Autore Topic: Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)  (Letto 1353 volte)

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oizaL

Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:06:05 »


Da LA REPUBBLICA (a firma Gianni Mura)


IL BEL LAVORO DI DEL NERI E LE SCELTE DI ALLEGRI


La sconfitta della Lazio, che esce battuta e arrabbiata dal derby ma non rimpicciolita, e il pareggio casalingo dell´Inter col Brescia accorciano la classifica. Da una quasi fuga a una quasi ammucchiata, e mercoledì si rigioca. Lazio 22, Milan 20, Inter 19, Juve e Napoli 18. Un po´ alla volta le grandi tradizionali vanno ad occupare il loro posto. La squadra-bulldozer per ora non c´è. Nelle ultime stagioni era l´Inter, troppo bersagliata dagli infortuni (particolarmente grave quello di Samuel) ma non solo. Far finta di essere sani era il titolo di un memorabile spettacolo di Giorgio Gaber e potrebbe essere la dicitura sull´Inter degli ultimi giorni.

Secondo me sbaglia Moratti a strigliare pubblicamente Benitez, anche se ha ragione nella sostanza. Dopo certe pessime esibizioni del periodo mourinhiano non aveva fiatato. Questa disparità di trattamento rischia di delegittimare Benitez, che non ha il pugno di ferro nella cassetta degli attrezzi. Però Benitez sbaglia quando, per bluff o per disperazione, si concede contemporaneamente in campo il fantasma di Pandev, il fantasma di Milito, con Snejider che rende la metà dell´anno scorso e Coutinho che fa quello che può. Riportare tutti in condizione facendoli giocare è un buon proposito, ma intanto si lasciano molti punti per strada e si è destinati a ballare non solo contro un buon Brescia. A proposito, il rigore su Eto´o è molto dubbio per non dire inesistente, come quello concesso alla Juve col Cesena, mentre esisteva quello negato al Bari col Milan. Niente di nuovo sotto il sole, nel dubbio chi ci rimette sono le piccole.

Rigore a parte, il Milan a Bari ha dominato e solo l´imprecisione di Robinho (4 occasioni sciupate) ha tenuto in bilico la gara. Allegri ha indovinato la formazione. Non era difficile: bastava togliere una punta o un trequartista contemplatore e inserire un mediano in più. Forse non è un caso che in una zona d´attacco più logica e meno affollata si siano infilati, per segnare in posizione da centravanti, Ambrosini e Gattuso, ossia due centrocampisti. A differenza di Benitez, che forse dovrebbe cercare un giovane attaccante nella Primavera, Allegri ha una scelta abbondantissima, e penso all´immenso Inzaghi di mercoledì e non solo. Può scegliere le paillettes come la sostanza. A Bari, sostanza.

Costanza, invece, nella Juve, che forse ha sudato più per battere il Cesena che per battere il Milan. Sotto le attese in Europa, ben presente nella questione-scudetto. Anche qui infortuni a pioggia, tanto da far reintegrare Grosso e Salihamidzic, ma DelNeri sta lavorando bene, in modo forse non vistosissimo però mattone su mattone ha costruito una fisionomia, infuso un temperamento, rilucidato un orgoglio.

A Roma un derby equilibrato, ma alla Lazio (oltre a un rigore) è mancata la capacità di battere i pugni sul tavolo fin dall´inizio. Con 10 punti di vantaggio Reja poteva forse permettersi un atteggiamento più spregiudicato, o meno attendista. La Lazio è parsa svegliarsi solo sullo 0-1. Ad ogni modo, nessun de profundis, la Lazio è sempre prima ed è il momento di capire meglio, dalla sua reazione, i suoi obiettivi. Infine, a Palermo-Genoa la palma di più bella partita, fin qui, del campionato.



Da IL CORRIERE DELLA SERA (a firma Mario Sconcerti)


DISADORNO ED EFFICACE FINALMENTE SI SENTE ALLEGRI


Per la prima volta Allegri fa qualcosa da allenatore del Milan, prende cioè una decisione netta. Il Milan di Bari ha tre mediani, come non si erano mai visti. Improvvisamente tutto va a posto, compresa la buona sorte che fa segnare ad Ambrosini (un mediano) il primo gol dopo appena quattro minuti. Non è una soluzione definitiva, forse nemmeno giusta, è solo una soluzione impropria. Ma questa è la novità: per la prima volta Allegri va oltre il prevedibile e sceglie una formazione disadorna, profondamente personale. Fino ad ora aveva cercato solo un semplice equilibrio offensivo, non di squadra. Aveva cioè cercato di risolvere l’intero problema risolvendone una parte.

