Autore Topic: De "Il lavaggio del cervello"  (Letto 17371 volte)

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leo

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #140 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 19:39:56 »
il paradosso è che da destra (non solo dai politici, ma anche dagli elettori) si accusano i magistrati di essere dei fannulloni, per questo i processi - a loro dire - si svolgono in tempi biblici (ora hanno rispolverato il processo breve...).  Ma allora dovreste essere contenti che c'è una procura, quella di milano, che lavora talmente bene che può imbastire un processo addirittura con rito immediato! Chiedete al vostro presidente del consiglio, quando si lamenta dei tempi lunghi dei processi, di recarsi in aula e di rispondere come qualsiasi altro cittadino, invece di sfuggire come un delinquente comune. Volete che la giustizia abbia tempi certi? Fatevi giudicare.

zorba

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #141 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 08:02:04 »
Si può ancora fare qualcosa per non 'farselo lavare'.........

(Il Fatto Quotidiano 03.02.2011)

PER “LEGITTIMA DIFESA”

Il 13 febbraio in piazza con le donne, poi entro poche settimane una giornata per la Costituzione 

(di Caterina Perniconi)

La manifestazione prevista per il 13 febbraio davanti al tribunale di Milano confluirà in quella delle donne. Ad annunciarlo i tre organizzatori, Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio.
In poche settimane, poi, sarà organizzata un’iniziativa pubblica maggiormente strutturata per dar voce alla società civile “in vista delle elezioni più drammatiche dell’ultimo quindicennio”. La decisione è stata presa ieri in seguito alla ritirata del premier dal proposito di marciare contro i giudici. Dopo una telefonata collerica di Giuliano Ferrara, infatti, Silvio Berlusconi è stato costretto a commissariare le due “primedonne” Michela Vittoria Brambilla e Daniela Santanchè, preoccupate di non accontentarlo abbastanza da proporre una manifestazione anti-pm, definita dal direttore de Il Foglio una “trappola” dello staff lanciata con un “comunicato politicamente criminale”.
Sotto più miti consigli, il premier ha seppellito l’ascia di guerra. Spinto anche dalla reazione di una vasta opinione pubblica che gli ha lasciato intendere con determinazione che non gli sarà più consentito aggredire le istituzioni.
Gli organizzatori del presidio sotto la Procura di Milano hanno quindi deciso di dare la precedenza alla protesta femminile, evitando due mobilitazioni sovrapposte.

“Invitiamo dunque tutti i cittadini – hanno scritto i tre giornalisti in una lettera – soprattutto quelli che avevano accolto con entusiasmo il nostro appello, a confluire nella grande manifestazione delle donne. Quanto a noi, la nostra iniziativa è soltanto spostata di qualche settimana”. Michele Santoro ha chiarito la necessità che “in Italia sorga e si organizzi un movimento di ‘Legittima Difesa’ dei principi che sono alla base della nostra Costituzione: un movimento che reagisca con tutte le forze disponibili a ogni tentativo di mutilare ulteriormente i poteri di controllo, a cominciare dalla magistratura e dall’informazione”. 
I tre giornalisti hanno spiegato che la loro richiesta è quella “che tutti, dai magistrati ai giornalisti, possano svolgere il proprio lavoro senza subire ingerenze da parte del governo. Perché vogliamo vivere in un Paese civile dove sia bandita qualunque impunità per i potenti   e la giustizia sia eguale per tutti. Vogliamo debellare il conflitto d’interessi perché è una epidemia che paralizza l’Italia, corrode la democrazia, promuove le cricche, altera i valori del libero mercato e ci allontana dai paesi più evoluti e competitivi; e perché l’attuale centrosinistra, su questa battaglia cruciale, ha sistematicamente alzato bandiera bianca”.

Una piattaforma sulla quale tutti i cittadini che non si sentono rappresentati dalla politica saranno chiamati a confrontarsi entro poche settimane, in un evento pubblico del quale potrete seguire ogni passo organizzativo sul sito del Fatto Quotidiano nonchè sul “giornale di carta”.
“Vogliamo una classe dirigente rinnovata – scrivono ancora i tre giornalisti, cercando un’alternativa politica – per rompere il blocco che impedisce ai giovani di prendere in mano le redini della politica, di accedere alla ricerca e all’università, di avere il lavoro e il futuro che meritano in una società fondata sulle capacità e le pari opportunità”.
Salvo sorprese dell’ultimo minuto. Perché gli organizzatori avvertono: “Se il presidente del Consiglio dovesse tornare sui suoi passi, riproponendo iniziative che calpestano principi costituzionalmente garantiti, risponderemo con tutte le nostre forze. Per Legittima Difesa”. 

