Autore Topic: Anche gli yankees in pista  (Letto 183618 volte)

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CiPpi

Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1280 : Mercoledì 11 Maggio 2011, 13:19:17 »
Scusate se insisto, ma nel contratto può esserci tranquillamente scritta come conditio sine qua non, il quarto posto dei cani.
...

certo ma come dice Chinaglia lo dovrebbero aver comunicato alla CONSOB ed al mercato, da cui la notizia dovrebbe essere di pubblico dominio, come e quanto il vendor loan ed il prestrito da Unicredit, altre condizioni per l'acquisto.

il fatto che non se ne parla vuol dire o che e' una fandonia, oppure che si e' in qualche modo taciuto.

il perche' della prima mi, e credo che ci, puo' fregare molto poco.

la seconda ipotesi aggiungerebbe invece un tassello di non poco conto sulle ultime peripezie sia in campo che fuori (vedi licenza UEFA, CONI, stadio Olimpico ecc.ecc.)

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1281 : Mercoledì 11 Maggio 2011, 13:46:32 »
la seconda ipotesi aggiungerebbe invece un tassello di non poco conto sulle ultime peripezie sia in campo che fuori (vedi licenza UEFA, CONI, stadio Olimpico ecc.ecc.)

cacchio se lo aggiungerebbe!!!

quand'è previsto il pagamento della seconda rata? fine mese?
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Trippanera

Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1282 : Venerdì 13 Maggio 2011, 14:18:05 »
AS Roma – Resoconto intermedio di Gestione al 31 Marzo 2011

- I Ricavi consolidati del terzo trimestre dell’esercizio sociale in corso (in prosieguo il
“Trimestre”), al netto dei risultati della gestione operativa del parco calciatori, sono pari
a 29,4 milioni di euro (46,8 milioni di euro, al 31 marzo 2010), in significativa flessione
rispetto al Trimestre al 31 marzo 2010, dovuta principalmente agli effetti negativi di
stagionalità dell’attività sportiva e alle innovazioni introdotte dal D. L. n. 9/2008, in
materia di titolarità e modalità di commercializzazione dei diritti audiovisivi del
Campionato;
- I Costi operativi consolidati del Trimestre, al netto dei risultati della gestione operativa
del parco calciatori, sono pari a 36,5 milioni di euro (38,9 milioni di euro, al 31 marzo
2010), in live flessione rispetto al Trimestre al 31 marzo 2010, seppur con una diversa
incidenza alla formazione dei costi di periodo;
- Nel Trimestre dalla Gestione operativa del parco calciatori sono derivati oneri netti
per 0,1 milioni di euro, sostanzialmente dovuti ad acquisizione temporanee di diritti
realizzate nella sessione estiva della campagna trasferimenti 2010/2011 (proventi netti
per 0,02 milioni di euro, al 31 marzo 2010);
- Il Margine operativo lordo consolidato (Ebitda) del Trimestre, comprensivo dei
risultati della gestione operativa del parco calciatori, è negativo per 7,3 milioni di euro
(positivo per 7,9 milioni di euro, al 31 marzo 2010), in peggioramento rispetto al
Trimestre al 31 marzo 2010, per i fatti di gestione infra rappresentati;
- Il Risultato netto consolidato del Trimestre è negativo per 15,3 milioni di euro,
comprensivo della quota di competenza di terzi (positivo per 0,6 milioni di euro, al 31
marzo 2010);
- La Posizione finanziaria netta consolidata al 31 marzo 2011 è a debito per 25,7
milioni di euro, in flessione di 8 milioni di euro nel Trimestre, per l’assorbimento delle
risorse a copertura dei fabbisogni della gestione corrente e degli investimenti in diritti;
- Il Capitale non corrente netto consolidato al 31 marzo 2011 è pari a 24,4 milioni di
euro, in diminuzione di 7,3 milioni di euro nel Trimestre; mentre il Capitale corrente
netto consolidato, negativo per 42,2 milioni di euro, registra una variazione negativa
di 0,2 milioni di euro;
- Il Patrimonio netto consolidato, al lordo della quota di terzi, a fine Trimestre è
negativo per 43,5 milioni di euro, con una variazione negativa di 15,5 milioni di euro
rispetto al 31 dicembre 2010, per il risultato economico conseguito.

