Autore Topic: Lotito: "DiBenedetto? Non ho paura dello Zio Tom"  (Letto 775 volte)

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Lotito: "DiBenedetto? Non ho paura dello Zio Tom"
« : Giovedì 7 Aprile 2011, 21:22:44 »
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Il presidente biancoceleste: "Deve prima di tutto aumentare i ricavi"

La sponda giallorossa è pronta ad accogliere a braccia aperte Thomas DiBenedetto, l'imprenditore italo-americano che ha promesso di fare grande la Roma. Ma il suo futuro rivale cittadino, Claudio Lotito, lo mette in guardia. Intervenuto ai microfoni di "Radio Manà Manà", il presidente biancoceleste dice che "si parla tanto dello Zio Tom che arriva dall'America. Ma lui non può mettere dei soldi, per farlo deve passare per una serie di iniziative per incrementare i ricavi. Il problema è che se lo faccio io passo per tirchio, ma ci sono delle norme che dovranno essere rispettate".

DiBenedetto, insomma, dovrà allinearsi al fair-play finanziario, così come tutti gli altri presidenti. "Ormai i presidenti la dovranno pensare per forza come me - sottolinea Lotito - E' finito il calcio sull'interesse materiale, adesso tornerà l'aspetto romantico e quello di una sana gestione. Noi sicuramente siamo avvantaggiati perché abbiamo impostato questo atteggiamento da subito. Nessuno capisce gli sforzi che ho fatto. Non capisco perché vengo trattato così". Il riferimento è a una parte della tifoseria della Lazio che continua a contestarlo. "Se anche vincessi lo scudetto, avrei qualcuno contro - ironizza - Oggi i fatti dimostrano che la mia linea è vincente ed ha una prospettiva futura. Spesso critico l'atteggiamento dei tifosi che contestano a priori i giocatori, così non svolgono il loro compito. Non ha senso criticare prima delle partite, ma è giusto farlo magari a fine gara. Questa è una cosa che avviene solo a Roma. Non credo che tutti vogliano criticare la Lazio, molta gente non viene allo stadio perché non vuole più sentire le stesse cose".

A detta di Lotito "l'atteggiamento tenuto dai tifosi non è quello giusto per la squadra. Io ci metto tutto l'impegno possibile, non avevamo uno store e ora c'è, non avevamo una rivista e ora c'è, come anche la radio e ora abbiamo fatto la radio. Ora facciamo anche la tv. Tutto questo viene fatto per coinvolgere il tifoso". E che il pubblico biancoceleste possa fare la differenza lo dimostra il Napoli. "I tifosi sono il 70 per cento dei risultati della squadra - continua - Hanno vinto cinque partite nei minuti finali grazie al sostegno dei tifosi. Qui c'è chi, ai tempi di Calciopoli, sperava che la Lazio scendesse in Serie B. Come si possono etichettare come tifosi gente così? E' assurdo. C'è l'odio nei miei confronti, ma i tifosi devono sapere che il presidente non è la Lazio. Farà parte in futuro della storia, ma la storia è un'altra cosa. I tifosi devono stare vicino alla squadra in queste partite". Per quanto riguarda il futuro, "è inutile negarlo, piazzarsi o no in Champions può cambiare i progetti. Una sana gestione passa per due elementi: il contenimento dei costi e l'incremento dei ricavi, e raggiungere questo obiettivo sposta molto le proprie mire, sia in termini di ritorno esterno che di sottoscrizione di contratti anche in termini pubblicitari. La Champions ti proietta in un circuito totalmente diverso".

Qualificarsi per l'Europa che conta è compito di Edy Reja, che però non vive un momento di completa tranquillità. "E' una persona sensibile, un grande professionista, ha ristabilito l'equilibrio dello spogliatoio, sta raggiungendo gli obiettivi prefissati e bene o male sta proponendo un buon calcio - sottolinea il presidente della Lazio - Reja non si spiega le critiche che gli vengono rivolte a priori, ed ha ragione". "Mi ha detto - rivela Lotito - che se dovesse continuare così prenderebbe in considerazione la possibilità di andare via". Se non riuscisse a "reggere", Reja non sarebbe l'unico a lasciare la Lazio al termine della stagione. Il contratto di Fernando Muslera, ad esempio, è ancora in bilico. "Le mie intenzioni sono molto chiare - dice Lotito - Io sono abituato al rispetto dei patti, normalmente quando il sottoscritto assume un impegno lo mantiene.
Purtroppo, però, questo è un mondo in cui non tutti rispondono a questo tipo di impostazione. Noi siamo in attesa, l'accordo con il giocatore dal punto di vista del valore contrattuale l'avevamo concordato, ma i calciatori dipendono anche da fattori esterni ed in questo caso dei procuratori. Non sempre gli interessi coincidono, ma noi siamo sempre disponibili a formalizzare l'intesa che era già stata formalizzata dal ragazzo. Siamo fiduciosi che alla fine le cose possano rimarginarsi, deve prevalere il buon senso e l'interesse del rispetto dei patti". Lotito glissa sulla possibilità di intitolare a Bob Lovati il centro di Formello ("i tifosi lanciano tante idee, io ho molto a cuore gli stimoli che vengono dati dalla tifoseria sana", si limita a dire) e sulla querelle con Nicchi aggiunge: "ho sollevato un problema di carattere tecnico, ma purtroppo non attengono a quello che noi facciamo. Alla fine del campionato farò un consuntivo per prendere le scelte più opportune".

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