Autore Topic: Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?  (Letto 13966 volte)

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Panzabianca

Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #20 : Giovedì 14 Febbraio 2019, 16:34:04 »
discorso complesso, materia complessa questi odierni giovini non alleprati. Mia figlia ha quasi 9  anni e, già ora, quando ci penso, il mio più grande cruccio (oltre quello dè comprà un fucile a canne mozze per quelli che la avvicineranno e non raccoglieranno il mio gradimento) è che a quell'età io non possa capirla, comprenderla.
Dobbiamo restare sul pezzo, possibilmente, senza cadere in quegli schemi comunicativi del "ai miei tempi era tutto meglio" che, d'altronde, noi criticavamo nell'atteggiamento dei nostri genitori.

Comunque è la sfida di genitori, insegnanti, datori di lavoro, catechisti archivisti, casigliani e di tutti coloro che hanno a che fare con questi ragazzi.

Offline Jim Bowie

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #21 : Giovedì 14 Febbraio 2019, 17:57:24 »
Sicuramente, infatti ho scritto che probabilmente e' un "problema" mio....del resto ci sono un paio di generazioni di differenza e si vedono tutte, nel bene e nel male.
E' un problema nostro, dove il nostro sta per passate generazioni, sara' un problema loro, quando dovranno dialogare con generazioni future.
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Offline Frusta

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #22 : Giovedì 14 Febbraio 2019, 22:42:06 »

Tutto è relativo. Mia nipote che ha a disposizione tutto quello che una bambina di 7 anni oggi può desiderare, da vecchia guarderà i suoi nipoti e ricorderà i tempi in cui "era felice con quel poco che aveva".

Frusta non vede l'ora che sbarchino gli alieni per poter dare la colpa ai comunisti, ehehe

Io all'amico Frusta (spero di potermi fregiare di questo titolo) gli risponderei facendo quella che in gergo si chiama "reverse Engineering".
Lui dice che Salvini non sarebbe esistito se non lo avessimo creato noi, bene allora io, parimenti, dico che gli emigranti non esisterebbero se non li avesse inventati la destra per cavalcare quella tigre.L'unica politica di cui e' capace il milanese e' quella della paura, un po e' il metodo usato dai vari Presidenti americani per giustificare un Budget della Difesa sproporzionato in tempo di pace. I russi i russi e la Boeing, la MDC la Lookheed e la Grunman, prosperavano.

Poi con comodo mi dite cosa c' entrano queste due commenti col mio intervento in questo topic.
 :D Senza fretta, eh?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #23 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 10:23:00 »
pure Camilleri si è piegato alla logica dell'anti-Salvinismo. Sarà stato casuale (...) ma l'ho comunque trovato fuori luogo. Un personaggio "letterario", benché Siciliano e poliziotto, sempre tenuto distante persino da cosa nostra, ora decide di occuparsi di scafisti...mmmmmm...

E l'innesto di questa "cosa" nella trama narrativa del racconto non mi è sembrato nemmeno tanto riuscito.

Mi ha colpito. Mah

Online MCM

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #24 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 12:04:08 »
Io a 25 anni sono stato assunto in un'azienda che ha creduto in me da subito. Prima consegnavo il pane la mattina, col furgone. Prima ancora montavo pavimenti modulari nei CED. Prima prima prima facevo l'aiuto imbianchino. Finita scuola vendevo fiori ai semafori davanti a casa di Lotito.
Dopo due anni ho acquistato un appartamento senza aiuto di nessuno, anticipo e mutuo.
Lavoravo a Napoli, avevo casa, macchina, vitto e viaggi pagati, tornavo per il weekend, quando mi sono stancato di farlo ho trovato uno sbocco da responsabile in un ufficio del personale in un'impresa industriale. A 29 anni ero piazzato come meglio non si poteva, poi è arrivata Tangentopoli e lo sconquasso che ne è seguito ha un po' cambiato la situazione. Ma avevo un ottimo lavoro, uno stipendio di tutto rispetto, una casa e tutto quello che mi serviva. Dieci anni prima non mi ero iscritto all'università perché mia madre, sola con tre figli, non poteva permettersi di sostenermi agli studi, e avevo voglia di guadagnare e rendermi indipendente.
Non ero niente di eccezionale. A scuola ero "dotato, ma non si applica".
Negli anni '80 ti poteva capitare di salire di livello e passare dall'essere un ragazzino senz'arte né parte a diventare una persona inserita nel mondo del lavoro con prospettive ottime.
Oggi non credo sia possibile, per chi non trova sostegno in famiglia, e per quelli che lo trovano non è garantito non scendere di livello nella scala sociale. Il cambiamento più grosso, secondo me, è questo.

