Autore Topic: Per i nostalgici del Flaminio  (Letto 19202 volte)

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superaquila

Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #240 : Domenica 19 Maggio 2024, 08:33:02 »
Qui non si sta parlando della chiesa a formello con il mausoleo di Lotito, si parla di stadio di proprietà.
Lo stadio di proprietà è una mossa enorme e praticamente definitiva.

Per ora, a carte ancora coperte, andare al Flaminio ha l'unico vantaggio dell'ubicazione.

Uno stadio deve essere un valore aggiunto per un club, deve generare ricavi al di là del semplice costo del biglietto. Che ci piaccia o no, lo stesso stadio olimpico è una merda totale che andrebbe demolita. Nel 2024 è assurdo che se ho fame non possa avete alternative ad un hot dog stantio o una pizza col prosciutto rancido.

Lo stadio deve avere: ristoranti (veri), cinema, spazi commerciali, palestre, ecc ecc.
In Italia si va allo stadio, si fruisce dell'evento, si esce dallo stadio e si va a spendere soldi altrove.

Copio e incollo da forbes.it
...
...
...
Sono strutture che possono funzionare tutta la settimana e tutto l’anno e che contribuiscono in modo importante all’economia locale.

In buona sostanza, occhio alla trappola.
Da questa mossa si determina il futuro della Lazio.
Complimenti per tutto quello che hai detto e ricordato a cosa può servire uno
stadio di proprietà, pertanto per i motivi che hai ricordato Il Flaminio non può fare al caso nostro.

Offline Boksic

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #241 : Domenica 19 Maggio 2024, 08:39:08 »
La Juve incassa, con uno stadio da 42000 spettatori, in media circa 41 mln l'anno (dati 2021), milan r Inter, con san siro, circa 20 l'anno a testa.

Ma i ricavi no match day sono di nemmeno 2 mln.

Online disabitato

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #242 : Domenica 19 Maggio 2024, 11:41:53 »
Perché è una cattedrale nel deserto.
Sotto c'è un conad e niente più.
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Offline violator

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #243 : Domenica 19 Maggio 2024, 13:41:43 »
non mi pare che all'Olimpico esistano centri commerciali e introiti economici extra per i due club che lo utilizzano, a parte la baracchetta 2 metri per 2 che vende prodotti ufficiali ...

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Offline WBB

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #244 : Domenica 19 Maggio 2024, 15:09:45 »
Sul Flaminio sarei rilassatissimo visto che non si farà mai essendo stra-vincolato (assurdo ma vero).
Il problema è che con questa cazzata perdiamo altro tempo, Lotito lo stadio non lo vuole fare e finché ci sarà lui lo stadio non lo vedremo mai.
trigoria delenda est

Offline Er Matador

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #245 : Domenica 19 Maggio 2024, 15:35:44 »
Perché è una cattedrale nel deserto.
Sotto c'è un conad e niente più.
Secondo me il problema è un altro, con qualsiasi impianto e anche in altri ambiti: non siamo inglesi.
Quindi è inutile, anzi dannoso, scimmiottare modelli basati su mentalità e comportamenti lontanissimi dai nostri.
L'italiano medio non va negli stadi comodi come teatri: va a soffrire, sudare, bestemmiare insieme ai suoi beniamini in campo.
E al novantesimo necessita di una camera di decompressione, non di vedere ancora e ossessivamente quei colori per cui ha appena trascorso un'ora e mezzo al cardiopalma.
Quanto all'usufruire dei ristoranti al di fuori degli eventi agonistici, immaginate un vostro conoscente: brava persona, ma che tifa per la squadra sbagliata.
Se vi invita a un ristorante "normale" potere anche accettare; se invece vi invita in un locale gourmet, ma dove alle pareti trovate la gigantografia del merda Mancini con quella bandiera, spero per voi che la cosa non vada a buon fine.
A meno di non ripiegare su attività meno caratterizzate dal marchio (ma allora perché dovrebbero essere attrattive per un tifoso?), oppure di frequentarsi solo fra sostenitori dello stesso club.
Quanto riportato nell'articolo di Forbes da te citato mi ricorda lo sceneggiato Ho sposato un calciatore: una serie di situazioni estranee al calcio e alla realtà di casa nostra.

