Autore Topic: B. come BC  (Letto 11966 volte)

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Offline benvolio

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Re:B. come BC
« Risposta #100 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 10:49:02 »
Il giustizialismo a go-go qualifica il livello di civilta' di una classe politica. Ergo quella italiana (tutta) e' da considerare dequalificata, anzi squalificata. I PM tiranni o santi vanno e vengono sulle pagine di giornali e qualsiasi possibilita' di affrontare un dibattito serio sulla riforma della giustizia decade se chi lo dovrebbe fare e' cosi' palesemente in malafede. I processi civili a 25 anni (caso del mio condomino, quindi reale) sono ancora piu' gravi della (presunta o meno) arbitrarieta' del pm nell'esercizio dell'azione penale. Il rito accusatorio senza riforme accessorie, peraltro, consente solo a gente ricca come il signor B. di attrezzare difese adeguate. La gisutizia quindi va riformata. Ma prima B. se ne dve andare da Palazzo Chigi, dve liberare il campo da questa incompatibilita' che fa si che ognuno possa dire e pensare che la riforma della giustizia la si fa per risolvere i suoi problemi. E poi questo paese dovrebbe discutere anche di riforma fiscale, welfare, sanita' ed istruzione pubblica, e nuove tutele del lavoro, ivi incluso il livello di contrattazione. B. se ne deve andare perche' occorre che la patria viva (semi cit.)

Aquilotta del Nord

Re:B. come BC
« Risposta #101 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 11:57:28 »
Caro SAV,
riforma giudiziaria, dici. Se davvero B. la volesse per togliere farraginosità alla macchina della giustizia, che è lenta, si inceppa, non garantisce quello che dovrebbe garantire ai comuni cittadini come me e te, sarei ovviamente d'accordo. Il punto è, però, che lui la invoca per togliersi dalle sue beghe personali. E questo è un uso personalissimo della res publica. Il processo breve ammazza letteralmente i processi, pensa a tanti cittadini che hanno cause, che attendono risarcimenti, anni di spese legali, tutto vanificato perché B. si pone al di sopra della legge stessa? O meglio, perché non vuole farsi giudicare? A me e a te, cittadini comuni, se ci accusassero di un qualsiasi reato, dovremmo comparire davanti al giudice e far valere le nostre ragioni. Lui no. Lui ha una pletora di avvocati e ministri che capovolgono i più elementari principi di democrazia per far in modo che il sovrano unico non possa essere processato, non possa nemmeno comparire davanti ai giudici, perché di questi non si fida. C'è un uso troppo personale del potere legislativo, mi dispiace. E rallenta l'intera macchina legislativa, con Parlamento ed organi istituzionali incagliati dalle questioni personali di UNA persona.

Offline SAV

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Re:B. come BC
« Risposta #102 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 12:22:29 »
Scusa SAV,
dimentichi una cosa fondamentale: l'art. 112 della Costituzione
"Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale".

Sarò breve e chiudo il mio intervento quì, visto che sono su questo forum di parlare di Lazio e non di politica.  Ieri, ho avuto uno sfogo, quando leggevo che gli elettori del PdL e di Berlusconi sono tutti furfanti o imbecilli...
L'art. 112 della Costituzione è la norma più ipocrita che sia stata mai creata.  L'ipotetico obbligo di azione penale per qualsiasi reato corrisponde a una discrezionalità assoluta di cui dispone il PM.  E' di tutta evidenza che il tempo e le risorse di cui dispone un PM sono limitati.  Sarà quindi la Procura a decidere a quali dossier bisogna dare priorità. 
Credo che ci siano pochi dubbi che, in quanto a gravità, il reato contestato a Berlusconi in questo caso non sia neanche minimamente paragonabile alla serie di reati che si registrano ogni giorno.  Non dico che bisogna trascurare la notizia di reato, ma ritengo auspicabile che gli sforzi investigativi più intensi si rivolgano verso indagini più significative.  Viene lanciato l'allarme sulla diffusione della criminalità organizzata al nord e poi ci si preoccupa dei festini di Arcore, che saranno forse squallidi ma, nella quasi totalità dei casi, sono del tutto legittimi.  Oppure dietro questo zelo dela procura di Milano si nasconde un po' di accanimento giudiziario?
Per capire quanto l'art. 112 sia ipocrita, basta pensare alla casa di Montecarlo di Fini.  Il caso è stato archiviato a tempo di record senza neanche interrogare il beneficiario della casa, il Sig. Tulliani.  La Procura di Roma, nella sua discrezionalità assoluta, ha deciso che non valeva la pena impiegare ulteriori risorse per capire se si era registrata una truffa.  E pensare che in quel caso, c'è un danno acclarato ad AN di almeno 700.000 euro...  nel caso B., la parte lesa sarebbe invece la povera Ruby, che ha ovviamente maggiore bisogno di essere tutelata...