Michele Santoro durante “Rai per una notte” a Bologna (FOTO EMBLEMA)

Offline Skorpius

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #142 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 09:46:36 »
il paradosso è che da destra (non solo dai politici, ma anche dagli elettori) si accusano i magistrati di essere dei fannulloni, per questo i processi - a loro dire - si svolgono in tempi biblici (ora hanno rispolverato il processo breve...).  Ma allora dovreste essere contenti che c'è una procura, quella di milano, che lavora talmente bene che può imbastire un processo addirittura con rito immediato! Chiedete al vostro presidente del consiglio, quando si lamenta dei tempi lunghi dei processi, di recarsi in aula e di rispondere come qualsiasi altro cittadino, invece di sfuggire come un delinquente comune. Volete che la giustizia abbia tempi certi? Fatevi giudicare.

A loro dire?
Ma lo sai quanto dura un processo civile in italia?

Il problema di tutto è la mancanza di magistrati.. su questo presupposto i magistrati decidono (malgrado l'obbligo costituzionale) su cosa indagare e cosa no..
Questo è un dato di fatto!
Certo che molte denuncie sono infondate ma questo lo sai solo DOPO aver indagato non prima!
il fatto che decidano di usare una forza lavoro così imponente per un reato di concussione i cui fatti sono già largamente acclarati è solo una scelta politica.
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #143 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 10:00:36 »
A loro dire?
Ma lo sai quanto dura un processo civile in italia?

Su questo mi pare incida anche un pò la politica, no?
Non è mai stato fatto niente per abbreviare il rito, e questo oltretutto provoca sconquassi sul piano economico visto che nessuno viene ad investire in un paese dove per rivedere i soldi passan dieci anni.
Ma siamo OT

il fatto che decidano di usare una forza lavoro così imponente per un reato di concussione i cui fatti sono già largamente acclarati è solo una scelta politica.

T scordi che nell'inchiesta sono saltati fuori 12 kg di cocaina.
E che il reato contestato non è solo la concussione, per la quale basterebbero le chiamate registrate al 113.

Ma ne vogliamo parlare di quel personaggio fatto eleggere al CSM con precedenti per diffamazione e mancati alimenti alla figlia - e già siamo messi male... - che si mette a fare fotocopie di documenti riservati per poi (probabilmente) divulgarli?
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leo

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #144 : Giovedì 3 Febbraio 2011, 13:48:14 »
A loro dire?
Ma lo sai quanto dura un processo civile in italia?

Il problema di tutto è la mancanza di magistrati.. su questo presupposto i magistrati decidono (malgrado l'obbligo costituzionale) su cosa indagare e cosa no..
Questo è un dato di fatto!
Certo che molte denuncie sono infondate ma questo lo sai solo DOPO aver indagato non prima!
il fatto che decidano di usare una forza lavoro così imponente per un reato di concussione i cui fatti sono già largamente acclarati è solo una scelta politica.

Sì, ok, ma rispondi alla domanda: se per te i processi si svolgono in tempi biblici (per i motivi che, sicuramente, conosci meglio di me, essendo avvocato) dovresti essere soddisfatto di una procura che svolge il proprio lavoro con dedizione e competenza, tant'è che è riuscita a costruire una tesi accusatoria (la verità poi verrà fuori nel processo) talmente articolata da giustificare il rito abbreviato. Allora il tuo interesse dovrebbe essere quello che il processo si svolga in tempi rapidi. Perché invece non chiedi che il presidente del consiglio si presenti in aula, come tutti gli altri cittadini, e agevoli un percorso celere e trasparente delle dinamiche processuali? Se tu giustifichi le manfrine di berlusconi e dei suoi avvocati per ritardare o addirittura non fare svolgere il rpocesso poi non lamentarti se la giustizia in Italia non funziona.
I reati contestati, oltre alla concussione, sono ben altri: si parla di un giro di prostituzione minorile. Non mi sembrano questioni su cui si possa chiudere un occhio, qui c'è in gioco la ita, ripeto la VITA, di tante ragazze, molte delle quali MINORENNI. Ma scherziamo??

