Olympia è salva
Dopo il caso sollevato da Il Tempo non si farà il controllo quindicinale sulla salute dell'aquila mascotte della Lazio. Il tavolo tecnico permanente per monitorare il suo stato di "forma" è andato deserto.
Contrordine, per fortuna. Niente tavolo tecnico permanente per monitorare ogni quindici giorni la salute dell'aquila. L'idea del delegato per gli animali del sindaco Alemanno, Federico Coccia, è naufragata prima ancora di prendere vita. Ieri era fissata alle 12 la prima riunione a via Aldovrandi nei pressi dello zoo ma è andata deserta. La convocazione riguardava il veterinario della Lazio Marino Filipponi, il team manager Maurizio Manzini, oltre al falconiere Juan Bernabè, tutti per il club biancoceleste, oltre a veterinari, biologi e zoologi del Comune. Erano stati invitati anche la Lipu e la Forestale. La Lazio, però, dopo contatti frenetici, decideva di non presentarsi, forte ormai dell'ok avuto dal Campidoglio. Coccia spiega non senza un pizzico di delusione: «Non c'è stato l'incontro, non se ne fa più nulla. I politici hanno deciso che Olympia può volare all'Olimpico, la mia idea era volta solo a tutelare la salute dell'aquila ma è naufragata. I motivi? Non so, comunque abbiamo parlato nella nostra riunione della difficile situazione dei canili comunali proprio come avevate chiesto sul vostro gionale». Coccia passa e chiude. Anche grazie al pezzo pubblicato su «Il Tempo» mercoledì che evidenziava l'inutilità del tavolo tecnico, il controllo quindicinale non ci sarà. Oltretutto la Lazio è convinta di aver già presentato la documentazione richiesta. A termini di legge l'aquila risiede a Formello e quindi l'Asl di competenza è quella del paese alle porte di Roma dove sorge il centro sportivo biancoceleste. Quindi non sono necessari controlli nella Capitale piuttosto chi vuole, se richiesto, può andare a trovare Olympia nella sua splendida voliera a cinque stelle dove vive all'interno del Parco di Veio. Ogni giorno i falconieri gli offrono pranzi a base di salmone, carne di pollo o coniglio di cui «Oly» è ghiottissima tanto da ingrassare di un chilo e mezzo da quando è venuta in Italia. Meglio così, tutto saltato. I laziali sono felici perché sembrava un atteggiamento persecutorio nei confronti del simbolo della squadra di calcio più antica di Roma. Anzi, qualche tifoso è arrivato a sospettare che il boicottaggio di Olympia fosse dettato più dalla fede calcistica che da reale amore per le aquile. Soddisfatti anche i cittadini perché con tutti i problemi relativi agli animali presenti in città impiegare risorse umane ed economiche per salvaguardare il rapace più coccolato d'Italia, sarebbe stato davvero uno spreco.
Luigi Salomone
20/11/2010