Autore Topic: Dobbiamo vincere anche per loro  (Letto 5856 volte)

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RobCouto

Dobbiamo vincere anche per loro
« : Lunedì 12 Aprile 2010, 23:33:46 »
Fortitudo



Fondata nel 1908 da un gruppo di frati di Borgo, divenne presto rivale acerrima della Lazio, anche se fino allo scoppio della guerra il confronto fu decisamente impari, come per tutte le altre, numerose, formazioni romane.

Nel dopoguerra, con la nascita del professionismo, seppe per prima metterne in pratica i dettami e mise decisamente in discussione la supremazia della Lazio, centrando nel 1922  anche la finale nazionale, persa con la Pro Vercelli.

Il riordino coatto del sistema calcistico ne decretò la fine. Assorbì la Pro Roma, diventando Società Sportiva Fascista Fortitudo Pro Roma: ma gli enormi debiti accumulati erano incompatibili con le direttive elaborate nella Carta di Viareggio (che sanciva le linee guida della riforma calcistica) e che dovevano essere messe in atto dai federali locali. Italo Foschi, nella triplice veste di redattore della Carta, federale di Roma e presidente della Fortitudo (un vistoso conflitto d'interessi ante-litteram), si adoperò decisamente per "salvare" il suo club, al limite anche cambiandogli nome se qualcuno avesse accettato di accollarsene i debiti. Toccò al Roman, che tolse dal proprio nome l'ultima lettera che faceva troppo anglofono e mantenne i colori originali del 1903: così, la storia dei gloriosi rossoblù della Fortitudo terminò, dopo nemmeno vent'anni.

Pochi sanno che dopo l'8 settembre la Fortitudo fu rifondata e nel dopoguerra fu riconosciuto nella sua soppressione un atto proditorio da parte del regime fascista. Ma nessuno, naturalmente, si azzardò a sciogliere d'imperio l'orrendo mostro che tale atto aveva generato.

Offline falco

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #1 : Lunedì 12 Aprile 2010, 23:54:38 »
Posso rubartelo e diffonderlo su fb?
(ovviamente citando come fonte Rob Couto di Biancocelesti.org
Giacomo, solo con io a tu per tu...

RobCouto

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #2 : Martedì 13 Aprile 2010, 00:08:46 »
Basta citare biancocelesti.org, falco. E il racconto proseguisce...

RobCouto

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #3 : Martedì 13 Aprile 2010, 00:22:52 »
Roman



La mistificazione storica tende a retrodatarne le vicende calcistiche, allo scopo di collocarle in anticipo rispetto a quelle della Lazio e creare una sorta di continuità al contrario con il Frankestein assemblato nel 1927, mettendo così in discussione l'inconfutabile primogenitura della Lazio.

In realtà, nel Roman Football Club del 1901 la parola "Football" va letta come "Rugby", anche se di partite giocate da questo club, di football o rugby o dei vari ibridi che si praticavano allora, non vi è traccia. Una tessera stinta datata 1901 l'unica prova addotta dell'"attività" di questo sodalizio: decisamente un po' poco. Il Roman però viene rifondato nel 1903 e questa data è quella "calcisticamente" valida e riconosciuta dalle fonti serie e attendibili. Un club ricco ed esclusivo, che aveva un proprio campo di gioco, il Due Pini. Il nome, di chiara ispirazione anglosassone come usava all'epoca, fa il paio coi colori, gli stessi del mostro ventisettiano. Il Roman conobbe i suoi momenti migliori prima della guerra, mentre negli anni post-bellici rimase ai margini dell'attività calcistica e spesso non venne nemmeno iscritto ai campionati più importanti. Tornò alla ribalta grazie alla sua forza economica: di fatto, fornì soldi, nome, sede e colori sociali all'orrenda creatura di Foschi, assorbendo da Alba e Fortitudo il parco giocatori: anche se in teoria i calciatori di squadre oggetto di fusione dovevano considerarsi svincolati: ma i tentativi, fra gli altri, dell'Inter, di ingaggiare gli elementi più importanti, fu bloccato con minacce abbastanza esplicite dallo stesso Foschi, e così ai vari Ferraris IV e Corbjons non restò che firmare "spontaneamente" per la neonata bestia.