Offline aaronwinter

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1283 : Venerdì 13 Maggio 2011, 22:45:25 »
Apperò.
Che uomo  ;D

+++++++++++++++++++

Roma
L'avvertimento di Montali
"Ora ci vuole chiarezza"

Il dirigente si unisce al coro dei tifosi, che vogliono più certezze per il futuro del club: "Quando arriverà la nuova proprietà dovrà essere molto chiara con i nostri tifosi, perché il nostro pubblico capisce tutto e merita rispetto".


ROMA - Alla voce dei tifosi, adesso, si aggiunge anche quella di un dirigente. Gian Paolo Montali, unico dirigente in equilibrio tra passato, presente e futuro della Roma di oggi, lancia un avviso a chi sulla stiva metterà piede a breve. Chiedendo, a DiBenedetto e soci, chiarezza e rispetto per i tifosi.

CHIAREZZA - "Quando arriverà la nuova proprietà dovrà essere molto chiara con i nostri tifosi, perché il nostro pubblico capisce tutto e merita rispetto". Messaggio esplicito quello del direttore operativo della Roma che, dal portone della corte di giustizia federale (dove si trovava per discutere il ricorso contro le squalifiche di Perrotta e De Rossi), investe con le sue parole il futuro a breve termine del club. A cui le parole distensive che fanno seguito non tolgono il senso originale: "Adesso è un momento molto delicato, di transizione, in cui bisogna aspettare dei passaggi tecnici, per questo va rispettato anche il silenzio delle persone". Rispetto per il silenzio di queste ore, ma chiarezza per il futuro. Evidentemente, il non avere ancora un nome certo per la panchina della prossima stagione (restano stabili le quotazioni di Montella) e il non conoscere nei dettagli il progetto tecnico di chi sta lavorando da tempo - e in questo senso non sono certo un mistero i nomi di Baldini come futuro direttore generale e Sabatini come diesse - agitano gli umori all'interno delle mura di Trigoria. Già Perrotta, subito dopo la gara di Milano, aveva puntato l'indice
contro quei dubbi che hanno minato, per lui, le stabilità presenti e future della squadra: "Da tre mesi viviamo tutti nell'incertezza, non si sa chi resta e chi arriverà, dal tecnico ai giocatori e dirigenti". Il segnale di un malessere che a Trigoria germoglia a tutti i livelli contagiando anche la squadra, evidentemente pronta a trasformarlo nel più comodo degli alibi in caso di mancata qualificazione alla Champions League.
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Offline Matita

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1284 : Venerdì 13 Maggio 2011, 23:07:11 »

Il dirigente si unisce al coro dei tifosi, che vogliono più certezze per il futuro del club: "Quando arriverà la nuova proprietà dovrà essere molto chiara con i nostri tifosi, perché il nostro pubblico capisce tutto e merita rispetto".




certo come no...
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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1285 : Sabato 14 Maggio 2011, 09:08:08 »
Apperò.
Che uomo  ;D

+++++++++++++++++++

Roma
L'avvertimento di Montali
"Ora ci vuole chiarezza"




mmm

Qualcosa mi dice che quest'essere infido tanto voluto da Unidebit potrebbe essere oggetto di "epurazione" nel nuovo assetto societario...se è così un applauso per Tommy5cessi, almeno non dovremo più vedere la sua faccia da c@xxo piangente quando va in tv a dire "che cosa racconterò ai miei figli stasera"...
Io tifo solo due squadre:
la Lazio e...chiunque giochi contro la roma!

''Ancora co sta rivoluzione culturale? Adesso ve lo dico, prendete appunti: la rivoluzione culturale é una cazzata''. Franco Melli, 14-02-2012

palla a Klose e s'abbracciamo, palla a Candreva e bestemmiamo!

Offline fiDelio

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1286 : Sabato 14 Maggio 2011, 09:11:23 »

mmm

Qualcosa mi dice che quest'essere infido tanto voluto da Unidebit potrebbe essere oggetto di "epurazione" nel nuovo assetto societario...se è così un applauso per Tommy5cessi, almeno non dovremo più vedere la sua faccia da c@xxo piangente quando va in tv a dire "che cosa racconterò ai miei figli stasera"...

No, quello mi sembra fosse Pradè, l'amico di Mazzini.
#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Offline aaronwinter

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1287 : Sabato 14 Maggio 2011, 09:38:30 »
No, quello mi sembra fosse Pradè, l'amico di Mazzini.

