Mercato estivo 2017

[gentlemen]

Dobbiamo essere realisti, se c'è una possibilità che possa rinnovare allora è giusto provarci, ma se non c'è questa possibilità ed il giocatore si è irrigidito sulla soluzione Juventus allora si avvii una trattativa e si faccia tesoro, per quel che possibile, per il futuro; ha un contratto che scade nel 2018, 15 milioni più il prestito biennale di Pjaca, magari inserendo un diritto di riscatto e contro riscatto, mi sembrano una soluzione che la Lazio possa accettare tranquillamente, anche se a naso i prestiti biennali non sono una soluzione ideale perché nella testa del calciatore sei sempre una tappa di passaggio, e noi qualche esperienza in passato ne abbiamo....(LAUDRUP....)
Purtroppo siamo arrivati all'ultimo anno di contratto, cosa che non doveva succedere, e per forze di cose, comprese polemiche ed annessi, la valutazione di mercato ne risente.
Lo stesso discorso deve valere per Biglia e De Vrij, inutili e dannose sono le prese di posizioni di principio, finirebbero per danneggiare anche lo spogliatoio, con ipotetici 45 milioni per la cessione dei 3 potremmo fare un buon mercato, capisco che dia fastidio che un Paredes venga ceduto per 30 milioni e Keita per 15, ma l'uno aveva un contratto molto lungo e non aveva contrasti con la società, il nostro invece è a scadenza ed ha dichiarata inequivocabilmente la volontà di andare via.

[Russotto]

Se non riusciamo a vendere bene sti 3 facciamo un salti indietro di 3 anni. Ed in questo modo non cresceremo mai.

[fish_mark]

Quello che ha fatto Mbappé equivale a quello che ha fatto Keita. Il primo l'ha fatto in Champions League, il secondo in serie A. Se Keita mostrasse le doti che abbiamo visto nel finale di campionato in un girone di CL varrebbe 100 milioni pure lui. Le qualità di Keita le discutono, comunque, solo i laziali. Poi dice perché nun ce offrono li sordi. Si leggono i forum te li chiedono loro, i soldi. Si tratta di un calciatore unico. Pagare moneta.

Si tratta di dettagli di non proprio trascurabile importanza.
Che poi il nostro fece un suo ottimo goal in champions league, seppure ai preliminari, contro il temibile Bayer Leverkusen. Poi niente altro in Europa. IL che significa che la vetrina conta e per accedere a certe vetrine devi pagare. Ossia devi fare investimenti, cosa che qui si fanno, ma con il bilancino del farmacista.

[Davide]

Se non riusciamo a vendere bene sti 3 facciamo un salti indietro di 3 anni. Ed in questo modo non cresceremo mai.

Purtroppo hai ragione....fare quest'anno con quei tre in scadenza significa il prossimo, a meno di un miracoloso piazzamento champions, non avere soldi per rimpiazzarli...si cresce anche capendo quando e' il caso di non tirare la corda, nessuno ad oggi vuole pagarti come si deve quei tre? bene, si utilizzino scambi, ci sono diversi giocatori che potrebbero servirci, intestardisi sui 25 per Biglia significa solo perderci.

[geddy]

Non credo sia possibile sostituirli con giocatori di valore equivalente. Comunque non acquistare questo anno significa anche non caricarsi di ulteriori pagamenti dilazionati nel prossimo, risorse se ne liberano. Da tenere presente che il rinnovo dei diritti TV porterà probabilmente meno soldi rispetto al periodo precedente. Insomma non dovrebbe essere il periodo adatto per investimenti temerari.

[ThomasDoll]

Si tratta di dettagli di non proprio trascurabile importanza.

140 a 10 è un abisso troppo superiore a certi dettagli, però.

[ThomasDoll]

Comunque l'epilogo della vicenda Donnarumma dice molto sul contesto, nel calcio gli interessi spingono gli eventi più della volontà delle persone. Un contratto a 6 milioni a un ragazzino di ottime speranze è una pazzia che non vorrei mai la mia squadra facesse, Donnarumma NON E' un portiere di livello mondiale, forse lo diventerà. Evidentemente è partita la mania dei diciottenni, vedi Mbappé. Stiamo fuori da questo delirio, per favore.