Offline benvolio

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #4 : Martedì 13 Aprile 2010, 00:25:43 »
Perfetto RobCouto! Dobbiamo mantenere in vita la storia e conservare la memoria.
Ma... la tua storia sull'avvento del "calcio pulito " a Roma e dintorni che avevi iniziato due o tre anni fa è completata?
Io ne ho salvate alcune splendide puntate ma credo che se tu ne avessi voglia e potessi rimetterla in circolo faresti la gioia di tutti noi.

RobCouto

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #5 : Martedì 13 Aprile 2010, 00:30:33 »
Purtroppo, benvolio, non ho conservato nulla di quel topic, né sono riuscito a recuperarlo in rete. Questa settimana, però, onorare la memoria delle tante e gloriose squadre soppresse per motivi propagandistici mi sembra un buon modo di andare verso il derby.

Offline benvolio

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #6 : Martedì 13 Aprile 2010, 00:50:02 »
E' un ottimo modo! In fondo poi, come spesso accade, noi andiamo sempre verso il derby con un senso di profondo e complesso travaglio. Ci portiamo dietro tanti processi della mente, tante storie della memoria, tanti dubbi certi, tante certezze dubbiose. Ci proviamo sempre a ricollegarci a ciò che il derby (non) era e non fuggiamo davanti a ciò che è (stato fatto diventare).
Ed è così che dovremmo sempre ragionare, onorando un'idea di sport che c'era prima (del baraccone) e che, con la fatica del ricordo, cerca di non essere travolta (dal baraccone).
Si mi sembra un bel modo, un modo nostro.

[domani provo a frugare nel pc e se trovo i tuoi brani ti scrivo].

Offline Fraplaya

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #7 : Martedì 13 Aprile 2010, 04:07:05 »
Usurpo solo i primi periodi, e' giusto che sia il compositore a ripristinare la storia: il file e' pronto per essere inviato al suo leggittimo proprietario (Rob, hai un pvt)

Voglio solo dire che questo e' stato il primo topic che ho letto da visitatore in LN, e ne sono rimasto sinceramente rapito:

"....Er carcio pulito, a Roma, arriva nel 1927. La storia, forse stordita da tale evento, ha dimenticato di tramandarne il giorno preciso: alcuni quotidiani l'8 giugno annunciano la nascita dell'asroma, ma pezzi di carta di quella riunione del 7 non ce n'è: e d'altra parte, Alba e Fortitudo (due delle tre società che confluirono nell'asroma) dopo il 7 giugno disputarono almeno una partita ciascuna delle fasi finali dei campionati nazionali. Per altri la fausta data è quella del 22 luglio, giorno di un verbale di assemblea (il primo) della neonata società: ma prima di quel 22 luglio l'asroma ha giocato almeno una partita, addirittura con una squadra straniera.

Insomma, né il 7 giugno né il 22 luglio. D'altronde, come può esserci una data esatta per qualcosa che è avvenuto in maniera così nebulosa che sembra quasi... non sia avvenuto proprio?

Torniamo un attimo dietro....."
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

Offline benvolio

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #8 : Martedì 13 Aprile 2010, 07:54:34 »
Bravo Fraplaya! Recuperare tesori e' azione meritoria. L'incipit da te postata ("Er carcio pulito a Roma...) e' da "annali". :)

jumpingjackflash

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #9 : Martedì 13 Aprile 2010, 13:59:45 »
bravi :)

Offline syrinx

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #10 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:03:10 »
Rob, se non ti dispiace metto anche io un link su fb.

Offline sassoxsasso

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #11 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:06:56 »
bello. continuate. è un piacere  ;)
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Martin Scortese

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #12 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:12:16 »
Purtroppo, benvolio, non ho conservato nulla di quel topic, né sono riuscito a recuperarlo in rete. Questa settimana, però, onorare la memoria delle tante e gloriose squadre soppresse per motivi propagandistici mi sembra un buon modo di andare verso il derby.

