Autore Topic: chi ha bisogno dell'energia solare?  (Letto 7946 volte)

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #60 : Venerdì 11 Marzo 2011, 15:04:28 »
Un quarto d'ora fa è stato dato ordine alla difesa di volare sopra la centrale. 2000 persone evacuate.

Se non ripristinano i circuiti di raffreddamento si rischia l'apocalisse.

jumpingjackflash

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #61 : Venerdì 11 Marzo 2011, 15:25:57 »
Un quarto d'ora fa è stato dato ordine alla difesa di volare sopra la centrale. 2000 persone evacuate.

Se non ripristinano i circuiti di raffreddamento si rischia l'apocalisse.
 :o

Offline pisixtynine

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #62 : Venerdì 11 Marzo 2011, 15:49:34 »
Questo è quanto riportato dall'ufficio stampa della TEPCO (società che gestisce la centrale).

Quanto scritto in neretto è la parte piu' significativa. Da quel poco che capisco di nucleare, sembra che sia entrato in funzione il sistema di raffreddamento di emergenza perché la pressione all'interno del reattore è salita. Perché è salita? Si sospettano perdite nel circuito di raffreddamento all'interno del reattore.


Boh. La cosa che insospettisce un po' è che arrivano pochissime informazioni all'AIEA (International Atomic Energy Agency), capisco che stanno cercando di risolvere il problema ma è loro dovere (obbligo) informare la AIEA di tutte le anomalie riscontrate.

Today at 2:46PM, turbines and reactors of Tokyo Electric Power Company's
Fukushima Daini Nuclear Power Station Units 1 to 4 (Boiling Water Reactor,
rated output 1,100 Megawatts) that had been operating at rated power
automatically shutdown due to the Miyagiken-oki Earthquake.

Currently, reactor water level for Units 1 to 4 is maintained by injecting
water into the reactors by the Reactor Core Isolation Cooling System. 
The reactors are maintained at a subcritical condition.

For Unit 1, the emergency core cooling system automatically started up
due to increase in the reactor containment pressure assumed to be caused
by leakage of reactor coolant in the reactor containment.


Hence, at 5:35PM, it was decided that a specific incident stipulated in
Article 10, Clause 1 of the Act on Special Measures Concerning Nuclear
Emergency Preparedness *1 has occurred.

At 5:50PM, pursuant to the Act, relevant governmental institutions were
notified of the incident.

Future Actions:
TEPCO is taking measures to reduce the pressure of the reactor containment.

Impact to safety and external environment:
Water level to cool the irradiated nuclear fuel in the reactor core is
maintained at this moment.
Indication of the monitoring posts installed in the periphery of the power
station is no different from usual and thus no radiation impact to the
external environment is confirmed at this moment.
We will continue to monitor in detail the possibility of discharge of
radioactive material from exhaust stacks and coolant water discharge canal.


porgascogne

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #63 : Venerdì 11 Marzo 2011, 17:13:22 »
chi si ricorda della sindrome cinese?

jumpingjackflash

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #64 : Venerdì 11 Marzo 2011, 17:55:27 »
chi si ricorda della sindrome cinese?
film o sindrome vera e propria?

zorba

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #65 : Venerdì 11 Marzo 2011, 17:58:02 »
(da Saturno, inserto settimanale de Il Fatto Quotidiano 11.03.2011)

Vento, sole o aria fritta?

LE ENERGIE RINNOVABILI FUORI DAL MITO

(Dario Bressanini)

