www.corrieredellosport.itIl presidente: «Il giocatore mi ha detto che al momento della punizione non ha visto nulla perchè era accecato. Non poteva lasciare la porta sguarnita, adesso da coloro che abbiamo subito il torto diventiamo i responsabili»ROMA, 13 marzo - «Poniamo l'attenzione sul caso del laser che ha disturbato ripetutamente Muslera durante la punizione e poi il rigore di Totti: il nostro portiere è stato accecato da quel raggio». Il presidente della Lazio, Claudio Lotito dai microfoni di Sky ha protestato per il laser che, puntato sul portiere biancoceleste, avrebbe condizionato la prestazione del giocatore.
IL LASER SULLA FACCIA - «L'essere sereno rientra nella mia capacità di autocontrollo perchè sono abituato a ragionare e a controllare i miei comportamenti», ha aggiunto Lotito. «Il giocatore mi ha detto che al momento della punizione non ha visto nulla perchè era accecato dal laser - accusa il presidente della Lazio -. E lo si vede chiaramente, prima e durante la punizione». «Fin dal riscaldamento - continua Lotito - i nostri giocatori avevano fatto presente che c'era questo problema, perchè sono cose che non dovrebbero accadere. La Roma ha fatto un annuncio, ma la cosa è continuata. In partita Muslera ha chiamato l'arbitro per tre volte che però gli ha detto di non averlo sentito. Il mio giocatore non poteva lasciare la porta sguarnita». Al rilievo del d.s. romanista Daniele Pradè (collegato anche lui con Sky), secondo cui Muslera doveva fermarsi, Lotito ha risposto che «il mio giocatore non poteva lasciare la porta sguarnita, adesso da coloro che abbiamo subito il torto diventiamo i responsabili. Il laser è pericoloso, perchè provoca danni alla retina, ed impedisce al giocatore di fornire la prestazione che potrebbe». «Secondo me non ha vinto il migliore - ha concluso Lotito - e lo dico senza timore di essere smentito. Prendiamo atto che abbiamo perso, non recriminiamo sul risultato: ma poniamo l'attenzione su certe cose che negli stadi non dovrebbero succedere».
LOTITO-DI CANIO, CHE LITE IN TV - Battibecco in tv tra il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e l'ex giocatore biancoceleste, Paolo Di Canio ai microfoni di Mediaset. Parlando di Mauro Zarate, l'ex capitano della Lazio cita la cifra spesa da Lotito per acquistare l'argentino parlando di «37 milioni usciti dalle casse biancocelesti». A quel punto Lotito non ci sta e attacca: «Di Canio lei pensi a fare il giocatore e non a parlare di analisi economiche, visto che non è informato e non sa quello che dice». Immediata la replica di Di Canio: «So benissimo quello che dico, ho letto i bilanci e avete speso 21 milioni più 14,9 di transazioni, lei è anche indagato per questo, non si permetta di dire che sono un bugiardo». Lotito s'imposessa del microfono e annuncia azioni legali nei confronti dell'ex numero 9 laziale: «Lei domani si troverà una citazione per danni, visto che dichiara il falso in pubblico». Ma Di Canio ribadisce: «Dico questo per far notare la cattiva gestione della società che ha speso 37 milioni di euro per un giocatore che è sopravvalutato».
LEGALE DI CANIO: «QUERELA ANCHE PER LOTITO» - Il battibecco a Mediaset fra Paolo di Canio e il presidente della Lazio Claudio Lotito finirà con una querela incrociata: alla volontà del presidente laziale di portare in tribunale l'ex attaccante, annunciata in diretta, fa immediato seguito la medesima intenzione di Di Canio, come ha annunciato il suo avvocato, Gabriele Bordoni. «Di Canio - ha spiegato Bordoni - mi ha dato mandato di procedere contro Lotito per diffamazione e offese. Lui adesso è un opinionista, e farsi dare del bugiardo in diretta tv è un'offesa gravissima. Lui ritiene che le affermazioni che ha fatto siano opinabili, ma certo non false e procederà con una querela già domani».