Era per caso questo?

L'attività calcistica nel centrosud, prima del 1910, non è ufficialmente riconosciuta dalla FIGC. Per questo motivo si è spesso indicata tale data come quella della nascita della sezione calcio della Lazio: data che invece è quella di affiliazione alla Lega Centromeridionale e di iscrizione al primo campionato ufficiale FIGC (di terza categoria, tra l'altro, che non dava la possibilità di giocare per il titolo nazionale).
Se quindi la Lazio gioca a calcio dal 1910, come affermano certi "storici" rommerdi, anche gli altri giocano a calcio dal 1910 e non prima.
Sul Roman Football Club, le notizie storiche sono incerte e contraddittorie. C'è chi ne colloca la fondazione al 1901, chi al 1903, chi addirittura nel 1895, 1897 o 1899. Tra l'altro, pare che inizialmente il Roman non giocasse a football ma praticasse una sorta di ibrido tra calcio e rugby.
Quello che è certo è il fatto che dell'attività calcistica della S.S. Lazio, nei primi dieci anni del secolo scorso, esistono ampie testimonianze e documentazioni: elementi che mancano per le altre formazioni. Il fatto inoltre che esistesse un abisso tecnico tra la Lazio e le altre squadre, testimoniato dalle tranvate che la Lazio infliggeva loro, è la migliore testimonianza del fatto che la Lazio cominciò ben prima degli altri.
C'è da dire anche che la Lazio è stata la prima formazione del centrosud ad uscire fuori dai propri confini regionali; che è stata la prima squadra del centrosud di cui si parlò sulla Gazzetta dello Sport di Milano; che è stata la prima a disputare delle finali nazionali contro Casale e Pro Vercelli; che era l'avversaria da battere per le allora squadre di Palermo, Napoli e naturalmente per tutte quelle di Roma. Il Roman, invece, non ebbe mai un'identità spiccata, tanto che al momento della fusione del 1927 esisteva soltanto come entità formale: disponeva di pochissimi giocatori e credo non disputasse in quel momento alcun campionato. Le vere rivali romane della Lazio erano la Fortitudo di Borgo Pio, fondata dall'agguerrito Fra' Porfirio, dai colori rossoblù, e la testaccina Alba, dalle belle maglie biancoverdi. Queste due squadre disputarono, due volte l'Alba e una la Fortitudo, anche le finali nazionali per lo scudetto, e fornirono in pratica tutti i giocatori alla neonata asroma. Il Roman però aveva i soldi: mentre la Fortitudo, per esempio, aveva un buco di bilancio di 200.000 lire che andava assolutamente colmato (fu questo uno dei motivi per cui saltò la fusione Lazio-Fortitudo inizialmente preventivata). Così, il Roman impose i colori alla neonata formazione: i suoi; e impose gran parte della dirigenza. Le cronache dell'epoca parlano del "grande entusiasmo" degli sportivi romani, ma in realtà le voci di dissenso non furono poche. Uno dei soci più importanti dell'Alba, Farneti, fu così feroce oppositore della nuova realtà da... diventare tifoso della Lazio. Dopo la caduta del fascismo, i nomi gloriosi di alcune delle squadre condannate a morte da Foschi e soci riapparvero per qualche tempo nel Campionato Romano di Guerra, a testimoniare un senso di identità ancora presente nonostante lo scempio perpetrato con la creazione artificiosa dell'ascacca.


---

Teo ha detto tutto.

Solo una cosa.
Il difettoso medio, a 'sto punto, ti dirà (sicuro, come è sicuro che Berlusconi ci ha i vulcani dentro il giardino de casa), con quello sguardo ottuso e malandrino:
"Se séte arrivati prima, perché nun ve chiamate Roma?"

