Autore Topic: Vince la prepotenza  (Letto 13541 volte)

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Offline franz_kappa

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #40 : Martedì 20 Aprile 2010, 19:45:24 »
Tanto per aggiungere un po' di sostanza al brodo della discussione.
Anch'io ho un nipotino acquisito, 14 anni. Ha visto il derby con me, alla fine mi ha chiesto (si è chiesto): "Come faccio domani ad andare a scuola? Sono tutti romisti, mi prenderanno tutti per il kiulo". E' finito che ha marinato la scuola...
A Roma oggi è così. E continuando così i piccoli laziali saranno sempre di meno. La società, nel suo complesso (presidente, DS, tecnici giocatori), dovrebbe sentire anche questa responsabilità, invece di favoleggiare dei pastori etiopi...
Un intervento interessante, che fa il paio con quello di Giangoverni.
Si parla di bambini o adolescenti, quindi si parla di futuro.

Giangoverni ha un nipote di 7 anni che fatica a 'tenere attaccato' alla Lazio. Tu hai un nipote acquisito di 14 anni che fa sega a scuola per non essere sfottuto dai xxxxnisti.

Lo so, posso immaginare che a 7 anni con gli amici tutti della xxxx o a 14 anni con una classe di xxxxnisti sia durissima.

Ma a tal proposito vorrei portare un esempio personale, tornando all'epoca delle scuole medie.
Frequentavo una scuola privata. Nella mia classe c'era un ragazzo ultimo figlio di una famiglia numerosa, con tanti fratelli via via più grandi di lui. Il padre piccolo imprenditore artigiano, con il laboratorio (o il magazzino delle merci) dentro casa, nel seminterrato. Gente che conosceva l'etica del lavoro, che sapeva trasmettere 'valori' (parola desueta) ai figli.

Immagino che in quella famiglia di soldi ci fosse sempre bisogno e che, dunque, si cercava di ottimizzare. Magari riciclando anche i vestiti dei fratelli più grandi, magari evitando spese superflue.

Il mio compagno di classe non ha mai avuto lo zaino di marca (quella marca, la conosciamo, con un nome latino al participio) ma una tracolla verdina o grigetta, davvero cheap; non aveva il diario con gli eroi del pallone, della musica o dei cartoni, ma tristi agende di banche o assicurazioni; non aveva vestiti di marca ma maglioni palesemente usati e talvolta un po' consunti. O, perlomeno, questa è l'immagine che si dipinge nella mia mente a distanza di decenni. Magari esagero un po', ma il senso è quello.

Immaginate voi quale poteva essere, in una scuola privata che accoglieva più o meno i figli della media borghesia e negli anni Ottanta (anni all'insegna di un vuoto edonismo), la vita di un 'alieno' come il mio compagno. Battutine, sorrisini e prese in giro manco tanto celate. Nessuno gli mancava palesemente e volgarmente di rispetto (in fondo sempre di ragazzini delle medie parliamo... e poi era un’altra epoca rispetto a oggi) ma si percepiva chiaramente che - rispetto a una classe standardizzata, rispetto a decine di suoi compagni vestiti con la ‘uniforme’ decisa dalla moda del momento - lui aveva qualcosa di diverso.

A lui queste cose non facevano né caldo né freddo. Non replicava mai, non aggrediva mai chi lo poteva denigrare. Indossare un capo d’abbigliamento così diverso da quello dei suoi compagni non gli faceva né caldo né freddo. Ovvio, dirà qualcuno. Ma a 11 anni non è così semplice… Il mio compagno pensava al suo, ad andare bene a scuola (aveva un curriculum più che soddisfacente, direi) e a giocare a calcio (un ottimo mediano, gran corsa). Non gli interessava essere accettato per lo zaino, il diario o la felpa della Best Company. Non ne aveva bisogno, era comunque del tutto integrato. Era molto simpatico e rispettato. Era sicuramente più maturo lui a 11 anni che io quando ne avevo 16, di anni.

