Autore Topic: Editoriale - E' la Lazio di Reja, sembra l'Inter di Mourinho!  (Letto 926 volte)

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Editoriale - E' la Lazio di Reja, sembra l'Inter di Mourinho!
« : Sabato 4 Dicembre 2010, 01:06:49 »
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Nerazzurri (e Benitez) in bambola...
Una bella Lazio ha messo al tappeto un'Inter incerottata.


Adesso come adesso, il dubbio è che i veri Snejider, Lucio, Pandev e compagnia, siano quelli visti a Roma, piuttosto che quelli ammirati l'anno scorso. Che il mental coach Mourinho abbia spinto giocatori tutto sommato normali ben oltre le loro possibilità? Che l'eccezionalità non stia nel vederli così spenti, abulici e senza carattere come in questo avvio di stagione, ma che – piuttosto – sia stata quella di esserseli potuti godere in un periodo irripetibile della loro carriera? Tanti Superman che l'anno scorso hanno imperversato e che – viceversa – ora hanno trovato solo criptonite sulla loro strada?

La verità, come spesso accade, sta probabilmente in mezzo: non c'è dubbio che un percorso come quello della passata stagione sia decisamente straordinario, quasi irreale e – quindi – non comparabile con quello attuale. Dicono che Mourinho tiri fuori il 100% dai suoi ragazzi e – preobabilmente – anche di più. Così è stato. Li ha spremuti? Di certo non li ha risparmiati. Li ha spolpati? Di sicuro ha tirato fuori il meglio. Li ha ipnotizzati come fosse un Santone, si è fatto seguire come il Messia, li ha trascinati come guidato da forza soprannaturale. E – come in un incantesimo – tutto è svanito con il suo addio. “Per lui sarei pronto a morire” – ha detto Snejider di recente. L'olandese visto in questo scorcio di stagione, probabilmente, per Benitez non sarebbe neanche disposto ad offrire un raffreddore.

Chiaro che l'Inter stia pagando gli infortuni, questo l'abbiamo ripetuto tante volte e continuiamo a sostenerlo, ma è anche vero che anche quelli che infortunati non sono, non è che stiano brillando per volontà e raziocinio. Tolti gli highlander Zanetti e Cordoba, gli altri sembrano nomadi senza meta: perfino il ligio Cambiasso ha provato a trasformarsi nel salvatore della Patria, abbandonando la posizione e autoproclamandosi centravanti aggiunto, sguarnendo il centrocampo come da piccoli si faceva all'oratorio quando si tentava di recuperare. Ecco, la sensazione è proprio quella di una squadra che ha i suoi malanni, ma non fa nulla per curarli. Anche perché il dottore della mutua gli propina solo medicine inutili, quando non addirittura scadute (leggasi Muntari esterno alto a sinistra). Oltre alle gambe, insomma, c'è anche un (grande) problema di testa: questa Inter non è quella dell'anno scorso e probabilmente non tornerà mai più ad esserlo, ma di certo è lecito aspettarsi di più da tutti, a partire dal mister.

Detto questo, sarebbe ingiusto non celebrare una grandissima prestazione della Lazio: corta, compatta, organizzata, finanche bella e spettacolare fino a quando il fiato ha retto e le gambe non hanno cominciato a tremare. Un 15' di paura in cui avrebbe potuto sprecare l'immagine – meravigliosa – regalata negli altri 75 letteralmente dominati. Ad un certo punto, c'era una sola squadra in campo, che scherniva l'avversario col palleggio, lo faceva girare a vuoto, gli regalava il pallone quando necessario, ma chiudendogli tutti gli spazi per poi colpirlo di rimessa. Sembrava l'Inter di Mourinho, ma aveva la maglia biancoceleste. Era semplicemente la Lazio di Reja. E – di questi tempi – non è poco. Anzi.

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