Ti leggo solo ora, Aquilotta.  Molte delle leggi ad personam non piacciono neanche a me.  Non è ovviamente quella la riforma della giustizia che ho in mente.  Vorrei una riforma molto più ampia, come quella prevista nel programma elettorale del PdL, e non questi mini-provvedimenti privi di senso.  Sono invece favorevolissimo a quella che è stata bollata come legge-bavaglio... ma questa è un'altra storia... meglio tornare a parlare di Lazio... :D

zorba

Re:B. come BC
« Risposta #103 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 12:23:49 »

jumpingjackflash

Re:B. come BC
« Risposta #104 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 12:31:23 »
Sarò breve e chiudo il mio intervento quì, visto che sono su questo forum di parlare di Lazio e non di politica.  Ieri, ho avuto uno sfogo, quando leggevo che gli elettori del PdL e di Berlusconi sono tutti furfanti o imbecilli...
L'art. 112 della Costituzione è la norma più ipocrita che sia stata mai creata.  L'ipotetico obbligo di azione penale per qualsiasi reato corrisponde a una discrezionalità assoluta di cui dispone il PM.  E' di tutta evidenza che il tempo e le risorse di cui dispone un PM sono limitati.  Sarà quindi la Procura a decidere a quali dossier bisogna dare priorità. 
Credo che ci siano pochi dubbi che, in quanto a gravità, il reato contestato a Berlusconi in questo caso non sia neanche minimamente paragonabile alla serie di reati che si registrano ogni giorno.  Non dico che bisogna trascurare la notizia di reato, ma ritengo auspicabile che gli sforzi investigativi più intensi si rivolgano verso indagini più significative.  Viene lanciato l'allarme sulla diffusione della criminalità organizzata al nord e poi ci si preoccupa dei festini di Arcore, che saranno forse squallidi ma, nella quasi totalità dei casi, sono del tutto legittimi.  Oppure dietro questo zelo dela procura di Milano si nasconde un po' di accanimento giudiziario?
Per capire quanto l'art. 112 sia ipocrita, basta pensare alla casa di Montecarlo di Fini.  Il caso è stato archiviato a tempo di record senza neanche interrogare il beneficiario della casa, il Sig. Tulliani.  La Procura di Roma, nella sua discrezionalità assoluta, ha deciso che non valeva la pena impiegare ulteriori risorse per capire se si era registrata una truffa.  E pensare che in quel caso, c'è un danno acclarato ad AN di almeno 700.000 euro...  nel caso B., la parte lesa sarebbe invece la povera Ruby, che ha ovviamente maggiore bisogno di essere tutelata...

Ti leggo solo ora, Aquilotta.  Molte delle leggi ad personam non piacciono neanche a me.  Non è ovviamente quella la riforma della giustizia che ho in mente.  Vorrei una riforma molto più ampia, come quella prevista nel programma elettorale del PdL, e non questi mini-provvedimenti privi di senso.  Sono invece favorevolissimo a quella che è stata bollata come legge-bavaglio... ma questa è un'altra storia... meglio tornare a parlare di Lazio... :D
a me invece piace molto discutere con persone come te che sono disposte a mettersi comunque in discussione.