Offline Skorpius

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #145 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 09:26:41 »
Sì, ok, ma rispondi alla domanda: se per te i processi si svolgono in tempi biblici (per i motivi che, sicuramente, conosci meglio di me, essendo avvocato) dovresti essere soddisfatto di una procura che svolge il proprio lavoro con dedizione e competenza, tant'è che è riuscita a costruire una tesi accusatoria (la verità poi verrà fuori nel processo) talmente articolata da giustificare il rito abbreviato. Allora il tuo interesse dovrebbe essere quello che il processo si svolga in tempi rapidi. Perché invece non chiedi che il presidente del consiglio si presenti in aula, come tutti gli altri cittadini, e agevoli un percorso celere e trasparente delle dinamiche processuali? Se tu giustifichi le manfrine di berlusconi e dei suoi avvocati per ritardare o addirittura non fare svolgere il rpocesso poi non lamentarti se la giustizia in Italia non funziona.
I reati contestati, oltre alla concussione, sono ben altri: si parla di un giro di prostituzione minorile. Non mi sembrano questioni su cui si possa chiudere un occhio, qui c'è in gioco la ita, ripeto la VITA, di tante ragazze, molte delle quali MINORENNI. Ma scherziamo??

Il motivo per cui i tempi sono biblici è perchè ci sono pochi giudici... un dispiegamento siffatto di forze leva necessariamente forza lavoro a qualcos'altro è matematico purtroppo. Il che mi fa pensare che la scelta di cosa perseguiere e cosa no sia solo nella mente dei giudici per le loro motivazioni.

La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline AlenBoksic

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #146 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 09:31:23 »
«Dietro il no dell' opposizione, secondo lei, aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i nodi della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell' aumento della pressione fiscale?».

Il telegiornalista Renzulli mette alle strette il premier con domande graffinati in prima serata sul TG1...
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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #147 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 10:42:28 »
Federalismo, Cdm approva il decreto.
Berlusconi: "Il Quirinale firmerà".


"Quando Giorgio firmerà, noi saremo ancora qua, con il Bunga-Bunga-A, grande festa si farà. Scenderemo tutti in coro, per le vie della città, quando Giorgio firmerà. E con Giorgio presidenteee, quanta gioia per la gente, rideranno le due gemelle ricordando le bustarelle"
psichedelicatessen

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #148 : Venerdì 4 Febbraio 2011, 15:43:53 »
Federalismo, Cdm approva il decreto.
Berlusconi: "Il Quirinale firmerà".




Mah.......  ::) ::) ::) ::)


Colle: irricevibile

Bossi a Napolitano: "Riferiremo a Camere". Leader Lega al Quirinale la prossima settimana

(ANSA) 15.34 - ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva ''che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione'' del decreto legislativo sul federalismo. Pertanto, il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - si legge nella nota del Quirinale - in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri sera, come risulta dal relativo comunicato, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. Pertanto - conclude il Colle - il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo.

BOSSI A NAPOLITANO,RIFERIREMO A CAMERE SU FEDERALISMO - Si è svolta poco fa una lunga e cordiale telefonata tra il Ministro per le Riforme per il Federalismo Umberto Bossi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Ministro Bossi - si legge in una nota- ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale, la prossima settimana e, come preannunciato dal Ministro Calderoli, in conferenza stampa, si recheranno nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.

BERLUSCONI: E' UNA REPUBBLICA GIUDIZIARIA - "Assistiamo a questa vergogna", "ormai siamo una Repubblica giudiziaria, commissariata dalle Procure". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al suo arrivo al vertice europeo ha risposto ai cronisti che gli chiedevano dei processi.

Sul federalismo il premier ha risposto a chi gli chiedeva se temesse problemi con il Quirinale dopo il varo del decreto: "Penso e spero di no".

La Camera ha approvato il parere della Giunta per le autorizzazioni a procedere con con 315 sì, 298 no e un astenuto: Barbareschi. Gli atti sul caso Ruby tornano quindi alla procura di Milano.

"Agli atti dell'inchiesta ci sono foto irrilevanti": lo ha detto il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, rispondendo ad una domanda dei giornalisti a proposito del contenuto delle immagini che inquirenti ed investigatori che indagano sul caso Ruby stanno finendo di esaminare.
BRUTI: IN FINE SETTIMANA RISOLVEREMO NODO GIURIDICO - Questo fine settimana la Procura di Milano sciogliera' la questione giuridica e decidera' se inoltrare la richiesta di rito immediato per Silvio Berlusconi, indagato per la vicenda Ruby, solo per il reato di concussione oppure anche per quello di prostituzione minorile. Lo ha spiegato il procuratore della repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che ha quindi assicurato che prima di lunedi' la richiesta per il presidente del Consiglio non verra' inoltrata al Gip in quanto ''non ci sono i tempi tecnici''. Riguardo agli atti contenuti nel fascicolo gli inquirenti milanesi, come gia' era stato accennato tempo fa, in base alla legge Boato hanno utilizzato solo le telefonate di due politici, una parlamentare e un'eurodeputata (Rossi e Ronzulli), utilizzate pero' solo a carico degli altri indagati che non sono parlamentari.
 
