E' morto Mario Monicelli

[zorba]

Per fortuna nostra e delle generazioni future la sua opera è e resta immortale!

Riposa in pace, Maestro.

[IB]

Siete sicuri che ci mancherà ?
Voglio dire, i grandi artisti, come Gassman, come Sordi, come Marcello (qui in Francia lo chiamano cosi', senza cognome), in fondo non muoiono mai.
La sua scelta di ieri sera é un fatto privato.
Ma Peppe er Pantera é vivo e sta insieme a noi.

[Giglic]

La sua scelta di ieri sera é un fatto privato.

No, IB, è coerente con il personaggio ed un messaggio di una "pedagogia" unica, IMHO. A 95 anni col caxxo che mi fregano con la prostata... certo non è un'eutanasia, è un suicidio.

[zorba]

[bak]

Immenso Maestro del cinema 

[Holly]

Ha ragione IB, le sue opere sono tante e di tale bellezza che paradossalmente rendono l'atto estremo di ieri sera più un "arrivederci" che un "addio"

Il suo era uno sguardo lucido e impietoso sull'animo umano, le storie che narrava erano racconti pieni di sarcasmo, i suoi erano anti-eroi, sbruffoni, paraculi, piccini, salvo poi redimersi, loro malgrado, alla grande come Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca.

Tra i miei prediletti, ma scegliere è difficilissimo, senza dubbio La ragazza con la pistola e Parenti serpenti.

RIP grande uomo.

[IB]

No, IB, è coerente con il personaggio ed un messaggio di una "pedagogia" unica, IMHO. A 95 anni col caxxo che mi fregano con la prostata... certo non è un'eutanasia, è un suicidio.

Per me resta un fatto privato.
A 95 non ti frega più niente, soprattutto un tumore.
Voglio dire penso che il suo cinema sia stato un cinema antipedagogico, se sia esistito un personaggio del cinema italiano che abbia fuggito ogni forma di pedagogia penso sia stato proprio lui. Niente da insegnare, anzi, solo osservare, e raccontare.
Anzi, chi si erge a maestro é il primo a prendersi la pernacchia.
Il Monicelli che resta vivo é il Monicelli pubblico, quello dei film, quello che avrebbe riso e perculato i due che vengono intervistati nel video postato da Zorba, soprattutto quello che é convinto che la scelta di Monicelli sia per protestare contro lo stato del paese.
E la morte c'era spesso nei suoi film, in Amici miei muore il Perozzi, nei soliti ignoti muore Peppe er Pantera, nel Borghese piccolo piccolo muore il figlio, alla fine era un fatto della vita. Un fatto spesso più privato di quello che troppi maestri vogliono raccontare.

Magari si sarà affacciato alla finestra della sua stanza, avrà visto che pioveva, e si é detto che magari era il momento di dire
"Stop, buona!"

[Sanfatucchio]

Se ne andato un Toscanaccio, un Maestro, che fino all'ultimo ha potuto vivere la "SUA" vita, anche nella scelta di come andarsene. Sono addolorato

[Giglic]

Per me resta un fatto privato.
A 95 non ti frega più niente, soprattutto un tumore.
Voglio dire penso che il suo cinema sia stato un cinema antipedagogico, se sia esistito un personaggio del cinema italiano che abbia fuggito ogni forma di pedagogia penso sia stato proprio lui. Niente da insegnare, anzi, solo osservare, e raccontare.
Anzi, chi si erge a maestro é il primo a prendersi la pernacchia.
Il Monicelli che resta vivo é il Monicelli pubblico, quello dei film, quello che avrebbe riso e perculato i due che vengono intervistati nel video postato da Zorba, soprattutto quello che é convinto che la scelta di Monicelli sia per protestare contro lo stato del paese.
E la morte c'era spesso nei suoi film, in Amici miei muore il Perozzi, nei soliti ignoti muore Peppe er Pantera, nel Borghese piccolo piccolo muore il figlio, alla fine era un fatto della vita. Un fatto spesso più privato di quello che troppi maestri vogliono raccontare.

Magari si sarà affacciato alla finestra della sua stanza, avrà visto che pioveva, e si é detto che magari era il momento di dire
"Stop, buona!"