Ah, quello tutelatissimo.
Sic transit gloria mundi
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Offline WBB

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1288 : Sabato 14 Maggio 2011, 22:01:22 »
Ah, quello tutelatissimo.
Sic transit gloria mundezza
ecco ;D
trigoria delenda est

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1289 : Domenica 15 Maggio 2011, 17:17:39 »
bene..

cani fuori dalla CL (e dai soldi della CL).

scenari possibili?
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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1290 : Domenica 15 Maggio 2011, 17:20:26 »
Speriamo un'Apocalisse

Offline WombyZoof

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1291 : Domenica 15 Maggio 2011, 17:22:36 »
Speriamo un'Apocalisse

come minimo, come.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline disabitato

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1292 : Domenica 15 Maggio 2011, 18:07:27 »
dite che tom cinquecessi potrebbe chiamarsi fuori senza i soldi della CL?
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Offline BobLovati

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1293 : Domenica 15 Maggio 2011, 18:17:06 »
dite che tom cinquecessi potrebbe chiamarsi fuori senza i soldi della CL?

non lo so se sarebbe peggio o no; magari rimane e dopo 1 anno consegna i libri al tribunale dei fallimenti   8)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

bak

Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1294 : Domenica 15 Maggio 2011, 18:25:19 »

Offline Matita

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1295 : Domenica 15 Maggio 2011, 19:50:31 »
25 milioni


Puff
Si er papa te donasse tutta Roma
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Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1296 : Domenica 15 Maggio 2011, 20:07:40 »
25 milioni


Puff
Praticamente i due mesi di stipendi, che dovrà pagare unicredit, così i 40 mil. previsti per la c. a. diventano una ventina.
(E ricordatevi, che loro non vendono, loro fanno trading)  :P
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

POMATA

Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1297 : Domenica 15 Maggio 2011, 20:11:06 »
Unidebit ha appena pagato gli stipendi arretrati di febbraio-marzo... :D :D :D

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1298 : Venerdì 20 Maggio 2011, 14:34:09 »
Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"


Obiettivo 3 giugno. A campionato finito, Thomas Di Benedetto conta di festeggiare il suo sessantaduesimo compleanno in Italia da nuovo padrone dell'As Roma. Sarà il primo proprietario straniero di un club italiano di serie A e non sarà solo. Con lui, a parità di investimento, ci saranno Richard D'Amore, James Pallotta e Michael Ruane. Avranno il 60 per cento. Il 40 per ora resta di Unicredit, arbitro, guardalinee e quarto uomo nell'ultimo match della famiglia Sensi, distrutta nel patrimonio da 18 anni di grandeur calcistica.

Tom, Rich, Jim e Mike, ossia tre italiani e un irlandese cresciuti nell'area metropolitana di Boston, Massachusetts, conoscono il basket, il baseball e il football americano. Non conoscono il calcio e il calcio non conosce loro. Per questo e per l'amore italico verso la trama, i mesi di trattativa per comprare i giallorossi sono diventati un thriller dove non si capiva chi fosse l'assassino. Nel senso che risultava oscuro da dove arrivassero e chi fossero Di Benedetto e i suoi sfuggevoli compari di oltreoceano.
 
Scetticismo e attesa messianica, i due poli dello spirito romano, si sono scontrati dal novembre dell'anno scorso, quando i bostoniani hanno fatto la prima offerta non vincolante per il club giallorosso. Nel momento in cui Di Benedetto è sbarcato a Fiumicino il 28 marzo 2011, la rassegna stampa su di lui comprendeva una vasta galleria di ritratti. Per lo più, il businessman di origini campane veniva considerato un bluff, uno sconosciuto nella sua stessa città, un poveraccio che viaggia in economica. In romanesco, un sòla.

Proviamo a spostarci a Washington, la capitale. Al numero 1401 di K street, a circa 500 metri di distanza dalla Casa Bianca c'è la sede di una società che si chiama Jefferson, Waterman International (Jwi). Di Benedetto è il chairman, ossia il presidente non operativo del consiglio di amministrazione. La società viene definita come "una ditta che fornisce al governo federale rappresentanza e consulenza sia politica sia strategica a governi stranieri e multinazionali".

-DiBenedetto in auto verso la riunione con
Il fondatore Charles Waterman ha lavorato per decenni ai massimi livelli della Cia. È stato vicepresidente del National Intelligence Council e capo delle operazioni di spionaggio statunitense in posti come il Kuwait, l'Arabia Saudita, l'Egitto, il Libano e la Giordania. Tutti gli altri rappresentanti di Jefferson Waterman vengono dai ranghi delle forze armate o dai servizi dell'intelligence americana.