Allora, dico io: se un ragazzino di 6-13 anni è riuscito a maturare una tale consapevolezza di sé da non ritenere un handicap una palese diversità (solo apparente, è ovvio) rispetto ai suoi compagni, è evidente che l'ambiente familiare lo aveva fatto maturare assai in fretta, tanto da consentirgli di vivere la sua ‘condizione' in piena serenità. Io non sono padre, ma non credo sia facile dire a un figlio di 8-10 anni "lo zaino xyz non te lo compro, il diario xyz non te lo compro, ti vesti con quello che è possibile trovare o acquistare, anche se i tuoi compagni hanno altro". E oggi è ancora più difficile rispetto a uno o due decenni fa.

Ma allora, dico io, se è stato possibile (e questo caso concreto lo dimostra) rendere un bambino di 11-13 anni in grado di distinguersi dalla massa indistinta dei suoi coetanei, di essere PERSONA (per quanto in evoluzione) prima che membro di una comunità di tanti piccoli replicanti tutti uguali, allora dico io che - mutatis mutandis - c’è la fondata speranza che anche in futuro uno, due o tre laziali possano sopravvivere in mezzo a 50 xxxxnisti. E non in clandestinità, ma palesemente.

Ma dovremo essere noi, gli adulti, a dare il giusto esempio. Dovremo essere noi a trasmettere ai giovani (ossia al nostro futuro, anche come tifoseria) l’indescrivibile valore della gioia di essere della Lazio e il valore di professarla in libertà, questa fede calcistica. Anche se si tratta della fede di una 'minoranza'.

Un laziale di 14 anni che ha PAURA di andare a scuola perché decine di compagni xxxxnisti lo massacreranno di sfottò non solo mi mette paura per la sopravvivenza della nostra tifoseria. Mi induce anche una domanda: che uomo si appresta a diventare questo giovane ragazzo? Come reagirà alle vere prime difficoltà della vita?

Non è facile, lo so. Ricordo i miei 14 anni, la mia classe di liceo con due soli laziali e svariati xxxxnisti. Ma si può sopravvivere anche a quell’inferno. Non è da tutti, è vero. Per essere laziale, ce lo diciamo sempre, devi essere un po’ speciale. Ma chi è più grande può assumersi il compito di allevare i suoi discendenti. Non è così, in fondo, che in apparente clandestinità ci siamo propagati nei decenni come un virus (buono!), infiltrandoci a ogni livello di un territorio naturalmente xxxxnista come è la città di Roma?

Come abbiamo fatto negli anni Ottanta, i terribili anni Ottanta, a tenere botta? Con un’epica sopportazione. Non è da tutti, ripeto. Ogni bambino che diventa dei ‘nostri’ o che resta dei ‘nostri’ è uno strappato a loro. E non vale uno ma 10, anzi 100. Certo... deve avere la stoffa per essere laziale, mica è da tutti. Ma con l'esempio e con la guida di chi è più grande lo si può aiutare oppure 'formare'.
I giovani laziali (in potenza o in atto) non vanno lasciati soli. Ora meno che mai.

P.s= ovviamente, il mio compagno di classe che ho citato in questo post tifava per la Lazio. E se sono laziale è anche merito suo. Assieme ad altri compagni delle elementari decisero, in seconda, che io  - allora agnostico – dovevo diventare laziale. E così è stato. Grazie a Dio.  ;)
Buon viaggio, caro Piero.

RobCouto

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #41 : Martedì 20 Aprile 2010, 21:28:54 »
Negli '80 eravamo, in proporzione, più di oggi, perché i '70 avevano riscattato un periodo orribile ("esistono ancora tanti laziali", scriveva un giornale nei Sessanta) e la propaganda filogiallorossa, che prese il via nei '50 con Sordi e coi filmetti alla Poveri ma belli in cui Mario Riva fa il romanista (!), aveva conosciuto una fase di tregua, anche per via del profilo basso tenuto da un presidente come Anzalone. Gli '80, Dino Viola e l'avvento delle tv private rovesciano di nuovo, definitivamente, il quadro. Nell'83 la Gazzetta titola "lo scudetto torna a Roma dopo 41 anni", a Roma capito? dove era approdato in realtà da poco, ma noi ormai non esistevamo più. Cragnotti ha ribaltato il tavolo? No, bastò l'acquisto di Batistuta, solo quello, per bruciare tutto il credito accumulato, i giovanissimi attratti dallo scudetto di Salas, Veron e Nesta furono "bruciati" in una sola estate, a colpi di propaganda e di massificazione.

