Autore Topic: Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "  (Letto 24405 volte)

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Offline Jim Bowie

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #20 : Martedì 4 Luglio 2017, 00:28:18 »
Ma tu ti rendi conto delle stronzate che scrivi pur di rimanere nel personaggio? Ballardini ha portato un trofeo, con la squadra di Rossi e quando e' finito l'abbrivo di Rossi, Lotito si e' dovuto scapicollare a cacciarlo. Noi, poi chi cazzo so' 'sti noi mo' devi spiega', o forse e' difficile  pure questo, vediamo cio' che succede in campo perché come disse un orger che si cela dietro il nome di un famoso sarto ucraino la Lazio e' quella che scende in campo.


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Zapruder

Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #21 : Martedì 4 Luglio 2017, 00:38:20 »
Adesso c'è un nuovo riavvicinamento, grande lavoro diplomatico di Diaconale e Peruzzi,

C'è solo un accordo con il capocurva per convenienza reciproca, altro che "lavoro diplomatico".

Zapruder

Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #22 : Martedì 4 Luglio 2017, 00:51:08 »
La storia è molto semplice: accolto come il salvatore della Patria, Lotito fu subito edotto sul "rapporto con la tifoseria": in realtà il rapporto con quattro personaggi che guidavano il tifo e la comunicazione romana, a pena di sganassoni per chi avesse osato non allinearsi: ne fecero le spese in molti, compresi alcuni che ebbero paura anche di denunciare aggressioni e irruzioni in studio.

Lotito non volle saperne di biglietti gratis e simili e partì l'attacco, che fu violentissimo, sul piano verbale e non solo. Il casus belli fu la cacciata di un paio di personaggi dalla Società, personaggi che curavano i "rapporti con la tifoseria", cioè erano le quinte colonne dei fantastici quattro all'interno della Lazio. Il colmo fu raggiunto con la "cordata ungherese", vicenda in cui fu letteralmente inventato un interessamento alla Lazio di una fantomatica farmaceutica.

Come è andata lo sappiamo tutti e la campagna fu sputtanata in toto, perché fu dettata solo da interessi personali.

Ora il vento è cambiato, l'arrivo di Peruzzi (in precedenza cooptato dalla sezione Calcio Femminile, un vero pozzo dal fondo torbido, che ha visto anche uno dei quattro cimentarsi nelle vesti di Direttore Sportivo) è stato un segnale chiarissimo. Il motivo è ben noto a chi il mondo Lazio lo conosce veramente: soldi, ancora una volta.

I comunicatori si sono adeguati subito e non ce n'è uno che si azzardi più a parlar male di Lotito, fateci caso. Anche gli ultimi "resistenti", l'Ellenico e il Piagnone, sono stati fatti oggetto di robusti altolà e hanno tirato i remi in barca.

Resiste qualche negazionista, tipo Merlino e il Fish - perché quello che scrivono è negazione della realtà, nient'altro - e pochi altri.

Il capocurva è l'unico vero comunicatore del mondo Lazio degli ultimi trent'anni. L'unico che riempie o svuota lo stadio; l'unico che cambia il clima intorno alla Lazio e a Lotito in base ai suoi desiderata personali. Spesso con le cattive ma, va riconosciuto, con un carisma e una capacità che tutti gli altri si sognano.

Offline Er Matador

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #23 : Martedì 4 Luglio 2017, 03:34:26 »
Di quello che ha fatto di buono gli va dato atto, e su tante questioni ha ragione e tanta parte della tifoseria lo sa.
La "tregua" è precaria, ma se la curva continua con la tregua chi è andato a rimorchio finora si dimenticherà pure i motivi della contestazione. Resta curiosa la posizione di quelli che, non avendo interessi personali nella questione, si sono prestati e si prestano al più assurdo e ridicolo ostracismo ad personam.
Lotito e tutti i presidenti di calcio dovrebbero tornare ad avere un ruolo secondario nelle cronache sportive, invece da noi conta, o ha contato, molto più lui che qualunque centravanti, portiere, regista, risultato sportivo, acquisto o cessione di mercato. Chiediamoci dove abbiamo sbagliato.
Chi ti ha già risposto, sottolineando l'atipicità del personaggio, ha a mio avviso una parte di ragione.
"Ego ipertrofico", lo ha definito franz_kappa: condivido, e aggiungerei accentratore.
In questo credo abbia davvero pochi precedenti, nonostante non siano mancati presidentissimi, plenipotenziari e personaggi stravaganti.
Mi viene in mente Romeo Anconetani, che si identificava col Pisa in maniera così totalizzante da improvvisarsi, raccontavano, persino cuoco per la squadra.
O forse Jesús Gil, per anni folcloristico e debordante numero uno dell'Atlético Madrid.
Ma il primo guidava una provinciale con ambiente e ambizioni diversi da quelli della Lazio attuale.
Il secondo era un personaggio assai più strutturato al di fuori del calcio, con interessi non limpidissimi nel ramo immobiliare e ripetute incursioni nel mondo della politica (dove fondò un partito, il Grupo Independiente Liberal, che riprendeva le iniziali del suo cognome).
Un profilo diverso da quello del Nostro, imprenditore di successo ma non certo di primissimo piano e protagonista assoluto, invece, della propria vita di dirigente calcistico.
Quanto alle radicali prese di posizione di chi non ha interesse personale a combatterlo, credo incida anche un fattore psicologico.
Un aspetto fra i peggiori della gestione in corso - e di cui non attribuisco la colpa esclusiva a Lotito, sia chiaro - è proprio la morte del tifo nella sua componente più infantile, passionale, irrazionale.
Un mercato senza sogni, forse ancor più di quanto impongano le circostanze.
Attacchi esterni senza precedenti, che ci hanno costretti a improvvisarci giuristi, economisti, massmediologi e quant'altro per capire almeno che ci stavano sparando addosso.
Troppe partite e troppe scelte di formazione leggibili in termini di umori di spogliatoio e input societari, più che in termini tecnici.
I ripetuti "stop & go" dell'entusiasmo, riattizzato in una stagione e spento così brutalmente in quella successiva da inibire, con dinamiche quasi post-traumatiche, la voglia di crederci nuovamente.
La divisione in caste del campionato e della classifica, che ne ha azzerato imprevedibilità e interesse.
Tutti fattori, più altri dei quali sicuramente mi dimentico, che hanno ridotto il tifo a una dimensione puramente cerebrale.
Lasciando magari cupezze e umoralità di fondo, non ultima la tendenza tipicamente romana a passare dall'esaltazione alla depressione, dai fenomeni alle pippe, nel giro di una-due partite: ma senza più riuscire a crederci e a lasciarsi andare fino in fondo.
Per questo, in spettacoli fra il discutibile e l'irrazionale tipo Lazio-Sassuolo, ho scorto un che di liberatorio.
Come se, nel dare contro a Lotito, molti tifosi si fossero riappropriati di quella dimensione di visceralità condivisa, orgiastica, insensatamente eccessiva - e in fondo felice di esistere, nonché gratificante sotto il profilo emotivo - che non riescono più a esprimere a favore della Lazio.