[Drenai]

secondo me andrà via comunque l'anno prossimo.

[gentlemen]

Marchetti e Keita presenti a Formello....questo fa capire l'affidabilità di molti siti e comunicatori che seguono la Lazio....diciamo "seguono"....

[POMATA]

Comunque l'epilogo della vicenda Donnarumma dice molto sul contesto, nel calcio gli interessi spingono gli eventi più della volontà delle persone. Un contratto a 6 milioni a un ragazzino di ottime speranze è una pazzia che non vorrei mai la mia squadra facesse, Donnarumma NON E' un portiere di livello mondiale, forse lo diventerà. Evidentemente è partita la mania dei diciottenni, vedi Mbappé. Stiamo fuori da questo delirio, per favore.

Nun te preoccupa' 

[Panzabianca]

Comunque l'epilogo della vicenda Donnarumma dice molto sul contesto, nel calcio gli interessi spingono gli eventi più della volontà delle persone. Un contratto a 6 milioni a un ragazzino di ottime speranze è una pazzia che non vorrei mai la mia squadra facesse, Donnarumma NON E' un portiere di livello mondiale, forse lo diventerà. Evidentemente è partita la mania dei diciottenni, vedi Mbappé. Stiamo fuori da questo delirio, per favore.

assolutamente d'accordo. Nelle occasioni in cui l'ho visto nn mi ha mai convinto del tutto. Lo vedo poco tecnico e anni luce lontano dal Buffon diciassettenne degli esordi. Buffon era (ed è ancora) un fenomeno vero.
Bah, vediamo.
Occhio a Meret, Cragno e compagnia bella. Ci sono portieri validissimi in giro. Daje Guerrieri

[Panzabianca]

Dobbiamo essere realisti, se c'è una possibilità che possa rinnovare allora è giusto provarci, ma se non c'è questa possibilità ed il giocatore si è irrigidito sulla soluzione Juventus allora si avvii una trattativa e si faccia tesoro, per quel che possibile, per il futuro; ha un contratto che scade nel 2018, 15 milioni più il prestito biennale di Pjaca, magari inserendo un diritto di riscatto e contro riscatto, mi sembrano una soluzione che la Lazio possa accettare tranquillamente, anche se a naso i prestiti biennali non sono una soluzione ideale perché nella testa del calciatore sei sempre una tappa di passaggio, e noi qualche esperienza in passato ne abbiamo....(LAUDRUP....)
Purtroppo siamo arrivati all'ultimo anno di contratto, cosa che non doveva succedere, e per forze di cose, comprese polemiche ed annessi, la valutazione di mercato ne risente.
Lo stesso discorso deve valere per Biglia e De Vrij, inutili e dannose sono le prese di posizioni di principio, finirebbero per danneggiare anche lo spogliatoio, con ipotetici 45 milioni per la cessione dei 3 potremmo fare un buon mercato, capisco che dia fastidio che un Paredes venga ceduto per 30 milioni e Keita per 15, ma l'uno aveva un contratto molto lungo e non aveva contrasti con la società, il nostro invece è a scadenza ed ha dichiarata inequivocabilmente la volontà di andare via.

c'è qualcosa in cui questa società sbaglia miseramente.
Credo che le velocità di ingaggio in serie A come nel resto d'Europa non siano alla portata di Lotito.
Questa ulteriore bastonata delle tre cessioni che ti potevano fare ricco e baldanzoso ed invece aumentano solo i rimpianti per un salto di qualità che non verrà mai fatto. La scienza del 30 che non fa mai 31 è schiantata dalle leggi di mercato. Sta meglio persino chi se vende l'anima e il ninja.
Spero solo che qualcuno si convinca che forse sarebbe meglio una dimensione più prossima alle proprie tasche e ai propri intrallazzi da oste appenninico. Preziosi e i Della Valle ci sono già arrivati.  Avanti il prossimo.

