Trent'anni

[Panzabianca]

La tua periodizzazione è un po' fallace e frutto di un entusiasmo che ti ha fatto prendere la mano.
Tra il 1961 e il 1987 ne è scorsa di acqua sotto i ponti e di Lazio se ne sono viste (e raccontate) fin troppe da mettere tutto insieme.
Con il 1987 si chiude la vicenda che parte dalla sentenza della CAF che ci condanna alla B nel 1980, mentre il periodo precedente parte dal 1972 con la promozione in A fino ad arrivare al culmine dello scudetto. Ma forse sarebbe più corretto metterci un avvenimento che faccia da spartiacque in quel periodo: la partenza di Long John per l'America oppure la morte di Maestrelli, fate voi.

Poi con il gol di Poli si chiude tutta questa sofferenza, ma inizia un periodi di passaggio che porta al 7 febbraio 1992. Lì la Lazio cominciò a risalire veramente la china.
Ricordo uno striscione che nel mio immaginario (ma sicuramente in quello di tutti i laziali) ci fece sentire id essere finalmente tornati "Normali". Fu lo striscione "bentornati in A" che i tifosi del Torino ci mostrarono nel Lazio-Torino del 1988, 1-1, con gol di Pin (aut.) e di Gregucci.
Prego la regia di far partire le immagini

ma se siamo poi diventati, stabilmente, il "quinto/sesto Club italiano per importanza" lo dobbiamo ad altri eroi ed altre vicende. Con tutto il ringraziamento e l'ammirazione sconfinata per la banda Fascetti.

PS Anche se fossimo andati in C saremmo comunque risorti. Ci sottovalutiamo troppo spesso.

oddio che s'è magnato Rizzolo!!

[fish_mark]

Due chiose, f_m: la periodizzazione (soggettiva, arbitraria e dunque sindacabile, ci mancherebbe) è legata alla volontà di scindere i periodi della nostra storia che ci hanno visti sempre in A (dal 1929-30 al 1960-61), tra A e B con concreto rischio di retrocedere in C-1 (dal 1960-61 al 1987-88) e poi di nuovo sempre in A (da 1988-89 a oggi).

Va benissimo.

Ma, al di là di questo, il senso della mia riflessione era: la salvezza fu un passaggio cruciale verso il risanamento condotto da Calleri e prodromico all'era Cragnotti. Ritengo che questo, al di là d ogni considerazione soggettiva, sia pacifico.

All’epoca non potevamo saperlo. Ricorderai bene che all’indomani della promozione si era pieni di gioia e di soddisfazione per essere tornati in A e tornare a giocare con le grandi del calcio italiano. L’obiettivo massimo era “un campionato tranquillo con qualche soddisfazione”, praticamente un messaggio paleo-lotitiano.
Cragnotti? Si, lo seguivamo nelle vicende Enimont ma chi se lo sarebbe mai immaginato che sarebbe mai venuto a prenderci per mano. Come dite? Gascoigne? Nel 1991, una luce nella notte, il delirio all’improvviso, roba da non crederci, ma non sembrava il preludio di un rafforzamento sistematico della squadra.

Ammettiamo pure che se fossimo retrocessi saremmo poi risaliti. Ma quando e come resta da stabilirlo e purtroppo, ex post, è assai complicato da stabilire.

Qui entriamo nel fantacalcio. Ma se vedi la storia del Napoli (per favore non del napoli soccer, ma del Napoli tout court) potrai benissimo esprimere un certo ottimismo.

Chiaramente "se siamo poi diventati, stabilmente, il 'quinto/sesto Club italiano per importanza' lo dobbiamo ad altri eroi ed altre vicende. Con tutto il ringraziamento e l'ammirazione sconfinata per la banda Fascetti". Ma a me fa piacere - e credo, in cuor mio, sia giusto così - riconoscere a costoro in eterno il merito di aver posto il primo, decisivo, mattone di un edificio che altri negli anni a venire avrebbero contribuito a edificare e consolidare.

Assolutamente condivisibile. Per dire, a Formello manca una statua di Fiorini che tocca di punta la palla di quell’incredibile Lazio-Vicenza.

oddio che s'è magnato Rizzolo!!

Boh sembrava il nostro campioncino e invece ...

[franz_kappa]

All'’epoca non potevamo saperlo.

Senza dubbio. Ma infatti il mio è un giudizio 'storico' (se mi passi il termine) ex post. All'epoca, a maggior ragione dopo i precedenti otto anni, sei dei quali trascorsi in B in mezzo a due scandali del calcio-scommesse, non stento a credere che l'obiettivo di molti laziali fosse una tranquilla permanenza in A all'insegna di “campionati tranquilli con qualche soddisfazione”, .
Idealmente, però, non trovo indebito collocare nell'estate 1987 il punto zero di una rinascita. Credo sia un doveroso tributo agli eroi di quella stagione.

[fish_mark]

Senza dubbio. Ma infatti il mio è un giudizio 'storico' (se mi passi il termine) ex post. All'epoca, a maggior ragione dopo i precedenti otto anni, sei dei quali trascorsi in B in mezzo a due scandali del calcio-scommesse, non stento a credere che l'obiettivo di molti laziali fosse una tranquilla permanenza in A all'insegna di “campionati tranquilli con qualche soddisfazione”, .
Idealmente, però, non trovo indebito collocare nell'estate 1987 il punto zero di una rinascita. Credo sia un doveroso tributo agli eroi di quella stagione.

ma figurati se non te l'appoggio questo "Lazio-Vicenza, anno zero".

