Giorni fa, uscita sul mio balconcino, con quel bel sole delle ore tarde della mattinata, ho pensato “
sta arrivando la primavera”. Dopo pochi secondi però ho pure pensato “
cazzarola, mo’ finisce il freddo e st’inverno non ho mai mangiato la polenta”.Mumble mumble...
Ho dato un’occhiata al calendario, mica quello vero che è buono solo a mettere ansia, quello del campionato, ed ho scoperto che avremmo dovuto giocare a Brescia.
Che a Brescia ci sono stata qualche anno fa e mi è pure piaciuta, bella città, bellissima la parte del museo dedicata ai Longobardi. E mi ricordo che ci ho mangiato pure bene. Che ci ho mangiato?
Mumble mumble...
Polenta!
Ok, parto in azione, giro di telefonate, spesa, cucina, evvai, arriviamo ad oggi!
Verso la mezza arriva mia cugina A, con un vassoio di frappe.
Poco dopo arrivano Patriziastadio, alias Bellacomoda, alias 1900, col marito G., tifettoso ma assolutamente amabile, lo so pare una contraddizione in termini ma invece è la vivente eccezione che conferma la regola, con due bottiglie di ottimo Traminer dell’Alto Adige.
Intorno all’una arriva Bob, con un vassoio di pastarelle.
Il sugo con spuntature e salsiccette pare venuto buono, e così metto Patty e consorte a girare la polenta. E così incominciamo a mangiare. Il menù prevede pure tocchettini di cacciatorino, mortadellina ed emmenthal, intanto che si gira la polenta, e melanzane grigliate all’aceto balsamico.
Il tutto innaffiato oltre che dal delizioso traminer, anche da un discreto barbera.
Mentre stiamo finendo di pranzare, o meglio mentre Patty, capretta del mio cuore, si sta finendo di ruminare un intero vaccile di insalatina, citofona Cliath – che c’aveva detto che sarebbe arrivata più tardi, sennò mica che siamo cafoni, l’avremmo aspettata, sale su, e, indovina un po’, c’ha un vassoio di frappe.
Mentre Cliath sta finendo di pranzare, citofona Giglic – che c’aveva detto “vengo mangiato”, sennò mica che siamo cafoni, l’avremmo aspettato - e, guarda caso, con un vassoio di pastarelle.
Ecco, s’è fatta l’ora, la partita comincia.
Comincia che io sto ancora a somministrare i caffè, ma sto tanto felice di avere la casa così rallegrata da tutta sta bella e cara gente. Sto solo preoccupata per tutte le pastarelle e le frappe da smaltire.
Il commento pseudo-tecnico che cerco, assai timidamente, di abbozzare usualmente, a sto giro va inevitabilmente a farsi fottere, ve ne chiedo venia, ma i miei ospiti sono sicuramente più importanti.
Riesco fugacemente a memorizzare che il capitano del Brescia, tal Bega, c’ha un nome che è tutto un programma, infatti si rivela subito subito un grande scassacazzi.
I Nostri paiono davvero crederci oggi, stanno tutti belli impegnati, oserei dire briosi.
Spidy – uffa però, a me mi piace chiamarlo Gonzy, anzi, sai che nova c’è, io riprendo a chiamarlo Gonzy – la butta dentro che è un piacere!
E fa una buffa divertente telefonata con lo scarpino.
Uno a zero per noi.
Il tutto mentre Bob e Giglic non sputano un attimo, e manco A. con G., però appena io e Patty e Cliath ci azzardiamo a dirci qualcosa Bob fa ‘na cosa tipo “schhhh”. Robba da pazzi. Cioè, je dai un dito, se pijano un gomito.
Esce qualcuno del Brescia (ancora stiamo a discutere Cliath ed io su chi sia) ed entra tal Hetamaj, che c’ha il nome di un fumetto nipponico – secondo me amico di Ataru ed Iker – ma invece pare sia finnico o su di lì.
Musly para e pure bene, sia pure bofonchiando lo ammette perfino Bob.
Inquadrano tal Eder, che c’ha la testolina tipo piumino da cipria, però nero nero.
Scopro che in campo c’è pure uno dei Filippini, caruccio. Vabbè, gli è che io sono romantica.
Intanto Gonzy corre, e corre e corre. Stellina. Chissà che s’è sniffato mentre telefonava con lo scarpino. O semplicemente chissà da quanto non si cambiava gli scarpini e perciò quali strane muffe vi fossero allocate all’interno.
Intervallo. Pecorelle a scelta, volendo anche in bianco e nero.
Altro giro di caffè. E, se Dio vuole, di pasterelle e frappe.
Fine intervallo
L’arbitro, di fucsia vestito, comincia ad entrare in confusione, non vede falli eclatanti, e ne vede dove non ci sono. E così Bega & co. cominciano a dare manrovesci, gomitate e cose amene del genere.
Però ogni tanto fischia giusto.
Angolo per noi, calciato da Ledesma, e Kozak la butta dentro!
Due a zero!
A seguire, esce Gonzy, entra Brocchy.
Esce Scully, entra Zaratello.
Intanto Herny prova qualche passo di danza, di quelli belli che sa fare solo lui, perifno in volo, tipo quello che gli è costato l’espulsione in Brasile-Francia, però la sua eleganza è sempre una cosa bella de vedere; lo dissi tempo fa, a me ricorda Harry… insomma, un balletto.
Esce uno del Brescia (va a sapè chi, co’ sto piacevole casino che c’ho oggi dentro casa) ed entra tal Passanzini, bruttarello mica poco, porello; la cosa però consente a Cliath e me di sfruculiarci nel tentare di ricordare a chi somiglia, alla fine decidiamo: il fratello di Tony Servillo, quello degli Avion Travel… insomma, uno che se lo incontri di sera cambi strada repentinamente (soprattutto perché temi che si metta a cantare).
I Nostri non sembrano appagati, anzi, reagiscono svegli, puntuali e precisi, ai tentativi di reazione dei Bresciani.
A proposito, non ne ho preso nota ma mi pare che ad un certo punto sia entrato Bresciano – puntuale come la cambiale del 70° minuto di Mister Reja – e sia uscito Herny, peraltro con un occhio amaccato. Stelladellazia.
Insomma, com’è, come non è, finisce. Cioè, la partita finisce.
E amo vinto.
I Co-sky ripetono più e più volte che “momentaneamente” siamo terzi.
Ahò, ce ne faremo ‘na ragione de sto momentaneamente.
Piuttosto, mo’ il problema serio è un altro: che c’ho da fa co’ sta quintalata di frappe che m’hanno invaso casa che manco quella degli ultracorpi?
Forza Lazio mia Bella!