevano sperare, una volta o l'altra, di trombarsi le donne più belle. Ovviamente gli obiettivi alti erano di solito a portata di chi aveva più risorse. Ma anche chi era più modesto, anche alcuni francamente implausibili, qualche volta portavano a casa delle ottime conquiste.
Mica era come oggi, con le modelle e le supergnocche ad appannaggio dei superricchi, senza che questo scenario possa essere modificato (né ora né mai).

Tutto chiaro, dunque: oggi prevale un assetto statico, allora c'era un contesto molto più dinamico, che offriva opportunità quasi a tutti.
C'è un 'ma', tuttavia, grande come una casa: negli anni Ottanta, quando nella grande orgia dell'italico pallone ognuno poteva godere un pochino, alla Lazio non è che le cose andassero proprio bene. Qualche amplesso, invero assai episodico, non poche pugnette e reiterate situazioni in cui abbiamo rischiato che ce lo 'appizzassero', qualche volta riuscendoci pure.

Come si può, mi chiedo, avere nostalgia di una stagione felice alla quale la Lazio non partecipò, a meno di non risalire - secondo me forzando un po' troppo - sino al meraviglioso triennio 1972-75?
ma perché, santoddio, prima o poi Tolomeo muore. Ok, abbiamo capito che la Lazio navigava e s'incagliava in acque salmastre ma io mi riferisco al sistema.   

Offline franz_kappa

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #33 : Martedì 26 Settembre 2017, 13:24:25 »
Bravo giamma. "Coraggio, il meglio è passato" (Flaiano).

Ciò vale in generale. Ma, ancora, contesto che il cambiamento abbia peggiorato le cose per la Lazio e i laziali.
Negli anni Ottanta quante gare in Serie A ha vinto la Lazio? Nel decennio disputammo solo quattro campionati nella massima serie. Probabilmente le due peggiori stagioni del quasi quindicennio lotitiano hanno visto la Lazio vincere in A tanto quanto avvenne in quei dieci anni. Per tacere della media, più che buona, delle Lazio di Lotito.

Per il tifoso della Lazio, che magari frequenta l'Olimpico (è il nostro stadio da più di mezzo secolo, è lo stadio di quasi tutti i nostri trionfi, è un impianto monumentale che conserva il suo fascino e nei settori di tribuna offre una visione ottimale. Sarebbe il caso di alzare il culo dal divano e smettere di addurre scuse inconsistenti, tra tessera del tifoso, maltempo, parcheggi, lastrico dissestato sotto all'Obelisco...), le giornate che si concludono con una vittoria della Nostra sono in media enormemente superiori agli scempi che offriva la Lazio degli anni Ottanta, fatte salve alcune eccezioni.

Quindi, riassumendo: oggi la Lazio gioca in Serie A, vince molto di più di tre decenni fa, concorre per obiettivi assai più elevati, gioca mediamente in Europa un anno su due, non è costretta a farsi comprare i calciatori da altri Club e poi svolgere la funzione di parking di danesi, conquista in media - da quando c'è Lotito - in trofeo ogni quattro anni un trofeo, ha piano piano ricostruito il settore giovanile (dal quale arriva qualche ragazzo buono per la rosa di prima squadra. E Murgia, in tal senso, ci ha dato una Supercoppa) e offre ai tifosi fidelizzati politiche di ticketing più che vantaggiose.

Certo, la contropartita di tutto ciò (che comprende anche l'obiettivo, ormai a portata di mano, del trentesimo anno consecutivo nella massima serie, qualcosa MAI accaduto alla Lazio in 117 anni di storia), è la Juventus campione per sei anni di fila, una Serie A le cui gare hanno ormai in sette casi su dieci un esito più o meno già scritto in partenza, il calcio della Playstation, dei twitter e dei selfie, et cetera.

Tutto ciò, a me che tifo per la Lazio, va non bene ma strabene, personalmente. Non ho motivo di rimpiangere anni in cui la Lazio era una comparsa nel calcio italiano. Oggi recitiamo anche noi - chiaramente non da protagonisti ma con un ruolo che NON è quello delle comparse - nello show del calcio-business. Ci poteva andare assai peggio, come accaduto a Società gloriose quali fiorentina, torino e, soprattutto, bologna.

Il mondo è cambiato e il calcio è cambiato con esso. Non c'è alternativa ad adattarsi al nuovo scenario. Che, ribadisco, per la Lazio è tutto fuorché penalizzante.
Buon viaggio, caro Piero.

Pomata

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #34 : Martedì 26 Settembre 2017, 13:53:09 »
E poi guardate il lato positivo, noi conserviamo abbiamo la reincarnazione dell'Anconetani-Rozzi al comando😂😂😂😂

Siamo vecchi😬

geddy

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #35 : Martedì 26 Settembre 2017, 13:59:05 »
Franz sta cosa del trentesimo anno consecutivo andava tenuta nascosta fino al raggiungimento dei venticinque punti.

Panzabianca

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #36 : Martedì 26 Settembre 2017, 14:10:51 »
Bravo giamma. "Coraggio, il meglio è passato" (Flaiano).

Ciò vale in generale. Ma, ancora, contesto che il cambiamento abbia peggiorato le cose per la Lazio e i laziali.
Negli anni Ottanta quante gare in Serie A ha vinto la Lazio? Nel decennio disputammo solo quattro campionati nella massima serie. Probabilmente le due peggiori stagioni del quasi quindicennio lotitiano hanno visto la Lazio vincere in A tanto quanto avvenne in quei dieci anni. Per tacere della media, più che buona, delle Lazio di Lotito.

