Autore Topic: Lazio, la squadra sotto processo: cosa dirà Baroni al rientro dei nazionali  (Letto 45 volte)

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Dopo i confronti con Lotito e Fabiani il tecnico aspetta il ritorno dei big, pronto poi a rilanciare Dele-Bashiru e a integrare Belahyane: tutti i dettagli

ROMA - Baroni è uscito dalla morsa Lotito-Fabiani un po’ come fa un presidente del Consiglio quando forma un governo di unità nazionale: aprendo al compromesso, apparendo meno rigido su alcune convinzioni tecniche, dando maggiore apertura all’integrazione di Belahyane, garantendo più cautela nel reintegro degli infortunati e più attenzione ai carichi che possono causare stop muscolari. Negli ultimi mesi c’è stata la sensazione che il tecnico sia andato avanti da “cavaliere solitario”.

Nuova 'alleanza' tra Baroni, Lotito e Fabiani

È certo che sul mercato sono emerse diversità e che la società non ha digerito alcune scelte tecniche. Da qui la comparsa di piccole linee di frattura tenute celate, gestite con prudenza dentro. Serve la combinazione club-tecnico-spogliatoio che è stata magica fino a metà dicembre. La coscienza di vivere un pericolo comune, un finale di stagione declinante verso un clamoroso tramonto, spinge tutti ad evitare lo scollamento, a ripartire uniti. Da qui l’alleanza tripartita tra presidente, diesse e tecnico proiettata fino al termine della stagione. La società si è fatta sentire, ma vuole che Baroni sia sereno, il che può permettergli di svolgere di nuovo il lavoro inestimabile di inizio anno. Lotito e Fabiani sono convinti che la rosa abbia la caratura per giocarsi il quarto posto e che non valga meno del sesto. La resa dei conti e dei rapporti (se servirà) avverrà a giugno.

Lazio, anche la squadra sotto 'processo'

Baroni, costretto a divincolarsi dalle prime sabbie mobili, ha fatto da parafulmine nella prima settimana di sosta. Non è esente da colpe, ma è stato anche il perfetto uomo di “paglia” sul quale scaricare indignazione dopo il 5-0 di Bologna. Toccherà anche alla squadra passare sotto le forche caudine. La società aspetta il rientro dei nazionali per muovere precisi capi di imputazione, la squadra sarà al completo solo giovedì: l’atteggiamento di Bologna è inaccettabile e l’avvicinamento degli impegni internazionali non può distogliere dagli obiettivi. Mai dichiarati, ma da sempre sperati, via via possibili dopo l’avvio spumeggiante. La squadra non può sentirsi esentata dal processo, tutt’altro. A Formello c’è la convinzione che il richiamo delle rappresentative abbia inciso sulla concentrazione. È indiscutibile che abbiano pesato anche il calo di forma, gli infortuni e il calo mentale dopo tante gare tirate. Il tempo dei confronti non è finito, la seconda settimana di sosta, che porterà a Lazio-Torino del 31 marzo, porterà ad un ultimo contraddittorio, utile per puntualizzare le aspettative del club e ripartire al massimo della carica. Può esserci un intervento finale del club nei confronti dello spogliatoio. Aprile sarà il mese decisivo per centrare una semifinale d’Europa League mai raggiunta nell’era Lotito e continuare a lottare per il quarto posto.

Baroni aspetta i nazionali, pronto a riaprire al turnover

Siamo al classico bivio della Lazio, ai tentativi di primavera che scattano dopo un lungo inverno e dopo lo scivolamento. Baroni, per tutta risposta alle imputazioni, riaprirà ad un turnover un po’ più largo. L’ha fatto nella prima parte della stagione, cambiando anche 9 giocatori. Oggi che ogni partita vale quanto una finale è più difficile. A Bologna è stato crudo: «Certe partite si giocano con gli uomini di maggiore spessore». Il calendario, ad aprile, proporrà Torino, Atalanta, i quarti europei e il derby prima del Genoa. Fino a novembre-dicembre c’è stato un Vecino in più. C’era Pellegrini, un vero vice Tavares. Dele-Bashiru si faceva apprezzare. Aveva dato segnali Noslin. Pedro brillava. Taty e Dia erano immarcabili. Piano piano tutte queste certezze si sono perse, le partite sono aumentate e l’unico acquisto pronto di gennaio è stato Belahyane. Lui e Dele-Bashiru, appena sarà pronto, avranno più spazio. Servono nuove forze, sta anche all’allenatore ricaricare tutti. Società, tecnico, squadra: la vera sfida della Lazio sarà non precipitare nell’annientamento reciproco.



 







 



 



 


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