www.cittaceleste.itDal baratro della retrocessione al sogno-scudetto. Passando attraverso una salvezza sofferta e una ricostruzione altrettanto tribolata. L’anno appena trascorso è stato davvero unico per Edy Reja. Nonostante i 65 anni che ne fanno il tecnico-decano della Serie A l’allenatore della Lazio è l’uomo per cui contano soltanto presente e futuro.
Reja, è stato un bel Natale, vero? “Eh sì, meglio di così… Credo il più felice in trent’anni di carriera d’allenatore”
Anche perché mai si era ritrovato così in alto in Serie A“I traguardi intermedi non contano. La classifica vale solo alla fine”
Alla Lazio dite così dall’inizio, ma intanto state resistendo. “Vero. Ma adesso viene il difficile. Dal 6 gennaio al 6 febbraio abbiamo un mese fitto di impegni. C’è pure il derby di Coppa a cui teniamo molto. Se riuscissimo a superare questi trenta giorni allora potremmo cominciare a sognare davvero”
Lo Scudetto? “Diciamo la Champions, che poi sarebbe come uno Scudetto. Per il tricolore temo che ci siano squadre più attrezzate di noi”
Per quanto riguarda Lazio e Napoli? “Siamo le grandi rivelazioni. Noi come loro abbiamo una determinazione ed uno spirito di gruppo che finora ci ha fatto colmare le lacune con le grandi”
Qual è il difetto della sua squadra? “Abbiamo scarsa malizia. I miei giocatori sono poco ‘figli di’ e questo a volte è un limite. Se ripenso a certi finali di partita che ci sono costati dei punti …”
Questa resta la squadra più forte che lei abbia mai allenato. “Sì, come completezza d’organico sicuramente”
Dal mercato non si aspetta nulla quindi? “Ho detto e ripeto che l’unico possibile rinforzo servirebbe in attacco. Ma solo se Kozak partirà. Cosa che per altro mi auguro perché è giovane e ha bisogno di giocare. La società sa cosa deve fare”
Lotito le lascia completa autonomia sul campo? “Assolutamente sì. Ho trovato pochi presidenti così attenti a non interferire nella sfera dell’allenatore. E’ una persona della quale ho imparato ad apprezzare sia la carica umana sia le capacità imprenditoriali”
A quando il rinnovo? “ Non c’è fretta, possiamo farlo anche a maggio. Tra me e la società c’è piena sintonia, non c’è alcun problema”
Lei però continua a vivere in albergo. ”Ma quella è una scelta di vita. Sarà così anche se dovessi rimanere per cinque anni”
Poco feeling con la città? “ Tutt’altro. Roma è stupenda e non finisci mai di scoprirla e apprezzarla. Vorrei avere più tempo per girarla. La zona imperiale è uno spettacolo”
Come piazza calcistica però Roma è meno idilliaca …”Dopo Napoli pensavo di aver visto già abbastanza., ma qui è peggio perché ci sono due squadre, con tutto ciò che ne consegue. Peggio, ma anche tremendamente affascinante”
Il suo amico Capello l’aveva avvertita. “Sì ma mi disse pure ‘Edy, finché non alleni a Roma non ti puoi ritenere un vero allenatore’…”
Le ha spiegato anche come vincere uno Scudetto nella Capitale? “Buon anno a tutti…”.