Per il tifoso della Lazio, che magari frequenta l'Olimpico (è il nostro stadio da più di mezzo secolo, è lo stadio di quasi tutti i nostri trionfi, è un impianto monumentale che conserva il suo fascino e nei settori di tribuna offre una visione ottimale. Sarebbe il caso di alzare il culo dal divano e smettere di addurre scuse inconsistenti, tra tessera del tifoso, maltempo, parcheggi, lastrico dissestato sotto all'Obelisco...), le giornate che si concludono con una vittoria della Nostra sono in media enormemente superiori agli scempi che offriva la Lazio degli anni Ottanta, fatte salve alcune eccezioni.

Quindi, riassumendo: oggi la Lazio gioca in Serie A, vince molto di più di tre decenni fa, concorre per obiettivi assai più elevati, gioca mediamente in Europa un anno su due, non è costretta a farsi comprare i calciatori da altri Club e poi svolgere la funzione di parking di danesi, conquista in media - da quando c'è Lotito - in trofeo ogni quattro anni un trofeo, ha piano piano ricostruito il settore giovanile (dal quale arriva qualche ragazzo buono per la rosa di prima squadra. E Murgia, in tal senso, ci ha dato una Supercoppa) e offre ai tifosi fidelizzati politiche di ticketing più che vantaggiose.

Certo, la contropartita di tutto ciò (che comprende anche l'obiettivo, ormai a portata di mano, del trentesimo anno consecutivo nella massima serie, qualcosa MAI accaduto alla Lazio in 117 anni di storia), è la Juventus campione per sei anni di fila, una Serie A le cui gare hanno ormai in sette casi su dieci un esito più o meno già scritto in partenza, il calcio della Playstation, dei twitter e dei selfie, et cetera.

Tutto ciò, a me che tifo per la Lazio, va non bene ma strabene, personalmente. Non ho motivo di rimpiangere anni in cui la Lazio era una comparsa nel calcio italiano. Oggi recitiamo anche noi - chiaramente non da protagonisti ma con un ruolo che NON è quello delle comparse - nello show del calcio-business. Ci poteva andare assai peggio, come accaduto a Società gloriose quali fiorentina, torino e, soprattutto, bologna.

Il mondo è cambiato e il calcio è cambiato con esso. Non c'è alternativa ad adattarsi al nuovo scenario. Che, ribadisco, per la Lazio è tutto fuorché penalizzante.
non c'è verso.
L'uomo è andato sulla luna.
Franz Kappa: "mmmmmm sono scettico, la Lazio non l'ha mai fatto, non è possibile"

Offline franz_kappa

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #37 : Martedì 26 Settembre 2017, 14:14:38 »
Franz sta cosa del trentesimo anno consecutivo andava tenuta nascosta fino al raggiungimento dei venticinque punti.
Ho scritto un'inesattezza: la stagione sportiva 2017-18 è la trentesima consecutiva della Lazio in Serie A, massima serie del campionato italiano di calcio.
A portata di mano c'è l'obiettivo dei 33 campionati consecutivi in A (con quello del 2020-21 ovvero fra tre stagioni sportive): sarebbe un record senza precedenti in 120 anni di storia della Lazio, che tra la stagione sportiva 1927-28 e quell del 1960-61 ha disputato 32 campionati nella massima serie del campionato di calcio italiano (29 volte la Serie A e 3 volte la Divisione Nazionale).
Buon viaggio, caro Piero.

geddy

Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #38 : Martedì 26 Settembre 2017, 14:16:08 »
Allora va bene.

Offline franz_kappa

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Re:Nostalgia Chinaglia
« Risposta #39 : Martedì 26 Settembre 2017, 14:23:38 »
non c'è verso.
L'uomo è andato sulla luna.
Franz Kappa: "mmmmmm sono scettico, la Lazio non l'ha mai fatto, non è possibile"
Non c'è verso lo dovrei scrivere io.
Il senso del tuo discorso è che rimpiangi quando ci muovevamo con la carrozza e il cavallo. Ci sta. Era un epoca di indubbio fascino.

Intanto il mondo è un poco cambiato, siamo arrivati sulla luna (come vedi non lo nego  ;) ) ma la nostalgia torna indietro nel tempo, all'epoca delle carrozze e dei cavalli, quando c'erano più possibilità per tutti, anche per chi partiva da posizioni di secondo piano e persino terzo piano. Verissimo, chi lo nega.

Andrebbe tuttavia evidenziato, per amore di verità, che all'epoca delle carrozze e dei cavalli la Lazio, spesso, andava comunque quasi sempre a piedi e le capitava non di rado di finire con tutte le scarpe nello sterco prodotto dai cavalli. E non era poi così bello avere le scarpe insozzate in quel modo...

E andrebbe al contempo ammesso, piaccia o meno, che l'era del cavallo è tramontata, soppiantata dall'era del motore a scoppio (anche essa al tramonto, peraltro).
Il mondo cambia, il pallone cambia di pari passo. Possiamo scegliere la prospettiva della visuale da specchietto retrovisore oppure guardare avanti. Ma questo richiede un cambiamento che, legittimamente, non tutti intendono affrontare.
Buon viaggio, caro Piero.