Offline masti càzzi

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Re:B. come BC
« Risposta #105 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 12:43:45 »
Per capire se B. ha pagato per fare sesso con la minorenne Ruby è veramente necessario intercettare tutte le persone che hanno messo piede ad Arcore in un anno?  O forse tale attività investigativa è motivata dal desiderio di svelare all'opinione pubblica italiana i segreti dei festini di Arcore (nonostante il 99% delle ragazze coinvolte fossero maggiorenni e quindi i loro eventuali rapporti sessuali non integrino alcun reato)?
Insomma, se è patetico il comportamento di B., è comunque per l'ennesima volta abberrante la condotta della procura di Milano.  Per questo, sono convinto che B. sia un perseguitato.  Forse è (o è stato) un bandito.  Sicuramente le sue condotte sono spesso contrarie all'idea prevalente di moralità (per quel che mi riguarda, sono personalmente contrario al meretricio, ma non ci trovo nulla di amorale; e trovo banale la distinzione tra una ragazza di 17 anni e 6 mesi e una di 18 anni..).  Ed è certamente ipocrita nel leccare il culo alla Chiesa, quando i suoi comportamenti sono ben lontani dai precetti cristiani.  Ma, quando vedo che l'odio nei suoi confronti porta a sferrargli un'offensiva pari a quella contro un capomafia, non ce la faccio a non stare dalla sua parte.
sav, non e' per capire se il vecchio porco ha fatto sesso con ruby o con altri che sono partite le intercettazioni. l'ha spiegato in maniera concisa ed esaustiva alenboksic: il vp pressa per costringere la questura ad affidare una ragazza minorenne [e questa e' anche la prova che il vp SA che la ragazza e' minorenne: i maggiorenni non si affidano, vanno a casa da soli] a una persona di sua fiducia, senza che la stessa sia identificata. qualcuno la chiama un'anomalia, il codice la chiama "concussione".  il tuo ragionamento potrebbe filare, ma prende da subito la strada errata.
e' da li' che parte tutto. poi ruby va in questura lei per denunciare un furto che ha subito, poiche' qualcuno le ha sottratto la busta con scritto silvio b. e con i settemila euro dentro. quel qualcuno viene identificato, si e' gia' pippato duemila euro, gli altri cinquemila le vengono restituiti. le dicono "ecco i tuoi soldi, tanto per curiosita': dove cazzo li hai presi?".
inutile andare avanti.
aggiungo: se il vp e' andato con novantanovemilanovecentonovantanove zoccole maggiorenni e una sola minorenne, e' reato *comunque*: non e' che i reati si pesano a percentuale: che se uno e' andato una volta sola con una minorenne e mai con una maggiorenne e' piu' reato? in piu', la distinzione tra una ragazza di diciassette anni e mezzo e una di diciotto sara' banale dal punto di vista della morale ma non lo e' dal punto di vista delle leggi.
altra aggiunta: a svelare all'opinione pubblica i segreti di casa del vp e' stata per la prima volta la moglie. quando non ne ha potuto piu' e se ne e' andata ha parlato [cito a memoria] di "vergini che si offrono al drago", di un uomo "che sta molto male" e "che va con le minorenni". gia' prima [e dopo] si sapeva che c'erano dei puttan-tour che facevano capolinea nella sua villa in sardegna come "nel lettone di putin". invece, a rendere pubblico quanto stiamo leggendo in questi giorni e' stato proprio il signor vp, che ha preteso l'autorizzazione a procedere della camera per evitare che venisse perquisito l'ufficio del suo contabile.

Credo che ci siano pochi dubbi che, in quanto a gravità, il reato contestato a Berlusconi in questo caso non sia neanche minimamente paragonabile alla serie di reati che si registrano ogni giorno.  Non dico che bisogna trascurare la notizia di reato, ma ritengo auspicabile che gli sforzi investigativi più intensi si rivolgano verso indagini più significative.
aspe'.
concussione [lui], furto [ruby], prostituzione minorile [favoreggiamento -minetti, fede, mora- e utilizzo finale -lui-].
certo, c'e' de peggio. anche a carico del vp [frode fiscale, corruzione, tangenti, MAFIA], salvo pero' parlare di accanimento giudiziario anche in quei casi. ma sta cazzo de procura che deve fa?

daje sav, che oggi e' meglio se de lazio nun ne parlamo... :D

P.S.: Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto la fidanzata con cui aveva una relazione stabile?
ne stanno cercando una.
quella che risulta dalle intercettazioni [roberta bonasia] risulta essere non cosi' bianca, come dama...

Offline AlenBoksic

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Re:B. come BC
« Risposta #106 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 12:57:57 »
a una persona di sua fiducia, senza che la stessa sia identificata. qualcuno la chiama un'anomalia, il codice la chiama "concussione". 

Per completare il quadro va aggiunto che i di lei genitori,
che hanno la patria potestà,
non vengono sentiti (contrariamente a quanto riferito al PM) se non due ore dopo il rilascio.

quella che risulta dalle intercettazioni [roberta bonasia] risulta essere non cosi' bianca, come dama...

