Cambiare squadra

[Giglic]

Sono due sfere differenti: da una parte il cuore, dall'altra senso civico e morale.

50 minuti di applausi (cit.)

[Breizh]

Ok, chapeau !
E' anche vero che a me sono i 60 milioni di francesi che parlano di pallone che m'avevano reso un tipo socialmente pericoloso.
Un paese de romanisti e non lo sanno.
 

 

[Lazialli]

Da sardo non posso non nascere del Cagliari con padre presente all'Amsicora ad ammirare le gesta del mitico Giggirrivva.
Poi col primo pelo pubico inizio a capire che la condizione sardo e quindi celliniano non mi si adatta al meglio;
Anno 92/93, a 12 anni passo alla corte di Sergioneciriobenedetto e da lì l'amore che cresce sempre più.
Oggi cerco di diffondere il "verbo" in terra sarda.. non è facile ma ci provo.
Ovvio che se il cagliari resta in A mi permette di vedere la Lazio aggratise e me lo auguro sempre.

Sinceramente vostro Lazialli 

[POMATA]

mia moglie. romanista, andava allo stadio.
quando eravamo fidanzati (per i pischelli: quando stavamo insieme, prima del matrimonio) si andava insieme al derby. poi, giunti all'obelisco, lei in Sud e io in Nord.
giunto il matrimonio chiarii due aspetti: 1) figli della Lazio e 2) quando gioca la Lazio io vado allo stadio/in trasferta/me la devo vedere in TV e il resto del mondo non esiste. letto, accettato, firmato e apposto così, già me sarei potuto ritenere soddisfatto.
poi un giorno...
era Chelsea-Lazio 1-2. mi alzo dal divano per una velocissima ed impellente minzione. mentre ero all'opera sento giungere dal salotto una specie di squittio e poi un "gol!" dal tono un pò troppo sostenuto per trattarsi di una semplice comunicazione. ricompostomi frettolosamente, ratto mi fiondo in salotto e vengo accolto da un eccitato "ha segnato Inzaghi!".
dal quella serata in poi fu un crescendo rossiniano. il giorno dello scudetto era a Piazza del Popolo a festeggiare e oggi è laziale fracica.
ma la cosa che più mi impressiona non è tanto il fatto di quanto sia diventata tifosa della Lazio ma di quanto sia diventata visceralmente antiromanista. quasi quanto me.
quasi.

O  ti ama o é bugiarda

[geddy]

Io mi pare diventai tifoso del Toro per quattro piani di scale scesi di corsa o forse della Fiorentina. Avevamo perso a Napoli. Stavamo quattro a uno per loro, non so come segnammo due goal e stavamo quattro a tre. Qualcuno un giorno saprà spiegarmi perchè non abbiamo fatto il quarto e pure il quinto.

[Skorpius]

Conosciuto parecchi simpatizanti che hanno cambiato simpatia.
tifosi nessuno

[zorba]

Conosciuto parecchi simpatizanti che hanno cambiato simpatia.
tifosi nessuno

Giusta distinzione.

Ad esempio una mia compagna di classe (e credo sia così per molte altre rappresentanti del gentil sesso, presenti escluse, ovviamente......) è passata dalla fase 'cabriniana' con conseguente tifo dichiarato per la Juventus, alla fase 'antognoniana' con conseguente tifo sperticato per la Fiorentina......

Pensate cosa le sarebbe successo a Torino o a Firenze, a seconda dei casi......... 

[pizzeman]

da piccolo tifoso juventino.
a sedici anni ho smesso di seguire il calcio, odiando la juve e il milan, che rappresentavano tutto quello che non sono .
a diciannove sono partito dalla Sicilia verso la Lombardia, e ho trovato la mia squadra, grazie a un idolo d'infanzia.
Dino Zoff.
oggi a 36 anni non posso stare una domenica di campionato senza la Lazio. sto male se perdiamo, se vinciamo sono contento, ma mai abbastanza...
mi sento tifoso, non simpatizzante. e ho scelto la mia squadra, in maniera consapevole.

[sfumatura]

I tifosi non cambiano fede...sono i simpatizzanti che tifano la squadra che va di moda.

Comunque ne conosco solo uno...da bambino lo zio lo portava allo stadio a vedere la roma, anche se a lui non piaceva.