[Davide]

Che i tre si siano comportati non benissimo e' un dato di fatto, che tu societa', non debba arrivare ai ferri corti rischiando di perderli a zero anche. Proponevi il rinnovo e non lo accettavano ? bene, cerca un accordo con rinnovo piu' clausola, proponi un finto rinnovo gia' sapendo della cessione, insomma, trova il modo per non far perdere alla Lazio un patrimonio tecnico ed economico.

[franz_kappa]

Questa ulteriore bastonata delle tre cessioni che ti potevano fare ricco e baldanzoso ed invece aumentano solo i rimpianti per un salto di qualità che non verrà mai fatto.

C'è però una considerazione che può infondere serenità nel tifoso laziale. Il "salto di qualità" è una meravigliosa ed efficace metafora che evoca, purtroppo, una condizione non realizzabile.

La Lazio, per una serie di limiti strutturali (base di ricavi, bacino d'utenza, limiti della della Proprietà [la cui propensione al rischio è minima], scarso appeal mediatico, assenza di sostegno dai mezzi di informazione), non potrà mai collocarsi stabilmente oltre le posizioni nelle quali - tra alti e bassi - ha galleggiato nel periodo lotitiano ovvero tra la terza e la decima posizione.

La Proprietà e la Dirigenza della Lazio, che coincidono e si risolvono nella medesima persona, ha chiara evidenza di ciò. E dunque, al di là dei vaniloqui del Presidente o delle favole cui i tifosi amano credere, la Lazio non pianifica, non ha pianificato né pianificherà alcuna strategia tesa - attraverso la massimizzazione delle risorse economiche a disposizione da sposare con l'assunzione di condotte rischiose = indebitamento a breve - a stabilizzare la Lazio nel ristretto novero di Club che si contendono e sempre più si contenderanno l'accesso alle prime posizioni valide per la qualificazione diretta alla Champions League.

Questo lo stato delle cose: rammaricarsi per ciò che non può essere è legittimo, senza dubbio. Ma lo trovo uno spreco di energie emotive e di intelligenza.

[Panzabianca]

C'è però una considerazione che può infondere serenità nel tifoso laziale. Il "salto di qualità" è una meravigliosa ed efficace metafora che evoca, purtroppo, una condizione non realizzabile.

La Lazio, per una serie di limiti strutturali (base di ricavi, bacino d'utenza, limiti della della Proprietà [la cui propensione al rischio è minima], scarso appeal mediatico, assenza di sostegno dai mezzi di informazione), non potrà mai collocarsi stabilmente oltre le posizioni nelle quali - tra alti e bassi - ha galleggiato nel periodo lotitiano ovvero tra la terza e la decima posizione.

La Proprietà e la Dirigenza della Lazio, che coincidono e si risolvono nella medesima persona, ha chiara evidenza di ciò. E dunque, al di là dei vaniloqui del Presidente o delle favole cui i tifosi amano credere, la Lazio non pianifica, non ha pianificato né pianificherà alcuna strategia tesa - attraverso la massimizzazione delle risorse economiche a disposizione da sposare con l'assunzione di condotte rischiose = indebitamento a breve - a stabilizzare la Lazio nel ristretto novero di Club che si contendono e sempre più si contenderanno l'accesso alle prime posizioni valide per la qualificazione diretta alla Champions League.

Questo lo stato delle cose: rammaricarsi per ciò che non può essere è legittimo, senza dubbio. Ma lo trovo uno spreco di energie emotive e di intelligenza.

Si, probabilmente hai ragione ma, certo, persino i passeggeri di Caronte avevano certezza della riva d'approdo e del tempo del viaggio. Noi no.

[Matita]

Che i tre si siano comportati non benissimo e' un dato di fatto, che tu societa', non debba arrivare ai ferri corti rischiando di perderli a zero anche. Proponevi il rinnovo e non lo accettavano ? bene, cerca un accordo con rinnovo piu' clausola, proponi un finto rinnovo gia' sapendo della cessione, insomma, trova il modo per non far perdere alla Lazio un patrimonio tecnico ed economico.