borgorosso

Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #24 : Martedì 4 Luglio 2017, 09:33:04 »
@zap
quello che scrivi amico mio contraddice un decennio di "catetere".
è evidente che gli utenti che hai menzionato la pensano proprio così: è il loro modo di vedere le cose, sia che la curva si direzioni in un modo, sia che lo faccio nell'altro

Offline Jim Bowie

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #25 : Martedì 4 Luglio 2017, 10:01:38 »
La storia è molto semplice: accolto come il salvatore della Patria, Lotito fu subito edotto sul "rapporto con la tifoseria": in realtà il rapporto con quattro personaggi che guidavano il tifo e la comunicazione romana, a pena di sganassoni per chi avesse osato non allinearsi: ne fecero le spese in molti, compresi alcuni che ebbero paura anche di denunciare aggressioni e irruzioni in studio.

Lotito non volle saperne di biglietti gratis e simili e partì l'attacco, che fu violentissimo, sul piano verbale e non solo. Il casus belli fu la cacciata di un paio di personaggi dalla Società, personaggi che curavano i "rapporti con la tifoseria", cioè erano le quinte colonne dei fantastici quattro all'interno della Lazio. Il colmo fu raggiunto con la "cordata ungherese", vicenda in cui fu letteralmente inventato un interessamento alla Lazio di una fantomatica farmaceutica.

Come è andata lo sappiamo tutti e la campagna fu sputtanata in toto, perché fu dettata solo da interessi personali.

Ora il vento è cambiato, l'arrivo di Peruzzi (in precedenza cooptato dalla sezione Calcio Femminile, un vero pozzo dal fondo torbido, che ha visto anche uno dei quattro cimentarsi nelle vesti di Direttore Sportivo) è stato un segnale chiarissimo. Il motivo è ben noto a chi il mondo Lazio lo conosce veramente: soldi, ancora una volta.

I comunicatori si sono adeguati subito e non ce n'è uno che si azzardi più a parlar male di Lotito, fateci caso. Anche gli ultimi "resistenti", l'Ellenico e il Piagnone, sono stati fatti oggetto di robusti altolà e hanno tirato i remi in barca.

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Il capocurva è l'unico vero comunicatore del mondo Lazio degli ultimi trent'anni. L'unico che riempie o svuota lo stadio; l'unico che cambia il clima intorno alla Lazio e a Lotito in base ai suoi desiderata personali. Spesso con le cattive ma, va riconosciuto, con un carisma e una capacità che tutti gli altri si sognano.
Ma dai che alla storia del tifo laziale influenzato da un manipolo oramai non ci credi neanche piu tu, perche i fatti ti hanno dimostrato l contrario.
Quest'anno, con ancora la Nord che non si e' abbonata la Lazio ha gia sottoscritto 7000 tessere, questa e' fiducia in quei ragazzi che lo scorso anno, remando tutti dalla stessa parte, hanno divertito.
Guarda ti dico una cosa che ancora non si e' sentita in giro, spero che la Societa' non si trinceri dietro il tira e molla di Biglia e KBD per giustificare il non mercato.
Io il mio giudizio lo daro', come sempre, a campionato in corso, perche' se non arriva nessuno ma la Lazio si ripete, sti cazzi diso io.
Certo dopo un lustro e passa che seguo il calcio, ho idea che se non la rinforzi a prescindere dalla permanenza di Biglia e KBD, sara' difficile ripetersi e magari migliorarsi.
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #26 : Martedì 4 Luglio 2017, 10:11:03 »
Il capocurva è l'unico vero comunicatore del mondo Lazio degli ultimi trent'anni. L'unico che riempie o svuota lo stadio; l'unico che cambia il clima intorno alla Lazio e a Lotito in base ai suoi desiderata personali. Spesso con le cattive ma, va riconosciuto, con un carisma e una capacità che tutti gli altri si sognano.

