Autore Topic: Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......  (Letto 1712 volte)

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zorba

Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« : Venerdì 3 Dicembre 2010, 13:18:45 »
Se scendesse in politica, non avrei dubbi su quale candidato votare.......  8) 8) 8)

http://www.partitodupilu.it/

zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #1 : Venerdì 3 Dicembre 2010, 14:44:18 »

zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #2 : Martedì 4 Gennaio 2011, 17:04:20 »
[ Link a YouTube non valido ]

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #3 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:49:07 »
BELLISSIMO!
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline jegue98

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #4 : Venerdì 7 Gennaio 2011, 23:19:32 »
Troppo forte!
Never change the way you are...

zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #5 : Mercoledì 19 Gennaio 2011, 09:00:51 »
Venerdì l'uscita del nuovo film di Albanese.......

(Il Fatto Quotidiano 19.01.2011)

IL NUOVO ALBANESE

PIÙ PILU ANCHE AL CINEMA

(di Federico Pontiggia)

“La realtà supera la fantasia? Non è colpa mia, è un personaggio nato otto anni fa, quando si parlava già di pilu: se oggi è diventato ciellino, non posso farci nulla”. Povero Antonio Albanese, Berlusconi e (H)Ar(D)core hanno da tempo superato il suo Cetto La Qualunque e Qualunquemente, il film di Giulio Manfredonia che lo porta al cinema da venerdì in 600 copie. Così, mentre scopriamo da Feltri che Silvio “mica si innamora, a lui piace andare con le ragazze”, Cetto “è solo un moderato: quando ho scritto il film tre anni fa poteva essere diverso, ma oggi è così”. Logica la conseguenza: “Mi dovete credere, non abbiamo mai pensato a Berlusconi, bensì a personaggi esuberanti, a quella maschilità che non ho mai sopportato: non volevo farmi coinvolgere in qualcosa di troppo immediato e riconoscibile, anzi, Berlusconi ci ha un po’ fermato”   .
EPPURE, il ping pong tra finzione e cronaca non si arresta mai, basti pensare a battute del calibro: “Tasse? Non nominate mai più quella parola in mia presenza”, “Le tasse sono come la droga: se le paghi una volta tanto per provare, finisce che ci prendi gusto”, “Schierarsi a favore della legge è legale?”, “Hai un corpo da assessore” e, dulcis in fundo, “Non sono le donne che devono entrare in politica, è la politica che deve entrare dentro le donne”, degna di un’intercettazione. E che dire del motto di Cetto, che campeggia in tutta Italia su manifesti più veri di quelli elettorali? “I have non dream ma mi piace u pilu”. Forte di questo imperativo morale e categorico, Cetto La Qualunque torna in Italia dopo una latitanza di quattro anni all’estero su input dei “notabili” di Marina di Sopra, non meglio identificato paesino calabrese gemellato con Weimar: con lui, una bella ragazza di colore, ribattezzata galantemente Cosa, e la sua figlioletta, dal nome impronunciabile. Al rientro in patria, viene accolto dal braccio destro Pino lo straniero (Nicola Rignanese), la moglie glamour e gelosa Carmen (Lorenza Indovina) e il figlio Melo (Davide Giordano), che grazie a Dio non è di cotanto padre, ma riga dritto: “Il rapporto con il figlio è il punto più importante: nella nuova generazione troviamo l’annientamento, ma per Cetto “un figlio senza padre può prendere una brutta piega, oggi sono arrivato io”, sottolinea Albanese, confessando come “dal personaggio di Perego fino a Cetto, ho una vera e propria fissazione per i figli: sono loro la nostra unica speranza”.

IL QUADRETTO familiare ha una cornice d’eccezione: una villa bunker paradigma dell’opulenza cafona, con vasche idromassaggio e busti di   imperatori romani, ritratti a grandezza naturale di Cetto e capitelli dorici, che, incredibile ma vero, non è stata ricostruita ad hoc. “L’abbiamo trovata a Roma, zona Boccea, oltre il raccordo anulare: è un bed and breakfast di proprietà di un duca lituano, con un idromassaggio in ogni stanza, ma chi andrebbe a farsi un weekend romantico lì?”, si chiede il regista Manfredonia. Ma anche questa casa degli orrori non è altro che la spia di “incursioni nella realtà che ci sono e non ci sono: mischiamo realismo e surrealtà, e sì, in effetti siamo stati moderati”, fuorché per costumi (Roberto Chiocchi) e scenografie (Marco Belluzzi), con Marina di Sopra ricostruita tra le case popolari anni ’70 di Tivoli, il litorale violentato dall’abusivismo di Passo Scuro e la fotografia iperrealista di Roberto Forza a giocare con i generi, tra grandangoli e astrazione nonsense. Preparato il terreno, la lotta può incominciare, quella tra il candidato sindaco De Santis (Salvatore Cantalupo), che promette un’inarrestabile ondata di legalità, e il suo acerrimo nemico Cetto, che dopo ponderata e orgiastica riflessione in compagnia di belle ragazze decide di “salire in politica” per tutelare i propri interessi: il Paradais Village costruito su un’area archeologica, la pizzeria abusiva e un’ostinata tendenza all’evasione fiscale, tanto che la semplice richiesta di una ricevuta blocca l’intero paese. 