@Matador : le merde non sono la Juventus e la Lazio non è il Torino.
Non mettiamoci noi per primi in condizione di inferiorità.
Quelli de llà non vincono mai e passano storicamente come dei perdenti.
Questo deve esser chiaro. Non vincono coi sordaut ... non vincono co gli arbitri a favore, non vincono co la Sampdoria in casa...
Alla luce di questo come possiamo letteralmente "imbucare" la riomma in un discorso addirittura sostituendola alla Juve?
Ma infatti non si parla del palmarès, per nostra fortuna, bensì della mafiosità fuori dal campo.
Che nel caso delle merde, ad esempio nella potenza di fuoco mediatica, è persino superiore.
Prova a contare romettari e juventini nelle varie redazioni.
Oppure a confrontare quanto si parla degli errori arbitrali a favore dei bianconceri, e quanto degli scandali di cui gli inferiori beneficiano ogni domenica.

Offline Er Matador

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #246 : Domenica 19 Maggio 2024, 15:37:09 »
Quindi il problema,anzi la paura sarebbe quella di diventare il torino di turno ,come se questo fosse colpa di uno stadio e non della gestione di merda di un coglione come cairo ? cioe' quindi il sassuolo o l'udinese che hanno un bellissimo stadio dovrebbero stare in champions, se contasse qualcosa...ripeto, ma magari lo facessero da me lo stadio nuovo che tanti a roma non lo meritano.
Vivendo in Piemonte, saprai meglio di me che l'agonia del Toro è cominciata assai prima di Rifiuto Urbano Cairo.
Dopo la presidenza Borsano, spazzata via da Mani Pulite insieme ai vari Craxi e La Ganga di cui era un addentellato, si sono alternati personaggi improponibili come il chitarrista Goveani (che non solo in quello ricorda Gualtieri) e lo squattrinato Vidulich.
Finché Lucky Luciano Moggi ha proferito una sentenza che dovrebbe far tremare i polsi sulla sponda romana: in città non c'è posto per due squadre.
Ed ecco, con Aghemo come Cavallo di Troia, il duo Cimminelli-Romero: due individui targati Fiat e uno dei quali, quando si dice la sfiga del Toro, noto per aver causato la morte di Gigi Meroni (o per essersene assunto la responsabilità, il che secondo alcuni spiegherebbe la sua improvvisa carriera nell'azienda degli Agnelli).
Ricordo una partita di quegli anni in cui la Juventus scese in campo con la più inverosimile delle terze maglie: di un rosso, rosso scuro, diciamo pure quasi granata.
Era il segnale dell'avvenuta incorporazione, il "Giordano giallorosso" della situazione.
Da lì in poi sono arrivati gli ultimi, patetici anni di Tilli & Cimmi, il fallimento dopo quel Torino-Acqui 5-0 in piena estate e l'usurpazione da parte della cairese.
Una subalternità costruita negli anni dalla controparte; di cui lo stadio - o per meglio dire il vespasiano indegnamente intitolato al Grande Torino - ha rappresentato non la causa bensì il sigillo definitivo.
E con esso l'ultima palata di terra su qualsiasi ipotesi di competizione stracittadina.