In ultimo, la verità è questa, fatto salvo il pensiero libero e non condizionato che però si può riconoscere massimo massimo a qualche decina di persone.
Va aggiunta una dose di incazzatura, negli addetti ai lavori, per i comportamenti cafoni di Lotito, indubbiamente poco incline a rispettare cerimoniali e buone maniere.

Offline Jim Bowie

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #27 : Martedì 4 Luglio 2017, 10:29:38 »
In un giorno d'inverno di fine ottocento,un signorotto benestante della russia asiatica, si apprestava a partire per Mosca dove doveva conclude alcuni affari.
Si assicuro' che le provviste fossero sufficienti per il viaggio e ben protetti, lui ed il suo cavallo con delle coperte, si avvio'.
Mentre percorreva la pista scavata nella neve e continuava  a ripetersi la strategia studiata a casa di come condurre le negoziazioni, senti' il trillo flebile di un uccellino.
Scorse quel puntino scuro tra la bianca neve e fermo' il cavallo.
Il povero uccellino, mezzo morto dal freddo e dalla fame, stava sicuramente soccombendo alla rigidita' dell'inverno russo.
Il signorotto, prerse il povero uccellino tra le mani per donare al moribondo un tiepido calore.
Poi prese del pane dalle sue provviste per il viaggio, lo spezzo' e rifocillo' il piccolo malcapitato.
Vide, poi, che il suo cavallo, approfittando della sosta, si era messo a defecare.
Si tolse i guanti e raccolse delle feci con cui costrui' un nido.
Pose il nido nelle neve e vi deposito' all'interno l'uccellino.
Riprese poi il viaggio contento per la buona azione.
L'uccellino, rifoccilato dal pane e riscaldato dalle feci del cavallo, inizio' a cantare tutta la sua gioia.
Nei paraggi, pero', si aggirava un lupo che senti' il canto dell'uccellino.
Scorse tra la neve il nido costruito con le feci del cavallo con all'interno l'uccellino.
Tolse il pennuto dal nido e ne fece un sol boccone.

Morale della storia:
1- non sempre chi ti mette nella merda e' un nemico
2- non sempre chi ti toglie dalla merda e' un amico
3- chi sta nella merda gli conviene restarci
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #28 : Martedì 4 Luglio 2017, 10:37:03 »
In ultimo, la verità è questa, fatto salvo il pensiero libero e non condizionato che però si può riconoscere massimo massimo a qualche decina di persone.
Va aggiunta una dose di incazzatura, negli addetti ai lavori, per i comportamenti cafoni di Lotito, indubbiamente poco incline a rispettare cerimoniali e buone maniere.
Quindi anche tu pensi che il tifo laziale sia influenzato dal "capocurva"?
Quindi quei 35,000 che hanno frequentato lo stadio lo scorso campionato erano li solo perche' il Fabrizio di turno gli ha detto di andare?
Dico tifo e nin mi limitoalla Notd, perche' i vuoti sono stati riempiti anche in Tevere.
Penso di non aver capito il tuo concetto!
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #29 : Martedì 4 Luglio 2017, 11:15:48 »
No, messa così è una forzatura.
Lo svuotamento dello stadio e il diffuso antilotitismo però originano grandemente dal dettato della curva e la posizione media dei tifosi su Lotito, sempre molto negativa, è sicuramente una sorta di conformismo tifoso cucito sulle indicazioni della curva.
C'è una sproporzione netta tra contestazione/sgradimento del presidente e comportamento della squadra, nei 13 anni, che io credo origini in gran parte dalla spinta data dalla "comunicazione" diretta dalla curva. Se ci fosse un legame razionale tra risultati e contestazione a uno come Preziosi o Zamparini avrebbero dovuto impiccarlo, in proporzione.
Siccome non credo fino in fondo nell'unicità del tifoso laziale sono propenso a credere che ci sia/ci sia stato un forte appecoronamento.
Il fatto che ci siano 35000 allo stadio, del resto, non significa che siano favorevoli a Lotito o alla curva: significa che vanno a vedere la Lazio, che è la normalità. La Lazio prima di Lotito è stata la prima squadra metropolitana per abbonati in rapporto al numero stimato dei tifosi. Il roma dovrebbe avere 100.000 abbonati per fare i nostri numeri. Come mai a 'sta gente j'è passata improvvisamente la voglia? Certo, certo, Lotito è un buzzurro cavilloso che passa il tempo a sovrapporsi all'immagine della Lazio, come no... frega cazzi de Lotito alla gente che cascasse il mondo va allo stadio ogni domenica.

Una cosa: in piccola parte, ma manco tanto piccola, questo braccio di ferro decennale l'abbiamo pagato sul piano dei risultati. Perché nel calcio il pubblico aiuta e spesso si è giocato in un ambiente ostile, che anche se non fa la differenza qualche segno lo lascia; e perché come m'insegni nel calcio gli alibi per la squadra sono veleno puro.

Offline MagoMerlino

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #30 : Martedì 4 Luglio 2017, 12:17:23 »
C'è solo un accordo con il capocurva per convenienza reciproca, altro che "lavoro diplomatico".
CVD
Sei il primo, per difendere e diffondere il personaggio del saggio capo religioso Alto Passero, che col tempo ti sei costruito, a cui la divisione e la contestazione piace e fa comodo.
Se non c'è divisione, se non c'è contestazione, se tutto dovesse andare bene, nell'estasi pacificatoria di don darienzo, tu ci troveresti il pelo nell'uovo per evidenziare il torbido.
Sei riuscito a scomunicare Daniele Masala, per due parole..... quindi sei pronto ad ogni più ardito volo pindarico, per sostenere la tua tesi.


