Autore Topic: Malaria: sintomi, cure, dove e quando ci si può contagiare. L'esperto risponde  (Letto 31 volte)

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Parla il professor Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico: "La febbre da malaria è ciclica.L’incubazione dipende dai ceppi"

Per fare chiarezza sul "caso Dia" abbiamo parlato con il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare responsabile dell'unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare Università Campus Bio-Medico di Roma.

Dottor Ciccozzi, cosa significa oggi contrarre la malaria?

«Parliamo di un parassita, non di un virus. Ed è molto frequente contrarlo se si va in Africa senza un'adeguata profilassi preventiva. In molti preferiscono evitarla, perché è pesante, tanto che il fegato ci mette molto a digerirla. E poi perché è lo stesso farmaco che si dà per la cura. Quindi si tende a pensare "me lo risparmio, sto attento e lo prendo solamente nel caso in cui diventi necessario". Ma è un ragionamento sbagliato, perché gli effetti della malaria sono in linea di massima peggiori rispetto a quelli della profilassi preventiva, sebbene durino circa 15 giorni in media».

Quali sono i sintomi?

«Ovviamente non sempre sono gravi, dipende dalla tipologia. Intanto ti dà una febbre che si ripete ciclicamente ogni 3 o 4 giorni, facendoti solo pensare di essere guarito. Poi stanchezza, crisi di freddo, sudorazione, sete importante, anemia e splenomegalia, cioè l'aumento delle dimensioni di milza e fegato».

Quanti tipi ci sono?

«Ci sono 4 ceppi del "plasmodium". "Vivax" e "Ovale" hanno circa 7-14 giorni di incubazione e la stessa cosa vale per il "Falciparum", che è la variante più rognosa e in casi estremi può durare pure un anno. Infine c'è il "Malariae", che può arrivare anche a 30 giorni di incubazione e può durare fino a 40 giorni a partire dai primi sintomi».

Quest'ultimo, considerando i 7 giorni minimi di incubazione, sembra l'unico compatibile con il caso specifico.

«Tenderei a pensare che lui abbia quest'ultima variante e che l'abbia presa nella sosta di ottobre. Potrebbe aver avuto una forma molto leggera e ha continuato a giocare, superandola senza nessun trattamento. Poi il plasmodio si può trovare comunque nel sangue, ma se non c'è sintomatologia è di fatto superato. Difficile dirlo senza sapere cosa accusa, ma comunque non è difficile fare un esame di isolamento in un laboratorio parassitologico e capire».

Ci sono precauzioni che dovrà prendere al suo rientro in Italia?

«Nessuna. La trasmissione uomo-uomo non è possibile, ma solo attraverso le punture di zanzare "Anopheles", che in Italia non hanno le condizioni ambientali necessarie per sopravvivere».

             

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