BRUTI: PRENDEREMO ATTO DECISIONE DELLA CAMERA-  Quando la Camera avra' deciso ''ne prenderemo atto e leggeremo le motivazioni''. E' quanto si e' limitato a dire il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, a proposito del voto previsto per questa sera a Montecitorio sulla richiesta avanzata dai pm di Milano che indagano sul caso
Ruby di perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, il fiduciario del premier che, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe avuto la delega su uno dei conti del presidente del Consiglio per le ricompense e le spese delle ragazze che frequentavano le feste ad Arcore. Spinelli non e' indagato.
 
BOSSI: PER ADESSO SI VA AVANTI - ''Per adesso si va avanti''. Cosi' Umberto Bossi al termine del voto su Ruby. ''I numeri sono buoni'', ha aggiunto il senatur.

LETTA: 007 IGNORAVANO CHE OSPITI PREMIER FOSSERO CONTROLLATI - Gli agenti dei servizi segreti preposti alla sicurezza personale del premier Silvio Berlusconi ignoravano che le ospiti della villa di Arcore erano sottoposte a controlli da parte della Procura di Milano. E' quanto avrebbe detto - secondo quanto si apprende - il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel corso di un'audizione al Copasir. Non ci sono falle nel sistema di sicurezza che protegge Silvio Berlusconi ed il premier non e' ricattabile, ha detto Letta.

PER PROCURA MILANO ESITO VOTO SCONTATO, PM VANNO AVANTI Non e' giunta inaspettata in Procura a Milano la decisione con cui la Camera, respingendo la richiesta dei pm del caso Ruby di perquisire gli uffici a Segrate di Giuseppe Spinelli, il fiduciario di Silvio Berlusconi, rinviera' gli atti ai magistrati. ''Ce lo aspettavamo'' e' stato detto al quarto piano del palazzo di Giustizia dove al momento inquirenti e investigatori stanno ancora lavorando per sistemare il fascicolo e limare la richiesta di giudizio immediato per il premier, indagato per concussione e prostituzione minorile. Richiesta che probabilmente lunedi' prossimo, salvo sorprese, verra' inoltrata al gip Cristina di Censo. Dunque, la decisione di Montecitorio, non sposterebbe i programmi del Procuratore della Repubblica Edomondo Bruti Liberati, degli aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno e del pm Antonio Sangermano. Gli atti erano stati trasmessi alla Giunta per le autorizzazioni lo scorso 14 gennaio contestualmente alla richiesta di perquisizione degli uffici di Spinelli ritenuti di pertinenza del Presidente del Consiglio, al quale, sempre lo stesso giorno, era stato recapitato un invito a comparire.

Offline AlenBoksic

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #149 : Venerdì 11 Febbraio 2011, 10:59:18 »
Silvio Berlusconi è un presidente del Consiglio che "ha screditato la vita pubblica italiana così a lungo che ormai è difficile immaginare uno scandalo sufficientemente grave da persuaderlo infine a lasciare il suo incarico". Così l'autorevole Times di Londra, descrive la situazione italiana in un editoriale intitolato "Abuso di potere" all'indomani della richiesta di processo al premier con rito immediato per concussione e prostituzione minorile.

"Il cattivo gusto - sostiene il Times nel suo commento - è una caratteristica distintiva della sua carriera politica, ma un'indagine penale va oltre, rispetto lo squallore abituale". E quindi il giornale londinese, da tempo critico con il capo del governo italiano, insiste che "la sua condotta è incompatibile con la sua posizione e dovrebbe dimettersi immediatamente".

La linea difensiva del premier, che sostiene di essere "vittima di vendette politiche e nega di aver mai pagato per fare sesso" è secondo il Times "non pertinente", in quanto Berlusconi ha comunque ammesso di aver chiamato la questura per intercedere per la giovane Ruby, accusata di furto. Insomma, per il Times, già solo "sulla base di ciò che ammette, non è adatto a governare". E non è solo una questione nazionale, perché il premier "oltre a screditare la politica interna, ha disonorato la diplomazia" italiana. E giù una carrellata sulle 'gaffe' del presidente del Consiglio all'estero negli ultimi anni. La conclusione è durissima: Berlusconi "abusa della sua carica politica e per le sue finalità private e sfida chiunque cerchi di fermarlo. E' ormai tempo di farla finita con questa farsa umiliante e distruttiva".