La storia è molto semplice: accolto come il salvatore della Patria, Lotito fu subito edotto sul "rapporto con la tifoseria": in realtà il rapporto con quattro personaggi che guidavano il tifo e la comunicazione romana, a pena di sganassoni per chi avesse osato non allinearsi: ne fecero le spese in molti, compresi alcuni che ebbero paura anche di denunciare aggressioni e irruzioni in studio.

Lotito non volle saperne di biglietti gratis e simili e partì l'attacco, che fu violentissimo, sul piano verbale e non solo. Il casus belli fu la cacciata di un paio di personaggi dalla Società, personaggi che curavano i "rapporti con la tifoseria", cioè erano le quinte colonne dei fantastici quattro all'interno della Lazio. Il colmo fu raggiunto con la "cordata ungherese", vicenda in cui fu letteralmente inventato un interessamento alla Lazio di una fantomatica farmaceutica.

Come è andata lo sappiamo tutti e la campagna fu sputtanata in toto, perché fu dettata solo da interessi personali.

Ora il vento è cambiato, l'arrivo di Peruzzi (in precedenza cooptato dalla sezione Calcio Femminile, un vero pozzo dal fondo torbido, che ha visto anche uno dei quattro cimentarsi nelle vesti di Direttore Sportivo) è stato un segnale chiarissimo. Il motivo è ben noto a chi il mondo Lazio lo conosce veramente: soldi, ancora una volta.

I comunicatori si sono adeguati subito e non ce n'è uno che si azzardi più a parlar male di Lotito, fateci caso. Anche gli ultimi "resistenti", l'Ellenico e il Piagnone, sono stati fatti oggetto di robusti altolà e hanno tirato i remi in barca.

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Il capocurva è l'unico vero comunicatore del mondo Lazio degli ultimi trent'anni. L'unico che riempie o svuota lo stadio; l'unico che cambia il clima intorno alla Lazio e a Lotito in base ai suoi desiderata personali. Spesso con le cattive ma, va riconosciuto, con un carisma e una capacità che tutti gli altri si sognano.
Questa è la TUA realtà. Ti basi su alcuni fatti indiscutibili per trarre le conclusioni più convenienti a confermare le tue opinioni.
Da Alto Passero ti sei trasformato nella contrapposizione virtuale del capocurva. Usi, fortunatamente, mezzi differenti e possiedi meno auditorio, ma la volontà è quella.
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #31 : Martedì 4 Luglio 2017, 12:34:04 »
Chi ti ha già risposto, sottolineando l'atipicità del personaggio, ha a mio avviso una parte di ragione.
"Ego ipertrofico", lo ha definito franz_kappa: condivido, e aggiungerei accentratore.
In questo credo abbia davvero pochi precedenti, nonostante non siano mancati presidentissimi, plenipotenziari e personaggi stravaganti.
Mi viene in mente Romeo Anconetani, che si identificava col Pisa in maniera così totalizzante da improvvisarsi, raccontavano, persino cuoco per la squadra.
O forse Jesús Gil, per anni folcloristico e debordante numero uno dell'Atlético Madrid.
Ma il primo guidava una provinciale con ambiente e ambizioni diversi da quelli della Lazio attuale.
Il secondo era un personaggio assai più strutturato al di fuori del calcio, con interessi non limpidissimi nel ramo immobiliare e ripetute incursioni nel mondo della politica (dove fondò un partito, il Grupo Independiente Liberal, che riprendeva le iniziali del suo cognome).
Un profilo diverso da quello del Nostro, imprenditore di successo ma non certo di primissimo piano e protagonista assoluto, invece, della propria vita di dirigente calcistico.
Quanto alle radicali prese di posizione di chi non ha interesse personale a combatterlo, credo incida anche un fattore psicologico.
Un aspetto fra i peggiori della gestione in corso - e di cui non attribuisco la colpa esclusiva a Lotito, sia chiaro - è proprio la morte del tifo nella sua componente più infantile, passionale, irrazionale.
Un mercato senza sogni, forse ancor più di quanto impongano le circostanze.
Attacchi esterni senza precedenti, che ci hanno costretti a improvvisarci giuristi, economisti, massmediologi e quant'altro per capire almeno che ci stavano sparando addosso.
Troppe partite e troppe scelte di formazione leggibili in termini di umori di spogliatoio e input societari, più che in termini tecnici.
I ripetuti "stop & go" dell'entusiasmo, riattizzato in una stagione e spento così brutalmente in quella successiva da inibire, con dinamiche quasi post-traumatiche, la voglia di crederci nuovamente.
La divisione in caste del campionato e della classifica, che ne ha azzerato imprevedibilità e interesse.
Tutti fattori, più altri dei quali sicuramente mi dimentico, che hanno ridotto il tifo a una dimensione puramente cerebrale.
Lasciando magari cupezze e umoralità di fondo, non ultima la tendenza tipicamente romana a passare dall'esaltazione alla depressione, dai fenomeni alle pippe, nel giro di una-due partite: ma senza più riuscire a crederci e a lasciarsi andare fino in fondo.
Per questo, in spettacoli fra il discutibile e l'irrazionale tipo Lazio-Sassuolo, ho scorto un che di liberatorio.
Come se, nel dare contro a Lotito, molti tifosi si fossero riappropriati di quella dimensione di visceralità condivisa, orgiastica, insensatamente eccessiva - e in fondo felice di esistere, nonché gratificante sotto il profilo emotivo - che non riescono più a esprimere a favore della Lazio.
Questa è un'ottima base di partenza per un confronto sul controverso tema "Lotito".
Complimenti per la pacatezza e la chiarezza.
Sono d'accordo su molti aspetti. Lui ha molte colpe, non tutte ovviamente, come ha molti meriti ed è giusto ricordare che oltre alla critica (per molti versi giusta e doverosa) che ha generato come effetto collaterale la contestazione, ha dovuto affrontare anche attacchi esterni, molto diretti, nei quali, c'è anche da dire, spesso ci si è infilato lui, con le sue smanie di protagonismo.
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« Risposta #32 : Martedì 4 Luglio 2017, 13:25:06 »
No, messa così è una forzatura.
Lo svuotamento dello stadio e il diffuso antilotitismo però originano grandemente dal dettato della curva e la posizione media dei tifosi su Lotito, sempre molto negativa, è sicuramente una sorta di conformismo tifoso cucito sulle indicazioni della curva.
C'è una sproporzione netta tra contestazione/sgradimento del presidente e comportamento della squadra, nei 13 anni, che io credo origini in gran parte dalla spinta data dalla "comunicazione" diretta dalla curva. Se ci fosse un legame razionale tra risultati e contestazione a uno come Preziosi o Zamparini avrebbero dovuto impiccarlo, in proporzione.
Siccome non credo fino in fondo nell'unicità del tifoso laziale sono propenso a credere che ci sia/ci sia stato un forte appecoronamento.
Il fatto che ci siano 35000 allo stadio, del resto, non significa che siano favorevoli a Lotito o alla curva: significa che vanno a vedere la Lazio, che è la normalità. La Lazio prima di Lotito è stata la prima squadra metropolitana per abbonati in rapporto al numero stimato dei tifosi. Il roma dovrebbe avere 100.000 abbonati per fare i nostri numeri. Come mai a 'sta gente j'è passata improvvisamente la voglia? Certo, certo, Lotito è un buzzurro cavilloso che passa il tempo a sovrapporsi all'immagine della Lazio, come no... frega cazzi de Lotito alla gente che cascasse il mondo va allo stadio ogni domenica.