Insomma, niente di nuovo sul fronte italiano: “Qualunquemente è un film comico, racconta il nostro paese e, ovviamente, ci sono delle amarezze. Ma esiste la possibilità di rialzare il capo: noi siamo ottimisti, e per questo abbiamo cercato di rendere ridicoli Cetto e i suoi accoliti. I mafiosi, i politici sono spesso decantati da cinema e letteratura: il cattivo si veste bene, ha un pisello così, viceversa, qui inquadriamo dei perdenti, che non hanno buon gusto e trattano   male le donne, per far capire alle giovani generazioni che sono cattivi esempi”, puntualizza Albanese. Nel frattempo, Cetto odia giustizia, tasse e cultura, ama solo ’u pilu e si fa consigliare da uno spin doctor sui generis (Sergio Rubini), un pugliese new age che si spaccia per milanese, eppure vincerà le elezioni solo con una truffa.

MA È SOLO il primo passo, e nel finale rispunta la cronaca, perché, pensando alla prossima casa per Cetto, spunta fuori una foto del Quirinale: Cetto for president e/o il viatico al se-quel? Domanda non peregrina, ma, assicura Albanese, la satira non è della partita: “Mi piace parlare di comicità a 360°: la satira è un’etichetta spudorata, manovrata e maltrattata”. Che rimane, dunque? Un film nato comico e cresciuto tragico, superato dalla realtà ma non svilito, anzi: Qualunquemente sia è l’Italia, che la finzione non anticipa, ma affianca. Perché, ricorda Luigi Maria Burruano, “è il ritratto dell’immoralità a cui siamo assuefatti: Cetto fa anche simpatia, ma sarebbe da mettere al muro e sparargli”.


zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #6 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 17:57:10 »

Offline DinoRaggio

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #7 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 19:59:21 »
In perfetto tempismo con la situazione sessual-politica nazionale.

Cchjù pilu ppe' tutti!
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #8 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 21:04:51 »
In perfetto tempismo con la situazione sessual-politica nazionale.

Cchjù pilu ppe' tutti!
No, è stato addirittura scavalcato dai fatti!!!  ;D
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

Aquilotta del Nord

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #9 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 23:01:25 »
Non vedo l'ora di vederlo  ;D

zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #10 : Sabato 22 Gennaio 2011, 09:48:40 »
(Il Fatto Quotidiano 22.01.2011)


Lotta di classe per una canzone (La) Qualunque

IL LEADER DI UN GRUPPO CALABRESE ACCUSA ALBANESE: “GLI HO PRESTATO UN BRANO, L’HA STRAVOLTO” 

(di Federico Mello)

Preceduto dalla fama già conquistata da Cetto La Qualunque in tv, annunciato da una campagna di lancio originale ed efficace, sostenuto dall’attualità – più hard della fiction –, era forse inevitabile che Qualunquemente il film di Antonio Albanese, da ieri nei cinema, rimanesse estraneo a qualche polemica. E infatti puntuale, ieri, è arrivata la querelle dalle colonne del quotidiano Calabria Ora. A scrivere una “lettera aperta” ad Antonio Albanese è il cantautore Peppe Voltarelli, già leader del gruppo folk-rock “Il parto delle nuvole pesanti” nonché autore del brano “Onda calabra” che, con un nuovo testo “La Qualunque”, è diventato il brano di punta della colonna sonora del film.

“Caro Antonio – scrive Voltarelli nella sua lettera – non sai quanta rabbia provo e quanto è triste pensare che il mio brano più conosciuto, nella tua versione ha perso completamente il suo significato originario, la sua forza e la sua dignità e il suo coraggio”.

