Cosa state ascoltando

[lollapalooza]

Buongiorno e rilancio:

 

[Aquilotta del Nord]

Ammazza che schitarrata

[NoSurrender]

[NoSurrender]

    

[fish_mark]

andate in comune
chiedete una pensione
cosi in questo stato
non posso lavorare

perchè ho picchiato la testa
non son più normale
non son capace
di intendere e volere

ma se lei
chiamerà
mandatela di qua [/b]

[zorba]

Bentornato Boss!!!!!

[giamma]

Dalla Norvegia la 19enne Frida Amundsen, un esordio più che promettente con un brano per voce e chitarra solista (ne avessimo noi !)

[DinoRaggio]

[NoSurrender]

Mi si è messa in testa questa, chissà perché

 

[The Loner]

Mi si è messa in testa questa, chissà perché

 

Bella.
Magari quando ho tempo provo a imparare il testo e gli accordi e la metto in repertorio.

[The Loner]

Una ninnananna.

Per conciliare il sonno a chi, magari, non riesce a dormire.

[giamma]

After Lazio-Milan there are Reason to believe, ENJOY !

[NoSurrender]

Psychedelic invocations
Of Mata Hari at the station
I give to you
A Java princess of Hindu Birth
A woman of flesh a child of earth
I give to you
The hanging gardens of Babylon
Miles Davis the black unicorn
I give to you
The Palaces of Montezuma
And the Gardens of Akbar's tomb
I give to you
The spider Goddess and the Needle Boy
The slave-dwarves they employ
I give to you
A custard-coloured super-dream
Of Ali McGraw and Steve McQueen
I give to you

C'mon baby, let's get out of the cold
And give me, give me, give me your precious love for me to hold

The epic of Gilgamesh
A pretty little black A-line dress
I give to you
The spinal cord of JFK
Wrapped in Marilyn Monroe's negligee
I give to you
I want nothing in return
Just the softest little breathless word
I ask of you
A word contained in a grain of sand
That can barely walk can't even stand
I ask of you

Oh c'mon baby, let's get out of the cold
And gimme gimme gimme your precious love for me to hold
C'mon baby come out of the cold
And gimme gimme gimme your precious love for me to hold

[giamma]

Psychedelic invocations
Of Mata Hari at the station
I give to you
A Java princess of Hindu Birth
A woman of flesh a child of earth
I give to you
The hanging gardens of Babylon
Miles Davis the black unicorn
I give to you
The Palaces of Montezuma
And the Gardens of Akbar's tomb
I give to you
The spider Goddess and the Needle Boy
The slave-dwarves they employ
I give to you
A custard-coloured super-dream
Of Ali McGraw and Steve McQueen
I give to you

C'mon baby, let's get out of the cold
And give me, give me, give me your precious love for me to hold

The epic of Gilgamesh
A pretty little black A-line dress
I give to you
The spinal cord of JFK
Wrapped in Marilyn Monroe's negligee
I give to you
I want nothing in return
Just the softest little breathless word
I ask of you
A word contained in a grain of sand
That can barely walk can't even stand
I ask of you

Oh c'mon baby, let's get out of the cold
And gimme gimme gimme your precious love for me to hold
C'mon baby come out of the cold
And gimme gimme gimme your precious love for me to hold

Quel genio di Nick Cave !

[giamma]

Drive si chiude con questo pezzo dei College:

[NoSurrender]

Ah sì? 

 

[Sca]

C'è una striscia di gruppi che forse non passerà alla storia.
Nessuno di loro, singoli gruppi o singoli componenti, è abbastanza cool da interessare le mediocrazie intruppate col sign of the times. Troverete qualche traccia qui o là, non di più. Ma i portali e le blogosfere che contano continueranno a farsi le pippe con i cactus in mano, sostenendo l'hype dell'esperienza. Fottiamocene, siamo abbastanza grandi da reggere tutto. Spalle larghe, i vostri gusti sono i migliori.
Dicevo della striscia di gruppi. All'estrema destra troverete i vecchi Social Distortion, punk'n'roll con ballate da calendario del gommista. Come non amarli? Il vostro amico più cool vi tratterà con sufficienza ma si ammazzerà di pippe pensando a quando ha dovuto cambiare il treno di gomme. All'estrema sinistra ci sono, mettiamo, i Pernice Brothers, stesse radici ma sviluppi più raffinatamente pop. In mezzo The Mountain Goats, ormai maggiorenni, da 18 anni in giro e una dozzina di dischi, apparentemente minori. Ma l'America più vera è quella minore. Li adoro. Come adoro altri eroi di quella terra di mezzo: The Drive By Truckers, quadratissimi, il classico compagno di banco che non è un genio ma è di una regolarità impressionante, tutti 6,5; The Hold Steady, altro combo solido come una roccia; Titus Andronicus, forse i meglio "trattati" dalla critica più intellettuale; The Gaslight Anthem, che a invitarli a casa ti vergogni, perché potrebbero attaccarti le caccole sotto il tavolo, però potrebbero pure far piangere tutto il vicinato, se solo decidessero di imbracciare l'acustica dopo l'ammazzacaffè; The Felice Brothers, fratellucci che potrebbero gestire una distilleria clandestina in qualche bosco...
Tutti i gruppi suddetti dal vivo rompono le chiappe, le riaggiustano e le rompono di nuovo, a piacimento, alla maggior parte dei visi pallidi, ma pure scuri, che vi capiterà di incontrare sulle assi di qualche palco.
Troppe parole, mi rendo conto.
Per sconfiggere il gelo da oggi sto ascoltando The Mountain Goats con This Year, contenuta in The Sunset Tree (ma come pescate pescate bene nella loro discografia). Qui è live, in compagnia (ospite) del mio eroe preferito degli ultimi anni, tal Craig Finn, che a dirlo così uno pensa "e chi caxxo è?". A dirla differentemente le cose non cambiano molto... Però Craig Finn è l'omino in camicia e occhiali che canta insieme alle "caprette" nel video. E' uno degli intellettuali più raffinati che ci siano nello show-biz, da quella parte dell'oceano; roba da starlo ad acoltare per ore. E contemporaneamente è uno dei più fieri interpreti di quel blue-collar rock da noi tanto snobbato. Penso di amarlo senza condizioni. Vorrei stare su quel palco e abbracciarlo e piangere con lui e tutti gli altri, per la bellezza della vita. Sembra un impiegato, con gli occhiali da miope spessissimi, la camicia sudata. Qui è in tutta la sua gioia di vivere. Se anche a voi non trasmette gioia, siete dei tristissimi figuri. Ma gente proprio brutta brutta, eh...