Amen.

A quasi 32 anni, ho laurea con specializzazione alla Bocconi, svariati corsi specialistici nel mondo banking e ho appena terminato un corso di 3 mesi ad Oxford.
Iniziato in consulenza, 8 anni di banca di cui 18 mesi a Parigi e ora sono a Milano a fare il commerciale per una azienda che si occupa di Informatica e Servizi consulenziali in ambito digitale perchè a Parigi è finita malino.

Ebbene ho guadagnato sempre discreti stipendi da quando ho 23 anni ma comunque ho un curriculum per cui , mi fossi laureato negli anni 90, avrei avuto la coda, anche in momenti difficili.

Nella mia azienda sono circondato da responsabili praticamente tutti non laureati e anche in banca ho avuto responsabili quasi tutti non laureati. Gente che agevolmente guadagnava, esclusi bonus (quelli andavano e vanno dal 20% al 50%), dagli 80k ai 200mila euro.

A metà anni 90 (quindi non 50 anni fa), un/a diplomata che sapeva l' inglese e aveva un minimo di brio commerciale, iniziava da una segreteria e finiva dirigente di banca non dico agevolmente, ma con discrete possibilità.
Su 3 responsabili diretti avuti in banca, una laureata in lingue, l'altra diplomata interprete e una laureata in economia.

Gente in gamba eh, ma oggi pure per fare il back office ti chiedono le lauree economiche. In alcune banche prendono solo bocconi (nella mia ultima banca, notissima banca inglese, in italia assumevano solo bocconi. Poi la mia capa era laureata in lingue, e 3 dirigenti su 4 erano o diplomati o laureati alla serale oppure laureati in scienze del cucco)
Queste invece negli anni 90 facevano col diploma le operatrici di mercato e prendevano 50/60 milioni di lire di solo bonus. Si compravano le case in assegno col bonus.

Se andiamo a gente nata da fine anni 50/tutti anni 60 non ne parliamo neppure.
Se eri laureato c'era la coda, carriere decennali all'estero da expat e tappeti rossi di svariato genere, se eri diplomato giusto poco meno ma neppure troppo.
Con livelli di inglese da "the pen is on the table" negli anni 80 ho conosciuto gente che è stata mandata 20 anni in asia a rappresentare banche italiane. Rappresentare la Cariplo e similia. Non la banca del pinco pallo eh

Oggi c 'è la coda di laureati per posti miseri....
Rimanendo a livelli "medio alti" oggi una big 4 della consulenza revisione assume a 1200 euro in apprendistato per un orario medio di 10 ore al giorno e qualche weekend lavorato. E c'è la coda.
Negli anni 90, un laureato in informatica che faceva il consulente raddoppiava lo stipendio anno su anno.

ThomasDoll

Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #25 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 13:59:24 »
pure Camilleri si è piegato alla logica dell'anti-Salvinismo. Sarà stato casuale (...) ma l'ho comunque trovato fuori luogo. Un personaggio "letterario", benché Siciliano e poliziotto, sempre tenuto distante persino da cosa nostra, ora decide di occuparsi di scafisti...mmmmmm...

E l'innesto di questa "cosa" nella trama narrativa del racconto non mi è sembrato nemmeno tanto riuscito.

Mi ha colpito. Mah

Non mi pare un tema secondario.
Entra di continuo anche nell'agenda di Bergoglio, per fortuna.
Se poi non si comprende che il Salvini-pensiero è pericolosissimo per un paese deragliato su valori fondamentali come il nostro, stiamo freschi. Anche Berlusconi è ben esplicito su questo punto.
E non è certo suo il politically correct che gli ossessionati dal PD pensano domini questo antisalvinismo.
Direi che a oggi è Salviniano chi vota Salvini e minimizza chi è grillino per far finta che il socio non sia quello che è. Gli altri sono preoccupati. Se poi quello che fa vi pare normale, alzo le mani.
D'altra parte i sondaggi gli accordano la totalità dei voti di centrodestra, ovvio che ci sia chi simpatizza per lui.
Gusti barbari, ma gusti.
Scommetto che si giustificherà pure la segregazione fiscale in arrivo.

