Autore Topic: Intenzioni di voto  (Letto 12458 volte)

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Giglic

Re:Intenzioni di voto
« Risposta #80 : Sabato 12 Febbraio 2011, 11:01:18 »
E' facile, viste le forze in campo, non votare a sinistra oltretutto  :)

Ma il problema grosso secondo me è se il Berlusconismo (non Berlusconi) è qualcosa da sconfiggere purchessia, o una "struttura politica" (chiamiamola così) da combattere con una "struttura politica" alternativa. Nel secondo caso, io l'alternativa vera al Berlusconismo non la vedo. Nel senso che le forze in campo, anche quelle di opposizione, ragionano nei parametri fissati ormai dal 1994. E questo è ANCHE (non solo, ma anche, io dico al 50%) colpa di una sinistra che, al di là di Prodi, non ha saputo confezionare una reale proposta politica, crollati gli ideali che facevano dire alla gente "io sono comunista" (cit. da altro topic). Lo stesso Prodi lo vedo più simile ad un "notabile" dell'era prefascista, più che un politico con ideali.
Vendola? Si, forse è l'unico che racconta una storia diversa, ma lo fa (purtroppo) usando gli stessi stilemi del Berlusconismo (il sogno, la mia gente, ecc.). In poche parole, si ritorna ad una concezione politica fideistica e personale, e non all'ideale da perseguire.
Il Berlusconismo ha fatto secondo me molti danni all'Italia, ma questo che ho descritto è forse (sempre IMHO, che poi Skorpius dice che attacco chi non è d'accordo con me) il più brutto: ci ha reso tutti peggiori.
Combattere - per ora - il Berlusconismo, quindi, con le forze che esistono adesso mi sembra l'unica via percorribile (nel senso che non ce ne sono altre). la maniera più efficace, sempre secondo me, di combatterlo è di attenersi ancora di più alla coscienza civica, rispettando in maniera direi quasi talebana le leggi e le istituzioni della Repubblica Italiana. Ad esempio, piantare di chiamare secondo repubblica questo periodo solo perchè sono cambiati i partiti e la legge elettorale. La costituzione è la stessa, nei suoi principi fondamentali, dal 1946. Ed anche contrapponendo a chi difende dogmaticamente le sue posizioni tutti i nostri dubbi.
Questo lo si può fare da Destra, da Sinistra, da Cattolici, da Laici ed anche da elettori del PdL.
Questa è la mia opinione.

bak

Re:Intenzioni di voto
« Risposta #81 : Sabato 12 Febbraio 2011, 11:46:17 »
questo era chiaro.
quello che mi è sconosciuto è che cosa ha fatto (o cosa rappresenta) di talmente inaccettabile la sinistra per preferirle questa destra.

questione di pelle, caro leo. Solo quello; figurati che detestavo berlusconi prima che diventasse presidente del milan, figurati adesso

Offline disabitato

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #82 : Sabato 12 Febbraio 2011, 11:52:17 »
Finchè si faranno coalizioni con cani e gatti mossi solo dal comune antiberlusconismo non andremo mai da nessuna parte.

E' tutto inutile.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

leo

Re:Intenzioni di voto
« Risposta #83 : Sabato 12 Febbraio 2011, 12:18:14 »
Trovo interessante la puntualizzazione di Giglic.
Si ritiene il berlusconismo un fenomeno al di fuori di ogni categoria politica, e quindi un male da estirpare a qualunque costo? Oppure un fenomeno che agisce, seppur sui generis, nell'ambito del quadro costituzionale?
A mio avviso è più vera la prima ipotesi: basta osservare il rapporto conflittuale che ha instaurato con tutti gli altri poteri previsti dal nostro sistema parlamentare, e dalla pretesa di andare oltre tale sistema, rivendicando per la figura del presidente del consiglio poteri che la Costituzione non gli attribuisce.
Ahimè come con il fascismo, anche con il berlusconismo la deriva totalitaria ha preso piede nelle maglie stesse del sistema delle regole democratiche: mi riferisco alla legge elettorale, che se da un lato attribuisce alla coalizione vincente una maggioranza spropositata in Parlamento, per garantire la cosiddetta governabilità e la stabilità stabilità (sul tema dice bene Sartori - mi tocca citare pure un liberale!- su questo punto: stabilità di governo non è affatto sinonimo di governabilità, cioè si può avere un governo che dura anche cinque anni, ma questo non significa necessariamente che tale governo garantisca governabilità), dall'altro non permette agli elettori di scegliere i propri candidati, i quali, essendo nominati, molto difficilmente potranno rivendicare ed esercitare uno delle prerogative proprie degli eletti in un sistema parlamentare, cioè indicare al capo dello Stato un nuovo presidente del consiglio. Berlusconi ha quindi immobilizzato il Parlamento in un rapporto non più paritario, ma bensì subordinato, al Governo.
Questo è solo uno dei tanti aspetti che segnalano un'emergenza democratica in Italia. Elencarli tutti sarebbe veramente un'impresa ardua.