[ruud]

C'è una striscia di gruppi che forse non passerà alla storia.
Nessuno di loro, singoli gruppi o singoli componenti, è abbastanza cool da interessare le mediocrazie intruppate col sign of the times. Troverete qualche traccia qui o là, non di più. Ma i portali e le blogosfere che contano continueranno a farsi le pippe con i cactus in mano, sostenendo l'hype dell'esperienza. Fottiamocene, siamo abbastanza grandi da reggere tutto. Spalle larghe, i vostri gusti sono i migliori.
Dicevo della striscia di gruppi. All'estrema destra troverete i vecchi Social Distortion, punk'n'roll con ballate da calendario del gommista. Come non amarli? Il vostro amico più cool vi tratterà con sufficienza ma si ammazzerà di pippe pensando a quando ha dovuto cambiare il treno di gomme. All'estrema sinistra ci sono, mettiamo, i Pernice Brothers, stesse radici ma sviluppi più raffinatamente pop. In mezzo The Mountain Goats, ormai maggiorenni, da 18 anni in giro e una dozzina di dischi, apparentemente minori. Ma l'America più vera è quella minore. Li adoro. Come adoro altri eroi di quella terra di mezzo: The Drive By Truckers, quadratissimi, il classico compagno di banco che non è un genio ma è di una regolarità impressionante, tutti 6,5; The Hold Steady, altro combo solido come una roccia; Titus Andronicus, forse i meglio "trattati" dalla critica più intellettuale; The Gaslight Anthem, che a invitarli a casa ti vergogni, perché potrebbero attaccarti le caccole sotto il tavolo, però potrebbero pure far piangere tutto il vicinato, se solo decidessero di imbracciare l'acustica dopo l'ammazzacaffè; The Felice Brothers, fratellucci che potrebbero gestire una distilleria clandestina in qualche bosco...
Tutti i gruppi suddetti dal vivo rompono le chiappe, le riaggiustano e le rompono di nuovo, a piacimento, alla maggior parte dei visi pallidi, ma pure scuri, che vi capiterà di incontrare sulle assi di qualche palco.
Troppe parole, mi rendo conto.
Per sconfiggere il gelo da oggi sto ascoltando The Mountain Goats con This Year, contenuta in The Sunset Tree (ma come pescate pescate bene nella loro discografia). Qui è live, in compagnia (ospite) del mio eroe preferito degli ultimi anni, tal Craig Finn, che a dirlo così uno pensa "e chi caxxo è?". A dirla differentemente le cose non cambiano molto... Però Craig Finn è l'omino in camicia e occhiali che canta insieme alle "caprette" nel video. E' uno degli intellettuali più raffinati che ci siano nello show-biz, da quella parte dell'oceano; roba da starlo ad acoltare per ore. E contemporaneamente è uno dei più fieri interpreti di quel blue-collar rock da noi tanto snobbato. Penso di amarlo senza condizioni. Vorrei stare su quel palco e abbracciarlo e piangere con lui e tutti gli altri, per la bellezza della vita. Sembra un impiegato, con gli occhiali da miope spessissimi, la camicia sudata. Qui è in tutta la sua gioia di vivere. Se anche a voi non trasmette gioia, siete dei tristissimi figuri. Ma gente proprio brutta brutta, eh...

Non ho capito un cazzo o forse qualche spicciolo, ma mi piace....rileggo. A me trasmette gioia, ma stasera sto così....




[ Link a YouTube non valido ]

[giamma]

Tra i gruppi non passati alla storia c'e anche il Big Three Trio qui in un drunk song

[bak]

Ora sto ascoltando Elio e le Storie Tese e gli Electric Light Orchestra