Ah, lasciamo perdere la fregnaccia che chi combatte Salvini ne alimenta il consenso. Col cavolo. Salvini non è Berlusconi. Salvini gioca col lato oscuro degli italiani. Berlusconi badava agli affari suoi. C'è una differenza enorme.

Offline Il lodolaio

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #26 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 14:45:08 »
Si vive meglio oggi, grazie ai progressi della scienza e della tecnologia.
Abbiamo maggiori possibilità e molte malattie sono state debellate o limitate nei loro danni.

Dal punto di vista economico e politico non saprei, ma non si possono fare confronti.
Se ieri hai fatto la politica della cicala e oggi è arrivato l'inverno non puoi rimpiangere i tempi andati.
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Offline Karmilla

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #27 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 20:54:00 »
Dico la mia in questo interessantissimo topic che mi era caduto sott'occhi già un anno fa.

La premessa è che la qualità della vita è misurata in forza di numerosi parametri, che crescono e calano in mondo indipendente. Faccio un esempio: mi colpì moltissimo questa frase di TD dell'anno scorso

[...] oggi per comprare una casa hai bisogno di 200 stipendi anziché 100, ma con uno stipendio puoi comprare 100 t-shirt anziché 50.

perché fotografa bene come alcune cose siano notevolmente migliorate, mentre altre si stanno sgretolando - per quanto per ora resistono, almeno in principio.

Sicuramente è aumentata la nostra possibilità di accedere a beni non necessari, e il risultato è che ne possediamo in quantità esagerate e iniziamo a credere che molti di loro necessari lo siano. E fin qui sarebbe facile dire che il miglioramento è illusorio, che abbiamo più del superfluo e meno del necessario - e infatti in una prima bozza di post avevo scritto questo.

Pensandoci meglio, tuttavia, una simile lettura è semplicistica e non risponde alle osservazioni del Lodolaio (che secondo me non coglie del tutto nel segno, pur partendo da una considerazione giustissima). Alcuni miglioramenti (quelli scientifici che cita lui) sono oggettivi e non attengono affatto al "superfluo". Ed è innegabile che alcune realtà durissime che hanno vissuto le generazioni fino agli anni '50, direi - quindi i miei nonni, i genitori di TD, quella generazione lì - noi non riusciamo neanche ad immaginarle. Per dire, mia nonna è nata in una casa senza acqua corrente, con il pavimento della stanza seminterrata di terra battuta, e come cesso un buco nel suddetto pavimento. Mi ha detto che si è fatta una doccia per la prima volta a 14 anni, allorché è entrata in fabbrica: fino a quel momento si era dovuta lavare a pezzi andando a prendere l'acqua al lavatoio, dove in inverno lavava i panni con temperature sotto zero. Ed è entrata in fabbrica a 14 anni, mentendo sull'età, perché suo padre era morto e sua madre malata, e doveva lavorare. Ha fatto tre anni di scuola, e quando ne aveva 5 l'Italia è entrata in guerra. Quindi ecco, quando penso a queste esperienze mi sento in colpa a pensare che la mia vita non sia assolutamente megasuperiper privilegiata e fantastica. E rispetto a quella che ha fatto mia nonna, lo è.

Ma rispetto a 20, 30 anni fa, che era l'argomento del topic, secondo me stiamo (globalmente) peggio.

E stiamo peggio perché sta venendo meno la condizione essenziale perché le cose menzionate da Lodolaio siano veramente indice di "progresso", almeno secondo la mia definizione: l'accessibilità.

Detto altrimenti: se la scienza scopre la cura al cancro, ma lo Stato smantella la sanità pubblica e mi dice "la cura pagatela da te" (che credo sia quello che avviene in larghe parti di mondo con i farmaci che contrastano l'AIDS, che esistono da anni), il progresso fatto dalla scienza non si traduce in progresso per le condizioni di vita della società. Si tratta di un esempio forzato perché *per fortuna* ancora la sanità pubblica resiste, ma la sensazione e la paura di molti di noi è quella di star andando in una direzione dove tutte queste cose saranno retaggio del passato.

