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Villas Boas, l'erede di Mou spettacolare come Guardiola
« : Martedì 28 Dicembre 2010, 08:16:01 »

Da LA GAZZETTA DELLO SPORT di oggi, martedì 28 dicembre (a firma Sebastiano Vernazza)


VILLAS BOAS. L'EREDE DI MOU ASSOMIGLIA A GUARDIOLA

L’ex tattico di José ha rilanciato il Porto. Un calcio spettacolare, tipo Barcellona
 


Tutti i suoi collaboratori sono più vecchi. Helton, il portiere, gli è quasi coetaneo. Il 33enne André Villas Boas ha restituito al Porto la «liderança» del campionato portoghese ed è diventato l’allenatore bambino che piace a mezza Europa. Massimo Moratti lo tiene d’occhio perché l’ha avuto alla Pinetina come tattico di Mourinho. Il Liverpool ne studia i metodi.

In principio fu Bobby Robson. Oporto, metà degli anni Novanta. Il santone inglese allena i Dragoni. Un Mourinho trentenne gli fa da assistente e interprete. Il 17enne Villas Boas, figlio di ottima famiglia, nipote di Margaret Neville Kendall, nobildonna britannica che gli ha insegnato l’inglese, abita nello stesso palazzo di Robson. André gli lascia un appunto nella cassetta della posta per spiegargli come utilizzare meglio l’attaccante Domingos Paciencia, oggi allenatore del Braga. Lo incontra in portineria, al caffè. Robson nota che il ragazzo ha sotto braccio tanti fogli. Baby André gli mostra il dossier, dettagliate schede su squadre e giocatori. Robson procura al minorenne un contratto nel settore giovanile.

Mourinho segue Robson al Barcellona, poi si mette in proprio e al Porto ritrova Villas Boas. Il giovane ha studiato nella Coverciano di Scozia. Lo hanno fatto impratichire nella minuscola nazionale delle Isole Vergini Britanniche. Mou, al Porto, gli affida lo studio degli avversari. Nasce la leggenda dei dvd di André: ogni giocatore ne riceve uno e su quel dischetto trova tutto quello che bisogna sapere sul «rumore dei nemici» . Mourinho va via, Villas Boas lo segue: tattico di fiducia al Chelsea e all’Inter. Velenosi portoghesi dicono che Eto’o in fascia sia stata un’idea sua.

Autunno 2009, ciao Mourinho e Ciao Inter. L’Académica Coimbra, club portoghese, offre a Villas Boas la panchina. André traghetta gli «accademici» verso una serena salvezza. Sporting Lisbona e Porto se lo contendono. Il giovane è nato a Oporto— a due anni papà lo fece diventare socio del club, tessera 11.428 — e sceglie il Porto. In sei mesi non ha perso una partita. È primo in campionato con 8 punti di vantaggio sul Benfica, sconfitto nei due confronti diretti, in Supercoppa nazionale e in campionato (5-0!). Ha stravinto il girone di Europa League con Besiktas, Rapid Vienna e Cska Sofia. Va spedito nella Coppa del Portogallo. Totale provvisorio: 26 partite, 23 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte. Gol fatti 64, gol subiti 12.

Imbattuto, invincibile, impressionante. In calo i paragoni con Mourinho, nessuno osa più chiamarlo Special Two. «Mi sento forte e preparato. Ho piena coscienza delle mie capacità. Il mio futuro lo costruisco io. La gente dice che sono troppo giovane, ma sul campo conta l'abilità, non l’età. Non sono il clone di nessuno» . Voce di popolo: i rapporti tra Villas Boas e Mourinho si sono raffreddati. Perché? Ciumes, gelosie, spiegano. Il maestro teme di essere superato dall’allievo. Da Mou qualcosa Villas Boas ha preso, il gusto di dare risposte taglienti. Jorge Jesus del Benfica ha detto che senza rigori il distacco dal Porto non sarebbe di 8 punti. «I rigori sono il loro divertimento e noi li lasciamo divertire» , la replica. Con gli arbitri stesso metro e due espulsioni.

Il Porto gioca bene. Modulo 4-3-3, ma sarebbe riduttivo definirlo tale. Un variare continuo: 4-5-1, 4-3-1-2, 4-4-2, 4-1-4-1. Villas Boas piazza un uomo davanti alla difesa e chiede alla punte di scambiarsi le posizioni. Palla a terra, triangoli. Rispetto a Mourinho minore attendismo e maggiore dinamismo. A differenza del maestro, l’allievo non si basa sulle ripartenze. Primo paragone che viene in mente: il Porto di Villas Boas come miniatura del Barcellona di Guardiola. «Il Barça ha il suo stile— risponde Villas Boas —, noi il nostro. Non vogliamo imitare nessuno. Il Barcellona ha raggiunto la perfezione. Il calcio portoghese «Ho piena coscienza delle mie capacità, mi sento forte e il mio futuro lo costruisco io. Il Barça? Noi non imitiamo nessuno» ha una cultura di eccellenza tecnica. Non ci basiamo sulla difesa né sul contatto fisico. Il nostro principio guida è la libertà di creare. Tutto ciò che è tattico è castrador (detto da uno che faceva il tattico, n. d. r.)» .

Non sarà facile strappare Villas Boas al Porto. Contratto in scadenza nel 2012: «E lo rispetterò. Completerò il mio progetto qui» . Chi sta dentro il suo cerchio magico dispensa certezze: «André ha pianificato il futuro e ha previsto di dedicarsi al Porto per due stagioni» . Marco Correia de Oliveira — avvocato nel grande giro del calcio europeo — conosce sia Mourinho sia Villas Boas: «Il Portogallo avrà presto i due allenatori più bravi al mondo» . Il giovane André potrebbe ritrovare Mou in Champions. Se succederà, bisognerà ripassare Freud.