È immaginabile un futuro prossimo senza combustibili fossili? Può una nazione avanzata utilizzare solo energie rinnovabili? Molti scienziati predicano la necessità di ridurre l’uso dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di CO2. E se questo non bastasse c’è chi pensa che il picco del petrolio sia ormai dietro l’angolo. E se anche non lo fosse condizioni economiche e geopolitiche potrebbero rendere questo combustibile molto costoso. Insomma, è il caso di porsi seriamente queste domande. Prima o poi il petrolio finirà, ma sole e vento ci saranno ancora, per cui è opportuno investire in questa direzione. Spesso però ci si focalizza troppo sulla fattibilità economica dei vari metodi di produzione di energia mancando completamente il quadro generale. Si discute se l’eolico sia più o meno costoso del nucleare, ma si dimentica di chiedersi quanto vento c’è per far girare le pale e quanto uranio è rimasto sulla terra.
LASCIAMO quindi da parte per un attimo le considerazioni economiche: il costo di produzione di un kWh (kilowattora) varia a seconda del luogo, della legislazione, del mercato, della maturità di una tecnologia e così via. Dobbiamo invece porci una domanda più fondamentale: le limitazioni intrinseche (per esempio le leggi fisiche, o la superficie disponibile in un paese) quali restrizioni impongono ai vari modi di produrre energia? In altre parole, anche ammettendo che produrre un kWh di energia eolica o solare sia gratis, quanta energia al massimo possiamo sperare di produrre?

Il progresso tecnologico può rendere competitiva una fonte energetica, ma non può cambiare le leggi di natura: anche aumentando l’efficienza odierna dei pannelli solari non si può aumentare la quantità di energia solare che cade su un metro quadro. La turbina eolica più efficiente dipende comunque dalla velocità e dalla disponibilità del vento, e così via.
David MacKay è un fisico dell’Università di Cambridge. Irritato dalla vaghezza numerica che spesso contraddistingue le discussioni pubbliche sull’energia, MacKay si è seduto al tavolino e, armato delle leggi della fisica, ha stimato il potenziale teorico di tutte le principali fonti rinnovabili. Raramente discorsi quantitativi e ricchi di numeri arrivano sui media, che spesso danno più risalto a intellettuali e filosofi come Serge Latouche, il teorico della “decrescita” ("Come si esce dalla società dei consumi", Bollati Boringhieri). Discutendo di energia e di consumi è invece necessario partire dai numeri e dai dati accertati. MacKay per parlare di produzione o consumi energetici usa un’unica unità di potenza “a misura d’uomo”: il kilowattora per giorno per persona (kWh/d per persona). Il cittadino europeo medio consuma 125 kWh/d. È come se ognuno di noi tenesse accese 125 lampadine per 24 ore al giorno. L’americano medio ne consuma il doppio mentre il consumo energetico medio di un essere umano sulla terra è di 56 kWh/d.

Le fonti rinnovabili hanno solitamente una bassa densità per area. Hanno cioè bisogno di grandi superfici per poter ricavare grandi quantità di energia. MacKay analizza il foto-voltaico, i biocarburanti, le maree, il solare termico, l’eolico, il geotermico e così via, e per ognuno stima la potenza prodotta in watt per metro quadro di superficie utilizzata.

I parchi eolici in zone ventose per esempio producono 2 watt per metro quadro. MacKay calcola che se, realisticamente, si coprisse anche il 10% della superficie britannica, l’eolico non fornirebbe più di un sesto del consumo energetico medio attuale. Con il fotovoltaico non siamo messi meglio: riempire i tetti delle abitazioni di pannelli può certo fornire una percentuale importante del proprio consumo personale di energia elettrica, ma per incidere sul consumo energetico totale è necessario un utilizzo su larga scala di campi solari.

Implacabili, i numeri mostrano come al livello attuale di consumi anche sommando eolico, solare, biocarburanti, idroelettrico e altre fonti rinnovabili non è possibile purtroppo sostituire i combustibili fossili. E che in ogni tipo di opzione le rinnovabili debbano occupare una frazione significativa della superficie di un paese come la gran Bretagna. E questo senza neppure considerare i costi economici. Le alternative, puramente numeriche, sono quelle di ridurre notevolmente i consumi oppure di utilizzare fonti energetiche con una alta densità di energia per metro quadro, come le centrali nucleari. MacKay non si limita a sfatare alcuni miti ma offre anche possibili soluzioni. Una soluzione, ovvia, è quella di ridurre i consumi poiché è più facile risparmiare un kWh che generarne uno. Prendendo però di mira i settori che più contribuiscono e non perdendosi in mille rivoli inconcludenti. Riscaldamento e trasporti consumano la maggior parte dell’energia. L’elettrificazione di tutti i trasporti ridurrebbe le emissioni di CO2 aumentando l’efficienza. Le auto elettriche moderne consumano 15 kWh per 100 km, mentre le auto a benzina dai 70 ai 90 kWh. Un treno ad alta velocità invece è efficientissimo: consuma 3 kWh per passeggero, “solo” il triplo di una bicicletta con il suo singolo kilowattora.