È il rovescio della medaglia "chiodi e martello".

Li mettevi fuori un anno fa' non andavi in Europa e prendevi du spicci adesso. 

Purtroppo sono circoli viziosi. A livelli contabile sono cartellini comunque assorbiti, non c è minusvalenza. Il problema è che potevi farci una bella somma e probabilmente così non sarà. Per questo li terrei a scadenza (proporrei comunque il rinnovo) e tenendoli al centro della squadra. Magari entri in CL e una 50ina di milioni li recuperi.

Accade in tutte le squadre. Certo quelle ricche sono più avvantaggiate dalla questione ma è difficile trattenerli senza cedere ai ricatti.

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[franz_kappa]

Si, probabilmente hai ragione ma, certo, persino i passeggeri di Caronte avevano certezza della riva d'approdo e del tempo del viaggio. Noi no.

Non comprendo. Il nostro percorso non è definito, non ci sono tempistiche certe né c'è un itinerario stabilito. Non possiamo, in qualità di tifosi, essere vittime dell'incertezza causata dalla mancata conoscenza di variabili che NON ESISTONO.

La Lazio, presumibilmente, seguirà anche nel prossimo decennio l'andamento osservato nell'ultimo decennio abbondante ovvero  tra la stagione 2004-05 e la stagione 2016-17: alternerà buone e talvolta ottime annate (nobilitate da successi nelle Coppe nazionali o qualificazioni alle competizioni Uefa [EL, direi. CL assai più improbabile]) a stagioni meno entusiasmanti.
Avvierà dei mini-cicli che concluderà dopo alcuni anni, per poi ricominciare con un nuovo progetto di rilancio tecnico che si sostanzierà in un nuovo mini-ciclo.
Magari la Dirigenza affinerà via via le strategie gestionali e le differenze di performance tra un anno e l'altro saranno meno pronunciate. Forse non alterneremo più un terzo posto (2016-07) a un 12esimo posto (2007-08) o ancora un nuovo terzo posto (2014-15) a un ottavo (2015-16) ma, al contrario, ci posizioneremo più stabilmente tra la quarta/quinta e la sesta/settima piazza.

Non ci sono rive di approdo né alcuna tempistica definita. Come ama dire Zapruder (e su questo sono sostanzialmente d'accordo con lui), nel calcio la pianificazione - intesa in senso letterale - non esiste.

[Russotto]

C'è però una considerazione che può infondere serenità nel tifoso laziale. Il "salto di qualità" è una meravigliosa ed efficace metafora che evoca, purtroppo, una condizione non realizzabile.

La Lazio, per una serie di limiti strutturali (base di ricavi, bacino d'utenza, limiti della della Proprietà [la cui propensione al rischio è minima], scarso appeal mediatico, assenza di sostegno dai mezzi di informazione), non potrà mai collocarsi stabilmente oltre le posizioni nelle quali - tra alti e bassi - ha galleggiato nel periodo lotitiano ovvero tra la terza e la decima posizione.

La Proprietà e la Dirigenza della Lazio, che coincidono e si risolvono nella medesima persona, ha chiara evidenza di ciò. E dunque, al di là dei vaniloqui del Presidente o delle favole cui i tifosi amano credere, la Lazio non pianifica, non ha pianificato né pianificherà alcuna strategia tesa - attraverso la massimizzazione delle risorse economiche a disposizione da sposare con l'assunzione di condotte rischiose = indebitamento a breve - a stabilizzare la Lazio nel ristretto novero di Club che si contendono e sempre più si contenderanno l'accesso alle prime posizioni valide per la qualificazione diretta alla Champions League.

Questo lo stato delle cose: rammaricarsi per ciò che non può essere è legittimo, senza dubbio. Ma lo trovo uno spreco di energie emotive e di intelligenza.

Temo tu abbia ragione.

