Autore Topic: Mirra: "Prossima stagione, Inzaghi pretenderà il massimo in ogni competizione"  (Letto 462 volte)

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Vincenzo Mirra, ex difensore biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, 89.3 FM.

“La conferma di Simone Inzaghi è d’obbligo. Il tecnico è entrato in punta di piedi e ha dimostrato di saperci fare. Con dodici mesi di esperienza in più sulle spalle è possibile che compia meno errori, anche se nel secondo anno il livello si complica perché occorre almeno confermare quanto di buono fatto nella precedente stagione sportiva.

L’allenatore piacentino terrà molto in considerazione tutte le tre competizioni, sia per una questione personale sia considerando il blasone del club biancoceleste. Dovendo misurarsi con il campionato, la Coppa Italia e l’Europa League, la squadra tutta dovrà essere composta di calciatori in grado di far bene, pronti anche anagraficamente per poter fare la differenza sin da subito. Ciò non esclude l’inserimento di giovani che potranno risultare preziosi nell’arco dell’intera stagione.

Quando è arrivato alla Lazio, Milinkovic era già un giocatore con grandi capacità, anche se sono serviti alcuni mesi per farlo inserire; è normale che ci siano iniziali difficoltà di ambientamento. È ancora in fase evolutiva, può sorprenderci ulteriormente. Non mi sorprenderebbe, nel tempo, vederlo agire da regista. Può giocare ovunque, anche da attaccante abile nel gioco aereo. È tecnico, deve ancora migliorare nella cattiveria agonistica. Potrebbe diventare un top-player.

Giocatori come Felipe Anderson e Keita, che ha dimostrato di fare bene anche da prima punta, è normale optare per un 4-3-3 con questi due giocatori ad agire sulle corsie. Inzaghi è riuscito a impostare tatticamente la squadra sia con questo schieramento che con il 3-5-2. Il brasiliano perde alcune sue peculiarità se posizionato a tutta fascia in un centrocampo a cinque. Il classe 1993 può agire in questo ruolo, ma dalla metà campo in giù può essere letale, anche se è un calciatore generoso e aiuta molto in fase di non possesso. Può coprire 80/90 metri di campo ma poi potrebbe perdere di lucidità in zona-gol.

Pioli è un tecnico che capisce di calcio; è stato lui, infatti, il primo a intravedere le possibilità di poter schierare Keita nel ruolo di punta. Il senegalese è giovane, ha caratteristiche importanti, riesce a liberarsi delle marcature ma occorreva tempo per lavorarci. Mentalmente, il classe 1995 è nato come esterno e quindi no era ancora pronto a cambiare posizione in campo soprattutto a livello psicologico. Forse nemmeno lui stesso sapeva di poter diventare un attaccante.

Quando Keita e Immobile giocano insieme, non danno mai punti di riferimento. Entrambi si alternano nel ruolo di prima e di seconda punta, mettendo così in difficoltà le difese avversarie. I due attaccanti biancocelesti sanno attaccare bene la profondità”.

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