Allora tu respiri forte, assumi quel tono pacato e con lo sguardo paterno je spieghi:
"Allora...la Lazio nasce nel 1900 e nasce come Podistica. A Roma già esisteva una realtà, la Società Ginnastica Roma, che praticava anche la corsa, pertanto, visto che obiettivo dei fondatori era quello di dare vita ad una realtà polisportiva, non potevano certo prendere il nome di una società già esistente."

Detto questo:

a) la SGR praticava vari sport, tra cui il Giuoco della Palla, nemmeno lontano parente del calcio. Di football non c'è traccia, nemmeno nelle memorie del maestro Tifi (1922), cofondatore assieme a Ballerini della SGR, che quando parla di calcio, dice che l'autorità in materia a Roma è e resta Baccani, il primo allenatore della Lazio.
Mettece 'na pezza.

b) la prima attestazione ufficiale di una compagine di soci della Lazio impegnati in un incontro di "football" è del 28 gennaio 1901 (fonte il foglio "Italia Sport") al Motovelodromo Salario, contro le compagini della "Veloce" e della "Forza e Coraggio" (per SGR, Roman, Roma F.C., etc. chiedere a "Chi l'ha visto"), ma trattavasi, come sottolineava bene Teo, di un proto-calcio, di una fusione tra rugby e football, ancora in piena fase evolutiva.

Insomma, tra fine '800 e primissimi del '900 il calcio a Roma era praticato da pochissime realtà e non veniva giocato nel rispetto delle regole così come oggi le conosciamo.
L'attenzione era orientata su altri sport, ma sarà proprio la Lazio, animata da una passione a 360° per tutto ciò che è impresa sportiva, a portare il calcio verso le forme codificate a livello internazionale.
Non è un caso che le altre realtà o finiranno per scomparire o rimarranno relegate al solo calcio, per poi terminare la loro esistenza fagocitate dalla fusione del 1927.

La Lazio non nasce per il calcio, non era solo calcio, ma proprio per questo, finisce per essere la realtà più solida e più forte della storia calcio capitolino, di quel 25ennio che Ghirelli nella sua Storia del Calcio definisce l'Età eroica.


---

a bis)
Dal sito web della Società Ginnastica Roma (SGR)
Sezione Storia

1920-1954: Il Comune di Roma (sindaco Luigi Rava) cede in concessione alla S.G. Roma l'area del Muro Torto. E' una discarica di materiali di demolizione. Era necessaria un'opera di bonifica ma non c'erano i soldi. Soltanto il lavoro volontario dei soci può provvedere. Infatti decine di ragazzi armati di badili e carriole ripuliscono l'area e spianano il terreno. Nel 1921 l'attività può riprendere in pieno.
La ginnastica è come sempre al primo posto, poi scherma, atletica, tennis; scompaiono velocipedismo, tamburello e le passeggiate ginnastiche e compaiono nuove discipline: la "palla a cesto" (cambierà il nome prima in pallacanestro poi in basket), il calcio, il judo, il sollevamento pesi, il pugilato, la volata. Tra metà degli anni 20 e il 35 il primato della ginnastica viene insidiato dalla pallacanestro e dalla scherma.
 
 
L'asroma c'ha salvati dall'essere massa e squadra pro-loco, come a Napoli e Firenze (entrambe fallite, tra l'altro). Saremo pure una tifoseria del cavolo, ma il più discutibile di noi è sempre un esemplare unico, rispetto a un pubblico costruito a tavolino e ciclostilato.

Per conoscere TUTTI i romanisti basta conoscerne uno; quando hai conosciuto tutti i Laziali meno uno, del Laziale sai ancora poco.

Offline Fulcanelli

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #13 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:24:19 »
Fortitudo



Fondata nel 1908 da un gruppo di frati di Borgo, divenne presto rivale acerrima della Lazio, anche se fino allo scoppio della guerra il confronto fu decisamente impari, come per tutte le altre, numerose, formazioni romane.

Nel dopoguerra, con la nascita del professionismo, seppe per prima metterne in pratica i dettami e mise decisamente in discussione la supremazia della Lazio, centrando nel 1922  anche la finale nazionale, persa con la Pro Vercelli.