Una cosa: in piccola parte, ma manco tanto piccola, questo braccio di ferro decennale l'abbiamo pagato sul piano dei risultati. Perché nel calcio il pubblico aiuta e spesso si è giocato in un ambiente ostile, che anche se non fa la differenza qualche segno lo lascia; e perché come m'insegni nel calcio gli alibi per la squadra sono veleno puro.
Messa cosi', la capisco e la condivido.
D'altra parte io sono un classico esempio di chi non ha mai smesso di supportare la Lazio, ma detesta il Presidente.
contravvenendo ai dettami del Capo Curva.
Questo e' quello che contesto nel ragionamento, accumunare addirittura robotizzare il pensiero di 35000 persone a quello di uno solo.
Do i suoi meriti a Lotito ma proprio non riesco a mandarlo giu, perche' come persona non riesce a farsi amare e per me lui potra' anche avere il 70% delle azioni, ma non e' ne sara' mai la Lazio, almeno la mia Lazio.
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Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!

POMATA

Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #33 : Martedì 4 Luglio 2017, 13:52:24 »
Lotito è il secondo presidente più vincente della storia, per trofei conquistati.

Le bugie irradiate e riportate sul forum da vari "tifosi" devono essere debellate, che Lotito sia stronzo e non piaccia? Sti gran cazzi, il tifoso non deve andarci al letto. Ha promesso riportare la Lazio ai suoi livelli storici e c'è riuscito a pieni voti.

La "neocallerizzazione" è una autentica bugia, la cosa brutta e che ci credono in molti.

Offline fish_mark

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #34 : Martedì 4 Luglio 2017, 15:08:31 »
(...)
Un aspetto fra i peggiori della gestione in corso - e di cui non attribuisco la colpa esclusiva a Lotito, sia chiaro - è proprio la morte del tifo nella sua componente più infantile, passionale, irrazionale.
Un mercato senza sogni, forse ancor più di quanto impongano le circostanze.
Attacchi esterni senza precedenti, che ci hanno costretti a improvvisarci giuristi, economisti, massmediologi e quant'altro per capire almeno che ci stavano sparando addosso.
Troppe partite e troppe scelte di formazione leggibili in termini di umori di spogliatoio e input societari, più che in termini tecnici.
I ripetuti "stop & go" dell'entusiasmo, riattizzato in una stagione e spento così brutalmente in quella successiva da inibire, con dinamiche quasi post-traumatiche, la voglia di crederci nuovamente.
La divisione in caste del campionato e della classifica, che ne ha azzerato imprevedibilità e interesse.
Tutti fattori, più altri dei quali sicuramente mi dimentico, che hanno ridotto il tifo a una dimensione puramente cerebrale.
Lasciando magari cupezze e umoralità di fondo, non ultima la tendenza tipicamente romana a passare dall'esaltazione alla depressione, dai fenomeni alle pippe, nel giro di una-due partite: ma senza più riuscire a crederci e a lasciarsi andare fino in fondo.
Per questo, in spettacoli fra il discutibile e l'irrazionale tipo Lazio-Sassuolo, ho scorto un che di liberatorio.
Come se, nel dare contro a Lotito, molti tifosi si fossero riappropriati di quella dimensione di visceralità condivisa, orgiastica, insensatamente eccessiva - e in fondo felice di esistere, nonché gratificante sotto il profilo emotivo - che non riescono più a esprimere a favore della Lazio
.