Borriello foto GMT Tutti, salvo Di Benedetto. Ma è piuttosto difficile che una lobbying firm di questo livello abbia preso come presidente un figlio di paisà italiani, soltanto perché passava di là e perché non ama parlare con i giornalisti. L'elenco dei clienti di Jefferson Waterman è, per certi aspetti, inquietante.

Com'è d'uso fra i colossi del lobbying nati nell'era Bush all'incrocio fra interessi pubblici e privati, la società di Washington rappresenta gli interessi di Alassane Ouattara, presidente della Costa d'Avorio, ed ha avuto fra i clienti l'Alleanza per il nuovo Kosovo, partito fondato da Beghjet Pacolli, una decina di Stati (Algeria, Croazia, Corea del Sud, Rwanda, Ghana, Bulgaria, Nicaragua, Romania, Giamaica), l'organizzazione per il commercio estero giapponese, la banca internazionale dell'Azerbaijan, la fondazione Veterani di guerra del Vietnam e aziende come Gec Marconi, Chevron, Cisco e Bae systems. Negli anni Novanta non è mancata qualche scelta controversa, come quando Jwi ha rappresentato gli interessi della dittatura birmana.


totti roma jpeg
Bisogna dire che l'ambiente è nettamente conservatore e le simpatie dello stesso Di Benedetto vanno al partito repubblicano, come è tradizione nella comunità italo-americana di Boston. La dimensione di Jwi, e la rete di amicizie ad alto livello in zona Capitol Hill, sembra essere del tutto sfuggita. Soprattutto agli uomini di Unicredit.

Nel corso della trattativa con la banca, Di Benedetto ha più volte confessato ai suoi uomini un certo disagio nell'essere trattato dall'alto in basso. E non tanto dai giornali italiani, che lui non legge, quanto dai dirigenti della banca venditrice, impegnati a togliere dal fuoco la castagna del club giallorosso e sottoposti a pressing asfissiante dalla stampa italiana, dalle radio romane e dalla tifoseria.


Rosella Sensi Forse l'apparenza inganna e il sogno americano è fuori luogo in zona stadio Olimpico, ma per arrivare così vicino alla Casa Bianca, Di Benedetto ha dovuto lavorare duro. Figlio di una famiglia umile, con un padre sbarcato in America a 16 anni e, a quanto si racconta, calciatore di buon livello nelle leghe del soccer locale, il futuro presidente della Roma si è laureato al Trinity College di Hartford (Connecticut) nel 1971 ed è riuscito a entrare nella Pi Gamma Mu, una di quelle consorterie universitarie simili a una loggia massonica su base locale. Le foto dell'epoca mostrano lo studente, già non troppo atletico, in canottiera da basket e con l'armamentario protettivo per il football americano.


PAOLO FIORENTINO
Due anni dopo, nel 1973, ha conquistato il master in Business Administration a Wharton, uno degli Mba più prestigiosi. A studiare insieme al giovane italo-americano c'era Michael Ruane, l'irlandese democratico che, a quarant'anni di distanza, è di gran lunga il più ricco della cordata As Roma, con un patrimonio stimato in diversi miliardi di dollari.

Dopo l'Mba, Di Benedetto ha lavorato in alcune case di investimenti (Allen & co, Salomon Brothers, Morgan Stanley). Nel 1983, in pieno furore economico reaganiano, ha fondato il Big (Boston international group), attivo nel settore delle fusioni e acquisizioni. Al Big si sono aggiunte, negli anni successivi, partecipazioni in società immobiliari, finanziarie e di software. Una delle principali è la Alexander's, un'immobiliare gestita dal Vornado Realty, uno dei trust specializzati in real estate più grandi degli Stati Uniti.


JAMES PALLOTTA
Cattolico devoto, Di Benedetto ha regalato milioni di dollari alla chiesa locale, inclusa una casa di riposo per sacerdoti nella zona di Cape Cod, ed è rimasto molto legato al cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo metropolita di Boston dal 1984 al 2002, quando è stato travolto dallo scandalo dei preti pedofili. Law, che oggi è reggente della basilica romana di Santa Maria Maggiore, è una delle prime persone che Di Benedetto è andato a trovare durante il suo viaggio di marzo nella capitale.

L'idea di cercare valore nelle aziende medio-piccole per comprarle a poco o nulla e venderle bene è sempre stata la guida di Di Benedetto. Sarà così anche alla Roma, che il businessman italo-americano si è portato a casa per un piatto di lenticchie. Ma i giallorossi non sono il suo primo investimento sportivo.