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Offline BobLovati

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #150 : Venerdì 11 Febbraio 2011, 20:09:41 »
... dare del comunista o comunistaccio serve moltissimo; serve a quei partiti che, fino a che ci saranno fresconi che ci credono ( all´esistenza dei comunisti, dico ... ), si manterranno al governo !

Altroché, se serve    8)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Aquilotta del Nord

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #151 : Venerdì 11 Febbraio 2011, 20:37:15 »
Secondo me è molto in topic questo bell'editoriale di Massimo Giannini, vice direttore di Repubblica. Una gran bella penna, se avete pazienza leggetelo perché è interessante.

La struttura Delta

di MASSIMO GIANNINI

Gli storici prendano nota. Ieri, per la prima volta, si è riunita in chiaro, alla luce del sole, la Struttura Delta. Le "guardie armate" del presidente del Consiglio nella carta stampata e nella tv.

Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, e Claudio Brachino, direttore di Videonews-Mediaset. Convocati direttamente da Silvio Berlusconi, non più nella magione privata di Arcore, a Villa San Martino. Ma nella sede governativa di Roma, a Palazzo Grazioli. Per mettere a fuoco lo "spin" comunicazionale, con il quale il Cavaliere cercherà di riscrivere ancora una volta a suo vantaggio il "palinsesto" politico-mediatico dell'intera nazione. E per mettere a punto la controffensiva violenta, con la quale cercherà di distruggere la magistratura, la libera stampa, l'opposizione parlamentare e sociale.

Dunque, la drammatica torsione democratica del berlusconismo declinante ci consegna l'ennesima, incredibile "epifania". Politica e giornalismo piegati insieme, nello stesso tempo e nello stesso modo, per sovvertire codici normativi e aziendali. Per propiziare atti "sediziosi" e inquinare fatti incontrovertibili. La Struttura Delta, come questo giornale l'aveva "battezzata" nel novembre 2007 mutuandola da Joseph Conrad, esiste da anni. È stata una delle prime intuizioni del premier-tycoon, che invece di risolvere il suo enorme conflitto di interessi, l'ha ingigantito e sfruttato fino in fondo per mettere in moto la più micidiale e pericolosa macchina di fabbricazione del consenso mai concepita in una normale democrazia europea. Capo del governo (perciò sovrano delle tre reti pubbliche Rai) e insieme padrone delle tre grandi reti private Mediaset, Berlusconi ha capito subito che ciò di cui aveva sommamente bisogno, per gestire il consenso, era servirsi del suo "inner circle" manageriale, pubblicitario e giornalistico, per dettare l'agenda al Paese. Creare una "squadra", cioè, nella quale la più grande agenzia newsmaker della nazione, cioè il governo stesso, potesse dettare "i titoli" della giornata all'intero network televisivo-informativo italiano. Per cancellare quelli dannosi, per nascondere quelli scomodi, per enfatizzare quelli utili alla propaganda "di regime". Questa vergognosa versione italiana del Grande Fratello orwelliano l'abbiamo vista all'opera quattro anni fa, all'epoca del cosiddetto scandalo Rai-Set. Attraverso un'inchiesta sul fallimento della Hdc di Luigi Crespi, la Guardia di Finanza scoperchiò la "rete" inquietante di connivenze e complicità tra manager, dirigenti e giornalisti del servizio pubblico e dell'impero privato del premier (da Agostino Saccà a Deborah Bergamini) grazie alle quali si arrivò al punto di occultare, nei tg della sera e della notte, i risultati negativi di Forza Italia alle elezioni del 2006.

