Autore Topic: Lazio, la giusta proporzione  (Letto 41 volte)

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Lazio, la giusta proporzione
« : Martedì 7 Gennaio 2025, 10:02:12 »
www.corrieredellosport.it


Leggi il commento sui biancocelesti di Baroni dopo la sconfitta nel derby

C'è un equivoco che rischia di condizionare il girone di ritorno della Lazio, ma non nasce dalla lettura sbagliata e superficiale del derby. Baroni ha ricostruito nella sua analisi i difetti emersi domenica sera: l’approccio confuso, gli errori commessi per mezz’ora nello sviluppo del 4-2-3-1, la mancanza di ritmo e fantasia sulle fasce, i due gol presi in contropiede nello spazio di diciotto minuti, il ruolo ibrido di Dele-Bashiru, l’assenza di un elemento di raccordo che sapesse cucire la manovra tra centrocampo e attacco, il peso degli infortuni di Pedro e Vecino. Una sintesi che contiene messaggi. Se tornasse indietro, probabilmente, presenterebbe una Lazio con il 4-3-3 per diversi motivi. Guendouzi e Rovella si sono ritrovati sempre in inferiorità davanti a Koné, Paredes, Pellegrini e ai tagli di Saelemaekers. Situazione simile a quella vissuta il 16 dicembre con l’Inter, abituata a fare densità nella zona centrale. L’altro tema riguarda Dele-Bashiru: si esprime meglio nella posizione di mezzala, rispetto a quando deve lavorare da falso trequartista. Lo aveva già dimostrato nella gara con l’Atalanta. Partendo qualche metro indietro, il nigeriano riesce a sfruttare scatto, forza atletica e progressione: diventa meno prevedibile.

La sconfitta con la Roma, però, non è il primo dei problemi. Va analizzata e archiviata con maturità. Il compito più delicato, adesso, è determinare la giusta proporzione tra il quarto posto in classifica della Lazio e le reali potenzialità di questa squadra. Un aspetto delicato, perché può diventare un equivoco pericoloso, un nemico in casa: era già capitato in passato a Sarri. Il nodo riguarda le aspettative generate da un rendimento - in campionato e in Europa League - che ha superato ogni logica previsione e ha mascherato finora le lacune e i limiti strutturali dell’organico. La Lazio ha eliminato il Napoli dalla Coppa Italia e in venticinque partite (Serie A e Uefa) ha conquistato cinquantuno punti. Con eleganza, Baroni ricorda ogni tanto che questo gruppo è solo all’inizio di un percorso. Non cerca alibi e giustificazioni. Era stato il primo, in estate, a mettere pressione a se stesso e ai giocatori, nonostante il direttore sportivo Fabiani avesse parlato di “progetto triennale”.

C’è un ranking di partenza che non va dimenticato. Ora è necessaria un’attenta e costruttiva autocritica da parte della società. Focalizzare in modo corretto lo spessore della Lazio è un passaggio cruciale anche in funzione del mercato di gennaio. Rappresenta la chiave per impostare il prossimo semestre. Il centrocampo è in totale emergenza. Castrovilli rimane un enigma. Cataldi è stato ceduto alla Fiorentina il 30 agosto e il sostituto non è mai arrivato. Su Fazzini si è inserito il Napoli. Elmas sarebbe un’idea interessante: sembra orientato a lasciare il Lipsia. Baroni ha realizzato un lavoro splendido da luglio. Ma nell’ultimo mese, come dimostrano i sette punti raccolti in sei giornate di campionato, ha affrontato una corsa a ostacoli. Nelle sfide con Atalanta e Roma si è ritrovato senza il dinamismo di Vecino, l’uomo degli equilibri, e l’inventiva di Pedro, sette gol e quattro assist. L’uruguaiano si è fermato il 24 novembre. Ha saltato anche il Parma e l’Inter.

Il derby non cancella il percorso svolto. È costato le squalifiche di Gila, Zaccagni e Castellanos, assenti venerdì con il Como all’Olimpico. Servono risposte: prima Fabregas, poi Verona, Fiorentina, Cagliari e Monza. C’è una partita parallela, però, che devono condurre Lotito e Fabiani sul mercato. La Lazio sta lottando per una qualificazione in Champions che garantisce prestigio e ricavi. Un traguardo da cinquanta milioni. Ambizioni e prospettive non dipenderanno solo dalle intuizioni di Baroni, ma dagli investimenti. Come provava a spiegare anche Sarri.

             

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