Un post che dice moltissime cose di cui sono convinto.

Dell'indagine storiografica su Lotito ne ho piene le tasche, un argomento che ha davvero esaurito - e da tempo - ogni suo interesse.  Aspetto altre storie e nel frattempo mi godo comunque la Lazio per quel che mi da, di cui so già in anticipo i suoi limiti.
Continuo sempre a sognare una Lazio senza limiti.
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #35 : Martedì 4 Luglio 2017, 15:30:09 »
Messa cosi', la capisco e la condivido.
D'altra parte io sono un classico esempio di chi non ha mai smesso di supportare la Lazio, ma detesta il Presidente.
contravvenendo ai dettami del Capo Curva.
Sai cosa? Non è facile spiegarlo perché si tratta di una situazione davvero anomala e senza precedenti paragonabili.
Tu, se non erro, vivi lontano dall'Italia da alcuni anni. Sono certo che tu abbia una percezione attendibile di quello che è il mondo laziale di oggi e di un decennio fa - per restare al recente passato - ma mi sento di affermare che non riesci, proprio perché non vivi quotidianamente la Lazio, a cogliere appieno gli umori che agitano buona parte della nostra tifoseria.

I laziali continuano a seguire la squadra, anche se con numeri inferiori agli anni Novanta (ma è una tendenza generale, vale per tutte le tifoserie, con trend di riduzione degli spettatori più o meno pronunciati), e quando le cose vanno bene, come nelle recenti annate di Pioli e Inzaghi concluse al terzo e quinto posto, lo stadio torna di nuovo a popolarsi.

Eppure, permane una diffusissima sensazione di insoddisfazione, di insofferenza, di aperta ostilità nei confronti della Società. Una Società che viene identificata, un po' semplicisticamente, con Lotito (da cui discende lo scetticismo nei confronti di Tare, ritenuto appendice del Presidente). Questo non ha precedenti e sconcerta, visto che molti laziali - ormai da molti anni - di fatto prescindono dall'andamento sportivo e subordinano ogni possibilità di vivere (o tornare a vivere) serenamente la relazione affettiva con la squadra all'uscita di scena del Presidente Lotito.
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #36 : Martedì 4 Luglio 2017, 16:36:30 »
Eppure, permane una diffusissima sensazione di insoddisfazione, di insofferenza, di aperta ostilità nei confronti della Società. Una Società che viene identificata, un po' semplicisticamente, con Lotito (da cui discende lo scetticismo nei confronti di Tare, ritenuto appendice del Presidente). Questo non ha precedenti e sconcerta, visto che molti laziali - ormai da molti anni - di fatto prescindono dall'andamento sportivo e subordinano ogni possibilità di vivere (o tornare a vivere) serenamente la relazione affettiva con la squadra all'uscita di scena del Presidente Lotito.
In fin dei conti è tutto qui.
C'è chi sostiene, non so se ingenuamente, proditoriamente o provocantemente che Lotito è il secondo presidente più vincente, aizzando continuamente la polemica, chi lo ritiene più semplicemente il patron ai limiti della divinità, chi un ladro di sogni, chi un usurpatore, chi più semplicemente un incapace che sfrutta a suo beneficio la Lazio.
Quando le cose non vanno bene, tutte queste entità entrano in conflitto, quando le cose vanno meglio, quelli che dicono di lavorare per la pace, sono i primi ad aizzare la polemica. La piega di questo topic ne è la migliore dimostrazione.
Il problema risiede nell'alternanza di risultati, ad una stagione buona ne segue una pessima. Se ci fossero 4-5 campionati consecutivi dove la Lazio si conferma nelle zone alte della classifica, probabilmente insoddisfazione e insofferenza, sarebbero definitivamente annullate.
Ma così ad oggi, non è, non è mai stato. La Lazio ha avuto diverse volte tra i piedi il golden gol, come dopo la finale derby di coppa Italia vinta. Sarebbe servito mettere in porta un pallone facilissimo, invece la smania di protagonismo e l'incapacità professionale, hanno rovinato tutto. Sappiamo come le due finaliste di quella coppa Italia si sono poi presentate nei successivi campionati e che risultati hanno avuto.
Se Lotito sta col bilancino i tifosi (non tutti) dal canto loro stanno con il fucile puntato. Giustamente.
Possibile sia sempre così difficile confermare i buoni risultati ottenuti l'anno precedente e invece sia così facile sbagliare stagione? Ormai è prassi, uno lo sa, se lo aspetta, troppe volte è accaduto, fiducia zero, con questi personaggi.
Possibile non si riesca mai a migliorare la squadra completandola? Ma si deve sempre ricominciare da capo?
Quando l'allenatore chiede giocatori pronti subito, con esperienza, loro che fanno? Il contrario.
Possibile che le questioni contrattuali abbiano sempre i risvolti del feuilleton?
Alla dirigenza si chiede NORMALITA', non si pretendono fenomeni, semplice normalità.
Fare bene le cose semplici.
Invece questa società si è specializzata nel complicare le cose semplici.
Questo, dai e dai, produce insofferenza e insoddisfazione.
Perchè poi allo stadio vedi spettacoli tipo Ballardini, o secondo anno Petkovic, o secondo anno Pioli.
Ma ti devo ricordare la serie di derby dopo Lulic e prima di Milinkovic-Savic Immobile?
Ma ti devo ricordare che la Lazio è l'unica squadra di serie A sempre presente negli ultimi 6 anni a non aver mai battuto almeno una volta la Juventus in campionato?
Questo, dai e dai, produce insofferenza e insoddisfazione.
Troppo spesso si sviluppano situazioni strane, incomprensibili, se le cose vanno bene, passano inosservate, se le cose non vanno, escono fuori e la polemica s'infiamma.
Stiamo vedendo oggi le problematiche di mercato, poi si acquisata un calciatore ad un prezzo che appare chiaramente superiore alla valutazione di mercato. Vanno bene tuttte le considerazioni del caso, il prezzo lo fa il mercato eccetera, però poi salta agli occhi che il procuratore è lo stesso di Milkovic-Savic. Per carità, magari questo si conferma qualitativamente ai livelli di Milinkovic-Savic e allora bravo Tare, bravo Lotito, bravo Inzaghi. Al momento, però, sembra più una marchetta per tenersi buono il procuratore di Milinkovic-Savic e il suo assistito.
Cosa che ci sta, guarda il Milan che per far firmare Donnarumma, ingaggia il fratello.
E la Lazio fa così da tempo, ogni tanto prende a collaborare con un procuratore vedi Pastorello, perchè in quel momento vede e trova delle convenienze, per subito dopo (ri)cominciare con la crociata moralizzatrice contro procuratori e mediatori e il mercato della Lazio finisce per ristagnare tra contratti e trattative che non si chiudono e l'ingaggio di prospetti che nell'80% dei casi dopo 2 mesi sono già da considerarsi esuberi.
Questo, dai e dai, produce insofferenza e insoddisfazione.
Non mi inoltro sulla questione DS, sembra che non esista altro DS al di fuori dell'attuale. E' diventato inamovibile, nonostante non offra le totali garanzie di capacità professionali.
Anche questo, dai e dai, produce insofferenza e insoddisfazione.






