A Roma invece ce ne sbattiamo altamente e anche bellamente di quanto sta avvenendo a Lille e del pericolo scampato più di un anno fa.
Vive la Lazio
que viva la Lasio
Forza Lazio
Pericolo? Era la più grossa opportunità capitataci negli ultimi quindici anni.
Pensa avremmo sognato, senza incrociare nei nostri sogni Ciruzzo e altri che vanno oggi per la maggiore, ci saremmo dimenticati di FA, ceduto dopo la delusione della mancata risposta alla convocazione olimpica e ceduto a prezzo di saldo insieme ad altri diciassette commilitoni, e ci saremmo calati entusiasticamente nella realtà di una Lazio garibaldina con le frecce Enner Valencia e Florian Thauvin.
Le sue interviste a reti unificate avrebbero sconvolto i palinsesti del dopo partita.
Saremmo stati al centro dell'attenzione, all'inizio invidiati. Ma poi, perché conta il campo, destinati a barzelletta.
Intanto, in Serie B, il giovane tecnico che la Lazio non aveva confermato, a suon di risultati porta l'altra squadra del puzzone in Serie A, con una città in festa, lo stadio pieno e grandi attese per il ritorno nella massima serie.
Da noi, l'addio del Professore di Rosario a metà stagione e gli ultimi mesi di Edy Reja a tentar di risollevare la baracca riportarono depressione e contestazione. Non c'era più spazio per i sogni, anche l'ultimo, il più affascinante, era tramontato.
Ma ecco che quella scelta, quella di Bielsa di rispettare il contratto firmato con la Lazio, rappresentò per il sodalizio biancocelete lo sliding doors tanto atteso a solo una decina di mesi di distanza. La sua opera di demolizione, con diciotto validi calciatori ceduti al mercato del pesce e una serie di improbabili attori assunti al loro posto, unita alla spettacolare performance del giovane tecnico a Salerno, portarono il presidente zavorra a dover scegliere. Due club in serie A non si possono possedere.
E motivi di opportunità e a quel punto di convenienza, unita alla delusione per il fallimento dell'ultimo tentativo, quello più audace dell'estate precedente con l'assunzione del Professore, gli fecero decidere di lasciare la Lazio e cederla a chi era davvero in grado di farla grande.
Ci fu al solito grande ressa per farlo proprio questo club e il destino volle che un munifico principe venuto dall'oriente se ne impossessasse per farla Grande.
Purtroppo, la realtà, come sappiamo, è stata altra e nella stagione del dopo Bielsa abbiamo disputato un ottimo torneo, giocato due finali, di cui una vinta, la Salernitana è in B e il presidente zavorra ancora in sella. E quest'anno faremo più o meno lo stesso, un po' peggio o forse un po' meglio. Non retrocederemo e non saremo grandi, come potevamo essere se il Professore ci fosse cascato. Una vittoria di Pirro insomma.