Il Milan in realtà non è né quello di Bari né quello dei tanti brasiliani delle altre partite. Però più una squadra è tecnica e più ha bisogno della personalità del tecnico. Questa è la vera notizia di Bari. È arrivato finalmente il peso di Allegri, per la prima volta si avverte la sua importanza. Qualunque siano le decisioni prossime, adesso il Milan ha un tecnico che corre senza più essere condizionato dal nome dei giocatori né da quello del presidente. È la sua fantasia che decide.

Intanto è la crisi dell’Inter, seria, profonda e per questo poco affrontabile, a riaprire il campionato. Un anno fa l’Inter era a 25 punti e aveva segnato 26 reti. Oggi ha 6 punti e 14 reti in meno. Serve altro per capire che esistono problemi? Benitez ha fatto il suo. Gestisce da buon muro di gomma tutti gli infortuni e tutti i problemi del campo. È gentile, ossequioso, è come tu vuoi che sia salvo darti la soluzione del problema. Le domande non sono se lui sia un buon tecnico, lo è senz’altro.

La domanda è se Milito è ancora in grado di fare trenta gol. Se Pandev è ancora un giocatore capace di una differenza. Se Biabiany e Coutinho fanno insieme un’approssimazione di Balotelli. Nel frattempo è normale chiedersi che Inter sia rimasta. Quattro gol segnati in sei partite, meno del Parma. Tre partite pareggiate in casa, quanto il Catania. Non esiste più la vecchia normalità dell’Inter prima in classifica. Si è cambiato pagina. E nel cercare l’ultima riga letta non è chiaro cosa potremo trovare.

Senza l’Inter il campionato si apre ad improvvisa libertà. La Roma ripropone se stessa battendo la Lazio e la Lazio si aggiunge ai favoriti rimanendo prima in classifica. Nel derby incide molto l’arbitro Morganti che personalmente giudico il migliore. Sono dunque costretto a fidarmi. Ma un derby che si decide su rigori dati e non dati non è mai un derby esatto. La Lazio gioca a calcio troppo tardi, non si fida di se stessa, così dando il segno della propria normalità. La Roma ha un po’ meno qualità di quanto pretenda. Però ha più giocatori. È giusto torni a correre per la vetta.

Restano la Juve e il Napoli. Sono alla pari, ma la Juve è spinta dalle idee e da se stessa, sembra non abbia altro futuro che il successo, una specie di produzione naturale. Il Napoli è contorto e dubbioso, eternamente con le mani avanti. Forse questo è il campionato sbagliato per la modestia. Se l’Inter non c’è, bisogna che ognuno s’inventi di essere l’Inter. La Juve in questo riesce benissimo.



Da LA GAZZETTA DELLO SPORT  (a firma Alberto Cerruti)


TUTTE IN CORSA


«Grazie Roma», cantano i tifosi giallorossi felici di aver frenato la fuga della Lazio. E stavolta il coro si estende da Nord a Sud: a Torino dove la Juventus ribalta il Cesena, a Napoli dove Cavani firma la doppietta contro il Parma, a Bari dove il Milan vince 3-2 scavalcando i resti dell’Inter e rimanendo da solo nella scia della capolista. E’ vero che il Bari, alla quinta sconfitta consecutiva, è in caduta libera più delle altre due cenerentole. Ma delle prime cinque il Milan era l’unica squadra in trasferta, anche se il valore aggiunto del suo successo è un altro.

L’1-2 con la Juventus e il 2-2 con il Real Madrid avevano lasciato più discussioni che punti. Per questo ha fatto bene Allegri ad approvare il lodo-Gattuso, dettato dall’esperienza del suo vero leader. Con Seedorf dietro Robinho e Ibrahimovic più mobili del solito, l’inserimento di Flamini e il ritorno di Ambrosini in linea con lo stesso Gattuso, il Milan è apparso più equilibrato, anche se Pirlo può stare fuori soltanto contro gli ultimi. Ripensando a tutti i guai di Benitez, fino al gravissimo infortunio di Samuel, e alla panchina iniziale di Allegri seduto vicino a Pirlo, Pato, Ronaldinho e Inzaghi, a quasi un terzo del campionato il Milan ci sembra la squadra favorita per lo scudetto, specie se riuscirà a eliminare anche il pericoloso vizietto di rischiare di pareggiare partite che meriterebbe di stravincere. Il 3-2 con i brividi finali di Bari ricorda infatti l’1-0 di Parma, il 2-1 di Napoli, e persino il 3-1 con il Chievo dopo aver sofferto troppo sul 2-1.

