Autore Topic: Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli  (Letto 25115 volte)

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Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #100 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 17:38:49 »
Però sarebbe bello! Sul serio, una suggestione romantica molto affascinante.
Propongo: partiamo da qui e conquistiamo il mondo (la Lazio).

Inizierei con le candidature al Comitato di Proposta per la Rivoluzione Laziale. Mark_fish primo iscritto, si prepari il suo programma (anche se già in larga parte anticipato). Si attendono altri candidati, poi metteremo tutto ai voti, faremo assemblee virtuali e fisiche (qui organizza Bob). Uno spettro si aggira.....

(mica scherzo eh, sto con voi, proviamoci!)

Grazie per la candidatura.

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Offline satanasso

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #101 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 17:41:05 »
Inizierei con le candidature al Comitato di Proposta per la Rivoluzione Laziale. Mark_fish primo iscritto, si prepari il suo programma (anche se già in larga parte anticipato). Si attendono altri candidati. Uno spettro si aggira.....

Oh oh...io ci sto. Pure io ho un programma rivoluzionario da proporre!
Si tratta di una rigorosa applicazione del metodo del materialismo storico alla realtà laziale.
Ecco le mie "Tesi sul tifoso laziale":
1. Il difetto principale dei tifosi laziali fino ad oggi è che l'oggetto, il reale, il sensibile è concepito solo sotto la forma dell'obietto o dell'intuizione; ma non come attività umana sensibile, come prassi, non soggettivamente.
2. La questione se al pensiero del tifoso laziale appartenga una verità oggettiva non è una questione teoretica, ma pratica. È nella prassi che il tifoso laziale deve dimostrare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere immanente del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non-realtà di un pensiero isolato dalla prassi è una questione puramente scolastica.
3. La vecchia dottrina materialistica laziale, secondo la quale i tifosi sono prodotti delle circostanze e dell'educazione, dimentica che sono proprio i tifosi che modificano le circostanze e che l'educatore stesso deve essere educato. Essa è perciò costretta a separare la società in due parti, una delle quali sta al di sopra dell'altra. La coincidenza nel variare delle circostanze dell'attività umana, o autotrasformazione, può essere concepita o compresa razionalmente solo come prassi rivoluzionaria.
4. Il tifoso laziale prende le mosse dall'auto-estraneazione laziale, dalla duplicazione del mondo in un mondo laziale e in un mondo terreno. Il suo lavoro consiste nel risolvere il mondo laziale nella sua base mondana. Ma il fatto che la base mondana si distacchi da se stessa e si costruisca nelle nuvole come un regno fisso e indipendente si può spiegare solo con l'auto-dissociazione e con l'auto-contraddizione di questa base mondana. Questa deve pertanto essere tanto compresa nella sua contraddizione quanto rivoluzionata praticamente.
5. Il tifoso laziale, non soddisfatto del pensiero astratto, vuole l'intuizione; ma egli non concepisce la sensibilità laziale come prassi umana sensibile.
6. Il tifoso laziale risolve l'essenza calcistica nell'essenza laziale. Ma l'essenza laziale non è un'astrazione immanente all'individuo singolo. Nella sua realtà, essa è l'insieme dei rapporti sociali. Il tifoso laziale, che non s'addentra nella critica di questa essenza reale, è perciò costretto: 1) a fare astrazione dal corso della storia laziale, a fissare il sentimento laziale per sé e a presupporre un tifoso laziale umano astratto, isolato; 2) per lui, perciò, l'essenza umana del tifoso laziale può essere concepita solo come genere, come universalità interna, muta, che leghi molti tifosi laziali naturalmente.
7. Perciò il tifoso laziale non vede che il sentimento calcistico è anch'esso un prodotto sociale e che il tifoso astratto, che egli analizza, in realtà appartiene a una determinata forma sociale di lazialità.
8. La vita sociale del tifoso laziale è essenzialmente pratica. Tutti i misteri che sviano la teoria verso il misticismo trovano la loro soluzione razionale nell'attività pratica del tifoso laziale e nella comprensione di questa prassi.
9. Il punto più alto cui giunge il materialismo laziale intuitivo, cioè il materialismo che non concepisce la sensibilità laziale come attività pratica, è l'intuizione dei singoli tifosi laziali borghesi nella società borghese.
10. Il punto di vista del vecchio materialismo laziale è la società laziale borghese; il punto di vista del nuovo materialismo è la società laziale, o l'umanità laziale.
11. I tifosi laziali hanno finora solo interpretato diversamente il mondo; ora si tratta di trasformarlo.
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Offline Kim Gordon

