Autore Topic: La Lazio ha ritrovato il suo muro: il reparto arretrato dà garanzie e punti  (Letto 880 volte)

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di Daniele Magliocchetti

ROMA - E’ tornato il muro, è ritornata la Lazio. Il segreto è tutto qui. E non è una cosa da poco, è la forza di questa squadra e del suo allenatore. Il che non significa affatto che la formazione biancoceleste sia tutta catenaccio con ripartenze in contropiede. Anzi chi lo pensa commette un grave errore di sottovalutazione. L’arma della Lazio di Reja, infatti, è l’intera fase difensiva che attua la squadra, da Kozak in poi, con Dias, Biava, Lichtsteiner e Radu che, perfezionano il tutto, facendo rendere al massimo il meccanismo. Dunque, è tutto l’insieme che funziona. Un gruppo di giocatori organizzati, compatti e che si muovono tutti nello stesso istante e nello stesso modo. Insomma, quello che dovrebbe semplicemente fare una squadra che gioca a pallone. E così, appena superato il momento terribile delle prime tre settimane di gennaio, e appena ritrovate un po’ di brillantezza e condizione, ecco che Dias e soci si sono rimessi in marcia. Non si tratta sicuramente di un gioco scintillante e spettacolare, con continue sovrapposizioni, manovre di prima e attacchi per vincere sempre e comunque come vorrebbero in tanti. Ma è un gioco, almeno, grazie al quale i biancocelesti stanno ottenendo dei risultati, confermandosi terzi a 45 punti dopo 25 giornate di campionato. E questo non accadeva dall’era Mancini.

C’è voluto quel tremendo schiaffo di Bologna per rialzarsi. Una scoppola vera, anche perché è l’unica partita in tutto il campionato nella quale i ragazzi di Edy, a parte la completa confusione, hanno subìto tre reti in una sola gara. Non era mai accaduto. Magari è solo una coincidenza, ma da lì tutto o quasi è tornato in ordine, con la Lazio che, gara dopo gara, assomiglia sempre di più a quella d’inizio stagione. Come è successo a Brescia, ad esempio. Dove ha ritrovato uomini, modulo e soprattutto compattezza tra i reparti. Basti pensare che domenica scorsa per quasi tutti i novanta minuti la Lazio ha giocato in appena trenta metri, grazie anche all’ottimo lavoro di ricucitura dei due cursori Sculli e Gonzalez. Con quel 4-2-3-1 che tanto aveva impressionato e che Reja, non si sa per quale motivo, aveva rivisto più volte. Ecco, questo sì potrebbe essere stato un piccolo errore di percorso da parte dell’allenatore di Gorizia.

I numeri non tradiscono e guarda caso nelle ultime quattro partite con Fiorentina, Milan, Chievo e Brescia la formazione biancoceleste ha incassato un solo gol, quello di Cesar all’Olimpico, realizzandone 4 e conquistato 8 punti. Così la risalita laziale sta prendendo corpo e sostanza. E se il trend sarà costante come fu nelle prime nove giornate, questa squadra si potrà togliere tante soddisfazioni.

E se da una parte ci sono da festeggiare ed esaltare i 5 preziosi gol di Libor Kozak, dall’altra ci sono quelli, appena 22, incassati dalla difesa. Che posiziona il reparto arretrato della Lazio, assieme a quello del Napoli, secondo solo al Milan dei campioni che di reti ne ha prese 19. Per non parlare delle 1403 palle recuperate in tutto il campionato. Questo sì un dato impressionante, anche perché sono da distribuire nell’ordine a Dias, primo con 430 e con una media di 19,5 interventi a partita, a Biava con 383 e una media di 18,3, a Lichtsteiner a 297 e 14,1 e Radu, che col Bari tornerà, con 293 e 14,7. I quattro giocatori titolari della difesa che sfruttano al meglio il lavoro degli altri compagni in fase di disturbo per poi perfezionarlo nella fase di chiusura dell’azione avversaria. Una saracinesca vera e propria.

E la conferma di questo discorso tattico-numerico arriva da Cristian Ledesma, lo schermo della difesa, che arriva subito dietro i quattro sopracitati, con 290 interventi e una media a partita di 13,2. Non solo. Pure negli interventi aerei la Lazio è nelle prime posizioni con 626 recuperi e una media di 14,2 a partita. Forse un aspetto su cui deve assolutamente migliorare e ritrovarsi la squadra di Reja sono i tiri in porta. Ad inizio stagione la media era di 7/8 conclusioni dentro lo specchio a partita, adesso è scesa a 4,9. La strada intrapresa, però, è quella giusta, con Reja che davanti a sé ha l’occasione di tutta una carriera, ovvero tentare di raggiungere il massimo traguardo.

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