Malgrado la sconfitta, con strascico di polemiche, la Lazio ha però confermato di non essere in crisi. E se Ranieri, che un anno fa era a meno 14 da Mourinho, ha il diritto di sognare un’altra rimonta a meno 7 da Reja, a maggior ragione spera Delneri con la sua Juventus d’acciaio, rilanciata da Del Piero, 36 anni domani. Perché la classifica dice che sono tutte in corsa, compresa l’Inter ferita. L’ultima a unirsi al coro «grazie Roma».



Offline Eagles71

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #1 : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:12:33 »
pure gli editoriali non ci condannano.
Ma noi Laziali siamo i primi a volerci male.
Dopo la sconfitta tutti addosso a Reja, a Lich, a Dias, a Rocchi...se la prima occasione di Hernanes va dentro e non alta di 3 cm staremmo qui a parlare di vola Lazio vola...
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline benvolio

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #2 : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:17:26 »
Sono d'accordo (e ringrazio oizal).
Tra le righe "tre editoriali tre" dicono che il derby l'ha deciso Morganti. Pero'senza fare processi sommari a nessuno, e' giusto anche dire (quello) che abbiamo sbagliato.

RobCouto

Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #3 : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:18:41 »
pure gli editoriali non ci condannano.
Ma noi Laziali siamo i primi a volerci male.
Dopo la sconfitta tutti addosso a Reja, a Lich, a Dias, a Rocchi...se la prima occasione di Hernanes va dentro e non alta di 3 cm staremmo qui a parlare di vola Lazio vola...

Pretendere il massimo è la via primaria per il successo.

Mazzola

Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #4 : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:27:38 »
pure gli editoriali non ci condannano.
Ma noi Laziali siamo i primi a volerci male.
Dopo la sconfitta tutti addosso a Reja, a Lich, a Dias, a Rocchi...se la prima occasione di Hernanes va dentro e non alta di 3 cm staremmo qui a parlare di vola Lazio vola...

Se nel derby di ritorno 1999 non ci facevamo prendere dalla strizza, oggi avevamo tre scudetti in bacheca.

Offline robylele

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #5 : Lunedì 8 Novembre 2010, 08:38:43 »
Pretendere il massimo è la via primaria per il successo.

questo é vero, ma non sono sicuro che debba valere anche per i tifosi.
'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline Rupert

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #6 : Lunedì 8 Novembre 2010, 09:17:15 »
Se nel derby di ritorno 1999 non ci facevamo prendere dalla strizza, oggi avevamo tre scudetti in bacheca.

Quoto.
Tanto tempo fa la strizza veniva a loro oggi a noi.
Mah....
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline DinoRaggio

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #7 : Lunedì 8 Novembre 2010, 21:18:32 »
Grazie oizaL.

Editoriali equilibrati, segno che i buoni risultati portano rispetto per la Lazio, almeno in quei giornalisti non obnubilati dalla prostituzione intellettuale o dall'ignoranza.


Da LA REPUBBLICA (a firma Gianni Mura)


alla Lazio (oltre a un rigore) è mancata la capacità di battere i pugni sul tavolo fin dall´inizio. Con 10 punti di vantaggio Reja poteva forse permettersi un atteggiamento più spregiudicato, o meno attendista. La Lazio è parsa svegliarsi solo sullo 0-1.
Vero, purtroppo.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline giamma

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Re:Gli editoriali del giorno dopo (8 novembre)
« Risposta #8 : Lunedì 8 Novembre 2010, 23:05:17 »
Se nel derby di ritorno 1999 non ci facevamo prendere dalla strizza, oggi avevamo tre scudetti in bacheca.
Nel derby di ritorno del 99 mandarono a giustiziarci tal Borriello da Mantova, la Juve era in difficoltà in campionato e doveva disputare la semifinale di Champions, serviva affrontare nel turno successivo una Lazio il più possibile decimata e Borriello eseguì, innervosendo la squadra con decisioni a senso unico (clamoroso il non aver fischiato il doppio fallo su Nedved da cui scaturirà il vantaggio della riomma) espellendo Nesta e Mihajlovic, ammonendo Pancaro e Negro che erano diffidati, permettendo al fesso di realizzare il goal del 3-1 stoppandosi la palla con un braccio.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)