Per il riscaldamento degli edifici, a supplemento del solare termico, MacKay suggerisce un uso massiccio delle pompe di calore, anche queste funzionanti a elettricità, oltre alle misure per ridurre la dispersione termica. 

MacKay non propende per nessuna tecnologia in particolare, ma sostiene che, con i numeri sul tavolo, ogni paese deve disegnare un piano energetico che copra totalmente i bisogni. A chi lo accusa di essere pro-nucleare lui risponde che è solo pro-aritmetica, e che i numeri parlano da soli.
Le sue stime possono essere rese più precise, ma il vero valore di questo approccio è nel mostrare un metodo per le discussioni pubbliche sulle scelte energetiche. «Numeri, non aggettivi», dice MacKay. «Qualsiasi discussione sensata sull’energia richiede dei numeri». In Italia avremmo un gran bisogno di un approccio così. C’è qualche fisico che voglia adattare il libro di MacKay alla situazione italiana?

IL LIBRO E L’AUTORE

David JC MacKay ha messo nero su bianco le sue stime nel libro Sustainable Energy - Without the Hot Air (UIT Cambridge 2008), che si può anche scaricare liberamente all’indirizzo:  www.withouthotair.com
Il suo libro sta cambiando il modo con cui si discute di questi temi, almeno in Gran Bretagna. Infatti MacKay è stato nominato recentemente Chief scientific advisor del Dipartimento dell’energia e del cambiamento climatico del governo britannico, con il compito di affinare le sue stime per costruire un percorso verso il cambiamento energetico della Gran Bretagna entro il 2050. In rete è disponibile una sua conferenza sul tema tenuta all’Università di Harvard: 
www.youtube.com/watch?v=GFosQtEqzSE


Consumo medio quotidiano di energia di un cittadino in KWh

Offline pisixtynine

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #66 : Venerdì 11 Marzo 2011, 18:54:54 »
Per fortuna l'emergenza a Fukushima sembra rientrata.

In merito all'articolo postato qui sopra, è esattamente il tipo di mistificazione di cui parlavo nei post precedenti.

Ho letto qualcosa di quel testo (che tra l'altro è disponibile gratis sul web - un applauso a MacKey).
Fermo restando che tutte le valutazioni che fa, le fa rispetto alla situazione della Gran Bretagna (che ha la meta' dell'irraggiamento a m2 dell'Italia), parte da un assunto puramente aritmetico, salvo poi sconfinare in valutazioni economiche e politiche. E anche nell'ambito puramente aritmetico prende degli sfondoni palesi (almeno per quanto riguarda i dati di efficienza del fotovoltaico).

Interessante poi la valutazione del numero di morti a GW per ogni fonte energetica e il paragone con i morti per la strada. In Inghilterra muoiono 3000 persone l'anno per la strada, mentre solo una decina all'anno a causa del nucleare. E grazie, Chernobyl sta in Ucraina, mica in Galles..

Comunque credo all'onesta' intellettuale di MacKey (che poi manco è laureato in fisica, vabbe'), quello che da fastidio è l'uso strumentale che si fa del suo lavoro.