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Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #103 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 17:46:47 »
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Offline satanasso

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #104 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 18:03:26 »
Dopo l'analisi, quale è la proposta?

min. 2.19 - 2.40
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Offline borges

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #105 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 18:24:47 »
io non riesco a capire perchè siete così limitati....
perchè un altra Lazio è possibile e non un altro genere umano è possibile...
che la rivoluzione culturale sia totale...
altrimenti so le solite pugnette.....
Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #106 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 19:23:58 »
...

alimorte', manco se comincia e gia' 11 parametri.

uno per giocatore che scende in campo?  :P

Offline carpelo

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Partono le elezioni di biancocelesti per una Lazio dei tifosi!
« Risposta #107 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 20:30:54 »
 ;D Benissimo!
Oh oh...io ci sto. Pure io ho un programma rivoluzionario da proporre!
...
Accogliamo volentieri il secondo candidato (e che candidato!) che potrà proporre anche il suo slogan o il nome del suo movimento.


 :chapeau:

fantastic!
Movimento che raccoglie i primi apprezzamenti...

Dopo l'analisi, quale è la proposta?
...e i primi punzecchiamenti.

io non riesco a capire perchè siete così limitati....
perchè un altra Lazio è possibile e non un altro genere umano è possibile...
che la rivoluzione culturale sia totale...
altrimenti so le solite pugnette.....
Tutto è possibile. Che fai, ti candidi?   ;)

Io intanto mi iscrivo al Comitato di Garanzia e invito tutti quanti a partecipare.

Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #108 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 13:00:26 »
Siamo in attesa di una ampia rassegna stampa sul tema.
Stay tuned.
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Offline cartesio

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #109 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 15:28:46 »
Satanasso smargiasso.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline carpelo

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #110 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 16:52:58 »
Occhio satanasso, che fish_mark sta facendo la sua campagna elettorale anche su altri topic, e inizia anche a promettere posti di lavoro:

metti pure il 51% ma sulla LAZIO (ti bastano 24 cocuzze non di più a prezzi di mercato)


Ok accetto l'incarico di DG, non ti porto Aulas ma il tuo caro Vilas Boas lo  stadio al Flaminio.
Rinnova max 2 anni dalla scadenza, ma quelli promettenti dopo un anno di contratto.
non rinnova sopra i 31 anni

e poi vediamo.

Ah, per te c'è l'incarico portavoce, p.r. e sovrintendente ai bibbitari (tocca dasse 'na mano: saremmo in azionariato popolare) ...

 ;D

Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #111 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 16:54:12 »
Intanto ho una idea per la Lazio del futuro.
Per la ri-costruzione del Flaminio e la creazione del museo della Lazio ho intenzione di affidare l'incarico al tandem Foster-Philippe Daverio.
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Offline satanasso

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #112 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 00:13:34 »
In seguito allo svelamento di piani e disegni eversivi di matrice golpista intesi a minare le basi dell'organizzazione, propagandando tesi palesemente in contrasto con il materialismo storico laziale e diffondendo il seme della discordia nelle fila dei compagni laziali, il Consiglio generale dell'Associazione internazionale dei laziali (A.I.L.), meglio conosciuta come Prima Internazionale Laziale, si trasferisce a Nuova York. Attenzione compagni! L'eresia fishiana-proudhoniana tradisce il dettato dell'analisi scientifica della realtà e rappresenta nient'altro che una promanazione del paradigma dell'economia politica borghese.
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Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #113 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 00:17:55 »
In seguito allo svelamento di piani e disegni eversivi di matrice golpista intesi a minare le basi dell'organizzazione, propagandando tesi palesemente in contrasto con il materialismo storico laziale e diffondendo il seme della discordia nelle fila dei compagni laziali, il Consiglio generale dell'Associazione internazionale dei laziali (A.I.L.), meglio conosciuta come Prima Internazionale Laziale, si trasferisce a Nuova York. Attenzione compagni! L'eresia fishiana-proudhoniana tradisce il dettato dell'analisi scientifica della realtà e rappresenta nient'altro che una promanazione del paradigma dell'economia politica borghese.

abbandondiamo l'ipocrisia rivoluzionaria, affidandoci alle sapienti mani del pragmatismo riformista.
solo questa è la via per il paradiso del tifoso laziale. La coniugazione tra libertà e democrazia, tra profitto e socialismo.