Questo finale di avventura dei 3 giocatori tra i piu forti che abbiamo è fisiologico. La Lazio non può trattenerli a causa della sua scarsa competitività e delle sue scarse finanze, ma non ha nemmeno la forza per monetizzarli a dovere.
E' semplicemente una conseguenza della dimensione che abbiamo, non del modus operandi di Lotito.

Finchè la nostra dimensione sarà questa è impossibile agire diversamente?

[Panzabianca]

Non comprendo. Il nostro percorso non è definito, non ci sono tempistiche certe né c'è un itinerario stabilito. Non possiamo, in qualità di tifosi, essere vittime dell'incertezza causata dalla mancata conoscenza di variabili che NON ESISTONO.

La Lazio, presumibilmente, seguirà anche nel prossimo decennio l'andamento osservato nell'ultimo decennio abbondante ovvero  tra la stagione 2004-05 e la stagione 2016-17: alternerà buone e talvolta ottime annate (nobilitate da successi nelle Coppe nazionali o qualificazioni alle competizioni Uefa [EL, direi. CL assai più improbabile]) a stagioni meno entusiasmanti.
Avvierà dei mini-cicli che concluderà dopo alcuni anni, per poi ricominciare con un nuovo progetto di rilancio tecnico che si sostanzierà in un nuovo mini-ciclo.
Magari la Dirigenza affinerà via via le strategie gestionali e le differenze di performance tra un anno e l'altro saranno meno pronunciate. Forse non alterneremo più un terzo posto (2016-07) a un 12esimo posto (2007-08) o ancora un nuovo terzo posto (2014-15) a un ottavo (2015-16) ma, al contrario, ci posizioneremo più stabilmente tra la quarta/quinta e la sesta/settima piazza.

Non ci sono rive di approdo né alcuna tempistica definita. Come ama dire Zapruder (e su questo sono sostanzialmente d'accordo con lui), nel calcio la pianificazione - intesa in senso letterale - non esiste.

quella che non può essere più che un'asserzione del buon Zapruder, mi fa pensare che pure er Sensei a volte deraglia e dice cazzate.

Io ti faccio l'unico esempio di Lazio vincente che io abbia potuto osservare da contemporaneo: quando, ancora Calleri imperante, il Buon Celon si aggirava mite e pudico per le vie dell'etere radiotelevisivo rilasciando qua e la flebili ammissioni sull'acquisto del più forte e romanzesco giocatore passato dalla nostre parti, io il piano lo vedevo, chiaro, evidente. Negli anni che seguirono assunse forma e sostanza.
La juve di ora è stata costruita con una ordinata pianificazione. Come si può solo asserire il contrario?

[franz_kappa]

Questo finale di avventura dei 3 giocatori tra i piu forti che abbiamo è fisiologico. La Lazio non può trattenerli a causa della sua scarsa competitività e delle sue scarse finanze, ma non ha nemmeno la forza per monetizzarli a dovere.
E' semplicemente una conseguenza della dimensione che abbiamo, non del modus operandi di Lotito.

Aggiungi un aspetto sostanziale. La Lazio NON fa la Champions League. E si intenda la frase in senso assoluto. La Lazio di Lotito non partecipa alla Champions League. So bene che ci siamo qualificati nel 2006-07 ma un anno su 13 è qualcosa di assai vicino a zero. Chiaramente non sempre la Lazio aveva le risorse tecniche per competere per la qualificazione Champions e questa è allo stesso tempo causa ed effetto della sua dimensione.

Chi si straccia le vesti perché Gonalons va alla xxxx trascura un aspetto. La xxxx fa la Champions League. La Lazio no.

Finchè la nostra dimensione sarà questa è impossibile agire diversamente?

Sono certo che esistano numerose strategie alternative di gestione del Club. Ma l'attitudine del maggior azionista e Presidente è ben consolidata e, a mio avviso, non offre molti margini in vista di un potenziale cambiamento. Mai disperare!, sia chiaro. Ma la scarsa propensione al rischio di Lotito è il vincolo più insormontabile, in tale ottica.