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #84 : Sabato 12 Febbraio 2011, 12:29:46 »
Un Avvocato di Torino diceva che per fare una politica di destra in Italia l'unico modo era avere la sinistra al governo ,

per come la vedo io la gente alle brutte copie preferisce l'originale ,

una proposta di sinistra tout court avrebbe più appeal , almeno per me , ma nelle varie coalizìoni alternative al centrodestra succedutesi dal 1989 ad oggi il sogno di chi aspira al sol dell'avvenire è rimasto nel cassetto ,

senza poi parlare di chi poi è stato chiamato a rappresentare le istanze dei più deboli socialmente , Prodi e D'alema su tutti .   
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


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Offline carpelo

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #85 : Sabato 12 Febbraio 2011, 13:13:31 »
Trovo interessante la puntualizzazione di Giglic.
Si ritiene il berlusconismo un fenomeno al di fuori di ogni categoria politica, e quindi un male da estirpare a qualunque costo? Oppure un fenomeno che agisce, seppur sui generis, nell'ambito del quadro costituzionale?
A mio avviso è più vera la prima ipotesi: basta osservare il rapporto conflittuale che ha instaurato con tutti gli altri poteri previsti dal nostro sistema parlamentare, e dalla pretesa di andare oltre tale sistema, rivendicando per la figura del presidente del consiglio poteri che la Costituzione non gli attribuisce.
Ahimè come con il fascismo, anche con il berlusconismo la deriva totalitaria ha preso piede nelle maglie stesse del sistema delle regole democratiche: mi riferisco alla legge elettorale, che se da un lato attribuisce alla coalizione vincente una maggioranza spropositata in Parlamento, per garantire la cosiddetta governabilità e la stabilità stabilità (sul tema dice bene Sartori - mi tocca citare pure un liberale!- su questo punto: stabilità di governo non è affatto sinonimo di governabilità, cioè si può avere un governo che dura anche cinque anni, ma questo non significa necessariamente che tale governo garantisca governabilità), dall'altro non permette agli elettori di scegliere i propri candidati, i quali, essendo nominati, molto difficilmente potranno rivendicare ed esercitare uno delle prerogative proprie degli eletti in un sistema parlamentare, cioè indicare al capo dello Stato un nuovo presidente del consiglio. Berlusconi ha quindi immobilizzato il Parlamento in un rapporto non più paritario, ma bensì subordinato, al Governo.
Questo è solo uno dei tanti aspetti che segnalano un'emergenza democratica in Italia. Elencarli tutti sarebbe veramente un'impresa ardua.

Quoto.
E mi chiedo: il berlusconismo sopravviverebbe politicamente all'assenza di Berlusconi? Perchè non si dimette e passa l'incarico ad un altro che faccia le sue stesse politiche?



...
Vendola? Si, forse è l'unico che racconta una storia diversa, ma lo fa (purtroppo) usando gli stessi stilemi del Berlusconismo (il sogno, la mia gente, ecc.). In poche parole, si ritorna ad una concezione politica fideistica e personale, e non all'ideale da perseguire.
...
Condivido anche qui e dico che questa è la marcia in più di Vendola, oggi come oggi. La capacità di competere con B. nell'accaparrarsi i voti di chi meno segue il dibattito politico e si fa catturare dall'eloquio, dal sogno, dall'emozione, dalla suggestione.
Ma c'è poi uno scarto finale: Vendola non è solo un chiacchierone che pensa ai suoi interessi. E' un politico di razza, sorretto da un progetto credibile e da un'esperienza di governo di successo.
Io, come scrissi anni fa su lazionet, vedo in lui l'ultima possibilità di vita per la sinistra.



Finchè si faranno coalizioni con cani e gatti mossi solo dal comune antiberlusconismo non andremo mai da nessuna parte.
questo è vero.
E' tutto inutile.
Questo no  :D

Offline Ulisse

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #86 : Sabato 12 Febbraio 2011, 13:51:37 »
Grazie per la spiegazione  :) anch'io ho optato per il voto utile, e quindi ho messo la croce sul PD. Ma mi hanno davvero deluso, deluso, deluso, deluso e anche un po' deluso. Scudo fiscale, guerra a Vendola, opposizione moscia e -ipotizzo io- collusa, D'Alema che è sempre stato dalla parte del Berlusca, insomma... nun je la faccio più  :( Auspico una coalizione anti Lega-Pdl-Destra che includa anche Vendola e Idv. E' un sogno, ma chissà.