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #114 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 00:29:03 »
abbandondiamo l'ipocrisia rivoluzionaria, affidandoci alle sapienti mani del pragmatismo riformista.
solo questa è la via per il paradiso del tifoso laziale. La coniugazione tra libertà e democrazia, tra profitto e socialismo.

 :ikes: :ikes: :ikes: :ikes: :ikes:
ALL'ARMI, ALL'ARMI, ALL'ARMIIIIIIIII!
 :swars: :violent1: :toothy9: :whip2:
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Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #115 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 00:45:49 »
 :ikes: :ikes: :ikes: :ikes: :ikes:
ALL'ARMI, ALL'ARMI, ALL'ARMIIIIIIIII!
 :swars: :violent1: :toothy9: :whip2:

Solo con noi si potrà dire finalmente ed effettivamente, dopo quasi un secolo:
TUTTO IL POTERE AI TIFOSI.
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Offline superdelio

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #116 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 00:52:01 »
Solo con noi si potrà dire finalmente ed effettivamente, dopo quasi un secolo:
TUTTO IL POTERE AI TIFOSI.

del St. Pauli, però.

Offline fish_mark

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #117 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 10:40:11 »
Facciamo un po’ di rassegna stampa sul tema. Io con i miei discreti mezzi ho trovato qualcosa di interessante sui quotidiani degli ultimi 5 anni. Sono certo che molti di voi – OIZAL dacce ‘na mano – sapranno fare di meglio.
Quanto vi riporto è semplicemente il contenuto degil articoli e non sempre rappresenta l amia personale opinione sulla faccenda. Anche questo è un contributo all’approfondimento e alla discussione.
Buona lettura.

La rivoluzione del calcio inglese. Il Governo vuole i tifosi nei Cda (Il Riformista del 30 marzo 2010)
Sul calcio inglese era stato presentato dal governo un progetto di risanamento, un piano innovativo che il precedente premier Gordon Brown aveva in animo di introdurre nel programma dell’esecutivo, se avesse vinto le elezioni. Vediamo punto per punto le proposte:
il 25% del capitale di OGNI squadra rimanga nelle mani dei tifosi, per rappresentare il legame tra ogni club e il suo territorio;
in caso di vendita della società i sostenitori possono sfruttare una finestra temporale prioritaria per organizzare una cordata e fare un’offerta (un diritto di prelazione).

Nel progetto di Brown si pensava anche di rinnovare i vertici del calcio inglese.
si fissava un termine entro il quale la Federcalcio britannica dovesse risolvere ogni conflitto di interessi;
l’attribuzione alla FA della competenza sul controllo dell’asseto societario e finanziario dei club.

Inoltre, riguardo alla pesante situazione debitoria del calcio britannico si citano i casi del Portsmouth con 70 milioni di euro di debiti, del Manchhester United pronto a emettere bond e del Liverpool che pensa di vendere lo stadio di Anfield Road.


Il modello estero: tifosi nell’azionariato (Il Sole 24 ore del 14 maggio 2006)
Nell’articolo si cita una precedente intervista pubblicata sempre sul Sole24ore del professor Vitale economista d’impresa che fa le sue proposte per ristrutturare il mondo del calcio:
superamento del vecchio modello di Spa a fini di lucro e aumento del livello di corporate governante di queste ultime;
Aprire le porte dei consigli anche ai sindaci delle città;
Data l’incapacità dei club di autoriformarsi, c’è bisogno di una legge dello Stato per rifondare l’intero sistema;
forma legale dei club con l’adozione del modello dualistico alla tedesca che rafforza il ruolo degli indipendenti.

Inoltre si fa riferimento ai Supporters trust
Si cita il caso delle squadre tedesche - come riferisce Baroncelli docente di economia e gestione delle imprese all’Università Cattolica del Sacro cuore a Milano – dove la legge prevede che la quota di controllo delle società calcistiche (51%) sia detenuta da club di tifosi e associazioni sportive che hanno a cuore proprio sul piano emotivo oltre che economico il destino della squadra.
In tal senso si propone un modello italiano del supporters trust come gruppo selezionato di tifosi che diventano azionisti di maggioranza della squadra formula a metà tra la public company e il modello padronale italiano, già adottata in Spagna da squadre come Barcellona. Al riguardo si fa presente l’esperienza francese dove i comuni possono entrae nell’azionariato delle squadre (Olimpique Marseille).
Sul supporters trust nell’articolo si avverte sul rischio di evitare che formazioni di ultras, mascherate da club rispettabili, entrino nell’azionariato.