Offline pisixtynine

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #67 : Venerdì 11 Marzo 2011, 19:05:09 »
(Allarme nucleare rientrato un caxxo).



porgascogne

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #68 : Venerdì 11 Marzo 2011, 19:44:34 »
(Allarme nucleare rientrato un caxxo).

questa cosa, incredibile, pericolosissima, tragica e devastante, almeno metterà una pietra tombale sulle velleità di veronesi & Co

zorba

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #69 : Sabato 12 Marzo 2011, 08:05:29 »
(Il Fatto Quotidiano 12.03.2011)

Fotovoltaico, ormai è guerra tra imprese e governo

DOPO IL TAGLIO DEGLI INCENTIVI LE AZIENDE DEL SETTORE DICONO IN UNA LETTERA APERTA: “SIAMO UNA REPUBBLICA DELLE BANANE” 

(di Giovanna Lantini)

Milano. - Aziende del fotovoltaico in rivolta contro il decreto Romani che, tagliando gli incentivi da un giorno all'altro, cambia le carte in gioco per il settore. Gli imprenditori che negli ultimi anni si sono buttati a capofitto nel bengodi promesso dalle agevolazioni, spesso intermediando e installando impianti di produzione estera, hanno infatti avviato una massiccia campagna stampa sotto forma di lettera aperta al presidente del consiglio. Nella quale viene implicitamente chiesto conto al capo del governo innanzitutto delle mancate promesse. Come la “certezza delle regole”, indispensabile per poter programmare i propri investimenti ed evitare figure da “Repubblica delle Banane” con investitori istituzionali e imprese straniere. In particolare, la lettera a Berlusconi cita la banca d’affari Morgan Stanley che ha già definito “drammatica la riduzione del mercato a seguito dell'emissione del nuovo decreto” e annuncia una strenua battaglia. Obiettivo: evitare di perdere quella che a molti era sembrata un'occasione troppo ghiotta per perderla. Tanto più che il sospetto è che il taglio, più che inquadrato nel promesso riordino per allineare gli incentivi più elevati e criticati d'Europa ai livelli comunitari, sia un escamotage per far spazio al ritorno della produzione di energia nucleare.
DEL RESTO se è vero che gli incentivi alle rinnovabili hanno determinato un rincaro in bolletta da 5,7 miliardi di euro in totale, lo sviluppo dell'energia dell'atomo rischia di avere un costo ben più elevato. Basta pensare che una sola centrale di terza generazione, come quella che Enel, Edf e Areva intendono costruire in Italia, richiede mediamente un investimento compreso tra 4 e 4,5 miliardi di euro senza naturalmente contabilizzare i costi di smantellamento degli impianti e di riciclaggio delle scorie. Numeri che non fanno sconti. Comprensibile che gli operatori delle rinnovabili non siano disposti a vedersi surclassare dall'atomo sotto la scure di una norma che, dopo averli istituiti per legge, ora segna la loro “cancellazione per decreto”.
Di questo si discuterà martedì al tavolo per le rinnovabili al quale, oltre all'esecutivo, si siederanno gli operatori del settore e le banche per definire i termini del contestato decreto Romani. Un incontro che si preannuncia surriscaldato dal momento che persino il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato un ricorso alla Corte costituzionale (la Regione di Firenze è la prima per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche con i suoi oltre 1.500 KWh per abitante contro una media italiana di circa 334 Kwh) e gli istituti di credito esteri hanno criticato il decreto preconizzando il blocco degli investimenti stranieri nel settore. Ad infuocare il tavolo, l'insolita presenza del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, oltre al numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia. Con il primo che rappresenta le banche, tra i principali portatori d'interesse sul tema, visto che gli incentivi, così com'erano strutturati, garantivano gli investimenti rendendoli bancabili e sicuri come dei bond.
QUANTO ALLA Marcegaglia, il cui vice Samuele Gattegno, ha definito “catastrofico” l'effetto del decreto sul comparto, non si può non ricordare che, come tutti i principali imprenditori italiani di grossa taglia, anche la famiglia del numero uno di Confindustria ha consistenti interessi nel settore. Gli imprenditori stimano siano in pericolo 120 mila posti di lavoro in un settore fatto da 10 mila giovani aziende e sollevano due punti: il primo è relativo al fotovoltaico per cui, per gli impianti non ancora in esercizio, verranno modificate le tariffe a partire dal primo giugno sulla base di un decreto ministeriale successivo, mettendo in discussione operazioni già avviate e finanziate, ma non in grado di arrivare al traguardo entro il 31 maggio. Il secondo, e più importante, tocca l'intera industria con il taglio retroattivo del 22 per cento sui Certificati verdi e il risultato di cambiare le carte sulla tavola già apparecchiata degli operatori del settore.