Credo che ti stai sbagliando enormemente, che Massimo D'Alema abbia combinato qualche fregnaccia è un conto, ma che sia stato dalla parte della jena ridens ce ne corre altro che se ce ne corre. ;)
IL DERBY NON VA MAI PERSO.

Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.

Non ti sforzare tanto, le cose migliori succedono quando meno te lo aspetti.

Nessun futuro è per sempre.

IL GOL DI VIERI ERA BUONO!!

Offline MCM

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #87 : Sabato 12 Febbraio 2011, 15:15:29 »
Vedo che la propaganda rimbambisce anche gli illuminati.
Premesso che la battaglia contro il puritanesimo è portata avanti da uno che alle ultime elezioni ha promosso una lista antiabortista,
.

è noto infatti che essere contrari alle pratiche abortiste, ossia all' eliminazione di feti umani, sia intollerabile e oscurantista.
Merita sdegno...
Sei contrario all' aborto?...ma che schifo!...vergognati!!


ps: Boks è illuminato, tu devi illuminarti(accendendo il cervello prima di scrivere idiozie per esempio)

Offline satanasso

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #88 : Sabato 12 Febbraio 2011, 19:00:34 »
Vendola? Si, forse è l'unico che racconta una storia diversa, ma lo fa (purtroppo) usando gli stessi stilemi del Berlusconismo (il sogno, la mia gente, ecc.). In poche parole, si ritorna ad una concezione politica fideistica e personale, e non all'ideale da perseguire.

Giglic: applausi! Ecco centrato un punto importantissimo, a mio modo di vedere. È qualcosa che ha a che fare con un termine specifico, che si chiama populismo. Temo che la retorica vendoliana – per quanto incisiva e affascinante, tra una citazione di Pasolini e l’altra – nasconda un grande vuoto politico dietro di sé, un vuoto riempito solo dalla figura di un leader carismatico che invoca una rappresentanza, per così dire incondizionata, immediata, di un intero popolo, chiamato a stringersi al suo fianco. Da questo punto di vista, vedo una perfetta simmetria tra Berlusconi e Vendola.
Per me, è fondamentale sottolineare che il richiamo populista può affermarsi e di fatto si afferma – non solo nell’Italia attuale, ma anche ad esempio nella Francia boulangista, negli Stati Uniti del People’s Party, o nell’Italia qualunquista dell’immediato dopoguerra – in una condizione di crisi della democrazia, e in qualche modo ne rappresenta al contempo sintesi ideale e perversione pratica: nello specifico, la volontà di veder realizzate le proprie aspirazioni proprio da parte di quei settori popolari che della crisi subiscono le conseguenze più pesanti.
Oggi, in Italia, i settori sociali più esposti alla seduzione populista (si pensi al fenomeno-Lega, esempio quanto mai calzante, a mio modo di vedere) sono quelli che patiscono lo stravolgimento del patto democratico: gli imprenditori che soffrono la concorrenza internazionale, gli orfani del fordismo espulsi (come i disoccupati e i cassaintegrati) dal circuito produttivo, chi non trova una ricollocazione – rispetto alle protezioni di tipo economico e sociale, alla presenza di reti di solidarietà e luoghi di partecipazione culturale e politica – nel passaggio storico tra un capitalismo organizzato, fordista, e un capitalismo anarchico, nel senso di flessibile, post-fordista.
Il populismo fa leva su questo sentimento diffuso di insicurezza e rappresenta il vettore di una domanda sociale che associa all’insofferenza delle rispetto alle istituzioni – viste come inefficaci, inutili, inservibili – il richiamo all’idea di una comunità coesa, interclassista e armoniosa, unita nello spirito del sacrificio, nella moralità e nel buonsenso dell’uomo comune, nella consapevolezza di incarnare il bene di un popolo. Un popolo, la cui partecipazione e voce vengono espropriate e distorte dalle classi dirigenti dello Stato democratico – i politici, i magistrati, i grandi gruppi economici e finanziari, gli intellettuali – che occupano come un’élite parassitaria e corrotta i centri del comando e che rappresentano i cosiddetti poteri forti nella società.
Il messaggio populista reclama quindi un’immediata adesione al popolo da parte di un leader, e viceversa, mentre la sfiducia verso la democrazia è dettata dalla presenza di quei presidi istituzionali (sociali, politici, giuridici) che intralciano l’affermazione della sua volontà (del popolo-leader ovvero del leader-popolo). Non a caso, una leadership forte e carismatica che incarni fedelmente l’immagine del popolo a cui si rivolge, scavalcando ogni mediazione – il partito e i suoi organi collegiali, il vincolo universalistico ed egualitario della legge, la figura deliberativa del Parlamento – costituisce un elemento centrale per un regime populista.
Ora, a me pare che la categoria del populismo possa essere utilmente impiegata per comprendere i fenomeni politici dell’Italia di oggi, e il riferimento a Berlusconi, così come a Bossi, mi sembra centrato. A tutto questo, si aggiunge il problema della mediatizzazione della politica – al di là del conflitto di interessi di Berlsuconi – che, in virtù della sua logica interna di riproduzione, induce a un impoverimento dei contenuti della politica (dal grande progetto politico radicato in un ideale e in una visione del mondo allo slogan pubblicitario preconfezionato da esperti di marketing e consulenti di immagine), a una personalizzazione dello scontro politico, all’identificazione e alla selezione di figure politiche attraenti esclusivamente sotto il profilo mediatico (non importa quanto siano competenti, oneste, preparate).
Per concludere, tornando a Vendola, direi che tra le fabbriche di Nichi e l’insistenza sulle primarie, la situazione non cambi granché rispetto al quadro che ho dipinto. Pensiamo alle fabbriche di Nichi: un tentativo di affiancare (o di scavalcare del tutto?) alla mediazione del partito, un laboratorio politico ritagliato ad immagine e somiglianza del suo leader.
Pensiamo alle primarie: ma non sarà per caso che queste benedette primarie altro non siano se non un meccanismo plebiscitario di investitura di un leader da parte di un popolo che solo in virtù di quell’atto di investitura è in grado di riconoscersi come tale? Le primarie in questo senso sarebbero un astuto trabocchetto, un semplice miraggio della democrazia: il leader non è eletto dal popolo, è il popolo che viene creato dal leader, una volta eletto. Non esiste quindi un "popolo delle primarie", ma solo un insieme di singoli elettori che si riconosce come popolo, o meglio che ha le pretesa di incarnare un popolo e a cui viene fatto credere di essere un popolo, solo dopo che il suo leader viene eletto.
Certo, ammetto che è forse impossibile per un politico uscire dal quadro storico nel quale si inscrive la sua traiettoria e spero anche di sbagliarmi di grosso. Ma non è che sia molto fiducioso.