In un lavoro dal titolo The State of the Game, pubblicato dalla Birbeck University of London sul tema del governo societario dei club, si parla della battaglia per il controllo del MANU, del collasso finanziario del Borussia Dortmund fino allo scandalo del presidente del Chersterfield Darren Brown che nel 2001 fu condannato a quattro anni di reclusione per aver svuotato le casse della società per 800 mila sterline.

Stadi privati e aperti il calcio entri sul mercato (La Stampa 30 gennaio 2007)
Intervista a Giovanna Melandri (allora ministro dello sport e delle politiche giovanili) che parla di
Stadi privati non per le legge anche se la direzione è quella. Laddove non ce la facessero economicamente i club potrebbero farsi affiancare da altri privati. Perché lo stadio diventi un polo di intrattenimento e attività commerciali – per esempio ristoranti, palestre – è necessario che viva sette giorni su sette.
Si dice disposta a mettere a disposizione “una rete di “project financing” anche perché non esistono alternative a questo modello”.
Oltre a stadi e diritti TV si parla anche di riforma del diritto societario con l’insediamento della commissione che nel successivo marzo avrebbe elaborato una proposta normativa. Fa presente che se “non sia ipotizzabile un ritorno tout-court alla natura non lucrativa delle società ma bisogna introdurre dei correttivi. Penso ai soggetti collettivi del campionato inglese, alla figura del “supporter director”, penso ovviamente all’azionariato popolare. Funzione sociale e stabilità economica”.

Infine qualche interessante nota su certe caratteristiche della fruizione del calcio in Italia.
La corsa al decoder svuota le gradinate (Il Sole 24 ore del 21 agosto 2009)

La poltrona di casa è divenuta ormai la prima opzione. Con il rischio però di penalizzare lo spettacolo e soprattutto i futuri ricavi: “Il pubblico è essenziale. Soprattutto per la televisione”, diceva il patron della Formula 1 Bernie Ecclestone (uno che ha una qualche esperienza sul tema). E aveva ragione afferma Palazzi (di Stage Up): senza il tifo lo sport in TV sembra nudo e perde appeal. Praticamente come il teatro senza pubblico.

La sottoscrizione di un abbonamento annuale sembra essere diventata una forma di azionariato popolare riservata ai pochi che la loro squadra non la lascerebbero mai. Oggi un abbonato non ha grandi vantaggi. Risparmia qualcosa, ma poi si trova in uno stadio vecchio, senza servizi. Di certo non all’altezza dello spettacolo. La TV invece offre particolari, dettagli. Oggi non c’è confronto.

Dalla comparsa delle pay tv in Italia nel 1991 le partite in diretta sono aumentate fino alla trasmissione integrale del campionato, a partire dal 1999, con la conseguenza di allontanare i tifosi dallo stadio. In Inghilterra vanno in onda non più del 50% dei match, il tasso di occupazione degli stadi è più alto e il divario dei ricavi da botteghino con l’Italia supera i 600 milioni di euro.
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Offline MagoMerlino

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #118 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 12:52:42 »
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline carpelo

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Re:Un'altra LAZIO è possibile - Una storia: il Santi Pauli
« Risposta #119 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 17:18:16 »
Allora, attendiamo ancora nuove proposte, candidati e liste.
Dopo alcune schermaglie con satanasso, fish_mark accende il dibattito e propone una intelligente rassegna stampa.
Ma invito i due ad essere un po' più chiari sul loro programma di governo. Non che sia necessario, per raccogliere consenso può bastare anche una promessa di scudetto, ma da osservatore esterno mi pare che le vostre interessanti discussioni manchino della risposta alla domanda Che fare?.

del St. Pauli, però.
Inoltre, l'acuta riflessione di superdelio pone un altro inquietante interrogativo: quanto siete vicini alla base del vostro elettorato (i Laziali) ? Sceglierete la strada di un partito che parla agli elettori senza essere vicino alle loro esigenze o piuttosto siete votati ad un vero progetto rivoluzionario che cambi per primi i tifosi? Oppure ritenete semplicemente di poter essere voi l'amplificatore della poco ascoltata voce dell'elettore?
Faccio l'avvocato del diavolo eh.

Si accettano proposte