Ma quello che vedete, che vediamo intorno a noi tutti i giorni, NON E' LA REALTA', NON E' IL CALCIO, NON E' IL TIFO, NON E' LA LAZIO E NEMMENO LA ROMA. Se noi facciamo 40.000 spettatori loro dovrebbero fare a cazzotti per entrare allo stadio, in proporzione, e invece sono 5.000 in più in media e nemmeno sempre. Quello che vedete intorno a voi è un fenomeno di massa, è un modo per legittimarsi socialmente, con una propaganda che alimenta e chi si adegua, e lo stesso vale per la politica, le istituzioni, certi settori della "cultura". Un mostro che si autoalimenta senza senza più testa né coda.

La scuola, il lavoro, le strade del quartiere, il vicino che fa versi da cinghiale squartato, NON SONO LA REALTA' DEL TIFO. Io tre figli laziali alla Garbatella li ho cresciuti senza rischiare mai di "perderli", più facile per i grandi ai tempi di Cragnotti, non certo difficile per il piccolo oggi. Immergete i vostri figli nel biancoceleste, portateli allo stadio appena possibile, fategli capire cos'è la nostra identità, la nostra Storia. Un bimbo che va allo stadio, che VIVE per davvero la Lazio, non ha problemi nel confrontarsi coi compagni di classe, è su un altro piano rispetto a loro, difficilmente tra le pletore di piccoli rommici ne troverete più di uno che frequenta lo stadio, che vive la sua squadra regolarmente, e quelli e solo quelli sono il metro di confronto per i nostri cuccioli, gli altri sono tagliati fuori. E vi renderete conto di quanto lo squilibrio numerico gonfiato da trent'anni di incessanti litanie e sfruttamento di ogni pertugio disponibile, fosse pure il Quirinale durante il messaggio di Capodanno.

Quest'anno in classe di mio figlio c'è un bimbo di pelle nera, figlio adottivo, che lo scorso anno frequentò la prima classe in un'altra sezione e poi ha cambiato per problemi di adattamento. Ho incontrato i genitori a una festa e m'hanno spiegato come il bimbo, tifoso della Lazio (mi chiedo come abbia potuto diventarlo al suo paese, ma forse siamo più famosi di quanto pensiamo), per questo motivo abbia trovato nel piccolo Tommaso un appiglio per inserirsi nel gruppo, di cui ormai fa parte senza problemi. La Lazio come porta verso il mondo e veicolo di fratellanza: davvero siamo così soli? Portate allo stadio i vostri figli... "Quelli" sono e saranno sempre quattro gatti, rispetto a noi.

Trippanera

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #42 : Martedì 20 Aprile 2010, 21:37:49 »
Franz Kappa e RobCouto: grazie!
Finché ci saranno laziali capaci di trovare certe parole, noi non spariremo mai.

Offline disabitato

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #43 : Martedì 20 Aprile 2010, 21:45:01 »
Franz Kappa e RobCouto: grazie!
Finché ci saranno laziali capaci di trovare certe parole, noi non spariremo mai.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline MagoMerlino

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #44 : Martedì 20 Aprile 2010, 22:12:05 »
Belle parole, belle intenzioni, ma le Standing Rock e la Crow Creek sono dietro l'angolo......
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

POMATA

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #45 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 00:56:39 »
I COLORI DEI NOSTRI PADRI, I COLORI DEI NOSTRI FIGLI!!!

Sta tutto scritto qui ;)

AVANTI LAZIALI!!!

RobCouto

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #46 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 06:46:24 »
Belle parole, belle intenzioni, ma le Standing Rock e la Crow Creek sono dietro l'angolo......

Io direi piuttosto che spesso ci circondiamo da soli.

Offline benvolio

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #47 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 09:39:55 »
Ecco, io, invece, questa cosa non voglio proprio accettarla.
Se qualcuno sarà capace di sancire ufficialmente che il CALCIO è diventato uno spettacolo, come il wrestling e il football americano... beh... da quel momento mi metterò in disparte per sempre.

