Autore Topic: Quando si dice: The Bottom on the face "  (Letto 776 volte)

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Offline LaLazioMia

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Quando si dice: The Bottom on the face "
« : Lunedì 4 Aprile 2011, 13:42:23 »
 CHIETI - Igor Campedelli (Cesena), Walter Mazzarri (Napoli) e Antonio Di Natale (Udinese) sono i vincitori, nelle rispettive categorie, della 9/a edizione del Premio Nazionale 'Giuseppe Prisco' alla lealta', alla correttezza e alla simpatia sportiva; il premio speciale di giornalismo 'Nando Martellini', quest'anno alla sua 7/a edizione, e' stato attribuito al giornalista Roberto Beccantini. La cerimonia di premiazione si svolgera' al Teatro Marrucino di Chieti il 16 maggio.


Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

bak

Re:Quando si dice: The Bottom on the face "
« Risposta #1 : Lunedì 4 Aprile 2011, 16:31:42 »
beccate quest'altra

Il presidente azzurro non vede più ombre intorno ai suoi giocatori e a Mazzarri. "Siamo la squadra simpatia: in fondo il Napoli lo amano tutti. Noi non siamo supponenti, a differenza di altri...".

avoja a simpatia  :puke:

Offline sole e luna

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Re:Quando si dice: The Bottom on the face "
« Risposta #2 : Lunedì 4 Aprile 2011, 16:41:04 »
beccate quest'altra

Il presidente azzurro non vede più ombre intorno ai suoi giocatori e a Mazzarri. "Siamo la squadra simpatia: in fondo il Napoli lo amano tutti. Noi non siamo supponenti, a differenza di altri...".

avoja a simpatia  :puke:
Eh proprio simpatici......come la sabbia nel letto.
Per quanto mi riguarda detesto sia De Laurentis, che Mazzarri.
Napoli, non è una città che amo, come non amo tanti i napoletani per i noti trascorsi storici.


Solo Roma biancoceleste!

Offline MarcheseMCM

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Re:Quando si dice: The Bottom on the face "
« Risposta #3 : Lunedì 4 Aprile 2011, 17:13:19 »
mazzarri associato a simpatia, lealtà e correttezza ???....... mah pensa chi è antipatico allora.

bak

Re:Quando si dice: The Bottom on the face "
« Risposta #4 : Martedì 5 Aprile 2011, 11:37:45 »
continua l'agiografia in pummarola partenopea

Il Napoli infinito di Mazzarri

Si esalta con 11 punti di penalizzazione, due gol di svantaggio e il cronometro stremato. Il boss è lui, i tipi originali gli danno la nausea: nella sua squadra il solo eccentrico è Lavezzi, gli altri vanno in chiesa, fanno i compiti, al massimo esagerano col gel di GABRIELE ROMAGNOLI
 
Walter Mazzarri è un uomo che viene da lontano. Gli piace così: altrimenti si perderebbe, e perderebbe. Vince quando ha l'handicap, l'impossibile distanza dal successo. Per esaltarlo ci vogliono undici punti di penalizzazione, due gol di svantaggio, una faccia da sassofonista di balera in un mondo di fighetti e, soprattutto, il cronometro stremato che non ne può più e vuole smettere di correre. È lì che Mazzarri costruisce la sua estrema fortuna. Lo fa con una scaramantica cerimonia che comprende gesti, intenzioni e, come sempre nei riti, un sacco di polvere alzata verso il cielo. Toglie la giacca, esibisce la camicia bianca, cosicché il colpo al cuore, dovesse arrivare, sia un fiore di sangue. Poi fa cambi che non mutano l'eterno schema di gioco.
Eppure ci son giornate come domenica in cui a ogni nuovo ingresso, per quanto non decisivo, corrisponde un gol. E allora ci si domanda dove finisce il caso e comincia l'intuizione. Il giocatore che Mazzarri non sostituisce mai è il dodicesimo: la riserva di fiato e cuore che viene dagli spalti, il pubblico del San Paolo. È a lui che pensa veramente quando sillaba la frase: "Napoli infinito". E lo stadio si allarga ancora di più, a contenere orgoglio e fantasie.