porgascogne

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #70 : Sabato 12 Marzo 2011, 09:35:56 »
romani romanista

RobCouto

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #71 : Sabato 12 Marzo 2011, 10:17:28 »
Il crollo di una diga ha provocato in Giappone devastazioni terribili, e certamente più morti di quanti ve ne furono per Chernobyl. Che famo, abbandoniamo l'idroelettrico? Sul nucleare la soglia di attenzione della comunità è bassissima, per cui anche il minimo problema crea grandissimo allarme.

jumpingjackflash

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #72 : Sabato 12 Marzo 2011, 10:47:11 »
intanto qui troviamo un bel video sull'argomento nucleare
http://www.focus.it/Tecnologia/energia/multimedia/i-rifiuti-nucleari.aspx

Offline pisixtynine

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #73 : Sabato 12 Marzo 2011, 16:01:19 »
Il crollo di una diga ha provocato in Giappone devastazioni terribili, e certamente più morti di quanti ve ne furono per Chernobyl. Che famo, abbandoniamo l'idroelettrico? Sul nucleare la soglia di attenzione della comunità è bassissima, per cui anche il minimo problema crea grandissimo allarme.

spero di non aver capito bene. Se ho capito bene, con tutto il rispetto, ma che c.azzo stai a dì
per favore aggiungi dati e fonti robbè.

RobCouto

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #74 : Sabato 12 Marzo 2011, 18:57:42 »
Puoi cercarli, come ho fatto io a suo tempo.

A Viareggio sono morte 31 persone per lo scoppio di un vagone ferroviario che trasportava GPL. Le critiche si sono concentrate, come è giusto, sulla sicurezza, NON sulla natura dell'elemento da rendere "sicuro". A nessuno è venuto in mente di rinunciare al GPL o al metano, o di portare avanti campagne in questo senso. Per il nucleare, invece, esiste nell'immaginario collettivo (che spesso è del tutto irrazionale) il concetto di pericolo intrinseco nel mezzo.

Eppure, è facilissimo rendersi conto che il numero di decessi per fonte di energia, rapportati ai GW o a quello che vi pare, è per il nucleare migliaia di volte inferiore rispetto a qualsiasi altra fonte, compreso l'idroelettrico. Nemmeno proponibile il confronto con i combustibili fossili: basterebbe considerare in tal senso il numero di decessi stimati ogni anno per l'inquinamento atmosferico da questi causati: decine di migliaia nell'intero pianeta.

A Chernobyl l'OMS, e altre agenzie, hanno indicato nel rapporto ufficiale (l'unico disponibile, mentre gli altri a cominciare da Brownpeace sparano cifre sensazionali a casaccio) 65 decessi riconducibili con certezza all'incidente di Chernobyl, e altri 4.000 presunti, ma non dimostrabili direttamente, nel corso degli 80 anni successivi all'incidente. Ma di anni ne sono passati 25 e di aumenti significativi di decessi nella popolazione esposta non vi è evidenza. I molti ammalatisi di tumore alla tiroide sono a grandissima maggioranza guariti, il 99% se non ricordo male. C'è stato qualche aumento nei casi rilevati di malformazioni nei nuovi nati, ma tale incremento è stato attribuito alla maggiore attenzione con cui veniva seguita la popolazione: in sostanza, non sono aumentati i casi, ma si è preso atto anche di quelli di cui prima non si veniva a conoscenza.

L'area intorno alla centrale, tuttora disabitata per un raggio di circa 30 km, è così contaminata... da essere diventata una grande riserva naturale. Sono ricomparse specie assenti nell'area da decenni, incoraggiate dall'assenza dell'inquinante più potente che esista sul pianeta: l'homo sapiens sapiens.

L'incidente, è bene ricordarlo, avvenne in una centrale di vecchia generazione, e a seguito di una serie di operazioni totalmente folli di chi la gestiva, che nemmeno conosceva bene il funzionamento della centrale. Non mi pare che quando un pazzo ubriaco alla guida di un'autocisterna ammazza cento persone si dia la colpa alla benzina che trasportava.