Strano, visto son tutte feste all'insegna della massima eleganza e decoro
 8)
L'avevo chiesto per sottolineare come questa bugia abbia avuto gambe cortissime e, visto che nessuno c'ha creduto, per rincuorare le truppe siamo tornati al tradizionale discorotto della persecuzione.
Voglio 11 Scaloni

Giglic

Re:B. come BC
« Risposta #107 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 13:17:33 »
Di base, l'intervento di SAV, molto civile, conferma però quello che avevo detto: chi vota B. lo fa perchè lo preferisce ai communisti, o perchè ignora alcuni fatti. Io, che invece civile non sono, secondo SAV, ritengo che si possano avere tutte le opinioni del mondo, ma sui fatti si debba concordare. Se si parla di intercettazioni per "fregarlo" senza citare la telefonata per liberare la "nipote di mubarak" si ignorano dei fatti, ossia tecnicamente si è ignoranti. Se si conosce questo fatto e lo si vota, si approva quel comportamento. (tra parentesi, avevo chiesto se secondo chi vota B riformare la giustizia risolve TUTTI i mali dell'Italia, ma non ho ancora ottenuto risposta. Così come avevo chiesto se politicamente erano d'accordo con i condoni, depenalizzazioni, etc, e anche qui un "silenzio assordante"). Il problema, torno a ripetere, non è giudiziario: quello è un aspetto completamente esterno alla vera questione, che è politica: approvate la politica del B. in questo caso? Telefonate in questura con bugia, scatenamento dei media asserviti su un fatto privato come la casa di Montecarlo (ovvio che Fini li ha fatto una stronzata, ma avendo per me la credibilità di Jo Condor, chissenefrega).
Notare poi la sottile ipocrisia: si parla del concentrarsi sulla 'ndrangheta al Nord, e quando emergono fatti si grida al complotto contro il PDL... (vedi Maroni che parla da Fazio)

Offline benvolio

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Re:B. come BC
« Risposta #108 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 15:23:28 »
"...Qui non c'e' da fare un processo. Luigi non e' un imputato, voi non siete dei giudici; voi siete e non potete essere altro che uomini di Stato e rappresentanti della nazione. Non dovete emettere una sentenza a favore o contro un uomo: dovete prendere una misura di salute pubblica, dovete compiere un atto di provvidenza nazionale..."
(Robespierre: Discorso per la condanna di Luigi Capeto)

Semplicemente se ne deve andare (e si tornasse pure al voto). Lo devono capire tutti. A partire dal PD.

ps:
a scanso di equivoci, non sto perorando pene di morte, invoco un atto sovrano di un parlamento appena presentabile. Lo so che cosi' non e' ma nessuno ci prova davvero.

Offline AlenBoksic

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Re:B. come BC
« Risposta #109 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 15:37:11 »
Ricapitolando:
Mangano pensava fosse uno stalliere,
la P2 non aveva capito cos'era,
Previti corrompeva i giudici a sua insaputa,
poi va al compleanno di una 18n senza spiegare come mai fosse li,
gli portan delle escort a tavola che gli si infilano nel letto senza capisca qual'è la loro professione,
infine gli si presenta una marocchina minorenne e pensa sia una 24n egiziana.
A volergli credere si dovrebbe pensare che siamo governati da uno sprovveduto.
Voglio 11 Scaloni

Offline MCM

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Re:B. come BC
« Risposta #110 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 15:40:29 »

ps:
a scanso di equivoci, non sto perorando pene di morte, invoco un atto sovrano di un parlamento appena presentabile. Lo so che cosi' non e' ma nessuno ci prova davvero.

stai solo prendendo a modello il discorso di un Boia. :D

Offline satanasso

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Re:B. come BC
« Risposta #111 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 15:55:06 »
Il giustizialismo a go-go qualifica il livello di civilta' di una classe politica. Ergo quella italiana (tutta) e' da considerare dequalificata, anzi squalificata.