Abiurare ad uno stile di vita, che congiunge la sfera ludica e quella presunta seria, non è possibile. Noi laziali che per anagrafica e circostanze varie facciamo sforzi e tenativi di capire come gira il mondo senza per questo corrergli appresso non spariremo e non ci metteremo in disparte, mai. Tu lo sai bene Trippanera. Ma il punto è anche di affrontare il cambiamento, starci dentro interpretandolo- L'orario del derby di domenica (18.30 non troppo tardi per la notte sufficientemente tardi per Sky) ti dice e ci dice che il calcio è cambiato e che sta a noi appassionati evitare che divent un baraccone mediatico e basta. Per far questo occorre difendere identità storica e riproporle in nuoe dinamiche economiche. Più sopra si diceva sgliamo cosa si vuole diventare altrimenti anche un campionato come quello attuale del Palermo e della Samp rischia di essere giudicato fallmentare . Il punto è questo. Ecco evitiamo che un gioro un laziale che magari oggi ha 6 o 7 anni possa arrivare a penare tale corbelleria.
Mio figlio (20 anni) è tornato da derby sereno ed olimpico e sta guerreggiando coi coetani sui vari blog per difendere Floccari e far capire che due mesi fa una squadra così non ce la saremmo sognata. Ha aura della B (non l'ha mai vissuta) ma quando gliracconto delle domeinche a vedere il Sorrento all'Olimpico si mette a ridere e sussurra "e vabbè io vedrò l'Albinoleffe del resto i temi cambiano...mannaggia la Lega"....

Offline Seamus

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #48 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 09:52:27 »
NESSUNO sta chiedendo di diventare come loro, per favore non buttiamo tutto in burletta
però, certe volte, sembriamo davero il direttivo del PD
di fronte alla potenza di fuoco di un gruppo editoriale forte di tv, giornali, radio, magazine e mignotte varie, noi opponiamo i ns "ma anche"
abbiamo un marchio, un brand, si era parlato di siti web, di radio, di iniziative, ne abbiamo noi stessi proposte 10.000
c'é un bacino di nuovi tifosi stranieri prossimi italiani che stiamo lasciando alle merde
l'uomo di Adro ha capito tutto, noi Laziali un cazzo

No, ma infatti, niente burlette, a parte il paragone col PD  ;D con la differenza che lì c'è da costruire un progetto politico nell'interesse di tutti e con l'obiettivo di diventare maggioranza, qui a me non m'importa di rimanere l'unico laziale al mondo, ci voglio rimanere come dico io.
A me, che ci posso fare, quando vedo un bruco biancoazzurro mi da più fastidio che vederne uno giallozozzo. Capisci che voglio dire?
Questo non vuol dire che non si possa, non si debba, fare di più, meglio, tutti insieme.

porgasm

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #49 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 10:37:07 »
si, ma è l'essenza stessa del calcio che è cambiata

dalla PS3 agli hailaiz, dal merchandasing ai siti web
chi non si adegua, e pure alla svelta, é  f-u-o-r-i

abbiamo dilapidato un patrimonio di 10 anni cragnottiani, anche per demerito suo
qui si fanno le pulci a chi, attualmente, non capisce che sarebbe bastato poco per

a quei tempi bastava anche meno e ce lo siamo fatto scappare di mano
e non sto parlando dei complotti vs cragnotti/cirio o del ruolo di capitalia
sto parlando di radicamento sul territorio

oggi siamo, numeri di RobC a parte, abbastanza per rendere indigesto qualsiasi errore ai romerdi
ma domani?

e non mi fate paragoni con gli anni '80, per favore
che me sembrate quito
 ::)

Offline franz_kappa

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #50 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 10:58:43 »
Ma quello che vedete, che vediamo intorno a noi tutti i giorni, NON E' LA REALTA', NON E' IL CALCIO, NON E' IL TIFO, NON E' LA LAZIO E NEMMENO LA ROMA. Se noi facciamo 40.000 spettatori loro dovrebbero fare a cazzotti per entrare allo stadio, in proporzione, e invece sono 5.000 in più in media e nemmeno sempre. Quello che vedete intorno a voi è un fenomeno di massa, è un modo per legittimarsi socialmente, con una propaganda che alimenta e chi si adegua, e lo stesso vale per la politica, le istituzioni, certi settori della "cultura". Un mostro che si autoalimenta senza senza più testa né coda.

Parole sante.