Offline Frank 73

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #247 : Domenica 19 Maggio 2024, 16:10:43 »
Nell'immaginario collettivo, in particolare quello nazionale, la Lazio è potenzialmente percebibile come seconda squadra capitolina per due fattori. Non per il palmares, la Lazio ha pure qualche trofeo in più. Non per storia, la Lazio è più antica. Non per le origini, non ne parliamo proprio. Ma per il messaggio comunicativo, che, banalizzando, in sostanza dice che... loro sono di più (numeri). Ed a certificare il dogma, la denominazione Roma che la identificherebbe con la città, spiegando quei numeri.
Poco comunque, dal punto di vista sportivo, per dare la percezione, in particolare a chi segue il football, che Lazio e Roma appartengano a due ambiti diversi. Sono, per tutti, le due squadre di Roma. Una può essere più simpatica dell'altra, una può essere, in un determinato periodo, superiore all'altra, e più di una volta capita a noi. Ma nell'immaginario collettivo, ed oggi questo conta per sponsor, pubblicità, diritti, rioma e Lazio sono la stessa cosa, navigano lo stesso mare.
Io sono un sostenitore (televisivo) della rioma perche mi connetto alla loro partita per gufarli, un riomanista si connette per tifarli. Per chi ha messo lo spot pubblicitario siamo la stessa cosa. Se disputassimo campionati diversi, se non vi fosse competizione, io non la vedrei. E lo spot pubblicitario varrebbe meno.
Quindi... rioma e Lazio hanno paradossalmente più valore, per chi vende diritti, come quelli televisivi, proprio in virtù di quella competizione, a qualunque livello avvenga, sia pure per un sesto posto.
E' per questo che sono campate in aria le preoccupazioni di chi teme, per come è strutturato il calcio oggi, una divaricazione di status nel futuro dei due club.
Anzi... se la Lazio non esistesse, una rioma che navigasse sotto il quarto posto, lontana dal vertice, giocherebbe in un teatro vuoto. E viceversa per noi. La rioma fa il sold out perché esiste la Lazio, ha quel seguito proprio perché, pur essendo un club anonimo in Italia dal punto di vista sportivo (palmares ridicolo), si nutre dell'eterno derby quotidiano. E per noi è pure così, per quanto noi si sia beneficiari di un trascorso storico e culturale di ben altro livello che prescinde dalla loro esistenza. Ma... sui numeri, sul seguito... incide e come. Oggi seguirò le partite con un qualche interesse perché esistono loro, altrimenti penserei già alle vacanze.
Contano... i numeri in questa percezione. Quanti trofei? Per chi segue il calcio, più o meno gli stessi. Quanti tifosi? Sono nello stesso stadio.
Contano i numeri quindi.
A meno che, non si compiano scelte definitive che quella divaricazione vadano a provocarla, e in un senso irrevocabile. Se lo stadio della Lazio, per quanto nel centro cittadino (cosa che è rilevante solo per chi è dentro il Raccordo, e solo per chi va allo stadio, fuori Roma non frega niente a nessuno dell'ubicazione, io neanche lo so dove sono ubicati tanti stadi italiani), se il nostro stadio avrà pure solo diecimila posti in meno di quello della controparte, certificherà uno dei criteri su cui si può valutare una situazione di inferiorità.
"La Lazio? E' la squadra di Roma con lo stadio più piccolo..." Quindi, l'attestazione, che oggi non c'è, dell'inferiorità. Anche se quella inferiorità, nella sostanza, non esistesse. Noi, come laziali, non la vedremmo, perché, anche nella sostanza, non vi sarebbe inferiorità. Nella forma, nella comunicazione esterna sì. E nella forma, nella valorizzazione del marchio che oggi è quasi tutto, sarebbe una sconfitta. Irrimontabile.
Preferisco vedere la partita peggio.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Offline Arch

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #248 : Domenica 19 Maggio 2024, 16:33:12 »
Soprattutto se penso che 5 metri sotto la superficie del Flaminio ce ne era un'altra su cui Fantoni correva, Piola segnava e Sclavi parava tutto.

Offline Davide

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #249 : Domenica 19 Maggio 2024, 19:02:42 »
Vivendo in Piemonte, saprai meglio di me che l'agonia del Toro è cominciata assai prima di Rifiuto Urbano Cairo.
Dopo la presidenza Borsano, spazzata via da Mani Pulite insieme ai vari Craxi e La Ganga di cui era un addentellato, si sono alternati personaggi improponibili come il chitarrista Goveani (che non solo in quello ricorda Gualtieri) e lo squattrinato Vidulich.
Finché Lucky Luciano Moggi ha proferito una sentenza che dovrebbe far tremare i polsi sulla sponda romana: in città non c'è posto per due squadre.
Ed ecco, con Aghemo come Cavallo di Troia, il duo Cimminelli-Romero: due individui targati Fiat e uno dei quali, quando si dice la sfiga del Toro, noto per aver causato la morte di Gigi Meroni (o per essersene assunto la responsabilità, il che secondo alcuni spiegherebbe la sua improvvisa carriera nell'azienda degli Agnelli).
Ricordo una partita di quegli anni in cui la Juventus scese in campo con la più inverosimile delle terze maglie: di un rosso, rosso scuro, diciamo pure quasi granata.
Era il segnale dell'avvenuta incorporazione, il "Giordano giallorosso" della situazione.
Da lì in poi sono arrivati gli ultimi, patetici anni di Tilli & Cimmi, il fallimento dopo quel Torino-Acqui 5-0 in piena estate e l'usurpazione da parte della cairese.
Una subalternità costruita negli anni dalla controparte; di cui lo stadio - o per meglio dire il vespasiano indegnamente intitolato al Grande Torino - ha rappresentato non la causa bensì il sigillo definitivo.
E con esso l'ultima palata di terra su qualsiasi ipotesi di competizione stracittadina.
Ho firmato il mio primo contratto da professionista con Goveani...ma ti ripeto,la Lazio non sarà mai il Torino,con o senza stadio,non abbiate paura dei cambiamenti o di quello che altre squadre hanno patito,noi siamo la Lazio ed uno stadio nostro,di proprietà,anche se di Lotito anche se al Flaminio anche se non stile gobbodromo,non potrà che farce bene

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Online Ataru

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #250 : Domenica 19 Maggio 2024, 20:48:58 »
"La Lazio? E' la squadra di Roma con lo stadio più piccolo..."