[franz_kappa]

ma figurati se non te l'appoggio questo "Lazio-Vicenza, anno zero".

 

Oh, sia chiaro: prima della stagione 1986-87 ci sono stati 86 anni traboccanti di eventi, molti dei quali gloriosi e meritevoli. Dal trionfo più importante in 117 anni di storia ossia lo Scudetto del 1974 a numerosissimi altri accadimenti. C'è stata una Lazio per tre decadi sempre in A dall'istituzione del girone unico in poi, una Lazio che è col tempo divenuta patrimonio del calcio italiano.

A disputare la stagione sportiva 1986-87 era tuttavia approdata una Lazio assai debole - comunque già sulla via del risanamento grazie all'arrivo di Bocchi-Calleri - e che recava ben visibili i segni di oltre sei anni infernali dal punto di vista societario oltre che sportivo. Sempre considerando - dal punto di vista della stabilità societaria - che le Lazio del quarantennio precedente (ovvero dal secondo dopoguerra in poi: 1946-1986) erano di rado state l'espressione di una solida proprietà.

In definitiva, a me piace celebrare questo anniversario perché ci consente, tornando indietro con la memoria al giugno 1987, di guardare ad allora come se fossimo, oggi, sull'altra sponda di un metaforico fiume che non attraverseremo più. Siamo - e da parecchio - in salvo, ormai.
E non a caso le nostre speculazioni attuali si riferiscono a quanto bene (o male, a seconda delle opinioni) stanno operando l'attuale Proprietà e Dirigenza per meglio posizionare la Lazio nella griglia di partenza di chi ambisce a conquistare qualche titolo sportivo. Non è poco, amici laziali.

[SAV]

Ricordo uno striscione che nel mio immaginario (ma sicuramente in quello di tutti i laziali) ci fece sentire id essere finalmente tornati "Normali". Fu lo striscione "bentornati in A" che i tifosi del Torino ci mostrarono nel Lazio-Torino del 1988, 1-1, con gol di Pin (aut.) e di Gregucci.

Gemellaggio degli Eagles, come quello con il Bari.  Appena arrivati gli Irriducibili ruppero subito i due gemellaggi per sostituirli con Inter (complice anche la finale di coppa Uefa con le merde) e Verona.

Senza dubbio. Ma infatti il mio è un giudizio 'storico' (se mi passi il termine) ex post. All'epoca, a maggior ragione dopo i precedenti otto anni, sei dei quali trascorsi in B in mezzo a due scandali del calcio-scommesse, non stento a credere che l'obiettivo di molti laziali fosse una tranquilla permanenza in A all'insegna di “campionati tranquilli con qualche soddisfazione”, .

Già dalla seconda stagione in A invece si pretendeva (giustamente) la qualificazione europea e non una tranquilla permanenza in A (con qualche soddisfazione). 
Ogni anno partivamo bene per poi sgonfiarci e finire a qualche punto dall'Europa...
Ma ricordo il tripudio di bandiere europee quando la qualificazione finalmente arrivò in casa con il Napoli

[contevlad]

Ho pianto 2 volte in vita mia allo stadio, al gol di Fiorini e a quello di Nesta nella finale di coppa  Italia del 1998.
È stato come sentirsi sul proprio  punto di morte ed improvvisamente tornare a riassaporare  la bellezza della vita.
Ieri ho fatto vedere a mio figlio di 12 anni i 2 filmati e benche sembra trattarsi di 2 sport diversi ha saputo apprezzarne l'essenza. L'ho visto comprendere e capire  quelle mie lacrime, così  diverse ma così  profondamente intense.

[Anselazio]

...Sarebbe bastato un colpetto in più, sotto forma dell'ennesima parata del portiere vicentino Dal Canto 
 Dal Bianco

[franz_kappa]

Li mortacci mia.
Ah, la memoria... 

[Anselazio]

Li mortacci mia.
Ah, la memoria... 

 

Povero Dal Bianco quante gliene ho dette quel giorno. Pensavo si autoincenerisse per tutte
le maledizioni che lo stadio gli stava tirando. Poi lo ha salvato Giuliano...

[geddy]

La parata sul colpo di testa di Magnocavallo,sotto la sud dove eravamo noi,e' tra le più belle che abbia mai visto.

[Fabio]

Gemellaggio degli Eagles, come quello con il Bari.  Appena arrivati gli Irriducibili ruppero subito i due gemellaggi per sostituirli con Inter (complice anche la finale di coppa Uefa con le merde) e Verona.

Già dalla seconda stagione in A invece si pretendeva (giustamente) la qualificazione europea e non una tranquilla permanenza in A (con qualche soddisfazione). 
Ogni anno partivamo bene per poi sgonfiarci e finire a qualche punto dall'Europa...
Ma ricordo il tripudio di bandiere europee quando la qualificazione finalmente arrivò in casa con il Napoli

rompere il gemellaggio col Toro è stata la cosa piu stupida mai fatta da sti fenomeni.. gente che sa soffrire.. a cui non viene mai regalato nulla.. no inter e quelli del verona.. per cosa???

[franz_kappa]

In colpevole ritardo, due giorni dopo il trentennale di una gara importante tanto quanto Lazio-Vicenza, vorrei approfittare della ricorrenza per ribadire un ETERNO grazie agli eroi del 1986-87, con menzione speciale per Giuliano Fiorini, sempre nei nostri cuori, e per Fabio Poli, il 'risolutore' di Lazio-Campobasso.

Veniamo da lontano e non rinneghiamo neanche un solo giorno di 117 anni di storia.
In alto i cuori e Forza Grande Lazio.