Io, che personalmente ho tenuto da sempre un basso profilo, sto iniziando a reagire.
E questo argomento mi dà le maggiori 'soddisfazioni'. Settimana scorsa, prima del derby, mi rivolgo a un personaggio presente sul mio posto di lavoro che appartiene alle sfere dirigenziali. A livello di inquadramento, quindi, siamo assai lontani io e lui, per quanto si tratti di persona cordiale. Ma è ovvio che gli debbo un certo rispetto, non fosse altro per la maggiore età rispetto alla mia.

Lui se n'è uscito con la solita frase del cazzo ("Ma che ci stanno laziali in questo corridoio?"). Io lo sento, esco dalla stanza e gli dico "Certo che sì. Io, ad esempio. E non siamo solo qui, siamo dappertutto. Siamo centinaia di migliaia solo a Roma".
Lui sorride e replica, sardonico: "Ehhh, addirittura centinaia di migliaia. Ma quando mai... Come mai allo stadio siete sempre così pochi quando invece, come dice lei, siete in effetti così tanti?".
"Nulla di più falso", rispondo io e proseguo sorridendo: "Lo sa che dagli anni Sessanta a oggi, statistiche alla mano, i xxxxnisti presenti allo stadio, considerando paganti e abbonati, sono in media appena 10mila in più all'anno dei laziali? Ha capito? - lo incalzo - Secondo le statistiche siete 3/4 volte tanto, ma allo stadio siamo quasi uguali, quanto a spettatori. Noi seguiamo la nostra squadra con un trasporto ben maggiore, al di là della leggenda dei xxxxnisti tutto cuore".

Lui ha strabuzzato gli occhi e ha replicato: "Ma davvero?". Io: "Certo, si vada a leggere le statistiche, se ne ha voglia".

Lui ha scosso la testa ed è tornato nella sua stanza, concludendo quando ormai mi aveva dato le spalle: "Sì, va bene... ma non era questo il punto di cui stavamo discutendo".

Non si ceda di un millimetro.

Altro episodio, questo fresco fresco. Alla tavola calda dove di solito pranzo ogni giorno (ormai da almeno un anno) non si parlava di calcio, sino a poco tempo fa. Sulla coppa Italia e sulla Supercoppa estiva nessun commento da parte dei gestori. Anzi,
da alcune battute scambiate dal marito della titolare con qualche vecchio cliente avevo desunto fossero laziali, visto che parlavano di Lotito in termini critici pur ammettendo i suoi oggettivi successi sportivi. Laziali low profile, insomma. Mi stavano ancora più simpatici.

Da alcune settimane ogni giorno si parla di pallone. Sono xxxxnisti il marito e la moglie (laziale solo il figlio. "M'è venuto un figlio laziale, non so come sia potuto avvenire, diceva lei qualche giorno fa"). Lunedì non sono passato da loro, avevo delle commissioni da fare in pausa pranzo. Ieri però ci sono andato, come sempre. Entro nel locale e sento il marito dire "Sono iniziati a riuscire fuori, ieri non ce n'era manco uno...". Poi si gira, mi vede e fa la faccia del bambino sorpreso a rubare la marmellata. Si sentiva un po' in imbarazzo, visto che non sono xxxxnisti beceri, tutto sommato.

Io, gelido, esclamo a voce alta, così che sentissero tutti, nel locale: "Strano, fino a qualche mese fa qua dentro di calcio non si parlava proprio". La moglie replica: "Mah, si parla sempre di calcio a fine campionato", con l'obiettivo di glissare. Rispondo io serio serio: "Non mi pare che sia andata proprio così". Il figlio, che era davanti a me, mi guarda, annuisce e inizia a dire: "Appunto, appunto... Qua nessuno seguiva il calcio fino a due mesi fa. Il calcio non esisteva, qua dentro...".

