Bene. Eccoci.
Nel forno a scaldare, preparate ieri pomeriggio, ci sono una parmigiana di melanzane e pure una lasagna. Che quando Clazia ci si mette a cucinare jelammolla. Così tanto per.
Antipastino di mortadellina, emmenthal, scaglie di parmigiano e, soprattutto, salamino strolghino di culatello - i ratei del mutuo per il relativo acquisto saranno un problema dei miei discendenti. Però dire che è bono è poco. Per capirci, ‘na specie di microrgasmo ad ogni fettina.
In bagno, saponetta al profumo di violetta di Parma. Che ve lo dico a fa?
Guest stars in casa Clazia: Bobbe e Patisziastadio (alias Bellacomoda – e/o 1900), senza marito tifettoso che a sto giro, va a sapè perché, mi snobba. E sì che nonostante il suo tifetto gli voglio bene, e lui ce lo sa.
Pranzo piacevole, temporalmente giusto, nel senso che una tantum nun ce tocca fa’ le corse. Perfino caffè e pastarelle parono sincronizzate.
Vabbè, pare che comincia.
Discesa di Floccari, e poco dopo di Zarate, che tira, alto però.
Azioni varie di qua e di là.
Patrizia dice che deve andare a fare pipì. Non me la sento di dare divieti a sta cosa. Che parrebbe essere poco ospitali.
Fatto sta che lei va e però intanto Crespo, che sennò s’annoiava, segna.
Ma sta stronzata di regola del goal dell’ex quann’è che la famo diventà fuorilegge? Così, tanto per.
Patty torna tra noi, guarda i pasticcini portati da Bobbe, e chiede “
che mi prendo?” Clazia, amichevolmente ed affettuosamente, beninteso, risponde
“’na sveja si nun te levi subbito da davanti allo schermo della tv”.Mauri tira, ma gliela deviano in angolo.
Tal Angelo fa ‘no sfracello di falli, ma secondo il commentatorte sky, semplicemente “
si libera, dà un braccio in faccia all’avversario, ma si libera”.Alla faccia della Liberazione.
Tirissimo di Hernanes, pressochè dentro, non tanto il tiro quanto i suoi rimpalli. Ma dice che no. Sto perplessa.
Fallaccio su Herny. Clazia sbotta reclamando una punizione e perchè no un giallo. Bobbe cerca di calmarla: “
a Clà ce l’hanno data”A questo punto succede una cosa buffa, cioè i miei opiti ed io cominciamo una breve dissertazione storica sugli autogoals in favore della Nostra Lazio: Bobbe dice “
me sa che l’ultimo io ero piccolo”, Clazia dice “
me sa che ero piccoletta pure io” , Patrizia dice “
a me me sa che manco ero nata”:Va a capì com’è che funzionano ste alchimie, fatto sta che dopo una scesa di Zarate, una serie di passaggetti e passaggioni ma gnente. Ma a seguire, Radu, intercettato da Angelo. Fatto sta, dicevo, avemo segnato, un autogoal.
Il prossimo, statisticamente parlando, tra un altri 40/50 anni. Ma vabbene. Chè da ste parti nostre le cose mica ce piace avelle aggratis.
Fine primo tempo
Caffè di rito
Secondo tempo
Fuori programma: citofona e sale a casa Lyubow , la ex badante di Papà, m’è rimasta affezionata, e anche io a Lei, se solo penso a quei tristissimi ed intensissimi momenti…. e per quel che posso, cerco di continuare ad aiutarla. Le do un po’ di carte che la riguardano, che di buon grado ho accettato che le vengano spedite qui da me, e lei, caruccissima, mi ha portato una bella bottiglia di wodka. Abbracci belli e caldi tra noi. Patty fa cenno ai bruscolini che ci hanno nutrito negli anni scorsi, spediti dall’Ucraina, da Roman, marito di L., ed ai calzettoni ufficiali Lazio con i quali il figlio di L, che sorridendo ne dà conferma, gioca, perché Clazia glieli ha spediti, magari in un banale calcio a cinque o va a sapè cosa, in quel dei dintorni di Liviù, in Ucraina.
Insomma, per farla breve, da qualche parte del Mondo, qualcuno, nella specie un adolescente ucraino, c’ha i colori della Lazio addosso. Sia pure i calzettoni e la sciarpetta ed il cappellino.
Bobbe approfitta per farsi confermare da L. le sue - in effetti verosimili - teorie sulle desinenze mutevoli dei cognomi delle donne slave, e/o russe e/o ucraine.
I baci e gli abbracci con Liubow per me sono sempre troppo pochi.
“Ehi, grazie, buona partita, io spero sempre che Lazio vince”. Sì Lyubow, lo so. In quasi tre anni qui a casa mia, anzi di mio Padre, ed ora mia, lo so: t’amo fatto, Papà mio ed io, ‘na testa come ‘na cocuzza… stellina… sì ci credo. La Lazio deve vincere.
Torniamo alla partita, lo ammetto, e vi chiedo venia, seguita tecnicamente parlando malissimo.
Ma mai avute pretese di scienza tecnica, io.
Licht fa i soliti suoi interventi bellissimi, Bobbe azzarda un’ipotesi: “
ma chi sei? Nembo kid?”
Quasi. Lo penso da tempo.
Biava si fa malissimo e così esce ed entra Diakitè.
Tiro bellissimo di Zarate, deviato in corner.
Bella discesa di Floccari, che a me mi viene di chiamarlo Floccky, ma Bobbe mi ci fa una reprimenda. Uffa, mo' non posso manco mette le ipsilon n'do' me pare?
A seguire azioni varie di qua e di là.
Una dei nostri con un eccessivo appoggio in retroguardia mi stimola una simulazione, con tanto di cazzottoni sui poggioli della poltrona, di quello che che avrebbe fatto Papà mio, che non amava i passaggi indietro.
Patty ancora sta ride.
Fine.
Il cielo sul mio balconcino è rosa scuro, le tubature borbottano, perchè pare che di smettere di piovere nun se ne parla, le chiacchiere con Bob e Patty, amici miei cari, e sul serio, sono dolci e piacevoli.
Certo, la sensazione è che insistendo, magari, pigliavamo addirittura tre punti. Però, questo è. Questo è successo.
La lasagna era buona, la parmigiana pure – credo -, per non parlare del salamino di culatello.
La Lazio è bella. Soprattutto. Bella davvero.