L'ultimo ricordo che ho di Cavasin è lui a petto nudo in tribuna, appena espulso.
Era il famoso scontro-salvezza Lecce-Torino, vinto dal Lecce 2 a 1.
Disse che fece quel gesto di togliersi la maglietta, rivolto ad Aghemo, era per far vedere che lui lavorava e sudava per salvare il Lecce.
Bah.
A me è sempre parso un minestraro di quart'ordine.
Me sbajerò.
Ora, però, ci vorrebbe un post d'Er Matador in cui racconta i suoi trascorsi a Trento e Fiorenzuola quando il suo gioco era "nouvelle vague"...
No, quello non lo è mai stato...
Figurati, parliamo di uno fra gl ultimissimi dinosauri ad aver abbandonato il libero e le marcature a uomo a tutto campo!
I suoi successi da allenatore sono legati unicamente alle doti di motivatore e di leader, di cui era già accreditato da giocatore a Bari e a Cesena.
Dall'esterno appariva solo un ruvidissimo terzino sinistro, poco propenso alla spinta e con un mix baffoni-capelli lunghi-stempiatura che ricordava vagamente Sergio Japino; nello spogliatoio, ma anche sul terreno di gioco, un trascinatore.
La sua carriera di tecnico è la diretta filiazione di questo profilo. Al Gualdo (C1/B) ereditò la squadra da Novellino all'indomani di un'amarissima sconfitta ai rigori contro l'Avellino, che era costata una clamorosa promozione in B: situazione in cui una squadra si sfascia, come puntualmente accade alle finaliste sconfitte della stagione precedente.
Con lui, invece, gli umbri arrivarono ancora ad un minuto dalla finale dei play-off, prima che De Amicis e il Castel di Sangro imponessero una favola ancora più incredibile.
Al Fiorenzuola (C1/A) prese in corsa dall'ex juventino Gigi Capuzzo una squadra morta, staccata di una decina di lunghezze dalla penultima. Finì a metà classifica, con robusti masticamenti di testicoli per una B a portata di mano se solo l'avessero chiamato prima.
Non basta? Ecco il Cesena edizione 1998/'99, dove ricevette il testimone da Corrado Benedetti: 4 punti nelle prime 11 partite e 41 nelle successive 27 parlano da soli.
In tutte queste circostanze il materiale umano non mancava, ed è probabile che coi suoi predecessori qualcosa fosse andato storto: ma Capello non ha forse vinto allenando campioni, che solo lui o quasi era in grado di mettere in riga?
Ancora due salvezze di tutto riguardo a Lecce, stavolta in serie A, con l'episodio da te citato – dimenticando però lo sguardo tipo Bestie di Satana: mai visto un allenatore più invasato...
- e una Panchina d'Oro.
Subentrato a Vierchowod nell'appena costituita fetenzia viola centrò quindi un accomodatissimo salto dalla C2 alla C1 – poi trasformata scandalosamente in ripescaggio nella serie cadetta –, prima di lasciare al Mondo l'ultimo passo verso la massima serie.
Sarà la maledizione per aver partecipato a quel crimine contro il calcio italiano, ma da allora non ne ha più azzeccata una: con l'eccezione di Frosinone, dove comunque ci si attendeva qualcosa in più, non è andato oltre la trafila squadra in lotta per la salvezza, suo ingaggio, esonero, retrocessione.
Questa la media delle ultime stagioni, che autorizza i blucerchiati a scongiuri, sacrifici umani e ad ogni contromisura apotropaica vista anche la loro situazione interna.