Colgo uno spunto dello stimatissimo benvolio per proporre una riflessione un pò controcorrente sul tema del rapporto tra sfiducia, giustizialismo e democrazia, sperando di non andare troppo OT.
Le democrazie occidentali, e in primo luogo quella italiana, vivono una fase assai delicata. Si tratta non di una "crisi della democrazia" che lascerebbe intendere una transizione di regime, cosa che è stata paventata da molti studiosi all'inizio degli anni '70, ma di una "crisi di sfiducia" nei confronti delle istituzioni democratiche. Molte ricerche e studi empirici si sono susseguiti a partire dai primi anni '90, tutti concordi nel mostrare che le istituzioni-cardine della democrazia rappresentativa moderna sono viste con distacco, disillusione, insofferenza da parte della cittadinanza.
Partiti, classi politiche, parlamenti, burocrazie statali, eserciti e forze di polizia, non godono più della fiducia popolare che avevano fino a venti anni fa. Non voglio nè sono in grado di entrare nel merito delle innumerevoli e complesse cause e ragioni che hanno portato a questi esiti, mi interessa solo prendere atto del problema che abbiamo di fronte. Ciò che si può dire, però, è che c'è ed è sempre più forte uno scollamento tra la politica istituzionale e la società. Non a caso, i partiti politici (e i parlamenti al cui interno essi si raccolgono), rappresentano la cerniera tra la le due dimensioni sopra richiamate e al contempo sono i soggetti più esposti alla sfiducia popolare.
Dal momento che il meccanismo di trasmissione della volontà popolare in un regime democratico-rappresentativo è legato alla catena causale elezione-rappresentanza parlamentare-regola di maggioranza, se sono proprio i partiti e i parlamenti i primi soggetti ad essere sfiduciati, l'intero castello democratico ne risente in maniera decisiva.
Insomma, se saltano gli anelli di congiunzione tra i governati e i governati, si interrompe quella dialettica tra sfera della società e sfera della politica che costituisce la condizione essenziale affinchè la democrazia possa presentarsi come un regime politico riflessivo (una dittatura, ad esempio, non può esserlo), cioè capace di ascolto, apprendimento, trasformazione, miglioramento attraverso il continuo flusso di informazioni input, stimoli - un irroramento dal basso - provenienti dalla società e mediati dalle istituzioni rappresentative fino a giungere a quegli output implementativi - legislativi prima, esecutivi poi - che permettono di riattivare il circolo di informazioni - che altro non è se non il percorso circolare della legittimità democratica - su cui la società reagirà di nuovo.
Questa situazione si risolve a mio modo di vedere in un cortocircuito società-politica che porta, tramite la disattivazione dei tradizionali canali di mediazione istituzionali (partiti e organi legislativi in primo luogo) a un impoverimento strutturale sia della società che della politica: i partiti, in questo senso, diventano attori consociativi, chiusi in se stessi, privi di contatti con le basi di riferimento; la società, a sua volta, si arrocca e preferisce esprimersi non più attraverso la via del consenso democratico, ma attraverso la via del dissenso, della censura, della sfiducia, del sospetto (faccio notare che le derive populiste trovano nutrimento proprio da qui): dalla democrazia del consenso alla democrazia del dissenso, appunto.
In questo senso, le categorie del veto e quella della sorveglianza nei confronti di attori e istituzioni viste come distanti, autointeressate, autoriproducentesi assurgono a categorie-guida delle nostre democrazie.
L'emergere del partito dei giudici da un lato e dei nuovi partiti di impronta populista dall'altro (ma in modo speculare, si badi bene) non sono altro se non il frutto avvelenato di questa involuzione delle nostre democrazie rappresentative, le ultime roccaforti di una popolazione incattivita, delusa, priva di fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche.
Tutto questo per dire che la situazione è ancora più grave di quanto lasci intendere la mancata sfiducia a Mr. B. Anche se questa venisse - e personalmente auspico che ciò avvenga al più presto - temo proprio che le cose non sarebbero destinate a migliorare, nemmeno in caso di nuove elezioni e di un cambio di colore del governo.
Sciarpe rotte eppur bisogna andar

Offline benvolio

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Re:B. come BC
« Risposta #112 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 15:56:36 »
Yes MCM!..;)...la pena capitale che invoco e' una terribile, agghiacciante...mozione di sfiducia ...affilata come una lama della ghigliottina, ovviamente ed a prova di Scilipoti e Razzi...:)

