Autore Topic: Zarate sicuro: «Questa è una Lazio da Champions»  (Letto 872 volte)

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Offline Daniela

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Zarate sicuro: «Questa è una Lazio da Champions»
« : Martedì 23 Novembre 2010, 10:28:12 »
www.corrieredellosport.it




Il n° 10 biancoceleste non ha dubbi sulle qualità del club capitolino: «La nostra idea è ottenere la qualificazione. La Nazionale? Devo giocare bene». L'attaccante argentino ha parlato dei momenti in biancoceleste. Il rapporto con Reja, i cambi di ruolo e i sogni. «Partire dalla destra? L'ho fatto, come Eto'o. Pastore alla grande con Delio Rossi come me il primo anno. Con Reja un solo problema in passato. Ho pensato di andare via, ma sono rimasto»



ROMA, 23 novembre - «L’idea è classificarci in Champions League». L’idea è della Lazio, le parole sono di Mauro Zarate, la speranza è di tutti i tifo­si. L’argentino sogna in grande, è rinato col gol segnato al Napoli, è stato confermato cen­travanti a Parma salvo essere sostituito per l’ennesima volta. A parte tutto è un Maurito più sereno, la crisi di Cesena con Reja è ac­qua passata, in quei giorni si sfiorò la rottu­ra definitiva. Zarate si è confessato in Argen­tina, l’intervista è stata concessa al quotidia­no "Olè" dopo il match di Palermo ma è sta­ta pubblicata solo adesso. Maurito aveva par­lato del cambio tattico, in quei giorni agiva felicemente da ala destra e pensava di gioca­re in questo modo anche il derby contro la Roma. Poi ci fu il terremoto: arrivarono l’esclusione che lo fece resta­re male, la sostituzione del "Manuzzi", le polemiche e le scintille con Reja, la pace e la rinascita col Napoli. Alcuni concetti sono rimasti attuali.

IL RUOLO - Zarate e il ruolo, aveva accettato l’invito di Re­ja, si era messo a disposizio­ne, si stava sacrificando, avrebbe continuato a farlo se il suo mondo non fosse cam­biato all’improvviso. In Ar­gentina lo hanno definito "l’Eto’o della Lazio", lui ha ri­sposto così: «No, no, non lo sono...», ha detto riferendosi al paragone tracciato con il cam­pione dell’Inter. Mauro ha spiegato la sua trasformazione: «Sto giocando spostato a de­stra, partendo da più dietro. Il tecnico vuole che arrivi in area, che compaia a sorpresa però a volte si complica tutto. Devo stare sul­la fascia, devo correre e indietreggiare, ades­so assisto i compagni e difendo. Non faccio i gol che ero solito fare però se è toccato ad un fenomeno come Eto’o svolgere un certo ruo­lo, perché non posso farlo io?», si è chiesto di­mostrando disponibilità verso l’allenatore e la squadra.

LUI E REJA - Zarate per la prima volta ha par­lato del rapporto con Reja (i fatti di Cesena non erano ancora accaduti): «Di problemi ne ho avuto solo uno, è stata una discussione in realtà. È accaduta tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella attuale. Nella se­conda parte del campionato passato giocai solo nove partite, andare in panchina mi da­va molto fastidio, il tecnico mi voleva in un’altra posizione ed io mi arrabbiai. Così la pressione cadde su di me, la squadra non fa­ceva gol, giocava male e l’allenatore mi tol­se. Non ho mai accettato di essere il sostitu­to però ho dovuto farlo». Il giornalista argen­tino gli ha chiesto se a quel tempo pensò mai di lasciare Roma: «Sì, però mi hanno convin­to a restare e guarda che è successo...», ha ri­sposto Mauro ricordando l’exploit della Lazio e la felicità provata per il nuovo ruolo occu­pato. Le critiche lo hanno raf­forzato: «La Lazio è così, se non combatti, se non corri, tutto si complica. Noi non sia­mo l’Inter, non siamo il Milan. Prima giocavamo bene e per­devamo, adesso no. Quando siamo fuori casa difendiamo più del normale». Il calcio ita­liano non è semplice: «L’Italia non è la Spagna, gli argentini che stanno qui non rendono così bene come nella Liga,non è una casualità».

LUI E ROSSI - Il tema legato agli argentini che militano in Spa­gna e a quelli che si sono im­posti in Italia (vedi Pastore) ha aperto il capitolo relativo al feeling instau­rato con Delio Rossi, con l’ex tecnico ha vis­suto un momento magico: «Pastore ha lo stes­so tecnico che ho avuto io appena sono arri­vato in Italia. Delio Rossi è il migliore, sa chi deve indietreggiare, chi deve riposare per poi accelerare, ti lascia libero. E Pastore va alla grande». Il discorso è tornato su Reja, il gior­nalista gli ha chiesto come si sarebbe com­portato se al momento della firma con la La­zio ci fosse stato Edy al posto di Rossi. Mau­ro ha risposto sinceramente, qualche dubbio l’avrebbe avuto: «Mi sarei interrogato, non avrei giocato. Io gioco così e se non ti pia­ce... ». Sogna la Nazionale ma non si è mai sentito vicino alla convocazione: «Per arri­varci devo giocare bene».

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