IMHO stiamo dicendo la stessa cosa. La "pedagogia" di Monicelli era proprio la sua pernacchia ai soloni del paese, sempre pronti a correre in soccorso del vincitore (cit.)
Ma per il mestiere che faceva osservare e raccontare voleva dire proprio mettere un certo tipo di società davanti alle sue stesse devianze. Parenti Serpenti non sarà pedagogico, ma allora come spieghi quel "tutto bene? Son contenta!" della superba Cinzia Leone ripetuto come un mantra del luogo comune, o quel "quando penso ai bimbi che muoiono di fame piango" con finte lacrime interrotto dal grido "E'natale!" con in alto i calici?
E' solo raccontare o è anche far vedere cosa "siamo" diventati?
E mi dispiace, sulla sua morte non sono d'accordo con te. Era ben cosciente di essere un personaggio pubblico, e sapeva quello che faceva.

[IB]

Beh, certo, pero' proseguendo nella riflessione ha sempre dissacrato la morte in un certo senso.
Dalla magnifica scena del cimitero in Amici miei II alle campane suonate a morto dal Marchese del Grillo.
E soprattutto la ricerca della "bella morte" che aleggia in tutto Brancaleone e ogni volta finisce in una tragicomica e ridicola situazione. Compresi i suoi dialoghi con la morte.

[jumpingjackflash]

mi permetto una breve analisi del suo ultimo gesto. Innanzitutto credo vada ricordato che anche il padre morì suicida e questo credo che abbia avuto un peso nella sua scelta. Per il resto, anche  io non posso trovare nulla di pedagogico nell'ultima burla del creatore di Amici Miei. Tutto il suo cinema è intriso del cinismo del piacere per lo sberleffo non escludo che anche quest'ultimo estremo gesto, a 95 anni con una malattia terminale sia più uno scherzo finale che non un gesto denso di significati reconditi.
è la mia opinione ovviamente

[NV]

se n'è andato il nostro kubrik.
ti mancava solo la fantascienza, l'hai colmata con una morte da.

[schwitters]

Siamo più poveri. Un uomo retto, osservatore, per nulla indulgente verso i potenti ed i prepotenti di cui non aveva alcun timore. L'unico che abbia avuto il coraggio di dire pubblicamente che verso i nostri governanti sarebbe necessaria una rivoluzione di popolo, ma che il popolo preferisce dormire. Ciao Maestro.

[carpelo]

Addio ad un grandissimo

[MCM]

mi permetto una breve analisi del suo ultimo gesto. Innanzitutto credo vada ricordato che anche il padre morì suicida e questo credo che abbia avuto un peso nella sua scelta. Per il resto, anche  io non posso trovare nulla di pedagogico nell'ultima burla del creatore di Amici Miei. Tutto il suo cinema è intriso del cinismo del piacere per lo sberleffo non escludo che anche quest'ultimo estremo gesto, a 95 anni con una malattia terminale sia più uno scherzo finale che non un gesto denso di significati reconditi.
è la mia opinione ovviamente

Concordo, con la differenza che questa volta ha sbeffeggiato, anzichè il pubblico, la divina provvidenza.
Nella scelta estrema del suicidio ci sono dinamiche psicologiche tali da poter ritenere che molto spesso chi lo compie non sia pienamente cosciente, e quindi pienamente responsabile, del suo gesto. Per questo è un tema delicato, che va trattato con le pinze.
e senza eccessiva durezza. Quando però non è la disperazione a muovere, bensì la volontà di un ennesimo affronto(il gesto evoliano di passeggiare sotto norimberga bombardata è la blasfemia resa atto, la peggiore delle bestemmie. E' anzi, l' attuazione stessa della bestemmia), allora c' è ben poco da aggiungere, se non augurarsi che Dio sia più misericordioso di quanto lo siano stati questi uomini.

[Giglic]

Concordo, con la differenza che questa volta ha sbeffeggiato, anzichè il pubblico, la divina provvidenza.
Nella scelta estrema del suicidio ci sono dinamiche psicologiche tali da poter ritenere che molto spesso chi lo compie non sia pienamente cosciente, e quindi pienamente responsabile, del suo gesto. Per questo è un tema delicato, che va trattato con le pinze.
e senza eccessiva durezza. Quando però non è la disperazione a muovere, bensì la volontà di un ennesimo affronto(il gesto evoliano di passeggiare sotto norimberga bombardata è la blasfemia resa atto, la peggiore delle bestemmie. E' anzi, l' attuazione stessa della bestemmia), allora c' è ben poco da aggiungere, se non augurarsi che Dio sia più misericordioso di quanto lo siano stati questi uomini.