E questo diventa palese quando si parla di mondo del lavoro. Anche lì: se il paragone è con la generazione di mia nonna probabilmente dobbiamo star zitti e pedalare, perché loro si facevano il culo come un capannone industriale e la tutela sindacale era più teoria che pratica (e poi boh, lei ha quella mentalità per cui il datore di lavoro lo chiama "padrone" e il sindacato lo ritiene una rottura di coglioni, quindi forse non ne usufruiva colpevolmente  :P ). Ma se parliamo di 20, 30 anni fa io vedo come molte tutele che erano state date per acquisite e scontate si stanno assottigliando. La precarietà è una costante, gli stipendi non sono affatto (in proporzione) quelli di una volta, la competizione si è alzata moltissimo. Quest'ultima è una cosa che nessuno nomina, ma è il motivo per cui sono capaci di chiederti la laurea per un lavoro che astrattamente non la richiede: è un modo di scremare, tanto di gente ne trovi comunque quanta ne vuoi.

E la difficoltà non tanto ad accedere al mondo del lavoro, perché il lavoro lo trovi pure, ma a trovare lavoro a condizioni dignitose sia a livello stipendiale che a livello di progettualità fa sì che l'indipendenza economica per molti di noi sia un miraggio. E quindi anche il benessere di cui godiamo è un miraggio, perché come dico spesso parlando di queste cose, il computer, i vestiti, il cibo in tavola e le vacanze non sono miei: sono di mia madre, perché è dai suoi soldi che vengono. Se non vivessi con lei non avrei assolutamente il tenore di vita che ho ora (che comunque è da classe media, non mi definirei neanche "medio alta"): e sarei tra i fortunati perché comunque a me entrano in tasca mille euro al mese (almeno fino a ottobre). A volte penso di fare un figlio col mio ragazzo restando ognuno a casa sua, perché se aspettiamo l'indipendenza economica faccio in tempo ad andare in menopausa due volte. Tra i miei amici quasi nessuno è riuscito a comprare casa senza aiuto dei genitori. O gli hanno garantito il mutuo, o gli hanno direttamente intestato gli appartamenti, chi li aveva.

E in tutto questo taccio dei valori umani - che pure dovrebbero essere il centro di ogni discussione - e dei peggioramenti che alcune dinamiche relazionali hanno subito. Oggi mi è capitato di chiacchierare con un anziano signore che vive in un graziosissimo borgo umbro, Rasiglia: mi ha detto che rimpiange i tempi andati perché c'era più solidarietà, più voglia di aiutarsi gli uni con gli altri. Non so se sia vero o se rimpianga la giovinezza, però per esempio io noto come si sia perso del tutto lo spirito di comunità: e non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello minuto della vita di tutti i giorni. Io vivo in un quartiere residenziale di gente che ha tirato su casa - solitamente da sè - negli anni '60 e '70. Rappresento la terza generazione di famiglie che si conoscono di vista, i cui figli e nipoti hanno fatto le stesse scuole. Eppure io molti dei miei vicini non li conoscevo fino a pochi mesi fa, a malapena ci salutiamo tornando a casa, non organizziamo mai nulla "di quartiere": e non perché ci stiamo antipatici, ma perché il nostro "fare comunità" si è perso, o almeno si è spostato in questo luogo impalpabile, bellissimo e cattivo che è il web.

Quindi ecco, ci sono varie cose che sono peggiorate.
Citazione da: franz_kappa
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Offline Karmilla

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #28 : Venerdì 15 Febbraio 2019, 21:09:18 »
Amen.

A quasi 32 anni, ho laurea con specializzazione alla Bocconi, svariati corsi specialistici nel mondo banking e ho appena terminato un corso di 3 mesi ad Oxford.

Oggi c 'è la coda di laureati per posti miseri....
Rimanendo a livelli "medio alti" oggi una big 4 della consulenza revisione assume a 1200 euro in apprendistato per un orario medio di 10 ore al giorno e qualche weekend lavorato. E c'è la coda.
Negli anni 90, un laureato in informatica che faceva il consulente raddoppiava lo stipendio anno su anno.

Santissima verità.
E il grave è che i nostri genitori (i miei, almeno) non lo capiscono. Continuano a pensare che il mercato del lavoro sia quello dei tempi loro, sia a livello di qualifiche (invece il livello medio si è alzato moltissimo) che a livello di offerte.