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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #37 : Martedì 4 Luglio 2017, 16:57:49 »
Sai cosa, Mago?
Secondo me è molto molto molto difficile confermarsi. E questa considerazione, che strumentalmente ai fini del mio ragionamento io assumo come una conclusione oggettiva, è da troppi trascurata.

Personalmente giudico il triennio 2010-2013 il periodo più lineare della Presidenza Lotito: dopo gli orrori gestionali della stagione 2009-10 (figlia di qualche piccolo delirio di onnipotenza suscitato dalla vittoria nella Coppa Italia 2008-09) la rosa è stata costantemente rafforzata in sede di calciomercato sino a mettere la rosa in condizione di competere - a gennaio 2013 - per il primo posto. Alla lunga non abbiamo purtroppo 'retto' i tre impegni e siamo finiti settimi, salvando la stagione con la Coppa Italia. Ma, in ogni caso, nel 2013 si è concluso il miglior triennio della Presidenza di Lotito. Un periodo nel quale la strategia di potenziamento della rosa è stata condotta con la maggior coerenza e linearità, a mio avviso.

Già immagino cosa potresti dire, se fossimo vis-a-vis e tu avessi la possibilità di interrompermi e dire la tua: "Ma la Coppa Italia doveva essere il punto di partenza e invece nella stagione successiva abbiamo pesantemente rinculato, con la xxxx che al contrario è partita fortissimo, tanto da far temere nello Scudetto!!!".

In quello snodo (il post 2013), a mio avviso, si colloca il discrimine nelle visioni di molti sulla Lazio di Lotito.
Personalmente - e qualche numero, tratto dal bilancio, mi permette di suffragare con riscontri oggettivi l'affermazione - ritengo il 2013 il culmine del nostro percorso di crescita. Oltre non si poteva andare per oggettivi vincoli di bilancio e ogni pretesa (si fa per dire "pretesa": il tifoso fa il suo mestiere e, giustamente, ambisce sempre al meglio) di crescita ulteriore o persino consolidamento è impropria, in quanto rivendica la mancata attuazione di una strategia (strategia tesa a mantenere stabilmente la Lazio tra le prime 4 del calcio italiano) che, semplicemente, non era attuabile.

Al netto della propensione al rischio di Lotito, che è pari a zero, non c'è nessun complotto, nessuna cattiva volontà, nessuna congiura ai danni dei tifosi della Lazio da parte della Presidenza: la Dirigenza laziale muove, spesso assai bene e talvolta purtroppo male, tutte le leve finalizzate a massimizzare i risultati sportivi del Club in un contesto dove sono purtroppo presenti vincoli ineludibili.

A mio avviso il Club, nelle attuali condizioni (anche per limiti di visione del management, sia chiaro), è incapace di innalzarsi stabilmente nelle vette del calcio italiano, con ciò intendendo le prime 3-4 posizioni. Quindi l'unico andamento ragionevole che ci possiamo attendere - e che, guarda caso, puntualmente ricorre da quasi un quindicennio - è l'elastico. Ascesa e discesa, ascesa e discesa. Con qualche anno (mai più di due/tre) di stabilizzazione in alto o in basso.

In ciò io ravviso ben poco di imputabile alla volontà della proprietà e della gestione societaria, che peraltro coincidono. E' più, per come la vedo io, una condizione legata al Dna del Club. Che è ormai divenuto un grande Club, sia chiaro, ma che non è grandissimo né lo potrà divenire attraverso un percorso di crescita 'ordinaria'.
Dunque la Lazio non è riuscita, non riesce né purtroppo riuscirà, nel lungo periodo, a scalzare stabilmente le principali società concorrenti (xxxx e napoli) dal ruolo di 'primi outsider' in un calcio che, forse, vedrà presto le tre grandi del Nord - ossia i Club con i maggiori bacini di utenza nel mercato domestico - tornare ai loro livelli storici, pur con tutti i legittimi dubbi che suscita il nuovo corso cinese delle milanesi.
Buon viaggio, caro Piero.