C'è una sintonia inedita, tra l'allenatore e la folla. Napoli in passato ha vinto con tecnici composti (Bianchi e Bigon) e giocatori folli (Maradona, Bagni, per dirne due). Quest'anno è ancora in corsa con un ossesso in panchina e una squadra in cui il solo eccentrico
è Lavezzi, gli altri vanno in chiesa, fanno i compiti e tutt'al più esagerano con il gel. Al boss gli originali danno la nausea. Alla Sampdoria quando comprarono Cassano li guardò come se avesse ricevuto in dono un'emicrania, poi gli mise la testa a posto per due anni, ricavandone il meglio. Preferisce giocatori essenziali. S'innamorò dell'uruguagio Gargano da avversario: da solo lottava contro cinque, sradicava la palla e via se la portava. Quando arrivò a Napoli proclamò: "Su di te fonderò la squadra". Gargano è alto 1,68, è instancabile e oltre a correre pensa, ma come base appariva pericolante. Invece il mezzo era il messaggio: una squadra di furetti con la rabbia. Ma solo sul campo. Appena Gargano ha osato esprimerla uscendo, sostituito, si è preso una ramanzina in diretta e da allora parte dalla panchina.

Il boss è uno. Il boss è solo. Vive a Castelvolturno, casa e bottega. Si sveglia alle sei e dopo mezz'ora è al telefono con il presidente De Laurentis a fare analisi della situazione. Magari intercettassero pure loro. Fanno duetti dal giorno della presentazione, quando l'effervescenza di Mazzarri fece evaporare la soffusa tristezza di Donadoni. Come accade ai vulcani, s'accendono a turno. Più spesso De Laurentiis, che paga e quindi erutta quando gli va. Non ha ancora digerito l'uscita dall'Europa League, affrontata con le riserve per non sottrarre energie al campionato. Ancor più di traverso gli è andata che la corte della Juventus non sia stata respinta con sdegno.

D'altronde Mazzarri ha due limiti: si ferma poco e non ha ancora vinto niente. O ha già vinto tutto, considerando le occasioni che ha avuto. Ha portato il Livorno in serie A. Ha salvato la Reggina partendo dall'abisso, in apnea. Ha spinto la Sampdoria in Europa. A Napoli, "se succede" ha fatto più di San Gennaro, "ma se non succede" l'ha comunque eguagliato. Questa squadra è tutta sua. Si è portato il suo staff, capitanato da un preparatore atletico che ricarica le batterie a chiunque. Ha fatto il mercato. Di una cosa, anzi due gli va dato atto. Una: ha creduto che Cavani potesse essere una prima punta. E due: con il suo schema fisso il Matador ne avrà fatti già 25, ma qualsiasi centravanti (da Pazzini a Bonazzoli) l'ha sempre messa dentro.

La città lo adora. Il sol pensiero che possa andare a Torino ha già provocato blocchi stradali e scritte sui muri. Se il personaggio è però anche solo lontanamente quel che appare, non è alla Juve che sta pensando. Mancano sette giornate. Non c'è recupero. È sotto di tre punti, che ne valgono quattro avendo perso gli scontri diretti. Il Milan può tenere in panchina Cassano e Robinho. Lui si gira e vede quel che resta di Lucarelli.

Nel cielo sopra il San Paolo cominciano ad addensarsi come nuvole leggere i titoli di coda: è stato bello, grazie lo stesso. Qualsiasi sogno quando si sveglia, spettinato, è soltanto un ricordo. Sarà chiaro che è arrivato il suo momento dei momenti. Che adesso gira per casa con la camicia bianca e le maniche rimboccate. Invoca il pubblico anche in bagno. Manca poco, ormai niente. E l'impresa è impossibile. Che cosa può chiedere di più agli dei?
 
(05 aprile 2011)


rep.it cambia cavallo ma il tono declamatorio è sempre quello da ist. luce: Cambia solo l'interprete, da Ranieri a Mazzarri. Cosa nonsi fa per vendere una copia in più, sopratutto in tifoserie dove il panem et circenses è la religione praticata dalla stragrande maggioranza, senza nulla togliere alla bravura del livornese.

Offline LaLazioMia

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Re:Quando si dice: The Bottom on the face "
« Risposta #5 : Martedì 5 Aprile 2011, 14:08:38 »
Certo Mazzarri  era perfetto per le mmerde . Peccato che le ha solo strusciate.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.