Il riordino coatto del sistema calcistico ne decretò la fine. Assorbì la Pro Roma, diventando Società Sportiva Fascista Fortitudo Pro Roma: ma gli enormi debiti accumulati erano incompatibili con le direttive elaborate nella Carta di Viareggio (che sanciva le linee guida della riforma calcistica) e che dovevano essere messe in atto dai federali locali. Italo Foschi, nella triplice veste di redattore della Carta, federale di Roma e presidente della Fortitudo (un vistoso conflitto d'interessi ante-litteram), si adoperò decisamente per "salvare" il suo club, al limite anche cambiandogli nome se qualcuno avesse accettato di accollarsene i debiti. Toccò al Roman, che tolse dal proprio nome l'ultima lettera che faceva troppo anglofono e mantenne i colori originali del 1903: così, la storia dei gloriosi rossoblù della Fortitudo terminò, dopo nemmeno vent'anni.

Pochi sanno che dopo l'8 settembre la Fortitudo fu rifondata e nel dopoguerra fu riconosciuto nella sua soppressione un atto proditorio da parte del regime fascista. Ma nessuno, naturalmente, si azzardò a sciogliere d'imperio l'orrendo mostro che tale atto aveva generato.

Aggiungo qualche dettaglio.
La Fortitudo era affiliata alla FASCI, la Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Nel 1927, reclamando il regime il monopolio dell'educazione giovanile, anche sportiva, si costrinse la FASCI ad autosciogliersi. Le società sportive cattoliche o chiusero i battenti o dovettero continuare in modo segreto.
Dopo la guerra la Fortitudo riprese ad essere, tanto che una sua sezione è ben presente dalle parti di Porta Castello. Ma dell'esproprio della sezione calcio non ci si ricorda. Resta che i "coatti" derivano (in nome omen) anche da un atto di scioglimento coatto di una antica società sportiva cattolica, trasformata in società fascista.

Offline Centurio

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #14 : Martedì 13 Aprile 2010, 17:01:14 »
Mandate tutto al corriere dello sport: vedrete, ne faranno dei fascicoli settimanali. :P
sine pennis volare haud facile est

Offline Daniela

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #15 : Martedì 13 Aprile 2010, 19:01:20 »
Mandate tutto al corriere dello sport: vedrete, ne faranno dei fascicoli settimanali. :P

il solito ottimista  ::)
ARZARVI LA COPPA IN FACCIA? NON HA PREZZO!!!!!!

Offline Fraplaya

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #16 : Giovedì 15 Aprile 2010, 02:37:29 »
cit. Teotokris - 1° puntata

"Er carcio pulito, a Roma, arriva nel 1927. La storia, forse stordita da tale evento, ha dimenticato di tramandarne il giorno preciso: alcuni quotidiani l'8 giugno annunciano la nascita dell'asroma, ma pezzi di carta di quella riunione del 7 non ce n'è: e d'altra parte, Alba e Fortitudo (due delle tre società che confluirono nell'asroma) dopo il 7 giugno disputarono almeno una partita ciascuna delle fasi finali dei campionati nazionali. Per altri la fausta data è quella del 22 luglio, giorno di un verbale di assemblea (il primo) della neonata società: ma prima di quel 22 luglio l'asroma ha giocato almeno una partita, addirittura con una squadra straniera.

Insomma, né il 7 giugno né il 22 luglio. D'altronde, come può esserci una data esatta per qualcosa che è avvenuto in maniera così nebulosa che sembra quasi... non sia avvenuto proprio?

Torniamo un attimo dietro. Qualche anno, non di più. I calciatori hanno cominciato a percepire dei rimborsi spese, che somigliano sempre di più a degli ingaggi veri e propri. Le società hanno necessità di aumentare gli incassi. Molte sono sull'orlo del collasso, e lo stesso sistema calcio sembra poter crollare sotto il peso dei debiti. Niente di nuovo sotto il sole.