Nel 2002, c'è stata l'acquisizione dei Boston Red Sox per 700 milioni di dollari in cordata con i partner della Nesv (oggi Fenway Sports Group). Le calze rosse, ex squadra di Babe Ruth, erano una nobile decaduta del baseball. Non vincevano da 86 anni e affogavano nei debiti. I nuovi proprietari sono stati bravi e fortunati. Dopo appena due anni, nel 2004 i Red Sox hanno vinto le World Series della Major League Baseball.

Lo stesso gruppo di azionisti, guidato da John Henry, si è trovato durante la stagione calcistica 2010-2011 a considerare due proposte di acquisto di squadre indebitate. Una era il Liverpool, l'altra era la Roma. Fenway Sports si è orientata sul club inglese. Di Benedetto, pur essendo diventato socio di minoranza dei Reds di Liverpool, ha deciso di insistere con i giallorossi.


Richard D'Amore (a sinistra)
Ruane è stato contattato in quanto amico di studi. Non è solo il più ricco. È anche il più riluttante ad apparire. Dato il lavoro che fa, Ruane tutto vuole meno che essere associato a una società sportiva. Men che meno al calcio europeo, noto nel mondo come una macchina per produrre perdite e debiti. I clienti potrebbero allarmarsi e il TA Associates Realty di Ruane non gestisce soltanto ricchezze private ma anche, com'è tipico degli Usa, fondi pensionistici pubblici. Fra questi, quello dello Stato del Massachusetts. In altre parole, bisogna che l'investimento di Ruane nel calcio sia tenuto ben distinto dalle sue attività principali.

Non ha questo problema James Pallotta. Il più giovane dei quattro (53 anni) ha partecipato nel 2002 all'acquisto dei Boston Celtics (National basketball association) con un quota di 20 milioni di dollari sui 360 milioni di investimento complessivo. Anche qui la squadra era in declino dopo gli anni trionfali di Larry Bird. Per tornare a conquistare l'anello di campioni c'è voluto un po' di più di quanto ci abbia messo Di Benedetto nel baseball. Il titolo Nba è arrivato nel 2007-2008.


Atterra a roma tom dibenedetto Mezzelani GMT Di origini calabro-pugliesi, Pallotta vive con gli hedge fund. Dunque, pericolosamente. Nel 2004, al massimo della bolla speculativa, gestiva un fondo dal nome simbolico, il Raptor Global, garantiva ai suoi partner ritorni sugli investimenti nell'ordine del 20 per cento all'anno e incamerava uno stipendiuccio di 194 milioni di dollari. Quattro anni dopo, con la crisi finanziaria, il Raptor Global è saltato. Non che Pallotta sia finito sul lastrico. Previdente, si era comprato una villa di 22 stanze su un'area di 27 acri a Weston, nei sobborghi chic di Boston. Nel 2009 il finanziere è tornato in attività negli hedge fund con il Raptor Evolution, accreditato di una massa gestita di 11-12 miliardi di dollari.


Atterra a roma tom dibenedetto Mezzelani GMT D'Amore è il quarto moschettiere della cordata. Ha 56 anni e un Mba a Harvard seguito da esperienze in Hambro International e Artur Young. Dal 1994 si è messo in proprio con la North Bridge Venture Partners che amministra oltre 3 miliardi di dollari. Ha interessi nell'hi-tech (Veeco instruments e Solectron) e nell'industria medica con la Phase Forward del gruppo Oracle di Larry Ellison. Anche D'Amore, figlio di un sarto, viene da una famiglia di lavoratori che hanno investito nell'educazione dei figli. La sorella, Patricia D'Amore, è una scienziata molto nota nel campo dell'oftalmologia.

La squadra dei proprietari della Roma è questa. Potrebbe cambiare nel giro dei prossimi mesi, se Unicredit cederà parte del suo 40 per cento a soci italiani. In ogni caso, sembra certo che Di Benedetto sarà il manager esecutivo e che gli altri avranno più che altro il ruolo di soci finanziatori. Se riusciranno o falliranno, è presto per dire. Di certo, sono partiti col piede giusto visto che hanno comprato a poco. Ma, altrettanto di sicuro, arrivano in un pianeta sconosciuto e ostile dove ben pochi sono riusciti a guadagnare. A partire dagli yankees che hanno investito nella Premier League inglese. In Italia non sarà più facile.

 

Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

POMATA

Re:Anche gli yankees in pista
« Risposta #1299 : Venerdì 20 Maggio 2011, 18:18:55 »
Ma il tetto a 1,5 é attualmente inferiore al nostro o sbaglio? ;D ;D ;D