Da allora la Struttura Delta ha continuato a lavorare. Sempre a pieno regime. Basta vedere il Tg1 o il Tg5, per non parlare del Tg4 e dell'infinita varietà di programmi che le reti "ammiraglie" del servizio globale Rai-Set trasmettono nelle ore più impensate del giorno (Mattino 5, La vita in diretta, Pomeriggio sul 2). Ed ha anche affinato i suoi strumenti, in una spirale sempre più cinica e violenta che ha trasformato la macchina del consenso in macchina del fango. Incrociando sempre più spesso le televisioni e i giornali. Basta vedere il linciaggio al quale si sono dedicati i mass-media "di famiglia", dal Giornale a Panorama, contro chiunque abbia criticato il Cavaliere: da Dino Boffo a Gianfranco Fini. Anche un mese fa, il 17 gennaio per la precisione, la Struttura Delta si era riunita, in pieno scandalo Ruby. Dopo il consueto pranzo del lunedì ad Arcore con l'inseparabile Fedele Confalonieri e i figli Piersilvio, Marina e Luigi, il premier aveva convocato per un caffè l'intera squadra dei suoi "spin": l'onnipresente Mauro Crippa, direttore generale dell'informazione a Mediaset e primus inter pares della Struttura, l'immancabile Alfonso Signorini, direttore di Chi, ancora Sallusti, e poi il direttore di Panorama Giorgio Mulè e il direttore delle relazioni esterne di Fininvest Franco Currò.

I risultati di quel vertice "privato" sono stati almeno tre. L'intervista di Ruby alla trasmissione Kalispera su Canale 5, nella quale la ragazza marocchina ritratta tutto ciò che aveva detto nelle intercettazioni e nelle comunicazioni rese ai pm di Milano. La discesa in campo delle "ministre" a difesa del Cavaliere: la Gelmini a Porta a Porta, la Carfagna a Matrix e la Santanché ad Annozero. La valanga di videomessaggi autoassolutori e intimidatori dello stesso premier alla tv o ai Promotori della Libertà.

Ora, nella fase più disperata per il presidente del Consiglio, c'è un ulteriore salto di qualità. La Struttura Delta si riunisce direttamente nella capitale, a Palazzo Grazioli. In una inaccettabile sovrapposizione di ruoli e di funzioni, il capo del governo convoca i suoi referenti e i suoi dipendenti, portando ancora una volta alla ribalta, ma stavolta in campo aperto, il velenosissimo conflitto di interessi che intossica politica e informazione. Insieme, il premier e il suo anomalo "think tank" elaborano le offensive politiche e organizzano le offensive mediatiche. Il Pdl non esiste più (ammesso che sia mai esistito). Il partito, come filtro della rappresentanza democratica, è definitivamente scavalcato e surrogato dalla Struttura Delta. La "squadra degli spin" diventa un vero e proprio "gabinetto di guerra". Dove i giornalisti, dopo aver indossato la "mimetica" a Palazzo Grazioli, tornano in redazione a scrivere editoriali ispirati e a dettare cronache addomesticate.

Anche in questo caso, i risultati si vedono. Sono due, per adesso. Il primo: Giuliano Ferrara intervista Berlusconi sul Foglio, lo fa urlare contro "il golpe morale", gli fa dire che "il popolo è il mio giudice ultimo", e che quelle di Milano sono "inchieste farsesche, degne della Ddr". Giusto la sera prima, all'improvviso, la Rai aveva deciso di cambiare il palinsesto, per trasmettere sulla Rete Due Le vite degli altri, il film in cui Von Donnersmarck racconta le tragedie umane prodotte dai metodi spionistici della Stasi, la polizia segreta della Germania comunista di Honecker. Qualcuno può pensare che sia stato solo un caso? Il secondo: ancora Ferrara irrompe alle otto al Tg1 di Augusto Minzolini, parla per sei minuti filati (un tempo televisivo infinito) attacca "il gruppo Espresso di De Benedetti e dei professoroni del Palasharp, che vogliono abbattere il governo con metodi extraparlamentari", e spara a zero contro "il puritanesimo brutale che vuole tagliare la testa al re".

Cos'altro faranno il Giornale di Sallusti e le News Mediaset di Brachino lo scopriremo solo oggi e nei prossimi giorni. Cos'altro ha fatto e farà ancora la Struttura Delta, al riparo dall'ufficialità e dalle coincidenze che possiamo ricostruire solo ex post, forse non lo scopriremo mai. Ma intanto il nuovo "palinsesto", politico e giornalistico, è scritto. Nel cuore ferito dell'immenso conflitto di interessi berlusconiano, il "gabinetto di guerra" ha deciso di combattere la battaglia decisiva, forse l'ultima. Gli "assaltatori" sono all'opera. Contro la verità. Contro la responsabilità. Contro la dignità. E poi c'è ancora chi dice che questa non è una vera "emergenza democratica".

geddy

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #152 : Venerdì 11 Febbraio 2011, 20:57:37 »
Spero davvero i  magistrati riescano a processarlo e condannarlo. Se  hanno in mano quello che si legge su repubblica ci credo poco.

zorba

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #153 : Mercoledì 16 Febbraio 2011, 07:51:59 »