Sarò il loro tormento, sino a quando frequenterò quella tavola calda (non credo ancora a lungo, sinceramente >:D).
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Fulcanelli

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #51 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:10:31 »

Cosa significava un tempo essere uno "straniero" come tifoso lo so bene. Tra fine anni Cinquanta e primi Sessanta credo di essere stato l'unico laziale del Salento, feudo di juventini e milanisti, che all'epoca facevano incetta di scudetti mentre andavamo in ascensore tra A e B. Ma l'epoca era diversa. Al massimo gli "ascari" delle strisciate facevano un po' di ironia, qualche battuta e finiva lì. Il tifo coatto oggi scivola nel bullismo, le autorità scolastiche guardano altrove. A me risulta anche di figli di amici isolati dai giochi perché laziali. In una scuola media romana ho visto esposto nel box del bidello un disegno in cui un ragazzino romanista buttava nel secchio dell'immondizia un ragazzino laziale. Ho fatto osservazioni, perché a scuola non si dovrebbe fare diseducazione. Mi è stato risposto che erano scherzi innocui da ragazzini. Dovevo andare dai carabinieri? Ma può umanamente un ragazzino combattere questa battaglia quotidiana?
Preferirei una società impegnata a promuovere la propria immagine positiva nelle scuole e altrove....

porgasm

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #52 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:15:28 »
Preferirei una società impegnata a promuovere la propria immagine positiva nelle scuole e altrove....

Fulca,
questo, che io sappia, viene fatto

il problema é che anche quando vinci (ed hai vinto qualcosa ultimamente) non si da seguito a quelle vittorie consolidandone l'eco

cioé, sembra come se, buttato il seme, si allaghi il campo e si lasci marcire tutto
probabilmente la Lazio non é riso


Offline Fulcanelli

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #53 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:30:22 »


cioé, sembra come se, buttato il seme, si allaghi il campo e si lasci marcire tutto
probabilmente la Lazio non é riso
Già!

RobCouto

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #54 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:33:30 »
Porga, c'è una tendenza storica a diventare laziali, o romanisti, che prescinde dai risultati sportivi. Dopo il nostro scudetto, sai quanto c'hanno messo i cani a riassorbire l'ondata di consenso che la Lazio s'era guadagnata? Due mesi. Colpa di una società che non ha minimamente sfruttato lo scudetto, visto che la maglia con doppio tricolore venne fuori solo a novembre, quando il nuovo campionato aveva già preso una triste piega, ma in questa città la preferenza per una squadra è di default nella denominazione stessa, si chiamasse Alba o Fortitudo probabilmente saremmo alla pari quanto a consensi, ma loro l'operazione di marketing più potente e irrimontabile l'hanno fatta all'origine, usurpando quel nome. Nel 2005 abbiamo toccato un minimo storico, eppure l'onda lunga cragnottiana avrebbe dovuto dare i suoi effetti... Invece niente. Poi siamo andati in Champions' e il numero di "tifosi" si sarebbe quasi triplicato (immagino che molti "dormienti" siano resuscitati) per poi riassestarsi di nuovo a circa un terzo dei cromanisti, a circa la metà se si alza la mira escludendo via via gli strati dei simpatizzanti, per giungere al classico 2 contro 3 se si arriva a contare i tifosi "attivi", ma questo rapporto dentro lo stadio diventa ancora più simile al 50 e 50.

Insomma, i risultati fanno ondeggiare un po' gli indecisi ma lo zoccolo duro, da sempre, è più o meno quello. Capisco lo sconforto di questo momento ma la percezione che hai tu non corrisponde alla realtà.

Sono vere invece un altro paio di cose: la prima, il consenso dei canari sta varcando i confini urbani: le campagne simpatia, gli spot del cabedano hanno il loro effetto eccome, e in più la provincia una volta quasi deserta si è popolata a dismisura (grazie agli scempi di 176-671 e 176-176, al secolo Rotella e Vetroni) estendendo di parecchio l'area metropolitana, quella in cui riconoscersi nel abbido aroma quindi so' daaaaaroma: la seconda, questo bobolo, a differenza di vent'anni fa quando gli incassi erano frutto dello stadio e la Rai pagava 3 miliardi di lire (!) per i diritti della serie A, oggi può essere trasformato in ricavi, grazie alle tv e tutto il resto. Insomma, il solco potrebbe allargarsi in maniera pesante, anche se questo oggi non è ancora avvenuto. Contromisure? Io penso a una forte caratterizzazione, ma questa può essere un'arma a doppio taglio, il discorso dell'élite che fai tu: di contro, a un forte rilancio dell'associazione Lazio = città di Roma, anche se su questo terreno possiamo avvicinarsi ai canari ma mai superarli, per via appunto della truffa della denominazione, che vale più di qualsiasi Colosseo sulla maglietta. Vent'anni di un altro Cragnotti, ammesso esista, non basterebbero, perché vent'anni di superMilan e cinque coppe Campioni non sono bastate ai rossoneri per cambiare i rapporti di forza con l'Inter, che tuttora prevale quanto a numero di tifosi sui cugini.

