Autore Topic: Lazio-Romagnoli, rischio strappo: per il club non è incedibile  (Letto 23 volte)

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Il club biancoceleste progetta la rivoluzione in difesa. Il centrale, spiazzato, sognava il rinnovo. Possibili proposte da Premier o Arabia

L ’amore, il disamore. Parabola di un altro matrimonio che rischia di finire è la storia tra la Lazio e Romagnoli. La più poetica. L’ultimo strappo è senza toppe, sembra impossibile ricucire il legame. Il passo lo ha fatto la società, era nell’aria da un mese: non ci sono incedibili e neppure Alessio, rampollo dai natali laziali, sfugge alla regola. L’idea del club è ricostruire la difesa, continuando l’opera di ringiovanimento, incentrandola su centrali e terzini. La Lazio ha fatto capire le sue intenzioni a Romagnoli, 30 anni compiuti a gennaio: a giugno sarà valutata anche la sua partenza. Alessio, assorbito nel grembo di famiglia, aveva riposto tutti i sogni nel contratto firmato nell’estate 2022 con scadenza 2027. Dopo tre anni si è arrivati al punto di non ritorno, ma sarà il mercato a definire gli scenari di questo amore interrotto. Per far sì che si concretizzi la cessione dovranno arrivare offerte allettanti per la società, la tabella-prezzi di Lotito è sempre molto personale, e soprattutto per il giocatore che guadagna 3 milioni. Per Alessio è uno strappo doloroso, ma dentro di sé percepiva che questo tempo sarebbe arrivato presto, da un anno si sentiva in bilico. Inghiottita la delusione, aspettando di capire cosa succederà, è pronto per un nuovo atto di fede: regalare la Champions ai tifosi. Al resto penserà dopo. Ha mercato in Premier, a inizio febbraio era arrivata un’offerta dall’Arabia, ma la Lazio aveva deciso di rinviare ogni possibile cessione a giugno. Due scenari che possono schiudersi in estate.

Romagnoli-Lazio, la ricostruzione

L’amore, il disamore. L’incanto, il disincanto. E’ da un anno che la Lazio valuta la cessione di Romagnoli, fanno fede alcune cronache dell’estate scorsa: era tra i vendibili. Il legame ha iniziato ad essere intaccato da piccole spaccature. Romagnoli, nel 2022, dopo aver lasciato il Milan e un ingaggio da 6 milioni, aveva respinto offerte più ricche dalla Premier, deciso a guadagnare la metà pur di indossare la maglia biancoceleste, per cucirsela addosso. La promessa di Lotito alla firma, di riconoscergli un aumento con l’eventuale qualificazione in Champions, è rimasta tale. La Champions è arrivata nel 2023, un anno dopo. Del rinnovo non c’è stata notizia. Qui si è creata una prima crepa, non è stata l’unica. L’impegno del diesse Fabiani per tentare la ricucitura diplomatica non è andato a buon fine. L’impegno di Romagnoli mai è stato in discussione. E mai ha pensato di lasciare la Lazio di sua iniziativa.

I numeri di Romagnoli

Rinunciare a lui, nell’estate in cui punterà a partire anche Gila, allettato dalle sirene di alcune big, è un doppio rischio. Lotito non ha mai valutato gli indici di impopolarità e non lo farà neppure questa volta. Di paradossali anomalie è piena la storia dei suoi vent’anni di presidenza, ormai quasi ventuno. Il Romagnoli di oggi è un Romagnoli da record: 5 gol stagionali in 38 presenze, tra cui quello monumentale alla Roma, sotto la Nord. Cinque gol, mai così tanti nella sua carriera. Si aggiungono alla collezione di primati personali: maggior percentuale di passaggi riusciti (92,3%) e maggior percentuale (86%) di passaggi riusciti nella metà campo avversaria. Media contrasti di 1,6, seconda solo a quella registrata nella Sampdoria nel 2014-15 (1,9). Record di duelli vinti (4,7 in media). Seconda media migliore per occasioni create (0,28) e per tiri in porta (0,28). Si possono studiare e ristudiare tutti i numeri che gli statistici propongono, ma la conclusione è inevitabile. Dopo Ciro, Luis e Felipe, il valzer degli addii può continuare con Romagnoli, il difensore-bandiera, verso l’ammainamento.



 




 



 





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