Quindi la Juve sarebbe "la squadra di Torino con lo stadio più piccolo"?
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Frank 73

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #251 : Lunedì 20 Maggio 2024, 08:28:56 »
La Juve non è una squadra "di Torino".
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Panzabianca

Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #252 : Lunedì 20 Maggio 2024, 09:14:35 »
La Juve non è una squadra "di Torino".

Frank, seguendo il tuo filo logico, oggi noi siam quelli con lo stesso stadio che usano pure quell'artri, ma che, a differenza di quell'artri, non lo riempiono mai.

Offline Boksic

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #253 : Lunedì 20 Maggio 2024, 09:16:18 »
Quindi la Juve sarebbe "la squadra di Torino con lo stadio più piccolo"?

La Juventus non è la squadra di Torino nell'immaginario, Ataru. È una squadra italiana. E si è estraniata dal confronto cittadino proprio con lo stadio.

Noi nell'immaginario NON siamo la squadra di Roma. Il che non rileva, su un piano tecnico e di popolarità: anni fa, buona parte dei simpatizzanti nel mondo dello United ignorava che "Manchester" fosse una città. Né ai cugini stupidi la denominazione cittadina e tutta la retorica da impero romano ha apportato alcun vantaggio, salvo quelli connessi al fatto di condividere la sede del potere, che avrebbe avuto anche chiamandosi Dinamo Acilia o Tor Lupara.
Non ho vissuto direttamente gli anni '60 laziali ma, esaminandoli, il senso di distacco dalla controparte (disputammo quattro campionati di B) è stato nettamente più forte per le due stagioni disputate al Flaminio: una sorta di "retrocessione" anche logistica, che personalmente trovo molto umiliante.
Come detto la denominazione cittadina non conta nulla, credo ci siano poche persone che saprebbero collocare su una carta geografica River Plate, Santos, Ajax, tanto per citare qualche club iconico. Ma nella nostra realtà, in presenza di un convitato così ingombrante e fastidioso, il dualismo è FONDAMENTALE. E lo è condividere lo stesso impianto la domenica. Nella speranza appunto che non si faccia mai lo stadio né dell'una né dell'altra. E nell'attesa paziente che quella cuccuma arruzzonita, brutta come un calcio ai cojoni, crolli definitivamente.

Online Ataru

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #254 : Lunedì 20 Maggio 2024, 09:32:24 »
quella cuccuma arruzzonita, brutta come un calcio ai cojoni, crolli definitivamente.

è l'unica cosa che condivido.


siamo nel 2024. nell'immaginario collettivo, a Roma ci sono due squadre. e una (almeno da firenze in su) è quella piagnona e tutelata che non vince un cazzo.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #255 : Lunedì 20 Maggio 2024, 10:12:52 »
Leggo di pericolo, rischi, terrore della torinizzazione della Lazio e della preponderanza del potere pluto-giallorosso (da Pluto Aldair per gli storici).

La questione è mal posta. Personalmente non amo il vittimismo e credo molto nella forza e nell'animo degli uomini nella determinazione del loro destino. Si è citato il Torino come squadra - si diceva un tempo - "nobile decaduta". Ed infatti l'ultimo scudetto è del 1976, mentre l'ultima coppa Italia del 1993 (peraltro, vinta con la Invencible armada capitanata de El principe, al secolo Giannini Giuseppe, anche questo per gli amanti della storia). Poi una sequenza di proprietà improbabili, contestazioni, ripetute retrocessioni in B. Potrei continuare con la squadra che tremare il mondo fa, capace di vincere 7 scudetti, 5 dei quali negli anni 30 del 900 e che oggi, soltanto oggi, vive una stagione di alto livello. Come immaginerete parlo del Bologna.