Recentemente, qualche politico nostrano (chi ricorda tutta la pippa dell'insalata "a foglia larga", eccetera?) ha ammesso che le conseguenze dell'incidente, sul nostro territorio, furono volutamente esagerate a fini propagandistici. Le conseguenze - indirette, la propaganda era a carattere politico, soprattutto - sono note: un referendum abolì, in sostanza, il nucleare in Italia. Ora, è tardi, anche se non è certo questo ridicolo governo ad essere in grado di portare avanti una politica energetica a lungo termine, figuriamoci. E' tardi: non conviene più. Berlusconi e soci riusciranno, questo sì, a spendere un sacco di soldi in studi di fattibilità, progetti di massima, eccetera. Ma non credo riusciranno a mettere due blocchetti uno sopra l'altro, come per il ponte di Messina. Meglio così, non per motivi di sicurezza ma perché i soldi andrebbero spesi per la ricerca: il nucleare NON E' il futuro, per via della scarsità di combustibile.

Uno dei motivi per cui mi scoccia essere già morto nel 2100 (oltre a mancare il secondo centenario della Lazio) è quello di non sapere come sarà andata a finire la questione energetica. La vera, grande soluzione sarebbe la fusione, ma siamo ancora a carissimo amico in questo senso. I biocarburanti (i veicoli come marceranno?) comportano la sottrazione di grandi spazi all'agricoltura: il fotovoltaico è l'altra grande possibilità, ma bisogna vedere, una volta raggiunti i limiti di questa tecnologia, se il ciclo di un pannello sia CONVENIENTE, e QUANTO: perché, a quanto ne so io - sono anni che rivolgo questa domanda e non riesco ad avere risposta, magari mi arriva in questo topic - attualmente un pannello consuma più energia di quanta ne produce: o, detto altrimenti, un pannello non produce abbastanza energia da permetterne di costruirne un altro. Insomma, se un pannello "costa" 10 kWh di petrolio per produrlo, trasportarlo, smaltirlo ecc., ne produce 9 da utilizzare dall'utente: è tuttora più ecologico rimanere attaccati alla rete e bruciare soltanto 9 kWh di petrolio. Ciò non toglie che questa fase della tecnologia sia indispensabile per passare alla successiva: il primo frigorifero domestico, costruito da tale Albert Einstein, era un'autentica chiavica, ma in seguito l'apparecchio si è piuttosto diffuso.

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #75 : Sabato 12 Marzo 2011, 20:05:09 »
sull'energy payback time dei pannelli ti fu data una risposta ai tempi della fu LN. Si parla di due o tre anni. Lo studio postato sopra di mackey pur sostenendo palesemente il nucleare riporta queste stesse cifre. Sugli effetti di Chernobyl, mi sembrano dati un tantinello sottostimati. Mi riprometto di studiarli meglio. Dubito che possano essere circoscritti a quelli da te indicati cmq. Sembrano partoriti da chicco testa in persona.

jumpingjackflash

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #76 : Sabato 12 Marzo 2011, 20:15:28 »
sull'energy payback time dei pannelli ti fu data una risposta ai tempi della fu LN. Si parla di due o tre anni. Lo studio postato sopra di mackey pur sostenendo palesemente il nucleare riporta queste stesse cifre. Sugli effetti di Chernobyl, mi sembrano dati un tantinello sottostimati. Mi riprometto di studiarli meglio. Dubito che possano essere circoscritti a quelli da te indicati cmq. Sembrano partoriti da chicco testa in persona.
ciò non di meno capisco il discorso di RobCouto. E' il nucleare ad essere più pericoloso degli altri combustibili fossili oppure è una nostra percezione dovuta in parte anche al trauma di aver visto Hiroshima e Nagasaki? fosse esplosa una raffineria od un gasdotto, le conseguenze sarebbero poi così diverse?
domande secondo me più che legittime.

RobCouto

Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #77 : Sabato 12 Marzo 2011, 21:39:27 »
sull'energy payback time dei pannelli ti fu data una risposta ai tempi della fu LN. Si parla di due o tre anni.