Bisogna trovare una soluzione: si chiama campionato a girone unico. Le migliori squadre giocano sempre e solo tra loro, per tutto l'anno. Incassi e interesse assicurati: gli inglesi fanno così da quasi quarant'anni, sono loro ad aver inventato quello che si chiamerà, chissà perché, "girone all'italiana". Le società, però, si adeguino: niente debiti e chi non ce la fa si tolga di mezzo: meglio una squadra per ogni città importante. Lo stato si occuperà di costruire stadi adeguati. Un progetto azzeccato, niente da dire: la serie A esiste ancora oggi e gli stadi che usiamo sono quasi tutti quelli costruiti negli anni '20/'30. Il tutto, viene sancito dalla cosiddetta "Carta di Viareggio": tre i redattori principali.

A livello locale, la ristrutturazione delle società viene affidata ai segretari provinciali del fascio.

Tra i club cui la ristrutturazione fa particolarmente comodo, c'è la Fortitudo di Roma. La Fortitudo versa in cattivissime acque, e il nuovo corso sembra offrirle qualche via d'uscita: anzi, pare quasi che lo abbiano studiato apposta per lei.

La figura più importante di quella Fortitudo si chiama Italo Foschi. Il segretario provinciale del fascio si chiama Italo Foschi. Uno dei tre redattori della Carta di Viareggio si chiama Italo Foschi.

Italo Foschi, il segretario provinciale, inizia le trattative per la creazione a Roma di una nuova, unica società. Non lo fa certamente apposta, ma cerca di tutelare soprattutto la sua Fortitudo. Prende contatti con la Lazio, che ha una carta vincente: i soldi. Naturalmente, la nuova società si chiamerà Roma, propone Foschi il segretario. Ma la Lazio da quell'orecchio non ci vuole sentire: vuole tenersi il nome. Anzi, siccome la Lazio conosce le regole e sa che una fusione tra società prevede lo svincolo automatico gratuito di tutti i calciatori, dice a Foschi: noi assorbiamo la Fortitudo, e questo si può fare senza perdere i calciatori in rosa.
Foschi, quello della Fortitudo, ingoia amaro: ma non ha alternative. Accetta. O perlomeno dice di accettare. La Lazio prende atto e, dal momento che acquisirà la rosa della Fortitudo e si farà carico dei suoi debiti, rinuncia alla campagna acquisti per la stagione in arrivo, che si preannuncia molto impegnativa perché vedrà per la prima volta la Lazio confrontarsi nel Girone Nazionale, assieme agli squadroni del nord.

Foschi però non si arrende e contatta i proprietari del Roman: un club antico ma che negli ultimi anni non partecipa quasi mai ai campionati. Ma il Roman, come la Lazio, ha quello che serve a Foschi: i soldi. C'è da tirare dentro anche l'Alba, che doveva anch'essa confluire nella Lazio: nessun problema, c'è solo quel Farneti che nell'Alba mette soldini in quantità e che di veder sparire la società che tanto ama non vuol saperne manco lui. Ma Farneti pensa, si fida, che una cosa del genere non succederà mai, e così ai primi di giugno se ne va fatalmente in vacanza al mare.

La riunione decisiva, nella sede della Lazio, avviene il 6 giugno. La Fortitudo presenta il conto: non ha debiti per 100.000 lire, come la Lazio era stata informata in precedenza, ma per 300.000. Vaccaro non ci pensa su molto, dice che è perplesso ma che si impegna a studiare una copertura anche per quella cifra. Ma la Fortitudo dice ancora no: la questione del nome, dicono, le preme troppo.

Il giorno dopo, avviene una riunione in casa di Foschi e l'8 giugno i giornali annunciano la nascita dell'asroma.
La Lazio, così, non potrà effettuare il mercato estivo: troppo tardi, ormai. Si è fidata, evidentemente, di una parola poi non mantenuta.

Il Coni si arrabbia un po': le fusioni abbisognano della sua autorizzazione. Ma non accade nulla. Anzi, siccome ogni nuova società deve essere costituita in Polisportiva, l'asroma si affretta a costituire anche un paio di sezioni di altri sport, oltre il calcio, tanto per salvare la forma.