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #154 : Mercoledì 16 Febbraio 2011, 08:45:07 »
Dice il Cavaliere: "In assoluto [sono] il maggior perseguitato dalla magistratura in tutte le epoche, in tutta la storia degli uomini in tutto il mondo. [Sono stato] sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni" (10 ottobre 2009). Nello stesso giorno, Marina Berlusconi ridimensiona l'iperbole paterna: "Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c'è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?" (Corriere, 10 ottobre 2009). Qualche giorno dopo, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, pompa il computo ancora più verso l'alto: "I processi contro Berlusconi sono 109" (Porta a porta, 15 ottobre 2009). Lo rintuzza addirittura Bruno Vespa che avalla i numeri di Marina: "Non esageriamo, i processi sono 26". Ventotto, ventisei, centosei o centonove, e quante assoluzioni? In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici. Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l'affare Mills; frode fiscale per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell'affare Mediatrade; e quest'ultimo per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Nei processi già conclusi, in soltanto tre casi le sentenze sono state di assoluzione. In un'occasione con formula piena per l'affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa: i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per "insufficienza probatoria". Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati).

http://www.repubblica.it/politica/2011/01/21/news/dieci_bugie-11473290/
Voglio 11 Scaloni

leo

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #155 : Mercoledì 16 Febbraio 2011, 09:58:03 »
Il lavaggio del cervello l'hanno subito pure quelli del PD
vorrebbero fare un'alleanza contro berlusconi con questi qui:

"La magistratura si vuole sostituire a forza al potere legislativo: bisogna cambiare la Costituzione per quanto riguarda i modi e i comportamenti della magistratura". Lo ha detto Luciano Dussin, deputato della Lega Nord, questa mattina a Omnibus, su LA7.

Offline AlenBoksic

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Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #156 : Mercoledì 16 Febbraio 2011, 10:06:25 »
No,
vorrebbero fare un'alleanza per il federalismo senza il B.
Per un verso è un tentativo di pura tattica, per un altro si cerca di togliere il monopolio delle riforme ad un ministro che, oltre ad essere semplificato di suo, ha partorito quell'obbrobrio elettorale.
Visto che siamo in tema Vendola oggi su Repubblica, ma ho letto solo i titoli, si proclama favorevole all'unione di tutte le opposizioni, Fini incluso.
Voglio 11 Scaloni

zorba

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #157 : Sabato 5 Marzo 2011, 07:49:50 »

zorba

Re:De "Il lavaggio del cervello"
« Risposta #158 : Sabato 5 Marzo 2011, 08:17:07 »
(Il Fatto Quotidiano 05.03.2011)



BERGONZONI

Cosa ci serve? La rivoluzione

(di Mattia Carzaniga)

Un indicativo che suona come un imperativo: Urge. Il titolo del nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni, monologo sospeso tra comicità e attualità di casa nostra, è un manifesto, un monito, un’invocazione che arriva come un grido, ora gioioso ora disperato. In scena per un’ora e mezza da solo, con un testo da lui scritto e diretto (insieme con Riccardo Rodolfi), Bergonzoni porta la sua vis (malin)comica a Milano, al teatro Elfo Puccini dall’8 al 20 marzo. Polemizzando sul reale e lanciando messaggi che suonano paradossalmente nuovi: fare scelte, compiere scoperte, tentare linguaggi diversi. E abbandonarsi non ai bisogni ma ai sogni, anche se il confine che li separa dagli incubi è molto spesso troppo sottile. 

Il suo monologo è presentato come un “racconto politico” del Paese.

Ci tengo però a non essere frainteso. La mia è solo una finestra, anzi un terrazzo aperto sul mondo, che si spinge fuori dal monologo prettamente comico. Non m’interessa la stretta attualità, piuttosto una ricerca antropologico-filosofica sul presente. Quello che mi preme dire è che, mentre uno è impegnato a teatro o in qualunque altra cosa, va in onda una televisione dove si fa sciacallaggio sui morti, dove è progressivamente esplosa una metastasi collettiva. Ormai non si può più dire “faccio altro”: non basta non vedere quei programmi, è necessario che una certa cultura venga pubblicamente perseguita, ci sta rubando i neuroni. Per questo l’artista oggi deve misurarsi con altri “mestieri”: andare nelle scuole, nei luoghi pubblici, cercare di cambiare la conoscenza e la coscienza. L’Italia è in coma profondo, si deve destare ma per davvero. Stiamo respirando troppo fumo passivo che ci sta lentamente uccidendo.

