Tie', mettece na pezza...pure il nome e' giusto....
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Caro il mio Francesco come vedi ti scrivo
e quando uno scrive deve avere un motivo,
il mio è dirti che la tua avvelenata
in questi giorni l’ho consumata.
Risulta evidente quanto siam diversi,
quanto son diversi i tempi del percorso,
ma sono giorni in cui suona piu vicina
tutta quella tua incazzatura.
Sarà che anche qui le quattro del mattino,
sarà che anche qui l’angoscia e un po di vino.
Sarà che non ci posso fare niente
se ora mi viene su il veleno.
E allora avanti un altro
e… con quello che guadagni stai muto.
Avanti pure un altro,
con quello che guadagni sorridi nella foto.
Caro il mio francesco questa lettera ti arriva
in un paese piccolo li sugli appennini,
ho capito forse come mai ci vivi,
che tanto ci si sente soli.
Ci si sente soli per quello che si è visto
e poi per tutti quelli che han fatto cosi’ presto
a montare su per fare un po il tuo viaggio
giurando che per te davano un braccio.
Parlavano di stile, di impegno e di valori,
ma non appena hai smesso di esser utile per loro
eran già lontani,
la lingua avvicinata ad un altro culo!
E allora avanti un altro,
e… almeno chiedi scusa del disturbo!
Avanti pure un altro
che se sei li’ sarà perchè sei solo un po piu furbo.
Caro il mio Francesco che conosci un po’ i colleghi
e forse non a caso vivi li sugli appennini,
sai qua giù ce nè in qualche modo di tre tipo:
bravi artisti, furbacchioni e topi
Il topo canta solo di quanto lui sia puro
e poi da via la madre per stare sul giornale
ed è talmente pure che ti lancia merda
soltanto per un titolo piu largo.
E io che il mio disprezzo me lo tengo dentro,
che il letamaio è colmo gia pubblicamente,
ma quei presunti puri mi possono baciare
queste chiappe allegramente!
E allora avanti un altro
e… volevi la tua bici? pedalare!
Avanti pure un altro
rispondere agli insulti è solo bassa promozione.
Caro il mio Francesco abbiamo tanti privilegi,
ma fra questi certo non rientrano gli sfregi
di chi vuole parlare andando solo a braccio,
di cose di cui non capisce un cazzo!
Non so’ com’era allora
son poco come adesso o sei il numero uno,
o sei il piu grande cesso e il tempo che ti danno fino è al ritornello
e tante volte neanche fino a quello.
Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire,
tu pensa chi non sente e poi ne vuol parlare..
Caro il mio Francesco è già mattina e mi devo svegliare.
E allora avanti un altro
ti passo il mio telefono, salutami la tipa.
Avanti pure un altro,
convincila che sono il suo ragazzo per la vita!
Caro il mio francesco è il momento dei saluti,
ci avremmo riso sopra se ci avessimo parlato.
Lo so’ che non ha senso starti a lementare
di alcune conseguenze del mestiere.
E so che mi son fatto prendere la mano
perchè uno sfogo fa sbagliare spesso la misura,
ma come ti dicevo son le quattro del mattino,
l’angoscie ed un po di vino.
E allora vado avanti a cantare della vita
sempre e solamente per come io la vedo,
che la morte se la suona e se la canta
chi non sa soffrire da solo.
E allora avanti un altro,
e… Qualcuno che abbia voglia di ascoltare!
Avanti pure un altro,
e… Qualcuno che abbia voglia di ballare!
E allora avanti un altro,
e… Qualcuno che abbia il tempo di ascoltarmi!
Avanti pure un altro,
e… Qualcuno che abbia il tempo di ballare!