Il testo nella versione originale recita: “I tuoi occhi è un luogo della mente/ Passa il fiume e non rimane niente/ Sulla spiaggia ci sono le rose/ Se le guardo non sono più rose/ Sotto il cielo che non ride mai/   Mi aspetterai cantando”. La versione di Cetto La Qualunque, invece, è tagliato addosso al personaggio cinematografico: “Questa terra è un luogo assai accogliente/ io di tasse pago poco e niente / se ti senti utile ed esuberante/ costruisci abusivamente/ in un cielo che non ride mai, mi aspetterai cantando”.

È indubbio che il testo sia cambiato radicalmente: ma possibile che tra il cantante e la casa di produzione non si fosse trovato un accordo per l’utilizzo del brano? Ribadendo la sua stima per il comico, Voltarelli ci spiega: “Mi proposero di usare ‘Onda Calabra’ per il film quest’estate. Diedi un assenso solo verbale, mi sembrava interessante come collaborazione. Solo che quando ho sentito la nuova versione, a fine dicembre, a cose fatte, non mi è piaciuta per niente: il nuovo testo fornisce un’idea della Calabria che si distacca molto dalla mia”.

IL CANTANTE aggiunge che i primi di gennaio, quando ha scoperto che il nuovo brano era diventato anche la musica del trailer del film, ha fatto partire una diffida del suo avvocato per bloccarne l’utilizzo: “Per me era una necessità fisiologica, etica – aggiunge – non una questione di diritti d’autore. Camminare per le strade di Roma e sentire la tua canzone che adesso dice ‘più pilu pe tutti’ non è la mia storia, non è la mia lingua”.

Da Fandango, casa di produzione del film, si dicono amareggiati, ma del tutto tranquilli: “Questa cosa ci sorprende molto. Noi ci siamo accordati con l’editore della canzone ‘Storie di note’. Tutto è stato fatto come andava fatto: Fandango non si mette a prendere le canzoni senza un previo accordo. Comunque è tutto in mano ai nostri avvocati”. Questione legale a parte, a molti appare chiaro l’intento ironico e di denuncia del personaggio di Albanese e del suo film. Ma Voltarelli (calabrese doc) la pensa diversamente. Scrive ancora nella sua lettera: “Un popolo è povero per sempre quando gli tolgono la lingua. Per questo motivo la canzone Qualunquemente mi ha ferito e credo che abbia ferito tutti quelli che come me coltivano il sogno del cambiamento”. E chiude con un appello “Ti saluto Antonio goditi il tuo meritato successo, ma per piacere ridammi indietro la mia canzone”.

Offline DinoRaggio

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #11 : Sabato 22 Gennaio 2011, 20:04:48 »
http://www.alcinema.info/box-office-italia-qualunquemente-vola-al-primo-posto/

Box office Italia: Qualunquemente vola al primo posto
Pubblicato il 22 gen 2011

Qualcuno può considerarla una sorpresa, ma molti se l’aspettavano. Qualunquemente, nuovo film di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese e Sergio Rubini, ha sbancato il box office cinema italiano volando direttamente al primo posto. Se qualcuno aveva dato per scontato che la medaglia d’oro del weekend sarebbe andata comunque a Che Bella Giornata di Checco Zalone è rimasto sorprendentemente deluso. Cetto La Qualunque parte col botto con un film in programmazione in circa 600 sale e un incasso che si aggira attorno agli 800mila euro nella sola prima giornata di programmazione cinematografica. La media per sala è superiore ai 1600 euro e non è da escludere che Antonio Albanese con la sua pellicola riesca a superare abbondantemente il traguardo dei 4 milioni di euro al termine del weekend, compresi oggi e domani. Checco Zalone si piazza al secondo posto con un calo notevole del 64% con soli 490milla euro raccolti ieri, venerdì 21 gennaio 2011.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline DinoRaggio

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #12 : Martedì 25 Gennaio 2011, 19:33:09 »
Qualcuno l'ha visto? Com'è?
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Aquilotta del Nord

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #13 : Domenica 30 Gennaio 2011, 01:40:43 »
Sono andata stasera.
Albanese e Rubini in gran forma, ma mi aspettavo più risate. Boh, forse perché la realtà ha superato la fantasia?  :( Parecchie cose sono proprio inerenti, e quindi sale un bel po' di nervoso... anche se lo stesso Albanese ha detto e ripetuto che un personaggio come Cetto non si costruisce all'impronta, ma va studiato, e lui ci lavorava dal 2003, di sicuro non l'ha tirato fuori dal cilindro visto quello che sta succedendo.
Oddio, la scena della ricevuta fiscale è mitica  ;D
Però non è spensierato, ecco: è pesante perché, per quanto estremizzato, è attuale, orribilmente attuale. Ho riso con meno peso sul cuore a "Benvenuti al sud", ecco.