Non mi pare proprio una storia sovrapponibile a quella della SSLazio che anzi, oggi per merito delle ultime proprietà, a partire da quella di Calleri, ha avuto la fortuna di avere alal guida personaggi capaci, forti e dotati di soldi e di idee (in misura variabile, ma comunque congrua. E per questo la lazio di oggi non è minimamente comparabile a quella degli anni 60 e 80, ma una realtà più forte, più solida e più competitiva.

Dunque cosa potrebbe mai accadere con uno stadio di proprietà come il Flaminio. Intanto bisogna valutare la sua dimensione. 45 mila posti? Può bastare. Di più non è necessario, né corrispondete a prescrizione medica.
 Quando sarà operativa e a regime la nuova struttura permetterà di avere un impianto più moderno, più godibile da parte dei tifosi e anche maggiormente in grado di produrre entrate per la società, che potrà utilizzarlo anche per altro (concerti ad esempio: Roma ha bisogno di strutture che richiaminio 15 20 mila persone per attrarre il circuito internazionale dei concerti, il che la mette ai margini del mercato mondiale). Queste entrate, comunque, non saranno necessariamente più alte di quelle attuali (17 miloni di euro nel dall'ultimo bilancio). Come sempre, bisognerà vedere lo spettacolo che verrà allestito. Inutile lasciarsi stordire dai riferimenti a grossi club europei che fatturano un centinaio di milioni dallo stadio: sono realtà incomparabili con la nostra dove comunque quelle cifre sono prodotte da squadre che stanno una spanna anzi due sulla nostra (facciamo tre in alcuni casi).

Pertanto, la questione è sempre semplice. Vuoi ristrutturarei ltuo ristorante? Vuoi renderlo più accogliente. Ok, fallo pure, ma se vorrai continuare a riempirlo conterà sempre cosa metti nel piatto. Solo quella.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #256 : Lunedì 20 Maggio 2024, 10:27:08 »
Il futuro stadio della Lazio deve essere di 50000 posti, non uno di meno.
Attualmente abbiamo una media di 45mila spettatori (nonostante Lotito).
Considerato che il 5% va alla tifoseria ospite, levaci poi palchi, palchetti, omaggi, animali da sottobosco ecc, 50k è la dimensione giusta. C'entra uno stadio da 50k al posto di quel cacatore in calcestruzzo? Boh.
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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #257 : Lunedì 20 Maggio 2024, 11:56:57 »
Il futuro stadio della Lazio deve essere di 50000 posti, non uno di meno.
Attualmente abbiamo una media di 45mila spettatori (nonostante Lotito).
Considerato che il 5% va alla tifoseria ospite, levaci poi palchi, palchetti, omaggi, animali da sottobosco ecc, 50k è la dimensione giusta. C'entra uno stadio da 50k al posto di quel cacatore in calcestruzzo? Boh.
Per me ce ne vuole uno da almeno 60.000 posti, perchè devi considerare che se lo spettacolo lo vedi meglio la gente aumenterà sicuramente anche per un coinvolgimento emotivo positivo; inoltre una volta che ci metti le mani farne con 10.000 in più non è che sposti più di tanto.

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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #258 : Lunedì 20 Maggio 2024, 12:09:25 »
60 è praticamente l'olimpico.
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Re:Per i nostalgici del Flaminio
« Risposta #259 : Lunedì 20 Maggio 2024, 12:18:29 »
Noi nell'immaginario NON siamo la squadra di Roma.
Del tifare Lazio molto lontano dalla Capitale ho una certa esperienza.
Chiunque, anche chi ignora se il pallone sia rotondo o quadrato, ci associa immediatamente alla Città Eterna.
Tutt'al più, persone con cui avevo già affrontato l'argomento mi confessano, e con tono molto cauto, 'Non ricordo se sei della Lazio o della xxxx'.
Segno di come le due realtà, nel loro immaginario, siano equivalenti e separate da una fortissima rivalità.
Al massimo essi vengono percepiti come espressione di una romanità più caricaturale, cinematografica e maleducata - riassunta nell'espressione 'i burini romani', che in riva al Tevere sarebbe un ossimoro - ma si tratta di una sfumatura.
Il tutto rilevato senza variazioni apprezzabili nel corso degli ultimi quarant'anni, quindi con gerarchie tecniche del momento molto diverse.
E in maniera del tutto trasversale a età, sesso, estrazione socio-culturale, livello di interesse e competenza calcistici.
Sinceramente non comprendo la tua affermazione.
O forse non ho capito cosa intendevi dire.