Un'altra cosa che secondo me ci penalizza è la mancanza di un punto di riferimento sul territorio, a parte quello di Piazza della Libertà che però è cosa recente. Nei primi anni '30, quando la Lazio aveva il SUO terreno di gioco, come i canari, a Testaccio s'andava a respirare la puzza l'aria romanista e al Trionfale quella biancoceleste: ma la Lazio abbandonò presto la Rondinella, per giocare nello spersonalizzante Nazionale (il Flaminio), mentre i crommici a Testaccio ci rimasero dieci anni, proprio quelli in cui il calcio acquisì la popolarità che oggi conosciamo, associando così in modo radicale una zona cittadina al proprio club: cosa che noi non abbiamo avuto il tempo di fare.

Uno stadio NOSTRO, esclusivamente NOSTRO e IN CITTA', sarebbe un buon punto di partenza secondo me per un rilancio mediatico (e la "pubblicità" conta più dei successi, nella moderna società dell'apparenza, mentre 50 anni fa il tifoso sceglieva, molto prosaicamente, di stare coi più forti). Sparpagliata sul territorio, in tutta la regione, dovrebbe invece rimanere la Polisportiva, mantenendo quei piccoli nuclei laziali che danno la forte idea di presenza. Potessi comprarmi io tutto quanto... Flaminio sbragato e rifatto, 50.000 posti, settori ospiti al minimo obbligatorio derby compresi, in tribuna stampa CINQUE accrediti per chi viene in trasferta: il senso di CASA MIA deve essere fortissimo. Niente pista della minchia, sinergia strettissima con la Polisportiva, che nutre di tifosi la sezione Calcio che a sua volta le mantiene. Un bambino di 6 anni che a fare nuoto alla Lazio perché altro in zona San Paolo non c'è, DEVI immergerlo nella Lazio, non solo nella piscina. C'hai l'abbonamento in omaggio con l'iscrizione, non ci vai allo stadio? sticazzi, intanto te lo regalo, poi si vedrà. Te le immagini una Lazio Pallavolo e una Lazio Basket nelle rispettive serie A, per esempio, che tornaconto d'immagine potrebbero costituire? Ma ci vorrebbe un piano di grande respiro, ci vorrebbe un presidente in grado di pensarlo e qualche culo di piombo che zompa dalle poltrone ammuffite e puzzolenti della Polisportiva... Troppo per credere che con gli attori di oggi possa avverarsi un centesimo di tutto questo.

Boks XV

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #55 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:37:50 »
 Il tifo coatto oggi scivola nel bullismo, le autorità scolastiche guardano altrove. A me risulta anche di figli di amici isolati dai giochi perché laziali. In una scuola media romana ho visto esposto nel box del bidello un disegno in cui un ragazzino romanista buttava nel secchio dell'immondizia un ragazzino laziale.

a la guerre comme a la guerre.
bisogna alzare il livello di scontro. è inaccettabile che un tifoso laziale possa crescere un figlio romanista.
eppure succede, sempre più spesso. imperativo quindi il suggerimento di RobCouto: circondarli di biancoceleste, PORTARLI ALLO STADIO, accentuare le differenze antropologiche. plagiarli, senza se e senza ma.
mio figlio (terza media) è stato autorizzato a tornare a casa anche con una sospensione se necessario.
se superano il limite dello sfottò (bullismo) daje 'na stecca in faccia. "ma poi tu mi punisci". no, te stringo la mano.
a me i romanisti me girano a un palmo dal culo, dalle elementari.
lo so, è difficile. rischioso anche, ma necessario.