Offline nanaighel

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #14 : Domenica 30 Gennaio 2011, 09:14:55 »
Sono andata stasera.
Albanese e Rubini in gran forma, ma mi aspettavo più risate. Boh, forse perché la realtà ha superato la fantasia?  :( Parecchie cose sono proprio inerenti, e quindi sale un bel po' di nervoso... anche se lo stesso Albanese ha detto e ripetuto che un personaggio come Cetto non si costruisce all'impronta, ma va studiato, e lui ci lavorava dal 2003, di sicuro non l'ha tirato fuori dal cilindro visto quello che sta succedendo.
Oddio, la scena della ricevuta fiscale è mitica  ;D
Però non è spensierato, ecco: è pesante perché, per quanto estremizzato, è attuale, orribilmente attuale. Ho riso con meno peso sul cuore a "Benvenuti al sud", ecco.

Sono andato anche io giusto ieri sera
Sottoscrivo quello che dici
E' un film che fà ridere amaro
Cmq nella scena finale, dove viene inaugurato il ponte, l'accostamento con il berlusca è evidente

Offline MCM

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Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #15 : Domenica 30 Gennaio 2011, 17:39:34 »
Visto ieri.
Checco Zalone di un' altra categoria, IMHO.

Salvo qualche scena carina, si ride davvero poco.

Il successo del film è, per un buon 40%,merito del trend iniziato con Bisio/Zalone, e per un altro 40% di Berlusconi e del bunga bunga.
Pure al cinema vince Silvio. Da questo punto di vista, concordo. E' dittatura.

ruud

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #16 : Domenica 30 Gennaio 2011, 20:00:25 »
Visto nel dopo pranzo, poi sono iniziate le partite ed ho perso qualche pezzo. Il tutto condito dai nipotini con i loro cartoon. Non c'ho capito nulla, e quel poco non m'ha fatto nemmeno ridere. La condizione ambientale ha avuto il suo peso.   ???

zorba

Re:Vota Cetto, vota Cetto, vota Cetto.......
« Risposta #17 : Sabato 12 Febbraio 2011, 07:43:56 »
(Il Fatto Quotidiano 12.02.2011)

ALBANESE U Pilu sopra Berlino

(di Anna Maria Pasetti)

Berlino - “U Pilu sopra Berlino” è arrivato. E, a dichiarazione di Albanese-berlinese, il suo Cetto Herr Irgendwer (traduzione letterale di Cetto La Qualunque), è “solo un bellissimo omaggio al nostro Paese”. In attesa di resoconti più dettagliati sull’accoglienza straniera di Qualunquemente alla Berlinale, il quotidiano Tagesspiegel commenta il film inserendolo nel filone italiano del binomio “amore-sofferenza”, che applicato con evidenza all’attualità politica, “peggiora di giorno in giorno, perché più si ama più si soffre, e gli italiani amano il loro Paese”. Tale filone si esprime tanto in opere drammatiche, vedi Il Divo e Gomorra, quanto in commedie. Vedi, appunto, il film con Albanese, che nell’articolo tedesco viene giudicato un lavoro “prima divertente, poi crudele, ma coerente”. A cui si aggiungono le lodi alla performance dell’attore comasco come “imitatore del premier italiano”. Passando a tragedie su scala più planetaria, l’attenzione di oggi si è concentrata sul primo titolo in concorso, l’americano Margin Call. Tra finzione e verosimiglianza, vi si racconta della tremenda notte che prelude il crash finanziario di Wall Street del 2008. “Le banche e i salotti della finanza mondiale sono ambienti immorali, anzi proprio bastardi” accusa Jeremy Irons, che nel film dell’esordiente J. C. Chandor (figlio di un ex broker in Merrill Lynch) interpreta John Tuld, il grande capo di un colosso bancario di investimenti. In quella notte pre apocalittica – che più o meno coincide con il racconto filmico – si riunisce il comitato esecutivo: si decidono le sorti di miliardari ma anche della donna di servizio che all’alba riordinerà gli uffici. “Non possiamo permettere al consumismo di consumarci”, continua Irons mentre raccoglie i consensi dei colleghi Kevin Spacey e Paul Bettany, che insieme a Stanley Tucci e Demi Moore compongono il cast stellare del film, qui in prima mondiale mentre in Italia uscirà nei prossimi mesi per 01 Distribution. Si tratta di una vera e propria tragedia da camera “mortuaria” dell’Occidente, la cui metafora si esprime nelle ultime ore di vita di un cane devastato dal cancro. Il suo padrone, il personaggio di Spacey, si dispera. Perché intuisce che “il peggio deve ancora venire”.