Giglic

Re:B. come BC
« Risposta #113 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 16:47:59 »
Colgo uno spunto dello stimatissimo benvolio per proporre una riflessione un pò controcorrente sul tema del rapporto tra sfiducia, giustizialismo e democrazia, sperando di non andare troppo OT.
Le democrazie occidentali, e in primo luogo quella italiana, vivono una fase assai delicata. Si tratta non di una "crisi della democrazia" che lascerebbe intendere una transizione di regime, cosa che è stata paventata da molti studiosi all'inizio degli anni '70, ma di una "crisi di sfiducia" nei confronti delle istituzioni democratiche. Molte ricerche e studi empirici si sono susseguiti a partire dai primi anni '90, tutti concordi nel mostrare che le istituzioni-cardine della democrazia rappresentativa moderna sono viste con distacco, disillusione, insofferenza da parte della cittadinanza.
Partiti, classi politiche, parlamenti, burocrazie statali, eserciti e forze di polizia, non godono più della fiducia popolare che avevano fino a venti anni fa. Non voglio nè sono in grado di entrare nel merito delle innumerevoli e complesse cause e ragioni che hanno portato a questi esiti, mi interessa solo prendere atto del problema che abbiamo di fronte. Ciò che si può dire, però, è che c'è ed è sempre più forte uno scollamento tra la politica istituzionale e la società. Non a caso, i partiti politici (e i parlamenti al cui interno essi si raccolgono), rappresentano la cerniera tra la le due dimensioni sopra richiamate e al contempo sono i soggetti più esposti alla sfiducia popolare.
Dal momento che il meccanismo di trasmissione della volontà popolare in un regime democratico-rappresentativo è legato alla catena causale elezione-rappresentanza parlamentare-regola di maggioranza, se sono proprio i partiti e i parlamenti i primi soggetti ad essere sfiduciati, l'intero castello democratico ne risente in maniera decisiva.
Insomma, se saltano gli anelli di congiunzione tra i governati e i governati, si interrompe quella dialettica tra sfera della società e sfera della politica che costituisce la condizione essenziale affinchè la democrazia possa presentarsi come un regime politico riflessivo (una dittatura, ad esempio, non può esserlo), cioè capace di ascolto, apprendimento, trasformazione, miglioramento attraverso il continuo flusso di informazioni input, stimoli - un irroramento dal basso - provenienti dalla società e mediati dalle istituzioni rappresentative fino a giungere a quegli output implementativi - legislativi prima, esecutivi poi - che permettono di riattivare il circolo di informazioni - che altro non è se non il percorso circolare della legittimità democratica - su cui la società reagirà di nuovo.
Questa situazione si risolve a mio modo di vedere in un cortocircuito società-politica che porta, tramite la disattivazione dei tradizionali canali di mediazione istituzionali (partiti e organi legislativi in primo luogo) a un impoverimento strutturale sia della società che della politica: i partiti, in questo senso, diventano attori consociativi, chiusi in se stessi, privi di contatti con le basi di riferimento; la società, a sua volta, si arrocca e preferisce esprimersi non più attraverso la via del consenso democratico, ma attraverso la via del dissenso, della censura, della sfiducia, del sospetto (faccio notare che le derive populiste trovano nutrimento proprio da qui): dalla democrazia del consenso alla democrazia del dissenso, appunto.
In questo senso, le categorie del veto e quella della sorveglianza nei confronti di attori e istituzioni viste come distanti, autointeressate, autoriproducentesi assurgono a categorie-guida delle nostre democrazie.
L'emergere del partito dei giudici da un lato e dei nuovi partiti di impronta populista dall'altro (ma in modo speculare, si badi bene) non sono altro se non il frutto avvelenato di questa involuzione delle nostre democrazie rappresentative, le ultime roccaforti di una popolazione incattivita, delusa, priva di fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche.
Tutto questo per dire che la situazione è ancora più grave di quanto lasci intendere la mancata sfiducia a Mr. B. Anche se questa venisse - e personalmente auspico che ciò avvenga al più presto - temo proprio che le cose non sarebbero destinate a migliorare, nemmeno in caso di nuove elezioni e di un cambio di colore del governo.

Perfetto! Ma andava bene anche nel 1921 questo discorso... C'era una sfiducia così forte verso le istituzioni che quando queste sono state prese "con le cattive" nessuno, in strada, reagì. Anzi, ci mettemmo (intendo come italiani) tutti la camicia nera per conformismo. Che sia questo, alla fine, il destino di questa nazione? Ossia quello di essere comandata, e mai governata?

Offline MCM

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Re:B. come BC
« Risposta #114 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 17:11:26 »
Yes MCM!..;)...la pena capitale che invoco e' una terribile, agghiacciante...mozione di sfiducia ...affilata come una lama della ghigliottina, ovviamente ed a prova di Scilipoti e Razzi...:)

ma secondo te se oggi in Italia si tornasse al voto Berlusconi perderebbe?

Offline satanasso

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Re:B. come BC
« Risposta #115 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 17:33:47 »
Perfetto! Ma andava bene anche nel 1921 questo discorso... C'era una sfiducia così forte verso le istituzioni che quando queste sono state prese "con le cattive" nessuno, in strada, reagì. Anzi, ci mettemmo (intendo come italiani) tutti la camicia nera per conformismo. Che sia questo, alla fine, il destino di questa nazione? Ossia quello di essere comandata, e mai governata?

