Autore Topic: Immobile, parla il papà: “Ciro era estasiato da Del Piero e Trezeguet. Ora è un tifoso della Lazio”  (Letto 392 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline News Biancocelesti

  • *
  • Post: 33767
  • Karma: +10/-3
    • Mostra profilo
    • www.biancocelesti.org
www.LaLazioSiamoNoi.it



                           La cosa bella è che non doveva nemmeno giocare, aveva un’infiammazione al retto femorale, però ha stretto i denti e… che gol!”. Così, con un retroscena riguardo il derby di Coppa Italia, apre la sua intervista il padre di Ciro Immobile, Antonio ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: “Ero allo stadio, è stata una grandissima emozione”. Non solo, il papà ha ripercorso tutte le tappe della carriera del figlio, dall’infanzia fino ad ora: “E’ stato Ciro a trasmettermi la passione per il pallone, a 5 anni voleva già che lo portassi in una scuola calcio. Passava le ore davanti alla televisione a vedere partite, guardava estasiato i suoi idoli Trezeguet e Del Piero. Ciro avrà avuto 7-8 anni quando Del Piero venne a Napoli con la Nazionale militare, riuscì a farsi una foto con lui, era contentissimo. All’inizio giocava nel Torre Annunziata ‘88, adesso non esiste più però”. Ciro invece ha continuato eccome, ci ha sempre creduto: “Giocava sempre con i più grandi, attaccante ovviamente, e quanti gol faceva…Già da piccolo si comportava da adulto, finiti gli allenamenti si lavava tutto da solo”. Maturità, testa sulle spalle e una passione smisurata: “Io ho fatto dei sacrifici per permettergli di realizzare il suo sogno. Ma quello che ne ha fatti di più era lui. Usciva da scuola, mangiava un panino e via a Sorrento col pullman, a casa tornava quando ormai erano le otto di sera. Papà un giorno farò il calciatore”.



JUVENTUS, PESCARA E GENOA - “Ma veramente dici? Non mi prendere in giro eh. Quando gli dissi che lo voleva la Juventus non ci voleva credere – ricorda Antonio Immobile – per lui era un sogno”. Pescara: “La stagione della consacrazione. Pensavano solo a divertirsi e a giocare, il resto non gli importava”. Immobile, Insigne e Verratti: “Tra di loro si era creato un legame fortissimo. Una volta in ritiro Zeman entrò nella loro stanza e li trovò chiusi nell’armadio: stavano giocando a nascondino. Erano una grande famiglia e Zeman era diventato un po’ come loro padre”. Poi Il Genoa: “Non fu una grande stagione. Quando capitano stagioni così storte spesso la colpa ricade sui giovani. Non si è buttato giù, sapeva che la sua occasione sarebbe arrivata”.



TORINO, BORUSSIA DORTMUND E SIVIGLIA –A Torino ha trovato l’ambiente ideale, con Ventura poi c’era un rapporto speciale. Quando sente la fiducia dell’allenatore dà il meglio di sé. Borussia Dortmund? Appena è arrivata l’offerta ha accettato al volo. Era dispiaciuto perché Klopp credeva in lui. Voleva solo tornare in Italia, al Siviglia l’allenatore non lo faceva giocare. Senza motivo". Poi sul numero 17: “Ciro ha un po’ di riti scaramantici, per esempio è fissato col numero 17, anche se alla fine segna con qualsiasi maglia, quindi…”.



LAZIO - “Inzaghi lo ha voluto alla Lazio perché sapeva di poter trovare un grande attaccante. Lo ha chiamato per convincerlo. Inzaghi gli sta dando molta fiducia – commenta ancora Antonio Immobile – e Ciro lo sta ripagando con la sua migliore stagione. il Mondiale è il rimorso più grande che ha. Ma vabbè, è stata un’esperienza comunque fantastica”. Forse ha anche un rimpianto, quello di non aver mai giocato nel Napoli, prossimo avversario della Lazio: “Ama la città di Napoli è normale, ma adesso è un tifoso biancoceleste”. E’ arrivato in alto Ciro, ma non ha scordato le sue origini: “Torna spesso a Torre Annunziata, ma non esce quasi mai, perché puoi immaginare…”. 



         

   



Vai al forum