In due-tre anni il pannello produce abbastanza energia da poterne costruire/trasportare/smaltire un altro (compresa l'energia occorrente per costruire/trasportare/smaltire inverter e tutto il resto)? In sostanza: l'impianto produce abbastanza energia da permettere di costruire un altro impianto identico, ipotizzando di non utilizzare a tal scopo niuna altra fonte di energia (immagina che l'energia per i mezzi di trasporto, per dire, venga dai pannelli stessi)?

A me sembrano valutazioni moooolto ottimistiche, ma proveniendo da un addetto ai lavori - mi par di capire - devo prenderle per buone, non disponendo di altre sicure.

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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #78 : Sabato 12 Marzo 2011, 23:35:06 »
ti posso confermare, da addetto ai lavori, che un pannello standard da 220 Wp in tre anni a roma sviluppa in tre anni circa 800 kWh. Su quanta energia ci vuole a costruirlo non ho la stessa certezza ma mi fido degli studiosi. Mi sembra che cmq tra gli addetti al settore non ci siano più dubbi a riguardo.


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Re:chi ha bisogno dell'energia solare?
« Risposta #79 : Lunedì 14 Marzo 2011, 11:22:32 »
E mi sono informato un pochino sui rapporti del Chernobyl forum e da chi fosse formato.

Tanto per cominciare, senza scomodare Greenpeace, non è vero che non esistono altri rapporti ufficiali. Il verdi del parlamento europeo, hanno pubblicato un altro rapporto, piuttosto diverso. E studi ancora piu' recenti riportano circa 1.000.000 di morti, riconducibili al disastro.

E' evidente e "normale" che le cifre siano ballerine. Se a fronte del 25% di mortalità per tumore si registra un aumento dello 0,3% si puo' sempre dire (come la AIEA e l'OMS fanno nelle loro valutazioni) che sono fluttuazioni naturali. In fondo un tumore è un tumore, determinarne la causa - con certezza - non è cosa facile.

Basta poco pero' per verificare chi è che redige il rapporto in questione. La AIEA e l'OMS.

L'AIEA è l'agenzia internazionale per lo sviluppo dell'energia atomica, un tantinello di parte insomma, che ha da tantissimo tempo accordi con l'OMS (legge WHA12-40), con articoli che sfacciatamente richiamano all'omertà ed al controllo delle informazioni. Non è un caso quindi che delle due conferenze organizzate dall'OMS su Chernobyl, gli atti non siano mai stati pubblicati. Per esempio, nella conferenza del 1995 rappresentanti del Dipartimento degli Affari Umanitari dell’Onu, segnalarono che la persone complessivamente colpite erano 9 milioni. Il ministro della salute dell’Ucraina affermo' che la contaminazione dell'acqua avesse causato un aumento del 25% del diabete ed il ministro della sanita' russo riporto' il raddoppio di malformazioni congenite; altri dati parlavano di circa il raddoppio dell'incidenza di malattie cardiovascolari, dei ritardi mentali, delle sindromi neurologiche e delle malattie digestive.

Il direttore dell'epoca dell'OMS, il dott.Nakajima, in un'intervista del 2001 confessa candidamente: "Gli atti non furono pubblicati perchè era una conferenza organizzata con l'Aeia (...) sono loro che comandano"

Tornando al rapporto su Chernobyl, ho letto (ma non sono riuscito a riscontrarlo ufficialmente) che si basa sui dati validati solo dai laboratori di Los Alamos e dal Commissariato per l'energia atomica francese, è come dire che faccio fare una valutazione imparziale del derby a Marione.
Curioso pero' come in una relazione ufficiale di tale importanza, non siano indicate le fonti. Cioè non c'è manco uno straccio di riferimenti su dove sono stati presi i dati.

Con questo non penso di dare una risposta esaustiva e definitiva al problema del "conteggio". Dico solo che una delle cose che mi ha insegnato proprio RobCouto, è che su internet è facile trovare un pezzetto di informazioni (basta wikipedia)  e pensare di avere la verità in tasca.