Giglic, non è sbagliato proporre una similitudine con gli anni '20 del '900, se non altro per ricordarci, tutti, i rischi che corriamo nel ripetere gli stessi errori.
Però ci sono delle differenze che non possono essere sottovalutate. Innanzitutto, la crisi della democrazia di allora era innanzitutto una crisi del parlamentarismo, un'istituzione allora assai recente (considerando naturalmente i tempi lunghi di metabolizzazione di un regime democratico-rappresentativo), soprattutto in Germania (non a caso, la pubblicistica tedesca dell'epoca era assai prolifica in materia e non bastò nemmeno un Kelsen a spostare gli equilibri) e in Italia, paesi di recente e imperfetta unificazione, usciti entrambi a pezzi dalla prima guerra mondiale, con una forte spinta 'progressista' (biennio rosso, socialdemocrazia, Weimar).
Allora, si pensava che il Parlamento non potesse essere l'organo supremo di formazione della sovranità e dell'interesse generale, sia perchè non se ne riconosceva la legittimità di fronte a forme di legittimazione politica dall'alto come l'autorità religiosa o quella regale, sia perchè vi si vedeva una fonte di frammentazione e riottosità al cospetto di una tradizione organicistica ancora ben radicata (di matrice francese, fondamentalmente legata alla Restaurazione), sia perchè vi si riconosceva il rischio di una deriva demagogica e liberticida (l'obiettivo polemico era l'irrompere sulla scena delle formazioni politiche socialiste, il caso inglese descritto da Mill è esemplare a tal proposito).
Insomma, per farla breve, ciò che era in discussione era l'istituzione-Parlamento in sè. Oggi, il parlamentarismo è stato accettato, se non altro a causa di mancanza di alternative storiche (certo, c'è ancora il partito monarchico o qualche formazione papalina, ma insomma...poca roba), ma il sistema parlamentare è "sfiduciato" poichè non appare in grado di svolgere come dovrebbe la sua missione rappresentativa, prima, e legislativa, poi. Ha subito una sorta di svuotamento dall'interno, con lo svilimento delle sue principali funzioni (in primo luogo, il ruolo deliberativo e il controllo sull'esecutivo).
Ed è la democrazia stessa - questo il punto che mi interessa evidenziare per mostrare la differenza con gli anni '20 - che ha subito uno svuotamento dall'interno, a causa dei processi degenerativi che ho descritto sommariamente nel mio precedente post. Il fatto è che oggi non vedo il rischio di una transizione di regime, come ad esempio nel caso del fascismo, ma semplicemente un lento, pacifico, oserei dire sereno, addormentamento della democrazia e del suo significato (che è il governo del popolo, sul popolo, per il popolo, giova ricordarlo) innanzitutto nella coscienza pubblica.
Questa "rivoluzione sonnolenta" è senza dubbio favorita dalla depoliticizzazione delle masse (che negli anni '20 irrompevano invece prepotentemente sulla scena politica-pubblica), a sua volta causata dalla crisi dei partiti di massa, dal ruolo dei mass media, dall'accettazione di un ordine sociale prima che politico visto come inalterabile, in assenza di alternative praticabili e capaci di consenso.
In mezzo a questo sonno della ragione, le istituzioni democratiche vengono via via svuotate di prerogative e si rimettono in discussione assetti fondamentali come l'equilibrio dei poteri. Il "nuovo fascismo" sarà una democrazia cesarista, fondata sul mito della governabilità, dell'ordine, sul primato della privatezza (a differenza della costante mobilitazione e inquadramento delle masse degli anni '20), sull'ignoranza generalizzata promossa dai media (a differenza degli sforzi di indottrinamento degli anni '20). Ma soprattutto, sarà un cesarismo bonario, che non avrà nemmeno bisogno della repressione pubblica e del controllo sociale. Saremo noi stessi, chiusi nelle nostre isolette, a dargli la benedizione. Credendo di essere ancora sovrani.
Sciarpe rotte eppur bisogna andar

Offline benvolio

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Re:B. come BC
« Risposta #116 : Giovedì 20 Gennaio 2011, 19:48:29 »
Satanasso uber alles!
Ad MCM che mi chiede se Berlusconi, votando ora, perderebbe o no le elezioni rispondo che una mozione di sfiducia affilata come dice il boia sarebbe un grande recupero di credibilita' del parlamento e dei partiti e (come dice satanasso) della democrazia. E quien sabe a quel punto cosa accadrebbe?

