Autore Topic: Kozak, che sorpresa Un gol ogni 93 minuti  (Letto 890 volte)

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Offline Daniela

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Kozak, che sorpresa Un gol ogni 93 minuti
« : Lunedì 14 Febbraio 2011, 15:48:25 »
repubblica.it



Media impressionante per l'ariete ceco, ormai titolare e davanti a Zarate nelle scelte di Reja. Che dice: "Libor si sta rivelando un grande attaccante". E pensare che una volta Delio Rossi disse a Lotito: "Questo non può giocare a calcio..."
di ALBERTO ABBATE

ROMA - Quinto gol in campionato in dodici presenze. "Kozak si sta rivelando un attaccante davvero importante. Se continua così, dovrò tenerlo in grande considerazione". Sms di Reja recapitato alle altre punte biancocelesti. E pensare che il mister avrebbe dato l'anima per avere un ariete, prima nel mercato estivo, poi in quello invernale. Kozak è riuscito a stupirlo, a fargli cambiare idea in poche settimane. Il centravanti, Reja, ce l'aveva in casa senza saperlo.

KOZAK MEGLIO DI ZARATE - Libor riesce a tenere la palla, a far salire la squadra, lotta su ogni pallone senza paura, è sempre l'ultimo ad arrendersi. Reja non lo riteneva ancora maturo per il grande salto: "E' perfetto a partita in corso. Ma non so quanto riuscirebbe a incidere giocando dall'inizio un'intera gara", si domandava qualche settimana fa. Bastava chiederlo, Kozak c'ha messo pochissimo a rispondere. Ha avuto bisogno solo di un po' di fiducia: quattro partite consecutive giocate da titolare, quattro gol messi a segno nelle ultime sei sfide e tanta grinta sul terreno di gioco. Quella che è spesso mancata alla squadra.

Lotito invocava l'arrivo di Sculli per avere un po' di sana cattiveria sportiva sul rettangolo di gioco, si è ritrovato il "cucciolo" Kozak a sgomitare per la vittoria e per il diritto di far parte di questa rosa. Se l'è guadagnato a pieni voti, con l'impegno, il sacrificio e la voglia di esserci a tutti i costi. Salta in alto Kozak, dove non può arrivare
nessuno, perché sogna di approdare prima degli altri alla consacrazione. Basta crederci e lui ci crede. Ora ha persino fatto ricredere gli scettici, mister Reja per primo. E' stato decisivo con un'altra incornata, è servita per chiudere i conti a Brescia, per blindare una vittoria in trasferta che mancava da quasi quattro mesi (dal 31 ottobre a Palermo), per laurearsi a tutti gli effetti centravanti della Lazio.

Kozak, a 21 anni, sta facendo di più di tanti altri colleghi più celebri. E Reja, ora, a parte gli infortuni, lo sta ripagando con le scelte. Kozak dentro dall'inizio al Rigamonti, Zarate in campo solo in corsa. Sembrano essere cambiate le gerarchie lì davanti, sono stati il campo e i numeri a ristabilirle: Kozak sta scalando la classifica dei cannonieri biancocelesti, è comandata dal duo Hernanes-Floccari (6 gol a testa), alle loro spalle s'è piazzato il piccolo grande ceco con cinque centri, ha superato Zarate, fermo a quota quattro. E pensare che Libor, nonostante abbia solo due anni meno, guadagna un decimo ( ha appena rinnovato il contratto a 200mila euro a stagione) di quel Maurito ( oltre 2 milioni a stagione) tanto amato dal popolo biancoceleste. Morale a parte, l'ingaggio non corrisponde certo ai rispettivi rendimenti.

LA MALATTIA: UN GOL OGNI 93 MINUTI - C'è una voglia diversa in Kozak, una luce negli occhi che s'illumina ogniqualvolta vede la porta. L'ha definita una "malattia" Reja, ha colpito nel segno. "Pinocchio" Kozak esulta col naso, annusa la rete, odora la porta, fiuta il gol. Non può farne a meno, è una droga. Nelle ultime trentatré partite, fra Campionato, Coppa Italia, Primavera, amichevoli ed Europei con l'Under 21, Libor ha messo a segno 18 reti. Ha una media da stropicciarsi gli occhi: 1 gol ogni 93 minuti. In pratica, fa centro in ogni sfida.

Ma Reja non aveva sempre detto di non avere una punta da 15-20 gol in rosa? Si è sbagliato, le statistiche parlano chiaro e ora lo stanno convincendo. Persino, Michal Bilek, Ct della Repubblica Ceca, è pronto a convocarlo nella nazionale maggiore per il prossimo impegno. Kozak sta davvero persuadendo tutti. In patria ormai non si fa altro che parlare delle sue piccole imprese con la maglia della Lazio. In Repubblica ceca, nonostante l'esplosione definitiva nell'ultimo mese e mezzo, alcuni giornalisti avrebbero voluto inserire il suo nome nella lista per la vittoria finale del premio "miglior atleta ceco del 2010". Insomma, le luci della ribalta oggi sono tutte per Libor. Un onore, ma anche un onere, da pagare soprattutto in serie A. Perché Kozak è diventato un pericolo per le difese e non perché dà botte di brutto (come dice qualcuno), ma perché sta spingendo la Lazio in avanti sino a riportarla al terzo posto in classifica. Il "caso mediatico" alzato dopo la sfida col Milan tuttavia sta sortendo gli effetti che tutti si aspettavano in casa Lazio.

LA "SINDROME KOZAK" - La partita di San Siro ha lasciato pesanti strascichi nella reputazione del calciatore ceco. Bonera e Legrottaglie in ospedale, le accuse di Galliani e il forte risalto mediatico hanno influenzato le successive sfide: il nugolo di difensori del Chievo che si solleva come polvere del deserto intorno al gigante ceco, Francesco Bega che "sviene" dopo aver visto un gomito allungarsi un po'. C'era d'aspettarsela una "sindrome Kozak", ci si augura non colpisca anche Glik e Rossi, domenica prossima avversari col Bari all'Olimpico.

Il ceco ad ogni modo se ne farà una ragione, non ha paura. La sua rincorsa in biancoceleste è partita nell'estate del 2008 ( "Eppure c'era chi mi diceva che non potesse giocare a calcio", continua a ripetere fiero Lotito, facendo riferimento a Delio Rossi), è stata ardua, ma ora Libor ha fissato la meta: "Arrivare più in alto possibile con la Lazio". Reja dovrebbe ancora puntare sul ceco ( diffidato), ora però potrà anche contare su Floccari e forse su Rocchi: oggi alle 14 visite in Paideia per il capitano biancoceleste e per Diakité, per monitorare i loro miglioramenti. (14 febbraio 2011)

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