Sciarpe rotte eppur bisogna andar

Aquilotta del Nord

Re:Intenzioni di voto
« Risposta #89 : Domenica 13 Febbraio 2011, 11:06:32 »
Credo che ti stai sbagliando enormemente, che Massimo D'Alema abbia combinato qualche fregnaccia è un conto, ma che sia stato dalla parte della jena ridens ce ne corre altro che se ce ne corre. ;)

Caro Ulisse, mi spiace ma resto della mia idea.
Basti vedere cos'hanno combinato alle ultime regionali. Sono riusciti a perdere le elezioni più facili degli ultimi anni, mettendo candidati ad segugium penem ovunque, e stavano pure per far fuori Vendola... Quando la sinistra (?) era al potere, non si alzò alcuna voce per risolvere il problema dei problemi, ossia il conflitto d'interessi. Il caro Max ha sempre preferito l'espressione riforme condivise (vedi Bicamerale) alla parola opposizione. Sulle votazioni fondamentali (leggi scudo fiscale) si son sempre dati alla macchia. Forse dovevano riportare qualche spicciolo pure loro dall'estero..? Dalle sue labbruzze non sono mai uscite parole chiare di distacco da quello che dovrebbe essere il partito antagonista. Io lo vedo assolutamente parte di un sistema, il sistema peggiore, quello fradicio dalle fondamenta. Spero che certi personaggini siano avviati all'estinzione.

Offline carpelo

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Re:Intenzioni di voto
« Risposta #90 : Domenica 13 Febbraio 2011, 13:01:21 »
...
E no satana', non so proprio d'accordo.
Cioè sul populismo si, ma ho già detto che lo ritengo un bene: è inutile che ci stiamo a fare le pippe mentali intellettuali quando basta promettere più gnocca per tutti per stravincere le elezioni.
Però non mi puoi dire che dietro il lato populista di Vendola non c'è altro, o sminuire così le fabbriche di Nichi.
Vendola ha dato a tanti pugliesi non solo la voglia di tornare a fare sogni, ma anche gli strumenti per provare a realizzarli.