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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #38 : Martedì 4 Luglio 2017, 17:19:19 »
la crescita costante, la stabilizzazione sono concetti evanescenti se applicati al calcio, dove tutto è mutevole e una condizione può cambiare in un attimo, in meglio cme in peggio.
Questo tocca ttutti, comprese le strisciate, dove a una Juventus che vince a ripetizione da 6 anni, corrisponde nello stesso periodo un periodo a dir poco opaco delle milanesi, ripetutamente superate da Roma Napoli e anche Lazio, senza contare la latitanza dall'Europa del Milan.

Ottimo il Franz a individuare il 2010 2013 come miglior periodo di Lotito con una squadra che è stata portata alla fine di un ciclo molto soddisfacente e con un discreto numero di campioni. Poi ci sono state difficoltà nel riprendere un percorso di crescita con stagioni alterne in alto e in basso. Il segno è dettato dalla lentezza con cui si prende atto dell'esaurimento del ciclo di alcuni giocatori (per cambiare Biava e Dias ci abbiamo messo troppo tempo) mentre c'è una insistita ricerca nel colpo grosso con giocatori di (incerta) prospettiva che non danno immediate garanzie e questo fa perdere tempo e stagioni.
Per questo si fa il miracolo con Pioli ma poi si perde tempo a rincorrere le falene proprio quando c'è da provare la Champions, e allora di nuovo un tonfo per poi rimediare l'anno seguente con Inzaghi e Immobile.

In questo modo non si arriva mai a qualcosa di grande e ambizioso posto che il livello è in ogni caso alto. Il presidente non deve stabilizzare niente, il suo controllo è ben saldo. Può provare a dare la scintilla all'ambiente se vuole essere non dico amato, ma almeno accettato definitivamente e serenamente dai più. Serve se non lo scudetto almeno l'illusione di poterci arrivare.
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Re:Lotito all’Antimafia: ”La verità sul rapporto con la curva "
« Risposta #39 : Martedì 4 Luglio 2017, 17:25:00 »

Al netto della propensione al rischio di Lotito, che è pari a zero, non c'è nessun complotto, nessuna cattiva volontà, nessuna congiura ai danni dei tifosi della Lazio da parte della Presidenza: la Dirigenza laziale muove, spesso assai bene e talvolta purtroppo male, tutte le leve finalizzate a massimizzare i risultati sportivi del Club.

Ma il Club è, alle attuali condizioni (anche per limiti di visione del management, sia chiaro), naturalmente incapace di innalzarsi stabilmente nelle vette del calcio italiano (intendo entro le prime 3/4 posizioni). Quindi l'unico andamento ragionevole che ci possiamo attendere - e che, guarda caso, puntualmente ricorre da quasi un quindicennio - è l'elastico. Ascesa e discesa, ascesa e discesa. Con qualche anno (mai più di due/tre) di stabilizzazione in alto o in basso.

In ciò io ravviso ben poco di imputabile alla volontà della proprietà e della gestione societaria, che peraltro coincidono. E' più, per come la vedo io, una condizione legata al Dna del Club. Che è un grande Club, sia chiaro, ma non grandissimo. E che non riesce né purtroppo riuscirà, nel lungo periodo, a scalzare i principali competitor (xxxx e napoli) dal ruolo di 'primi outsider' in un calcio che, forse, vedrà presto le tre grandi del Nord - i tre Club con i maggiori bacini di utenza nell'ambito domestico - tornare ai loro livelli storici (pur con tutti i legittimi dubbi che suscita il nuovo corso cinese delle milanesi).
Per carità nessun complotto contro la tifoseria, nessuna congiura. Ma hai comunque toccato un altro argomento interessante della maniera di Lotito dell'essere presidente di una società di livello della seria A italiana. L'assoluta mancanza di assumersi il rischio d'impresa. La Lazio è in autofinanziamento e da questo non si deroga.
La cosa andrebbe pure bene, non avere il problema del bilancio, non avere problemi per l'iscrizione ai campionati, va benissimo, a patto che, a fronte dell'autofinanziamento si limitasse l'errore ad una percentuale il più possibile vicina allo zero.
Sappiamo che non è così, anzi, la solita smania di apparire uno che ci capisce, uno che scova talenti in ogniangolo del pianeta, porta spesso la società ad acquistare autentiche seghe, inutile  rifare i nomi, li conosciamo. Certo gli errori li commettono tutti, ma spesso tutti gli altri se ne assumono l'onere e ripianano, Lotito no, gli errori macroscopici del duo Lotitare li ripiana a sue spese la Lazio, con i contraccolpi che ben conosciamo.
In definitiva, l'abbiamo detto tante volte, Lotito vuole vincere, ma vuole vincere a modo suo, per dimostrare le sue tesi, per dimostrare che lui è il migliore ed è qui che ci impantaniamo, perchè il suo modo non è reale, è più virtuale di un gioco alla playstation. I successi che ha ottenuto, poi, lo hanno convinto di essere sulla strada giusta, invece sappiamo, perchè le stagioni successive lo hanno confermato, che quei successi erano gli ormai famosi lampi nel buio, più frutto di condizioni favorevoli, che dell'attenta programmazione.
Anche soprattutto questo, dai e dai, produce insofferenza e insoddisfazione
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