A 14 anni ha chiesto per regalo il motorino, si è abbonato alla Lazio e da allora viene sempre allo stadio. Oggi ha 25 anni e si lamenta del fatto che all'epoca non esisteva il telefono azzurro

[Mark Lenders]

Io ho cambiato squadra. Tipo a 16 anni.
Prima ero juventino e non me ne fregava granché, ora lascio a voi il giudizio 
Ero juventino perché mio padre è juventino. E sono diventato juventino nel giorno del secondo scudetto romerdista.
Eravamo a casa di mia nonna materna, la famiglia di mamma è tutta giallozozza, mio nonno era un presenzialista di Campo Testaccio.
L'8 maggio del 1983 a via Tripoli era tutto un clacson, tutta una bandiera della romammerda. Mio padre se ne stava zitto in un angolo, vicino alla finestra.
Mia zia invece voleva portarmi in strada a festeggiare, con tutto che "non distingueva (e non distingue tuttora) un terzino da una betoniera", per dirla con TD.
Io guardai mio padre, come a chiedergli il permesso. E lui disse queste parole: "Se vuoi andare vai, ma sappi che la prossima volta sarà fra altri 42 anni".
Rimasi spiazzato, non sapevo cosa fare. Per cinque lunghissimi secondi. Poi l'Idea si fece largo: non ero romanista, non aveva senso andare.
E quindi è così, sono diventato prima antiromanista che laziale. Il che probabilmente spiega come mai a volte sono propenso a sacrificare qualche punto in nome delle loro non-vittorie... Simpatizzavo per la Juve di Platini, ma l'intensità del mio simpatizzare è ben sintetizzata da un episodio: finale di Coppa Intercontinentale, la Juve sta pareggiando con l'Argentinos Junior e mio padre mi manda a letto, "perché è tardi e domani hai la scuola". Ci andai senza ribattere, non mi sembrava un problema enorme.

Divento laziale grazie al mio amico Paolo, compagno di banco dalla terza media alla terza liceo. Era il pomeriggio del 3 novembre 1991. Eravamo andati a vedere Lazio-Juventus, la mia prima volta in curva nord. In precedenza ero stato allo stadio solo 3-4 volte, sempre con mio padre, a vedere la Juve e la Nazionale. Nel primo tempo la Juve andò in vantaggio con Alessio, giusto un attimo prima dell'intervallo. E io strinsi il pugnetto nelle tasche. Poi però la Lazio tornò in campo determinata, la curva cantava e l'arbitro sorvolò su un certo numero di episodi dubbi in area juventina. Abbastanza per coinvolgermi prima nell'indignazione generale, e poi nell'esultanza dopo il pareggio di Riedle. Ero entrato juventino, uscii laziale. L'anno dopo feci l'abbonamento, come i nove anni successivi. Spesso da solo, in curva sud (che ancora non si chiamava Maestrelli) e qualche volta in curva nord (fino a quando uscirono gli striscioni su Auschwitz, dopodiché con quel settore ho chiuso). La fede si fortificò con l'arrivo di Cragnotti e col calcio-spettacolo di Zeman, prima di essere ripagata dalle vittorie.

E questo è quanto. Forse questa storia l'avevo già raccontata, ma erano ancora i tempi di Lazionet.
Quest'anno festeggerò i 20 anni da tifoso laziale. Sono volati, e comunque non mi sono mai pentito. E' stato semplicemente naturale. Era qualcosa che evidentemente avevo già dentro e che solo a un certo punto ho capito di avere. In effetti io con la Juventus non c'entro davvero nulla...

[Mark Lenders]

quando anche tu, a Parigi, hai sentito le sua urla belluine, non era perchè mi ero prodotto in una delle mie più straordinarie performances ma perchè Pazzini aveva imbustato le merde

che donna...
non aggiungo altri complimenti solo perché è tua moglie 

[cuchillo]

L'avrò scritto un trilione di volte, ma il giorno del secondo scudetto dei casalesi ero allo stadio.
Sì, quel Lazio-Reggiana 3 a 3 con l'esonero di Clagluna fu il mio battesimo all'Olimpico.

Sono, posso dirlo, laziale dall'età della ragione (5 anni). Il mio primo ricordo di me davanti al televisore che tifo fu il giorno di Lazio-Varese 3 a 2, collegato con Teleroma56.

Però, c'è un però.
Confesso un brevissimo cedimento.
Depresso dalla discesa in B del 1985, cominciai fortemente a simpatizzare per l'Inter di Rummenigge. Eh già, lo confesso.
Beninteso, non c'è stato mai un momento in cui mi son detto oppure ho detto al mondo esterno: "sono interista". Però per qualche mese guardavo entrambi i risultati e diciamo che una sconfitta della Lazio poteva essere mediamente temperata da una vittoria dell'Inter.
'Sta stronzata è durata qualche mese. Credo sia finita definitivamente il giorno di Catanzaro-Lazio 2 a 3. Non ero in me dalla gioia per quella vittoria, la prima in trasferta dopo 3 anni.
Lì ho davvero capito quanto ero laziale e che lo sarei stato per sempre. Nei secoli fedele.

La simpatia interista svanì anche per la fine dell'esperienza di Rummenigge alla corte di Pellegrini.
Per anni ho poi odiato l'Inter, senza un vero motivo.

[carpelo]

c'è chi dice che l'amore vero passa da un tradimento