Per me non esiste nè Dio nè la divina provvidenza, quindi in quel gesto non ci leggo uno sberleffo. E' un atto coraggioso (anche se a 95 anni non è che ci voglia molto coraggio IMHO, se si è lucidi. Solo chi non è del tutto in se si attacca all'ultimo scampolo di vita - Montanelli che difendeva l'eutanasia non ha avuto dopo un'operazione simile a quella che il buon Mario doveva subire la lucidità nè il tempo per praticarla) e coerente con il Mario Monicelli uomo pubblico.
Se non si è credenti, non si ritiene di offendere Dio. Il problema dei non credenti è quello di non offendere gli uomini.

[cuchillo]

Non ho mai avuto una particolare simpatia per Monicelli.
Sono molto sincero, in questo.
Della famosa "triade" - lui, Risi e Scola (sebbene quest'ultimo di 16 anni più giovane rispetto a Monicelli) ho sempre preferito gli altri due.
Comencini e Vanzina li metterei in un altro "girone". Troppo diverso il loro cinema e stilisticamente più riconoscibile, se vogliamo.

Ovviamente, questo non mi fa perdere l'obiettività nel riconoscere che su una sessantina di film da regista, una buona decina siano dei capolavori assoluti. In mezzo a tanti film mediocri, va detto. 

Non mi vergogno a dire che nella celeberrima disputa con Moretti condotta da Arbasino, stavo con quest'ultimo.
Poi, Moretti è cambiato e oggi lo considero un cineasta di regime ma aveva ragione da vendere a dirgli quello che gli ha detto.

Mentre in Francia alla fine degli anni '50 scoppiava la nouvelle vague e tanti registi si sono fatti conoscere dal mondo intero realizzando capolavori col pane e formaggio, qui una conventicola di cinematografari ha fatto il bello e il cattivo tempo mortificando registi giovani e talentuosi in nome di un'oligarchia che invece di generare nuovi autori, valorizzandone il talento, ha solo difeso se stessa.

Il cinema italiano è stato per decenni un esempio di industria a conduzione baronale, esattamente come le altre industrie italiane, ma ce lo scordiamo sempre.   
E Monicelli ne è stato uno dei responsabili.

Di Monicelli rimangono capolavori assoluti e altri buoni film.
E dire che se n'è andato un grande regista è un'ovvietà.
Tuttavia, non credo che possa essere annoverato tra gli intellettuali del secolo scorso.
E' stato l'Alberto Sordi della macchina da presa.

[Giglic]

E' stato l'Alberto Sordi della macchina da presa.

Tutto quello che hai detto è molto interessate, cuchillo. ed anche in parte condivisibile, ma l'ultima frase è molto ingenerosa. Al contrario, secondo me ha evidenziato proprio quegli aspetti che Alberto Sordi tendeva a far diventare "simpatici"....
Poi, ovvio, su 60 films non tutti sono da premio. Anche Michelangelo ha fatto le sue cappelle (cit. antica...).
nella diatriba con Moretti: se, come tu stesso affermi, lo stesso Moretti si è "regimizzato", questo dimostra che chi fa la rivoluzione contro i baroni molto spesso vuole solo prenderne il posto, senza cambiare veramente "il sistema". Quindi alla fine aveva ragione Monicelli (IMHO, eh...)
E basta con questa storia degli intellettuali: la forza di Monicelli era quella di fare il regista: si esprimeva così (e meno male, aggiungo io, che qualcuno riesce a far arrivare qualche concetto - necessariamente stilizzato - a tante persone). E' un intellttuale, non l'intellettuale, figura solo platonica IMHO.

[aquilafelyx]

se ne era andato da un pezzo , ieri lo hanno rimasto solo

riposi in pace

[MANUELA65]

Se n'e' andato un grande uomo e un grande maestro del cinema italiano, ma sicuramente io avrei fatto lo stesso!!!