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di Enrico Sarzanini
La svolta Simone Inzaghi l'ha data da tempo per la Lazio adesso è tempo di esami di maturità. Sorpresa di questa stagione la squadra biancoceleste domani sera contro la Roma e domenica con il Napoli va a caccia della consacrazione. Tornata alla vittoria a Sassuolo in campionato adesso la Lazio ha in testa solo il derby. «Se vinciamo a Reggio Emilia arriviamo con il giusto morale alla gara contro la Roma» aveva ammonito venerdì Inzaghi in conferenza, temendo pericolosi cali di concentrazione. La squadra vista al Mapei è stata meno brillante del solito ma la reazione allo svantaggio la dice lunga sul morale dello spogliatoio. E poco importa Se Hoedt e Anderson si sono platealmente lamentati per le sostituzioni. «Sono stato giocatore anche io ed uscire non piace a nessuno» li ha difesi il tecnico che però ieri alla ripresa a Formello li ha strigliati.
Superato l'ostacolo Di Francesco la testa adesso è solo alla stracittadina. Perché in palio non c'è solo il primato cittadino, in ballo c'è una finale che rappresenterebbe la ciliegina sulla torta ad una stagione straordinaria, iniziata sotto i peggiori auspici e vissuta in un crescendo inaspettato. Non solo, perché superare la Roma varrebbe quasi certamente anche la possibilità di giocarsi la Supercoppa Italiana che, oltre al prestigio, garantisce qualche milione di euro in più sul bilancio. Il presidente Lotito da quel punto di vista dorme sonni tranquilli, visto l'utile dell'ultima semestrale (+9,50 milioni, contro un rosso di 5,2 milioni al 31 dicembre 2015), ma per per il tanto agognato salto di qualità serviranno i soldi giusti per fare un mercato all'altezza. Il sogno resta la Champions, ma guai a dirlo ad Inzaghi che dalle 20 di sabato scorso ha in testa solo la Roma.
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