Offline Fulcanelli

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Re:Vince la prepotenza
« Risposta #56 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:38:44 »
La sinergia con la polisportiva è la mia fissa di sempre. Ma si tratterebbe di investirci qualche soldo; e quando ci riesci a farli mettere in bilancio? Meglio spenderli nelle aule giudiziarie.....

porgasm

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #57 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:42:03 »
il rapporto 50:50 dentro lo stadio lo conosciamo tutti
lo conoscono tutti quelli che allo stadio ci vanno o ci sono andati

i simpatizzanti, come qello che nel corridoio a FK dice che loro so' deppiu', senza conoscere i dati non ci interessano, non fanno numero, ma ahinoi, fanno supporto allo zococlo duro del quale parli

fermo restando che é vero quello che dici sullo scippo del marchio "Roma", è vero: ci dobbiamo caratterizzare
oltre questo:
Uno stadio NOSTRO, esclusivamente NOSTRO e IN CITTA', sarebbe un buon punto di partenza secondo me per un rilancio mediatico (e la "pubblicità" conta più dei successi, nella moderna società dell'apparenza, mentre 50 anni fa il tifoso sceglieva, molto prosaicamente, di stare coi più forti). Sparpagliata sul territorio, in tutta la regione, dovrebbe invece rimanere la Polisportiva, mantenendo quei piccoli nuclei laziali che danno la forte idea di presenza. Potessi comprarmi io tutto quanto... Flaminio sbragato e rifatto, 50.000 posti, settori ospiti al minimo obbligatorio derby compresi, in tribuna stampa CINQUE accrediti per chi viene in trasferta: il senso di CASA MIA deve essere fortissimo. Niente pista della minchia, sinergia strettissima con la Polisportiva, che nutre di tifosi la sezione Calcio che a sua volta le mantiene. Un bambino di 6 anni che a fare nuoto alla Lazio perché altro in zona San Paolo non c'è, DEVI immergerlo nella Lazio, non solo nella piscina. C'hai l'abbonamento in omaggio con l'iscrizione, non ci vai allo stadio? sticazzi, intanto te lo regalo, poi si vedrà. Te le immagini una Lazio Pallavolo e una Lazio Basket nelle rispettive serie A, per esempio, che tornaconto d'immagine potrebbero costituire? Ma ci vorrebbe un piano di grande respiro, ci vorrebbe un presidente in grado di pensarlo e qualche culo di piombo che zompa dalle poltrone ammuffite e puzzolenti della Polisportiva... Troppo per credere che con gli attori di oggi possa avverarsi un centesimo di tutto questo.
imho, bisognerebbe anche stringere il laccio intorno ai futuri nuovi romani (ne parlo nell'altro topic)
abbonamenti speciali
sito web nelle lingue delle popolazioni presenti a Roma
inviti a Formello di famiglie/scuole con gli stranieri extracomunitari della squadra e della stessa nazionalità

avoja a fa'
avoja

Boks XV

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #58 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 11:54:27 »
sinergia strettissima con la Polisportiva, che nutre di tifosi la sezione Calcio 

beato...
mio figlio gioca nella S.S.Lazio Rugby. In una rosa di trenta ragazzini sono cinque laziali, uno juventino e il resto  cani. gli allenatori, un laziale e due cani. e non va meglio nelle altre categorie.
i dirigenti della società, tranne uno, cani. il presidente canissimo. conosco diversi ex-giocatori (serie A, Nazionale) che hanno versato il sangue e che ancora oggi se farebbero ammazzà per la maglia della Lazio Rugby che quando parlano di calcio dicono lanzie.
la Polisportiva e la Lazio Calcio non hanno nulla in comune. purtroppo.

RobCouto

Re:Vince la prepotenza
« Risposta #59 : Mercoledì 21 Aprile 2010, 12:09:55 »
beato...
mio figlio gioca nella S.S.Lazio Rugby. In una rosa di trenta ragazzini sono cinque laziali, uno juventino e il resto  cani. gli allenatori, un laziale e due cani. e non va meglio nelle altre categorie.
i dirigenti della società, tranne uno, cani. il presidente canissimo. conosco diversi ex-giocatori (serie A, Nazionale) che hanno versato il sangue e che ancora oggi se farebbero ammazzà per la maglia della Lazio Rugby che quando parlano di calcio dicono lanzie.
la Polisportiva e la Lazio Calcio non hanno nulla in comune. purtroppo.

Lo so bene, Boks: proprio per questo si vorrebbe cambiare questo stato di cose (fermo restando che chi storpia quel nome il giorno dopo va a raccogliersi armadietti e tutto il resto in mezzo alla strada, se riesce a trovarlo sotto il camion di merda di cavallo che gli ci ho fatto scaricare sopra).