Autore Topic: Lazio, favola Murgia sognando Nesta. E Inzaghi è già nella storia  (Letto 504 volte)

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La rete del diciannovenne allo scadere della Supercoppa ha riportato alla mente un altro gol storico, realizzato dal campione quasi 20 anni fa. Il tecnico entra nella lista degli 8 della storia capaci di vincere un trofeo
ROMA - Dalla favola di Murgia a quella di Simone Inzaghi, passando per la doppietta di Immobile. Ha quel non so che di romantico, la vittoria della Lazio in Supercoppa italiana contro la Juventus. Ogni successo, soprattutto quando a ottenerlo è la squadra nettamente sfavorita in partenza, presenta spesso e volentieri una chiave di lettura di questo tipo, capace di trasformare l'impresa in qualcosa di eroico, che passerà alla storia. Quella della Lazio in particolare, poi, è piena di episodi di questo genere, con vittorie maturate nei modi più difficili possibili, complicandosi la vita, passando dal disastro cosmico di ciò che sarebbe potuto essere all'apoteosi di ciò che in realtà è stato. 



LA FAVOLA DI MURGIA, SOGNANDO NESTA - Rientrano nel novero il gol di Giuliano Fiorini contro il Vicenza che portò agli spareggi di Napoli evitando la retrocessione in Serie C, quello di Senad Lulic il 26 maggio 2013 nel derby in finale di Coppa Italia e così via. Alessandro Murgia, con la sua rete a tempo scaduto, ha continuato questa tradizione. Il ragazzino 21enne, tifoso della Lazio e cresciuto nel settore giovanile biancoceleste, che decide l'incontro a un respiro dal triplice fischio, proprio come fece 19 anni, alla sua stessa età, un certo Alessandro Nesta, nella finale di Coppa Italia contro il Milan del 29 aprile 1998. Un déjà-vu che ha fatto vibrare i cuori dei tifosi laziali, anche se in quel caso il difensore della Lazio chiuse il discorso con il gol del 3-1. Stavolta è stato ancora più emozionante, la rete di Murgia arriva infatti in pieno recupero e dopo una manciata di secondi dalla rete del 2-2 di Dybala che sembrava aver sancito irreversibilmente il prolungamento della gara oltre i tempi regolamentari, mettendo la Juventus di nuovo nella condizione a lei più congeniale, quella di squadra stra-favorita per la vittoria finale. E invece no, Murgia si è fatto trovare pronto per l'appuntamento con il destino. Lui ha creduto di potersi giocare le sue chance a Roma, sfruttando le perplessità del suo amico Danilo Cataldi, che a gennaio scorso ha deciso invece di lasciare la Capitale per trovare più continuità nel Genoa. E così Inzaghi, il suo mentore, gli ha dato sempre più fiducia. Fino al trionfo di ieri: "Tutti i bambini - ha detto emozionato a fine partita - sognano un gol all'ultimo minuto in una finale, io l'ho realizzato e ancora non ci credo. Mi godo questo momento ma con la testa guardo già avanti".



 

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    "RE MIDA" INZAGHI È GIÀ NELLA STORIA - È un'altra delle scommesse vinte da Simone Inzaghi, un tecnico approdato alla Lazio un anno fa quasi come "tappa-buchi", semplicemente per coprire il vuoto lasciato da Marcelo Bielsa, dimissionario ancor prima di arrivare a Roma. Con il passare dei giorni, però, "Inzaghino" si è rivelato molto di più: un "Re Mida" capace di trasformare in oro ogni cosa toccata. È già entrato nella storia della Lazio, diventando uno dei 8 tecnici capaci di vincere un trofeo insieme a Eriksson, Bernardini, Maestrelli, Mancini, Delio Rossi, Ballardini e Petkovic, l'unico capace di alzare la Supercoppa italiana sia da giocatore che da allenatore (senza contare quella vinta da tecnico in Primavera). E quest'ultimo trofeo lo ha ottenuto vincendo contro la Juventus, senza poter disporre di Felipe Anderson e Keita. Nonostante questo è riuscito a trovare l'opportunità nascosta dietro il problema, come ha sempre fatto da quando ha intrapreso la carriera in panchina. 





Per sostituire l'infortunato Felipe Anderson avrebbe voluto puntare su Keita, ma gli atteggiamenti del senegalese (a un passo dalla Juve) negli ultimi allenamenti avevano fatto innervosire non poco i senatori del gruppo: così ha deciso di guardarlo negli occhi e, una volta capito che quali fossero le sue intenzioni, farlo fuori dai convocati, mandando un messaggio forte alla sua squadra: conta il gruppo, una vittoria con la Juve può arrivare solo con chi crede davvero nel suo progetto. E così ha lanciato Luis Alberto, "desaparecido" la scorsa stagione, a tutti gli effetti nuovo acquisto in quella in corso e uno dei migliori in campo contro la Juve. 



Chiamasi "effetto Re Mida", lo stesso che ha caratterizzato le sostituzioni di Inzaghi, in particolare quelle di Lukaku e Murgia, entrati al posto degli stremati Lulic e Lucas Leiva. Anche in questo caso le scelte di Inzaghi si sono rivelate vincenti: assist del belga e gol decisivo a tempo scaduto del 21enne romano. Probabilmente c'è anche una buona dose di fortuna, è vero. Ma Inzaghi è uno di quelli che la buona sorte se l'è sempre cercata, con coraggio. Non si può certo entrare nella storia per caso. E lui, come Murgia, si è fatto trovare nel posto giusto al momento giusto.

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