Autore Topic: Gian Luca Mignogna a “La Nostra Lazio”: “Il popolo biancoceleste vuole l’assegnazione dello scudetto 1915”  (Letto 344 volte)

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25 APRILE 2017 ORE 16:11

Ospite del lunedì de “La Nostra Lazio”, trasmissione ideata e condotta da Rodolfo Casentini e Carlo Cagnetti, Gian Luca Mignogna – noto al tifo laziale per l’impegno profuso nella battaglia per l’assegnazione ex aequo dello scudetto 1915: grazie al suo intervento sono stati ulteriormente chiariti altri aspetti sulla questione titolo, e si è anche parlato dello stato attuale della Lazio.


Un commento sul momento attuale della Lazio: “Direi che contro il Palermo c’è stata una gran partita giocata in scioltezza, contro una squadra che ha poco da dire in questo campionato. Sulla tenuta difensiva, e le critiche ad essa rivolta, c’è da dire che la partita dopo mezz’ora era già finita e quindi un calo di concentrazione, una leggerezza difensiva è più che perdonabile.”


C’è invece da mettere in evidenza come la Lazio non abbia snobbato una partita, sulla carta facile: “Se poi alla fine dei giochi dovesse valere anche la differenza reti, aver realizzato 6 reti può costituire elemento preferenziale in un’eventuale classifica avulsa. È bene che in certe partite non ci si fermi e si vada avanti, bene ha fatto Crecco a mettere dentro quel pallone – oltre al gran valore del giocatore, figlio di una cantera che ha vinto tutto quello che c’era da vincere.” Ricordando che la Primavera è in testa al proprio girone, già qualificata alle Final Eight: situazione che mette in risalto un Academy che già funziona da qualche anno e molto bene – “I ragazzi della Primavera vanno seguiti con grande passione, perché chiunque indossi la maglia della Lazio merita sostegno.”


Se ti avessero detto, ad inizio stagione, che la Lazio di Simone Inzaghi avesse raggiunto un piazzamento europeo e la finale di Coppa Italia, tu ci avresti scommesso? “Io feci un editoriale ad Ottobre in cui dissi proprio che la Lazio avrebbe disputato un grande campionato. Ho sempre creduto in Simone Inzaghi, è un allenatore che mi ha sempre ispirato tanta fiducia, sarà per la sua lazialità, per la grinta, per la passione che ci mette: ha dimostrato di essere un grande tecnico, io tifo per lui.”


E non solo: Simone Inzaghi è anche un fine stratega, aiutato da un qualificato staff tecnico nella preparazione della partita. La scelta di Lotito era Simone Inzaghi fin dall’inizio: non è stata una scelta casuale – “Io aggiungo che quando una squadra riesce ad ottenere certi risultati, la vittoria è di tutti: significa che la società ha azzeccato tutte le mosse, il tecnico si è fatto valere, i giocatori hanno dato l’anima per la squadra e per la maglia, la tifoseria si è ricompattata e sta facendo sentire alla grande la sua presenza; quando tutte queste componenti, a cui aggiungo il comparto mediatico, marciano nella stessa direzione poi i risultati arrivano. Si sa che qui a Roma siamo in minoranza, per cui dobbiamo sempre fronteggiare questo squilibrio e quando ci riusciamo con grande compattezza allora i risultati arrivano.”


Sullo scudetto: “Vedo alcune cose ‘strane’, soprattutto a livello mediatico: c’è qualcuno che tenta di mettere i bastoni fra le ruote, mentre io invece credo che in questa vicenda non ci possa essere spazio per tentennamenti in una questione che è sì di sport, ma anche di giustizia; sono ragazzi partiti per la guerra dai campi di gioco, e non sono più tornati: ha un valore morale indiscutibile. Non fosse poi per la raccolta di tutti i materiali, i documenti: credo che Tavecchio non vorrà certamente tirarsi indietro, consapevole che alcune spinte che possono esserci all’interno del Consiglio Federale non riguardano la rivendicazione dello scudetto del 1915. Non vorrei che a qualcuno venisse in mente, sull’onda della battaglia a Lotito, di tirare in mezzo la questione dello scudetto: questa è un’iniziativa popolare suffragata da 35000 firme, persone che ora vogliono ed aspettano giustizia. Spero che questa questione venga dibattuta il prima possibile, ma mi rendo conto delle priorità e delle problematiche del calcio nostrano: mi auguro però che venga affrontata prontamente, anche dopo un riesame delle carte e dei documenti. Riconoscere l’ex aequo alla Lazio significa riconoscere una realtà storica che nulla toglierebbe al Genoa; siamo quasi a due anni dall’inizio di questa battaglia, ma dobbiamo distinguere da quelle che sono le nostre aspettative dall’effettivo intervento del Consiglio Federale. Certamente sta anche all’ambiente mettere quel minimo di pressione affinché la questione possa essere affrontata il prima possibile: se vedremo tentennamenti, potremmo anche organizzare qualcosa in grande stile, con grande classe, per mostrare l’interesse e la voglia di giustizia.


Ed per convincere il Consiglio Federale ci sono nuove prove: “Ci sono nuovi documenti che in maniera ineccepibile confermano come entrambe le partite del Napoli furono annullate, che verranno probabilmente divulgati in questa settimana: è giusto che tutti sappiano come stanno le cose e su quali documenti basiamo la nostra rivendicazione. Le carte ci dicono che la Lazio era la squadra più prossima, addirittura più del Genoa, all’assegnazione di quel titolo. Certo se quel titolo non fosse stato assegnato, nessuno avrebbe potuto rivendicare nulla: ma stando così le cose, l’ex aequo è la soluzione più giusta. Ricordando che questa nostra rivendicazione nasce dall’aver scoperto ‘il fatto nuovo’: quell’elemento che consente di riaprire i procedimenti, consente i riesami e la riattribuzione dei titoli. Questi fatti sono stati scoperti soltanto nel 2016, perché prima erano irreperibili negli archivi: solo a seguito di un’approfondita ricerca emerotecaria si è appreso dei nuovi documenti.”


Si attende dunque solo l’annuncio dell’ex aequo, giusto riconoscimento alla storia della Lazio.

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