Io sono un esempio un po' atipico perché ho fatto giurisprudenza con l'intenzione di provare il concorso in magistratura, quindi appena laureata non ho cercato lavoro ma ho fatto un anno sabbatico viaggiando per studiare le lingue e poi un tirocinio in tribunale, alla fine del quale per mia disgrazia ho vinto il dottorato. Questo per dire che non ho mai provato a mandare il curriculum a banche o aziende per vedere come sarebbe andata, forse avrei trovato un lavoro, forse no.

Ho provato però a vedere - prima di capire che è una carriera che mi fa schifo - se sarebbe stato possibile lavorare nel settore del diritto internazionale penale o dei diritti umani, sia nei tribunali penali internazionali che nelle ONG. E mi sono resa conto che le mie qualifiche (laurea col massimo dei voti e media curricolare di 28.7, tirocinio in tribunale, tirocinio di cinque mesi all'Aja in una ONG, dottorato in corso, varie summer schools, capacità di lavorare in quattro lingue) non garantiscono un beato cazzo. Perché di gente con queste caratteristiche ce n'è a iosa, e te ne accorgi nel momento in cui esci dal tuo stagno per avventurarti in uno un po' più grande. E tra questa gente ce n'è sicuramente uno che ha fatto università più fighe, o che ha avuto lo stesso professore di chi deve selezionarlo, o che si è potuto permettere *anni e anni* di stages non pagati perché lo manteneva papino, e che soprattutto possiede la due qualità più utili nel mondo del lavoro moderno: l'ambizione divorante di resistere, resistere, resistere finché non hai preso per sfinimento tutti gli altri concorrenti, e quel servilis aziendalismo per cui quando te lo mettono in culo per mezzo di straordinari non pagati, ferie inesistenti, orari di lavoro da piantagione di cotone tu ti giri, sorridi e dici: "scusate le spalle".

E io non ho né l'uno né l'altro, onestamente. Quindi è anche colpa mia se a 30 anni non so che fare del mio futuro lavorativo.  :P ;D
Citazione da: franz_kappa
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Online Davide

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #29 : Sabato 16 Febbraio 2019, 09:46:45 »
Quello dei laureati senza lavoro o con lavoro pagato come apprendisti e' un problema enorme di questa societa'...la mia compagna esercita da 10 anni come architetto, ma gli unici soldi che si e' fatta sono quelli da lavori personali, quando si associava a degli studi piu' grandi le lasciavano le briciole...purtroppo possono farlo e lo fanno, e questo vale anche per i geometri e per gli ingegneri. A mia nipote ho consigliato, ma non mi ha ascoltato, di fare veterinaria, con la promessa di darle una mano per aprire lo studio....purtroppo oggi se vuoi laurearti e poi vuoi lavorare, devi scegliere con la pancia piu' che con la testa...se no veramente fuori dalla scuola non troverai nulla. Veterinaria, odontoiatria, questi sono 2 esempi di come dopo laureato, se puoi aprirti uno studio tuo, ti piovono i soldi che non riesci neanche a contarli. Le lauree che una volta andavano di piu' , come quelle scritte in precedenza, hanno il mercato talmente saturo che i 60enni che ancora esercitano non mollano l'osso neanche a rubarglielo, e cosi fai la fame. Basta passeggiare in qualunque citta' piu' o meno grande e vedi 200 insegne con architetto, ingengere, notaio...hai voglia a trovare lavoro per tutti...su questo aspetto una volta era non dico piu' semplice, ma molto diverso e con molte piu' opportunita', nel 2001 quando ho rilevato l'azienda col mio socio abbiamo visto i libri contabili della vecchia ditta, cosa fatturava e guadagnava negli anni 80 e 90...porca troia, a parita' di mole di lavoro, e adesso ne abbiamo di piu', noi guadagnamo la meta' !!! ma vi sembra normale ?

Online MCM

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #30 : Sabato 16 Febbraio 2019, 11:09:45 »
Il giro d affari di attività(per esempio la dentistica) un tempo miniere d’oro si è oltre che dimezzato dal 2011 in poi.

Online Davide

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #31 : Sabato 16 Febbraio 2019, 11:17:46 »
Il giro d affari di attività(per esempio la dentistica) un tempo miniere d’oro si è oltre che dimezzato dal 2011 in poi.

DImezzato ma invece che 15mila euro mensili se ne prendono 8....beh non male ugualmente....e mi baso sui 4-5 piccoli studi dentistici che conosco e a volte rifornisco con piccole manutenzioni....