Offline Dija

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L'uomo nero
« Risposta #117 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 06:44:32 »
Noemi (chi vuole avere un riassunto di questa storia orribile http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/parla-gino/parla-gino.html)

Prima:



Dopo:



Il Ministro Carfagna

Prima:



Dopo:



Began (organizzatrice delle feste bunga bunga)

Prima:



Amica fidata del premier, la Began è nata in Germania nel 1974. Sulla caviglia ha un tatuaggio con una farfalla e la scritta "L'incontro che mi ha cambiato la vita: SB"




Potrei continuare,per tanto e tanto ancora....

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La cosa piu penosa,non e' che Berlusconi vada con prostitute.
Ma che prometta,in cambio di prestazione-orgie sessuali,cariche di governo e posizioni privileggiate nel mondo dello spettacolo-moda.

Io gia m'immagino il direttore di un qualsiasi supermercato:" E' non lo so se rinnoviamo il tuo contratto,tra di noi non ce' dialogo....".
Cosa gli fareste a uno cosi? Magari una persona lavora per pagare un mutuo,a un figlio,un marito,e si deve sentire la dignita calpestata come mer...
E no'.

MA CHI CAZZO CI STA GOVERNANDO? IL VIGLIACCO DELLA PORTA ACCANTO!?!?!
Sono i sogni a fare la realtà

zorba

Re:B. come BC
« Risposta #118 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 08:35:17 »
(Il Fatto Quotidiano 21.01.2011)

La campagna telefonica contro il premier chiamano a Palazzo Chigi per insultarlo

(di Sandra Amurri)

Non è una telefonata che allunga la vita ma sicuramente regala grande soddisfazione. Se non fosse altro perché aiuta a sfogare la rabbia, l’indignazione, quel senso di vergogna che si prova di fronte al mercato del corpo venduto, acquistato, comunque usato da chi come capo del governo dovrebbe offrire ben altro genere di esempio.

A LANCIARE l’iniziativa, “Chiamate la Presidenza del Consiglio al numero 0667791; date il vostro nome e chiedete le dimissioni di Berlusconi. Siate gentili ed educati, ma fatelo!!!”, il TgZero di Radio Capital. E immediatamente il centralino della Presidenza inizia a squillare senza sosta. “Deve dimettersi non possiamo vergognarci per lui”. “Se ne deve andare”. “Sono mamma di due figlie adolescenti, bell’esempio, si deve dimettere”. Tanti i nomi, diversi gli accenti, identica richiesta: dimissioni. Dall’altra parte del filo una voce gentile ringrazia, promettendo che riferirà. Il tam tam si sposta su Facebook. L’invito viene condiviso sulle bacheche. E man mano arrivano i commenti: “Mi hanno risposto, davvero, il primo atto reale   che ho fatto per manifestare il mio dissenso... che soddisfazione! Grazie”. E ancora: “Funziona! Rispondono: faremo presente”. Ho chiamato: “Buongiorno, vorrei lasciare un messaggio per il presidente del Consiglio”. “Sì, mi dica”. “Vorrei che desse immediatamente le dimissioni perché ritengo che sia una vergogna per il nostro paese”. “Grazie per il suo messaggio, riferiremo sicuramente”. “Ma che figata!!! Almeno mi sono sfogato”. “Facciamolo tutti dai... dai non possiamo restare in silenzio”.
C’È ANCHE chi scrive dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Spagna dove vive per ragioni di lavoro, racconta che non ce la fa più a sopportare l’umiliazione di fronte alle battute sul suo Paese. Telefoniamo anche noi. Ci dicono che non era mai accaduto prima, neppure ai tempi di Tangentopoli quando il premier si chiamava Bettino Craxi, fuggito ad Hammamet per sottrarsi alla giustizia. Che la misura sia davvero colma?

Offline AlenBoksic

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Re:B. come BC
« Risposta #119 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 08:43:50 »
ma secondo te se oggi in Italia si tornasse al voto Berlusconi perderebbe?

Fosse sicuro di vincere si sarebbe già dimesso.
Invece, casualmente, dopo un'estate passata a chiedere elezioni e a gridare al tradimento dei finiani, tira dritto con una maggioranza di carta velina imbottita di ribaltonisti.
Chissà perchè...
Voglio 11 Scaloni