Come si è arrivati a tutto questo?

Siamo diventati ottusi, il potere ci ha sedotti e addormentati. Io non voglio parlare di potere ma di potenza, che ridà energia, può provocare un cambiamento. Per questo ho scelto di fare “voto di vastità”: non intesa con tono di superbia, ma come allargamento degli orizzonti.

Se si dovesse dettare un’agenda delle urgenze del nostro tempo, quali sarebbero le priorità?

Abbiamo bisogno di una reazione collettiva forte, e non solo di piazza: la spinta deve essere soprattutto intima, coscienziale. Ciascuno di noi vota tutti i giorni con le sue scelte, ogni giorno è un referendum. Serve una rivoluzione, e spetta proprio agli artisti provocarla.

In che modo?

Facendo capire al pubblico che non possiamo più essere solo spettatori, se no si finisce per sciacquarsi la coscienza con quella che io chiamo una “cultura collutoria”. Bisogna cibarsi di quello che si riceve e diventare da osservatori veri e propri protagonisti. Non basta leggere e ascoltare Dante o Joyce, fino a – cito i primi che mi vengono in mente – Terzani, Vecchioni, Benigni, Cacciari, Travaglio: bisogna sforzarsi di diventare queste persone.

Alcuni dicono che un cambiamento è in atto: Vecchioni, per citare uno dei nomi che ha fatto, ha addirittura vinto il Festival di Sanremo, tempio del nazional-popolare.

Se è per questo, ha ricevuto anche le lodi di un direttore come Masi, che pochi giorni prima aveva telefonato all’Isola dei Famosi per fare gli auguri alla nuova edizione del programma. È per colpa di contraddizioni come questa se la gente ormai non si rende più conto delle differenze.

Come stanno la comicità e la satira, in un momento in cui la politica sembra ormai diventata laparodia di se stessa?

Proprio questo è il punto. Oggi la più grossa bestemmia per un comico è dire: ringrazio la politica perché mi dà da mangiare tutti i giorni. Quello va bene per la satira di bassa lega, per il battutismo da bar che ha finito per generare un godimento divertito nei confronti dei presunti bersagli. Non parlo ovviamente di artisti come Paolo Rossi o Daniele Luttazzi: la loro non è neanche più comicità, è ricerca politica finissima, per non dire vera e propria informazione.

Parlava di cambiamento: come lo si mette in atto?

Cambiando i protagonisti della scena pubblica, cercando un “altrove”. Siamo nelle mani di direttori di riviste patinate che hanno voce nelle tribune televisive popolari, tutto è concepito in termini di copertine e di audience. Bisogna capire che siamo vittime di un imbestialimento generale, il tema cruciale è riconoscere il tumore che ci sta rovinando, è un dato clinico: la sanità della nostra cultura è seriamente compromessa, siamo travolti dalla psicosi.

Come si guarisce, allora?

Per guarire serve trovare una cura. È importante far capire che la malattia che ci sta divorando è una vera e propria infezione che attacca il cervello.

Dalle nuove generazioni sembra arrivare un nuovo vento di “ribellismo”: basta guardare le proteste sollevate nei mesi scorsi nelle università di tutta Italia.

Lo vedo anch’io andando a parlare nelle scuole, sono stato negli asili di Bologna e Reggio Emilia e ora mi hanno chiamato all’Università di Milano. Ma mi rendo conto che, anche se mi trovo di fronte bambini o ragazzi molto giovani, paradossalmente anche per loro è troppo tardi: bisognerebbe arrivare prima, beccare il momento del concepimento per spiegare l’inconcepibile alle generazioni future, per dire che esistono le differenze, che non c’è un solo partito, una sola religione, un solo pensiero come vogliono farci credere.

A proposito di scuola, qual è lo stato della scuola pubblica, tema su cui non smette di infuriare il dibattito?

La scuola è messa male, è evidente, ma è prima di tutto un problema di istruzione interna. Anche gli studenti vanno “ricostruiti”, servono nuovi insegnanti che crescano generazioni davvero nuove. È un’emergenza che riguarda la scuola ma anche la classe politica ed economica del Paese: è necessario rinnovarla azzerando quello che c’è ora, ripartendo da un’infanzia culturale. Bisognerebbe mandare via chi c’è, ma non crescere chi arriverà con la stessa cultura di chi ci governa. Non ci servono altri Tanzi, per capirci. Ma perché questo accada, ci vorrà parecchio tempo. Ci risentiamo tra cinque-sei generazioni.