Online MCM

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #32 : Sabato 16 Febbraio 2019, 11:19:42 »
Si sì beh certo, non volevo smentirti ;D
Tutto il medico e paramedico (infermieri, tecnici radiologi, fisioterapisti) è ancora garanzia di lavoro a stipendi degni.

Online Davide

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #33 : Sabato 16 Febbraio 2019, 11:36:12 »
Si sì beh certo, non volevo smentirti ;D
Tutto il medico e paramedico (infermieri, tecnici radiologi, fisioterapisti) è ancora garanzia di lavoro a stipendi degni.

Vero, ma c'e' un pero'....sono facolta' lunghe, difficili (ed e' giusto cosi) e costose....fino ai 30 anni non ti puoi aprire nessuno studio...e come campi ?

Online Ataru

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #34 : Sabato 16 Febbraio 2019, 13:27:30 »
Vero, ma c'e' un pero'....sono facolta' lunghe, difficili (ed e' giusto cosi) e costose....fino ai 30 anni non ti puoi aprire nessuno studio...e come campi ?
Campi di contratti atipici come il 95% della popolazione.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Er Matador

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #35 : Sabato 16 Febbraio 2019, 14:51:12 »
pure Camilleri si è piegato alla logica dell'anti-Salvinismo. Sarà stato casuale (...) ma l'ho comunque trovato fuori luogo. Un personaggio "letterario", benché Siciliano e poliziotto, sempre tenuto distante persino da cosa nostra, ora decide di occuparsi di scafisti...mmmmmm...

E l'innesto di questa "cosa" nella trama narrativa del racconto non mi è sembrato nemmeno tanto riuscito.

Mi ha colpito. Mah
Ti dirò di più: a un certo punto Montalbano se la prende con l'idea che quelli dell'Isis arrivino sui barconi.
Ovviamente gli invasori non tutti sono terroristi: ci sono anche pregiudicati per reati vari nel Paese d'origine, la stragrande maggioranza, più gente che viene semplicemente a farsi mantenere da una popolazione indigena allo stremo.
Ma che i trasporti clandestini via mare siano serviti anche per movimentare islamisti, e in generale elementi operativi in tal senso, è un fatto acclarato a ogni livello.
Non solo tendenzioso il buon Camilleri, ma anche oggettivamente falso.
E, come spesso capita a chi mente, si contraddice da solo.
In una scena successiva, giusto per coronare il teorema col caso umano strappalacrime, un clandestino racconta la propria storia: flautista, di buona cultura, con un passato di permanenza legale all'estero, a un certo punto finisce nel giro delle carrette del mare.
Motivo? Raggiungere in Siria la famiglia, perseguitata dal legittimo governo locale: ma da quelle parti chi si oppone ad Assad, se non islamisti e tagliagole?
Già, perché dell'opposizione moderata/democratica siriana si è trovata traccia solo sui media di regime del mondialismo.
Spiace, anche umanamente, per il triste crepuscolo dello scrittore siciliano.
A 94 anni, con una salute non più al massimo ma una mente ancora fertile, potrebbe usufruire di uno dei pochi privilegi della vecchiaia: poter dire quel che vuole.
Qui, e non solo, lo ha usato per sostenere una narrazione servile, conformista e menzognera.
Peccato, davvero.

