Autore Topic: Reja, un anno di Lazio: pregi, difetti, grandi numeri e un disagio che cresce  (Letto 806 volte)

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Scollatura con Lotito e l'ultimo mercato la ha accentuata: per questo per rinnovare il contratto aspetterà maggio

di Gabriele De Bari
ROMA - Un anno di Reja. Tra paure e vittorie, tra salvezza e sogno europeo, passando per la delusione di un mercato che non c’è stato, guardando verso un futuro costellato d’incognite. Il tecnico friulano prese per mano una Lazio alla deriva, pilotandola a una salvezza prima complicata, poi trionfale: dall’esordio di Parma, fino alla chiusura del campionato a Livorno.

Meritatosi sul campo la conferma, Reja aveva chiesto il reintegro di Ledesma e acquisti mirati per migliorare l’organico. Dopo aver atteso il centravanti per tutta l’estate, ha sperato di averlo a gennaio. Ma la società ha risposto picche su tutti i fronti: dalla punta, all’esterno di fascia sinistra che potesse rimpiazzare Radu. Gli hanno acquistato Sculli, senza avvisarlo della trattativa. Sperava almeno di avere Blasi, un centrocampista che conosceva bene per averlo allenato al Napoli. Un affidabile sostituto di Brocchi sacrificando Foggia che, alla luce delle apparizioni stagionali, non stima molto. Ma l’affare, che sembrava ormai chiuso, è sfumato in dirittura d’arrivo. Come dire: ”Avanti con questi e portaci ugualmente in Europa”.

E’ chiaro che, alla luce della situazione che si è andata delineando, l’allenatore biancoceleste, non può ritenersi soddisfatto di come viene trattato dalla società. C’è una scollatura evidente, messa a nudo proprio dalle mosse del mercato di gennaio, e vissuta sottotraccia solo grazie ai buoni risultati conseguiti dalla formazione nel girone d’andata. Lo score del tecnico sulla panchina della Lazio è decisamente positivo: 65 punti conquistati in 37 giornate di campionato. Soltanto Ranieri ha fatto meglio. Le vittorie sono state 17, 11 i pareggi, 8 le sconfitte, con 51 reti realizzate e 40 subite. Sul piano del rendimento poco o niente si può obiettare al lavoro svolto da Reja. Magari sono altre le situazioni che gli si possono imputare: la cattiva gestione di un patrimonio come Zarate, la scarsissima considerazione di un goleador come Rocchi, l’emarginazione di una risorsa come Foggia, la rinuncia, a cuor leggero, a Firmani che era l’unico incontrista in alternativa a Brocchi e forse la mancanza di un gioco spumeggiante. Ma la filosofia calcistica di Reja era nota da tempo: buona per le situazioni delicate, meno brillanti quando si tratta di regalare qualcosa allo spettacolo.

Reja percepisce uno stipendio di circa 800 mila euro, con bonus di circa 150 mila in caso di qualificazione Uefa e il suo contratto scadrà a giugno. Ma la frase rilasciata a “Mediaset Premium”, subito dopo Milan-Lazio, rischia di aprire scenari nuovi che concedono poco spazio all’ottimismo. «Lotito mi ha proposto il rinnovo un mese e mezzo fa, ma ora sarò io a decidere. Firmo sempre contratti annuali, a maggio vedrò se ci saranno le condizioni per continuare il rapporto». Frasi sibilline che sembrano anticipare una crisi, che evidenziano una convivenza piuttosto fredda fra allenatore e società. Che gli sviluppi dell’ultimo giorno di mercato hanno accentuato. Reja arrivò sulla panchina della Lazio il 9 febbraio scorso e contro il Chievo festeggerà un anno di Lazio. Nonostante i buoni risultati, però, ci sono molte ombre sul futuro del friulano e forse la società si sta già guardando attorno per non farsi trovare impreparata.

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