Si arrabbia anche Farneti, che tornato dalle vacanze non trova più la sua amata Alba: il marchese Scialoja, che ne aveva purtroppo titolo, l'ha fatta confluire nell'asroma.

C'è ancora la questione della fusione che rende svincolati tutti i calciatori appartenenti alle tre società. Foschi conosce le regole e non può cambiarle, chi vuole può ingaggiare i vari Ferraris IV, Corbjons e compagnia. Ma Foschi sa essere convincente: appaiono in continuazione sui quotidiani suoi articoli che diffidano (a nessun titolo) le squadre del nord dal contattare i calciatori di Alba e Fortitudo. Nessuno si azzarderà mai.

La Lazio avrebbe garantito alla nuova Lazio-Fortitudo anche il posto in Divisione Nazionale, che si era garantita con 200.000 lire (una specie di "tassa" che doveva scavare un solco ulteriore tra società ricche e povere) e al quale comunque aveva diritto. Non ne avevano diritto invece Alba e Fortitudo, ma il gioco delle fusioni, guarda un po', riconsegna alla neonata asroma un posto nel massimo torneo.

La nuova società ha anche bisogno di uno stadio: la Rondinella è della Lazio, si contava di utilizzarlo ma non si può più, naturalmente; il nuovo stadio Nazionale non è destinato ai club. I primi due anni si gioca al Motovelodromo Appio, nel frattempo si costruisce in gran fretta Campo Testaccio: le tribune di legno hanno una singolare caratteristica: le prime due file possono essere smontate, per allargare o stringere il terreno di gioco a seconda dell'avversario da incontrare: nasce "la simpatica furbata". L'asroma debutterà alla Rondinella in Serie A, ma dal turno successivo Testaccio è disponibile. Non è un gran lavoro: già nel 1938 sarà momentaneamente abbandonato perché pericolante, nel 1940 sarà abbattuto definitivamente.

E il Roman? Quello ha messo i soldi: la società nuova porterà i suoi colori. Avrebbero voluto mantenere anche loro il nome, ma quello in tempi di autarchia proprio non si può: del resto, tra Roman e Roma la differenza non è poi così grande. E Foschi se ne va presto, appena un anno dopo perché la carriera viene prima. Va a nord, ironia della sorte, dove lo troveremo anche dopo il 25 luglio, prefetto addetto ai rastrellamenti (per la verità senza peccare di eccessivo zelo). Arriva Sacerdoti, quello del Roman, che così riprende in mano quella che è la "sua" creatura: colori, soldi e, più o meno, il nome. Dovrà allontanarsene nel 1938, per le leggi razziali: tornerà nel dopoguerra, e scoprirà che fino a quel giorno l'asroma era esistita, parole sue, "senza nemmeno uno statuto".
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

Offline Crociato

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #17 : Giovedì 15 Aprile 2010, 08:48:09 »
topic come questi, così dotti, fanno bene al cuore e allo spirito.
peccato disperdersi.
Blu is the colour

Offline benvolio

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Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #18 : Giovedì 15 Aprile 2010, 08:59:50 »
Ragazzi, questo e' un saggio storico, altro che calcio! Ogni volta che lo rileggo mi chiedo perche' (col sacrosanto consenso dell'autore) non ci si consorzi e non lo si dia alle stampe come pamphlet demistificatore. E' scritto talmente bene che persino la summa del conformismo sportivo, persino "loro" potrebbero capirlo e magari piantarla con la prosopopea.

porgasm

Re:Dobbiamo vincere anche per loro
« Risposta #19 : Giovedì 15 Aprile 2010, 09:15:11 »
Ragazzi, questo e' un saggio storico, altro che calcio! Ogni volta che lo rileggo mi chiedo perche' (col sacrosanto consenso dell'autore) non ci si consorzi e non lo si dia alle stampe come pamphlet demistificatore.

dove si firma e, soprattutto, quanto dovemo mette?!
 ;)