Non mi pare un tema secondario.
Entra di continuo anche nell'agenda di Bergoglio, per fortuna.
Se poi non si comprende che il Salvini-pensiero è pericolosissimo per un paese deragliato su valori fondamentali come il nostro, stiamo freschi. Anche Berlusconi è ben esplicito su questo punto.
Fammi capire: sei favorevole alle ingerenze del Vaticano nella politica italiana, uno dei pochi argomenti su cui la Sinistra della Prima Repubblica aveva ragioni valide (sia pure per sostituire quelle della Santa Sede con altre ingerenze)?
Comunque sia, è facile spiegare chi sia Bergoglio e perché si interessi tanto al tema.
Nell'ultimo periodo del papato Ratzinger lo IOR era stato sospeso dallo SWIFT, il circuito bancario mondiale, salvo esservi riammesso dopo l'elezione del successore.
E si sa come vengono usati certi mezzi: per svuotare la sovranità degli Stati - categoria in cui rientra, pur con le sue particolarità, il Vaticano - e condizionarne le scelte.
Il tedesco dava fastidio per le sue teorie sul "diritto a non emigrare" e per quel po' di pulizia che stava portando all'interno della propria giurisdizione: compresa, ovviamente, la situazione bancaria.
Ratzinger era nella sostanza un Luciani più scaltro e abile, che infatti ha richiesto metodi un po' più sofisticati per toglierlo di mezzo, ma incamminato sulla stessa via.
E, allo stesso modo di Giovanni Paolo I, è stato rimpiazzato con un candidato che, dietro la patina di esotismo e novità, servisse a far continuare la festa.
Bergoglio è semplicemente il pupazzo della Open Society di Soros e di una vera e propria "primavera vaticana": un Porošenko vestito di bianco, nulla più.
Per cui non possono stupire né il suo pontificato da centro sociale né la tipologia di consenso di cui gode, pienamente inserito nel pacchetto europoide-mondialista.
Quanto all'emergenza, non è rappresentata da Salvini - nei confronti del quale, sembra di capire, "recuperi" persino Berlusconi: persino l'attuale Berlusconi - o dalle reazioni nei confronti dell'emigrazione, bensì dall'emigrazione stessa.
Una deportazione, un ricollocamento pianificato di popolazioni che applica all'Italia gli stessi progetti dei sionisti per la Palestina o dell'hitleriano Generalplan Ost per la Russia.
Del resto, la sommatoria di denatalità da precariato lavorativo e immigrazione, entrambe artificialmente indotte, produce un solo risultato possibile: il replacement, vale a dire la sostituzione etnica.
Passando, va da sé, per l'annientamento sul campo dei diritti dei lavoratori e di quel gruzzolo di civiltà sociale faticosamente racimolato negli ultimi due secoli.
Chi sostiene tutto questo, non importa con quali argomentazioni di copertura, si rende complice di tradimento di fronte al diritto italiano e di crimini contro l'umanità di fronte al diritto internazionale.

ThomasDoll

Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #36 : Sabato 16 Febbraio 2019, 18:43:40 »
Bergoglio parla ai cattolici, da capo della Chiesa.
Se lo fa Salvini, col Vangelo in mano, non vedo perché non dovrebbe farlo lui.
Dice accogliere, mica dice apri i porti, chiudi i porti, tratta con l'UE eccetera.
Accogliere.

diopatriafamiglia non era il paradigma?
Se il Papa dice cose che non vi piacciono ne fate un altro?

Offline Jim Bowie

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #37 : Sabato 16 Febbraio 2019, 20:12:51 »
Quel racconto Camilleri lo ha scritto in tempi non sospetti, Salvini era ancora pappa e ciccia col Cavaliere!
Eppoi, se pure fosse, cosa c'e' di strano?
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Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!

geddy

Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #38 : Sabato 16 Febbraio 2019, 20:28:13 »
Io ricordo di averne letto uno anni fa che raccontava di un ragazzino che sbarcava a Lampedusa, ma non mi ricordo la trama. Credo si parla di un nuovo romanzo o racconto.



 

Offline Frusta

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Re:Qualità della vita: ma viviamo davvero meglio di 20/30 anni fa?
« Risposta #39 : Sabato 16 Febbraio 2019, 21:33:21 »
... la sommatoria di denatalità da precariato lavorativo e immigrazione, entrambe artificialmente indotte, produce un solo risultato possibile: il replacement, vale a dire la sostituzione etnica.
Passando, va da sé, per l'annientamento sul campo dei diritti dei lavoratori e di quel gruzzolo di civiltà sociale faticosamente racimolato negli ultimi due secoli.
Chi sostiene tutto questo, non importa con quali argomentazioni di copertura, si rende complice di tradimento di fronte al diritto italiano e di crimini contro l'umanità di fronte al diritto internazionale.
Chi sostiene tutto questo lo fa per beceri interessi personali: "segui il denaro" diceva Falcone.
E se, seguendo il denaro, ti accorgi che quest' ultimo si sta concentrando sempre di più nelle mani di pochi con la stessa velocità con cui il valore del lavoro ed il gruzzolo di civiltà sociale faticosamente racimolato negli ultimi due secoli si stanno assottigliando, significa che se sostieni tutto questo lo fai solo per odio verso un sistema che non sei riuscito a distruggere quando aspettavi baffone.



Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.